Margin call (2011) Scritto e diretto da
Jeffrey C. Chandos. Fotografia di Frank De Marco. Musiche di Nathan
Larson. Interpreti: Stanley Tucci, Zachary Quinto, Kevin Spacey, Demi
Moore, Jeremy Irons, Paul Bettany, Penn Badgley, Simon Baker, Ashley
Williams, Mary Mc Donnell, e altri. Durata: 107 minuti
"Margin call" è un ottimo
film sugli avvenimenti recenti in Borsa; il titolo del film è uno
dei termini gergali usati a Wall Street, più o meno (da quel che ne
posso capire) vendere a qualsiasi costo, e in fretta, quando le cose
vanno male. Così facendo si perdono soldi e si licenziano molti
dipendenti, ma si scaricano le perdite su altri e, soprattutto, i
brokers "capi" si salvano e possono ricominciare. Il film è
inevitabilmente pieno di termini gergali e di cose da iniziati
(definirli "tecnici" mi sembra esagerato, io vengo dalla
chimica e da Linneo, i termini tecnici sono cose da ingegneri e
questo del film è solo un gergo), non c'è niente di tangibile o di
visibile, quindi il regista JC Chandos è davvero molto bravo nel far
seguire il film anche da gente che non ne capisce nulla (come me) per
di più senza mostrare schermate di pc o cifre in sequenza, come
avrebbero fatto quasi tutti. Ne esce un film quasi di impianto
teatrale, con ottimi attori, ma ambientato in luoghi veri (New York)
o verosimili (scenografie, uffici). L'azione si svolge nell'arco di
ventiquattro ore.
Si comincia da un analista finanziario
che viene licenziato per una "ristrutturazione" (è Stanley
Tucci); non è però uno qualsiasi, ha molta esperienza e si è
accorto che sta succedendo qualcosa di grosso e di grave. Prova a
dirlo, ma non gli danno il tempo di spiegare e pensano che sia solo
un pretesto per non farsi licenziare; si ritrova subito fuori, in
strada, senza mail, senza cellulare, con la scatola di cartone in
mano e l'impossibilità di rientrare in ufficio. Riesce però, prima
di essere sbattuto fuori, a passare una chiavetta con dei dati a un
suo giovane d'ufficio (Zachary Quinto) dicendogli: "vai avanti
tu, ma stai attento". E', al cinema, il meccanismo tipico dei
film sugli extraterrestri o sui vampiri; ed è molto efficace anche
qui in questo ambiente arido e lussuoso, di aria condizionata e
finestre sigillate. L'attesa per sapere cosa verrà dopo è quindi
stata creata, e non verrà delusa. Il resto del film, che è anche in
esterni, compresa la terrazza del grattacielo, non è raccontabile,
prima di tutto perché si rovinerebbe la visione del film, e poi
perché si gioca molto sulla bravura degli attori, ed è un piacere
vedere all'opera attori così bravi.
Due dialoghi significativi: a 1h13 il
giovane Seth (l'attore si chiama Penn Badgley) è con il più esperto
ma anche lui ancora giovane (Paul Bettany) in auto, intenti a cercare
Eric Dale (Stanley Tucci), l'uomo che è stato licenziato all'inizio
del film.
Seth: Questa cosa danneggerà
parecchie persone...
Bettany: Sì, soprattutto le persone
come me.
Seth: No, no... intendo le persone
normali.
Bettany: Che cavolo, Seth... senti,
se vuoi fare davvero questo nella vita, devi pensare di essere
necessario: e lo sei. La gente vuole vivere con le sue macchine e le
sue ville di lusso che non può permettersi, quindi tu sei necessario
per loro. L'unico motivo per cui tutti continuano a vivere come dei
re è perché noi spostiamo l'ago della bilancia in loro favore; ma
se non lo facciamo, beh, tutto il mondo diventa improvvisamente
giusto ma nessuno lo vuole davvero. Dicono il contrario, ma
ti assicuro che non è vero: vogliono quello che noi abbiamo da dare
a loro, ma vogliono anche fare gli ingenui e fingere di non sapere da
dove venga; e questa è un'ipocrisia che non riesco a mandare giù, e
quindi che si fottano le persone normali.
(Margin call, a 1h13')
A 1h31' il colloquio finale, a cose
fatte, tra il boss con trentaquattro anni di servizio (Kevin Spacey),
che vorrebbe dare le dimissioni, e il vero grande capo (Jeremy Irons)
che lo convince a restare:
Irons: Sai, comincio a sentirmi
meglio riguardo a questa faccenda. Tu sei uno degli uomini più
fortunati del mondo, Sam: potevi zappare la terra, in questi anni.
Spacey: E' vero, e se lo avessi
fatto ci sarebbe qualcosa di tangibile a testimoniarlo (...)
Irons: (...) tu dici che forse
abbiamo mandato sul lastrico della gente, oggi, e tutto questo
inutilmente. Ma tu praticamente lo fai ogni giorno da quarant'anni,
Sam... e se tutto questo è inutile, allora lo è anche tutto quello
che c'è là fuori. Sono soltanto soldi, nient'altro che
un'invenzione. Pezzi di carta che evitano di ammazzarci a vicenda per
prendere qualcosa da mangiare. Non è sbagliato, e sicuramente non è
diverso oggi da come è sempre stato (...) Non possiamo farci niente
(...) noi interagiamo, se facciamo bene guadagnamo tanto e se
sbagliamo finiamo in mezzo alla strada. C'è sempre stata e sempre ci
sarà la stessa percentuale di vincitori e di perdenti, di stronzi
felici e di coglioni tristi, di fortunati e di sfigati, a questo
mondo. Sì, probabilmente quelli come noi saranno un po' di più, ma
le percentuali rimangono le stesse (...)
(Margin call, a 1h31)
Il finale del film vede Kevin Spacey
seppellire l'amato cane morto di vecchiaia, e lo fa di notte nella
casa dove vive con la moglie da cui è separato; lei lo consola ma
gli ricorda che ha messo l'allarme, che non provi a tornare in
casa...
Gli attori: Stanley Tucci è Eric Dale,
che dà inizio alla storia; è un attore molto bravo, davvero
eccellente, che non avevo mai incrociato prima del suo Puck nel
"Sogno di una notte di mezza estate" (ha girato diversi
film che ho sempre evitato). Zachary Quinto, che ricorda un po'
Elliott Gould, è il giovane analista finanziario che riceve la
chiavetta da Dale. Penn Badgley è Seth, il più giovane del gruppo;
Simon Baker è Jared, terzo in ordine d'importanza dei grandi capi
che vediamo nel film. Paul Bettany è uno dei capi giovani; Demi
Moore è la donna carrierista che verrà licenziata alla fine, capro
espiatorio con un'ottima buonuscita. Kevin Spacey e Jeremy Irons sono
i due "vecchi", i due capi che guidano il tutto. Il regista
J.C. Chandor è americano, nato nel 1973, e ha diretto quattro film;
"Margin call" è il suo secondo.
Un film analogo nel soggetto, e molto interessante nel confronto, è "The Company Men" di John Wells, uscito un anno prima nel 2010.
Un film analogo nel soggetto, e molto interessante nel confronto, è "The Company Men" di John Wells, uscito un anno prima nel 2010.
(le immagini vengono dal sito www.imdb.com )
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