lunedì 6 gennaio 2020

De Gasperi secondo Olmi


Alcide de Gasperi (1974) Regia di Ermanno Olmi. Scritto da Ermanno Olmi. Consulenza storica di Gabriele De Rosa. Attori: Sergio Fantoni (De Gasperi), Anna Orso (Francesca De Gasperi), Leda Negroni (Maria Romana De Gasperi), Sandro Tuminelli, Francesco D'Adda, Michele Kalamera, Mario Milita, Aldo Barberito, Mario Chiocchio, Anna Canzi. Durata: tre puntate da 69, 63 67minuti

« ...Repubblica o monarchia? La domanda è posta male, troppo semplicisticamente. La domanda vera è questa: volete instaurare la repubblica? Cioè: vi sentite capaci di assumere su voi, popolo italiano, tutta la responsabilità, tutto il maggior sacrificio, tutta la maggiore partecipazione che esige un regime il quale fa dipendere tutto, anche il capo dello Stato, dalla vostra personale decisione espressa con la scheda elettorale? Se rispondete sì, vuol dire che prendete impegno solenne, definitivo, per voi e per i vostri figli, di essere più preoccupati della cosa pubblica di quello che non siete stati finora, d'aver consapevolezza che non è cosa vostra e solo vostra, di dedicarvi ore d'interessamento e di lavoro, ma soprattutto vorrà dire che avete coscienza di poter difendere con la vostra opera, nella Repubblica, la libertà: che è il bene supremo.»
Sono parole di Alcide de Gasperi, del primo dopoguerra. Rileggerle oggi, non può non colpire: oggi, cioè nel momento in cui abbiamo il peggior Parlamento eletto dopo il 1945, dove la maggioranza a difesa della Costituzione è così risicata da sembrare impalpabile, dove i corrotti e gli evasori fiscali vanno tranquillamente in tv a spiegare cosa fare per risollevare l'economia, dove il partito che ha guidato l'Italia e che sta ancora guidando molte Regioni è stato fondato da tre galeotti, dove gli ultras del calcio sono determinanti per portare rappresentanti in Parlamento. Questo è il momento storico in cui rialza la testa il fascismo, portato come esempio di lotta alla criminalità quando la realtà storica è invece questa: il fascismo mise in prigione De Gasperi e lasciò liberi e impuniti gli assassini veri. Non solo Alcide de Gasperi fu messo in prigione dai fascisti, ma fu imprigionata perfino sua moglie; solo l'intervento del Vaticano salvò lo statista trentino dal fare la stessa fine di Antonio Gramsci. Nel frattempo, i responsabili di scandali economici e bancari (peggiori di quelli dei nostri anni) facevano carriera indisturbati, e i responsabili della morte di Matteotti, di don Minzoni, di Piero Gobetti e di tanti altri (una lista lunghissima) facevano vita tranquilla altrettanto indisturbati.


"Alcide de Gasperi" di Ermanno Olmi, con consulenza storica di Gabriele de Rosa, è un ottimo film in tre puntate di un'ora e dieci ciascuna, in bianco e nero, che ripercorre la biografia di De Gasperi con attori che leggono discorsi e scritti di De Gasperi e con sequenze recitate dove mancano i filmati originali, cioè tutta la prima parte della sua vita fino al 1946. E' molto bello il "gioco" di mostrare attori e doppiatori che si alternano ai microfoni, davanti al leggio, ed è tutto ben recitato e ricostruito anche negli esterni, girati nei luoghi originari (Selva e Borgo Valsugana, la Biblioteca Vaticana, il Reichsrat di Vienna, eccetera). Nella prima puntata, sotto l'Austria per De Gasperi, si arriva fino alla Grande Guerra passando attraverso Cesare Battisti e l'elezione a deputato del Reichsrat (dove anche Battisti fu deputato) e l'incontro del 1905 in Trentino con Mussolini, allora socialista, definito in privato come arrogante e maleducato (Mussolini fu poi espulso dall'Austria). Nella seconda puntata c'è la lunga prigionia di De Gasperi sotto il fascismo, poi mitigata da interventi del Papa (è quasi certo, anche se mancano prove dirette) e dopo il 1929 l'assunzione alla Biblioteca Vaticana dove per anni compilò accurate schede di libri. Anche la moglie di De Gasperi fu arrestata e fece un periodo alle Mantellate. Nella terza parte c'è la caduta del fascismo e la nascita della Repubblica. Come al solito, Olmi non si cura della somiglianza fisica ma sceglie attori in grado di rendere il carattere delle persone raccontate: Sergio Fantoni, Leda Negroni, Anna Orso, Sandro Tumminelli, Michele Kalamera... In colonna sonora, il canone Pachelbel nell'arrangiamento tipico degli anni '60 e la "Suite per piccola orchestra" di Stravinskij. Un altro film di notevole livello, del quale però si è dimenticato perfino Rai Storia: facile pensare a una censura interna, perfino una biografia di Alcide de Gasperi può dar fastidio a chi nega la verità storica e vuole falsificarla.

«Chi parla di politica agli abitanti delle valli trova subito nell'uditorio molta difficoltà: politica vuol dire, per i più, chiacchiere al vento, frasi senza costrutto, ciarlataneria. Chi rimase sempre lontano "dalla pentola" non capisce granché di postulati, crisi, soluzioni, ma se ne fa un'idea come come di un turbinio nel quale si possono alimentare tante ambizioni ma dal quale non verrà fuori nulla di positivo. I tempi, e un po' anche la politica di certi messeri del nostro paese, giustificano l'esistenza di un simile concetto. E, tuttavia, che cos'è la politica? La politica è l'arte di governare, di dirigere il Paese, lo Stato, gli enti pubblici (...) Da questo non si scappa: la politica o la si fa o la si subisce.»
Alcide De Gasperi nel 1905, in Trentino (Austria, all'epoca)

« ... la tragedia della vita umana sta nella sua brevità: la generazione che segue raccoglie appena le briciole di quelle energie che avrebbe potuto applicare nella loro pienezza l'uomo che decade. Così deve rifare a proprie spese quasi tutto il cammino: per questo il progresso umano è lento, la macchina lavora con troppa perdita. In parte si può rimediare con l'organizzazione sociale. Lo scopo futuro degli Stati sarà quello di aumentare e rafforzare gli strumenti di congiunzione fra una generazione e l'altra.»
Alcide de Gasperi, negli anni 1915-18

Alcide de Gasperi è stato il presidente del Consiglio che seguì l'Italia nella ricostruzione, riportandola alla considerazione internazionale dopo il disastro mussoliniano, e lavorando duramente per non perdere Trieste, perduta dai fascisti insieme all'Istria e a Fiume: può sembrare assurdo ricordarlo, soprattutto in un piccolo blog come questo, ma ogni giorno ci tocca ricordare (soprattutto dopo le elezioni) fino a che punto sono arrivate queste generazioni "millennial", senza memoria e senza morale, intente a guardarsi non tanto l'ombelico ma il palmo della mano, lo smartphone... Questo film è una lezione di Storia, firmata da un maestro vero come Ermanno Olmi.
Alla figura di de Gasperi è dedicato anche "Anno uno" di Roberto Rossellini, un altro film da non perdere.


 (di questo film non ho trovato immagini; me ne scuso
e provo a fare qualcosa usando le immagini prese da www.wikipedia.it )




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