DER SCHARLACHROTE BUCHSTABE (La lettera scarlatta, 1972) Regia di Wim Wenders. Sceneggiatura: Wim Wenders e Bernardo Fernandez, dal romanzo omonimo di Nathaniel Hawthorne. Fotografia: Robert Müller. Montaggio: Peter Przygodda. Musica: Jürgen Knieper. Interpreti: Senta Berger, Hans Christian Blech, Lou Castel, Yelene Samarina, Yella Rottländer, Rüdiger Vogler. produzione: P 1 im Filmverlag der Autoren (Monaco), WDR (Colonia) e Elias Querejeta PC (Madrid), direttori della produzione: Peter Genée e Primitivo Alvaro-35 mm., C., 90 min.
Giovanni Fattori (Livorno 1805-Firenze 1908)
Giovanni Segantini (Arco 1858-Schafberg, Canton Grigioni, 1899)
Wenders racconta che questa breve sequenza fu girata quasi per caso, senza sapere se poi l’avrebbe utilizzata. Ma poi fu impossibile metterla da parte, anche se con il film in sè c’entrava o poco o niente: siamo in Galizia, nord della Spagna.
Giovanni Fattori dipinge la sua Toscana, mentre Segantini è attivo sia in Italia che in Svizzera.
4 commenti:
Bellissima ricostruzione, soprattutto in termini visivi, pittorici e cinematografici.
Mi piace sempre moltissimo ritrovare la pittura nel cinema, così come nella fotografia.
Bello e raffinato questo tuo blog, ci sono arrivata per caso e mi sono pure ritrovata tra i link...che dire? che te ne ringrazio, se non altro perché è bello essere ospitati in un blog come questo.
Corro a ricambiare il link e non per un banale do ut des: del resto non inserisco mai link tanto per farlo.
Ciao
Ciao TereZa! Non so più nemmeno io come mai ho trovato il tuo blog, non sempre sono d'accordo ma è un posto che mi piace.
(La bambina in fondo è quella che poi sarà protagonista di "Alice nelle città")
ma guarda un po'. Non avrei mai associato Segantini a Wenders. Io vivo in un paesino della Brianza dove c'è una specie di culto di Segantini che vi ha abitato in un certo momento della sua vita, probabilmente per mancanza di soldi e impossibilità di andare da altre parti. Abituata fin da piccola ai suoi quadri, o almeno a certi suoi quadri, ero rimasta stupita quando a Vienna ho visto qualche sua opera di ispirazione fortemente simbolista, era tanto diverso da quelli che avevo visto, per es. a Brera. Eppure, a guardarci bene Segantini annega nella luce, quasi dissolve, i soggetti più reali che si possa immaginare, come le mucche. La realtà delle cose non è per niente cosa scontata. Del resto, il quadro che ha dipinto nel paese dove sto, "A messa prima", ha reso perplesso generazioni di brianzoli, lievemente infastiditi dal fatto che il Maestro si fosse permesso addirittura di cambiare la posizione della chiesa rispetto la scalinata su cui il prete è visto salire. Grazie ancora per tutte le cellule cerebrali che metti in moto Giuliano. Ma mi ripeto :)
E' una sequenza molto breve e molto particolare, ma Wenders è sempre pieno di sorprese in questo senso. E non è l'unico: questo è il primo di altri post dove parlerò pochissimo...(ho già parlato troppo!)
:-)
La storia dell'arte è un argomento sul quale non mi sento di parlare, ma qualcosa ho pur visto e memorizzato. E qui devo anche ringraziare Solimano (l'ing. Primo Casalini) che mi ha dato molte dritte al momento giusto.
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