Meduse (Meduzot, 2007). Scritto e
diretto da Shira Geffen e Etgar Keret. Fotografia di Antoine Héberlé.
Musiche di Christopher Bowen. Interpreti: Sarah Adler, Nikol
Leidmann, Gera Sandler, Noa Koller, Zharira Charifai, Ma-nenita de la
Torre, Naama Nisin, e molti altri. Durata: 1h15'
Una bambina di cinque anni esce dal
mare, ha indosso solo un salvagente e va diritta da Batya, una
giovane donna che lavora come cameriera. Intorno non c'è nessuno, la
bambina non parla, e sembra proprio uscita dalle onde perché prima
non c'era. Che fare? Batya la porta alla polizia, come è ovvio, ma
la piccola scappa e se la ritroverà a casa. Non potendo fare altro,
Batya se la porta dietro sul lavoro, dove verrà licenziata ma farà
amicizia con una fotografa. La bambina sparisce misteriosamente
un'altra volta, ma l'altra ragazza è riuscita a farle una foto:
servirà?
"Meduse" è un piccolo film
israeliano firmato a quattro mani da Shira Geffen e Etgar Keret; la
Geffen è anche autrice della sceneggiatura. Sono piccole storie
quotidiane, con l'irruzione fantastica della bambina di cinque anni
che esce dal mare di Tel Aviv (nessuno intorno, solo lei che avanza
nell'acqua) e dove un gelataio anziano vagabondo ha un po' il posto
di "Der Leiermann" nel lied di Schubert, un ricordo lontano
che riempie di malinconia ma anche di speranza. Le storie raccontate,
e intrecciate fra di loro, oltre a quella di Batya e dell'amica
fotografa, sono quelle di una coppia di sposi che non potrà andare
in luna di miele perché lei ha una caviglia ingessata, di un'anziana
accudita da una badante filippina mandata da sua figlia, attrice di
teatro in un improbabile e bruttissimo spettacolo che si vorrebbe
ispirato all'Amleto, e di una scrittrice fascinosa che i due neosposi
troveranno nell'albergo orribile di Tel Aviv (un vero mostro
architettonico) dove sono andati per provare almeno a far finta che
sia una vacanza. Ma detto così sembra tutta un'altra cosa da quello
che si vede, "Meduse" è un bel film e si vede volentieri
soprattutto per la delicatezza con cui vengono ritratte le persone e
per la bravura degli interpreti. Ricorda un po' il primo Jarmusch, ha
qualcosa dei film di Jeunet e Caro (Amélie, Una lunga domenica di
passioni...) è bello fin dall'inizio (il camion con le nuvole), e
gli perdono anche "La vie en rose" nella colonna sonora.
Il titolo originale è "Meduzot",
la protagonista Batya è Sarah Adler, la bimba è Nikol Leidmann, e
poi Gera Sandler, Noa Koller, Zharira Charifai, Ma-nenita de la Torre
(Joy, la filippina), Naama Nisin, e altri ancora.
« Una nave dentro una bottiglia non
potrà affondare mai, né ricoprirsi di polvere. E' graziosa da
guardare, mentre naviga nel vetro. Nessuno è tanto piccolo da
poterci salire, nessuno sa dove è diretta. Il vento non può
gonfiare le sue vele, non ha vele. Solo lo scafo, come un vestito; e,
sotto, meduse. La sua bocca è asciutta, nonostante sia circondata
dall'acqua; lei beve dal profondo degli occhi, che non chiude mai.
Morirà senza far rumore, non si infrangerà sugli scogli. Lei
rimarrà ferma, e orgogliosa. E se non hai baciato lei mentre andavi
via, amore mio, se puoi bacia me quando ritorni.» (il foglio della
suicida, a 1h10)
Der Leiermann
Drüben hinterm Dorfe steht ein
Leiermann
Und mit starren Fingern dreht er, was
er kann.
Barfuß auf dem Eise wankt er hin und
her
Und sein kleiner Teller bleibt ihm
immer leer.
Keiner mag ihn hören, keiner sieht ihn
an,
Und die Hunde knurren um den alten
Mann.
Und er läßt es gehen alles, wie es
will,
Dreht und seine Leier steht ihm nimmer
still.
Wunderlicher Alter, soll ich mit dir
geh'n?
Willst zu meinen Liedern deine Leier
dreh'n?
(Là al limite del villaggio c'è un
uomo con l'organetto; con le dita indurite gira la manovella meglio
che può. Scalzo sul ghiaccio barcolla qui e là, il piattino per i
soldi rimane sempre vuoto. Nessuno lo vuole ascoltare, nessuno lo
guarda, i cani gli ringhiano intorno. E lui lascia che tutto scorra
come vuole, suona, e il suo organetto non sta mai fermo. Strano
vecchio, dovrò venire con te? Vorresti accompagnare le mie canzoni
con il tuo strumento?)
(Franz Schubert, n.24 da "Winterreise"
su testi di Wilhelm Müller) (qui per l'ascolto)
7 commenti:
Un elenco di risorse infinite in questo blog. Non basterebbero mille quarantene per guardare tutte queste meraviglie. Questo mi ha colpito particolarmente.
è un bel film, delicato, molto attento alle persone
grazie, ma sappi che un altro signore mi ha appena detto che sono un ignorante e che dovrei occuparmi d'altro... tenderei a dargli ragione, ma qui sto solo mettendo in ordine i miei appunti di cinema
Giuliano io ho appena messo piede nel mondo dei blog, ma credo che nessuno di noi abbia la pretesa di essere esaustivo o di dispensare saperi assoluti. Si cerca di condividere alcune passioni e, secondo me, tu lo stai facendo in un modo straordinario
ormai sono un vecchio arnese, comunque grazie
:-)
Non mi sembra affatto! Io ti leggo molto volentieri
allora buona lettura, hai qui trent'anni di appunti e anche qualcosa di più :-)
Non potrei chiedere di meglio ;-)
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