mercoledì 10 marzo 2010

Yellow submarine

Yellow submarine (1968) Film d’animazione. Regia di George Dunning. Soggetto di Lee Minoff, basato sulle canzoni dei Beatles. Prodotto da Al Brodax. Art director Heinz Edelmann. Animation directors Jack Stokes e Robert Balser. Sequenze speciali di Al Jenkins. Musiche arrangiate e dirette da George Martin. Canzoni dei Beatles presenti nel film: Yellow Submarine; Hey Bulldog; Eleanor Rigby; Love You To; All Together Now; Lucy in the Sky with Diamonds; Think for Yourself; Sergeant Pepper's Lonely Hearts Club Band; With a Little Help from My Friends; She loves you; Baby You're a Rich Man; Only a Northern Song; All You Need Is Love; When I'm Sixty-Four; Nowhere Man; It's All Too Much. Durata: 90 minuti

Quando uscì “Yellow submarine” io ero un bambino, e per me i Beatles erano roba da fratelli maggiori, forse già roba da vecchi (a nove-dieci anni si ragiona così, per chi l’avesse dimenticato: tutto quello che si trova ed è preesistente a noi è roba che già c’era, quindi vecchia; e non importa di quanto antica, se di due anni prima o di due secoli – poi si cambia, ma da bambini si è così). Quindi non sapevo bene che cosa pensarne, ma i cartoni erano molto belli e molto colorati, l’idea del sottomarino giallo mi piaceva molto, e a questo film mi sono subito affezionato.
L’unico difetto è forse nel doppiaggio italiano, non brutto ma molto petulante, a tratti fastidioso: l’originale non è così, e basta fare un salto su youtube (dove c‘è il film intero) per rendersi conto della differenza. Purtroppo molti pensano, da sempre, che il cartone animato debba essere petulante e che ai bambini piaccia così: in questo modo mi hanno rovinato molti dei miei fumetti preferiti, non sono mai stato d’accordo (nemmeno a sette anni) e non mi sono mai adeguato.
Non si tratta di un videoclip promozionale, ma di un vero film a cartoni animati, lungo un’ora e mezza, con una storia originale che ricalca uno schema classico: un paese civile, pacifico e sereno viene invaso dai cattivi e l’unica speranza è cercare soccorso altrove. A questo scopo parte il sottomarino giallo, che va a cercare gli eroi; e gli eroi in questo caso sono i quattro Beatles, sotto forma di cartone animato. A quell’epoca i quattro musicisti di Liverpool erano nel pieno del successo, ed era appena uscito il loro disco più famoso e celebrato, “Sergeant Pepper's Lonely Hearts Club Band”. Per capire questo film, almeno un’occhiata alla copertina di quel disco (in rete si trova facilmente) bisogna darla: oltre ad essere molto bella, è piena di personaggi più o meno famosi, con scelte che hanno dato luogo a infinite interpretazioni. Non sto qui a dilungarmi perché ci sono molti siti internet e molte pubblicazioni in proposito: tra le fotografie incollate accanto ai Beatles, come in una foto di gruppo, ci sono Stanlio e Ollio, Marilyn Monroe, Bob Dylan, Lewis Carroll, Gandhi, Jung, Stockhausen, Marx, Tarzan, Fred Astaire, guru indiani; ma anche personaggi inquietanti come Alaistar Crowley. In totale, 71 persone: alcuni di questi volti e di queste suggestioni si ritrovano nel film.
Non è dunque un film rivolto soltanto ai bambini, anche perché alcuni temi affrontati sono tutt’altro che facili: per esempio gli accenni alla teoria della relatività, per molti oggi ancora oscura, durante la parte centrale, quella del viaggio del sottomarino. E difficili da capire, per un bambino, sono anche i numerosi accenni al surrealismo e al mondo psichedelico, allora in gran voga (oggi i giovani si drogano molto più che nel ’68, ma guai a dirlo). Ma i personaggi sono belli e divertenti, e il film è fatto in modo da non dover spiegare niente ai bambini, che dunque possono guardarlo liberamente. Il finale è decisamente positivo, con la vittoria del bene e la conversione dei cattivi.
La grafica è molto bella e molto originale, con rimandi al surrealismo e al liberty, a Dalì e a Magritte, ma anche a Roland Topor e a Toulouse-Lautrec; c’è qualche eco anche di fumetti bellissimi, come Little Nemo di Winsor McCay, sempre d’epoca liberty. Il sito di wikipedia dà molta importanza a Heinz Edelmann, qui presente come art director: di lui non so nulla e mi limito a segnalarne il nome (facendo un blog si imparano molte cose, è per questo che sono qui). Non so quasi nulla anche di George Dunning, che è il regista; ma di cartoonists bravi e poco celebrati ce ne sono molti, ed è un peccato che non siano fatti conoscere meglio. Un peccato che scontiamo con la pochezza d’idee delle nostre televisioni: se si tornasse ad avere in tv dirigenti competenti, e non presi in prestito dal marketing, forse sarebbe possibile.
“Yellow submarine” è così ricco di immagini e di suggestioni che a tratti non si sa dove guardare, e tutto è molto divertente e ben fatto. Quasi quasi, il consiglio che posso dare è di togliere l’audio e di limitarsi a guardare; tanto, i Beatles li conosciamo a memoria.
L’elenco delle canzoni che ho messo nei titoli di testa viene da wikipedia; alcune non le conoscevo, e mi fido. Molte sono citate solo come frammento; quelle che ascoltiamo per intero sono, in ordine di apparizione: Yellow submarine (per i titoli di testa); Eleanor Rigby (l’arrivo a Liverpool del sottomarino, tra ciminiere e sfondi operai); “All together now” per la ripartenza sottomarino con i Beatles a bordo, e poi nei titoli di coda; “When I’m 64” per il mare del tempo e il discorso sulla relatività (“quanto dura un minuto?”).
Non ho riconosciuto la canzone del Mare dei Numeri; “Nowhere man” viene invece collegata al personaggio di Jeremy (che io trovo bruttino, se devo essere sincero). Poi c’è “Lucy in the sky with diamonds”, con disegni psichedelici molto belli; “Sgt Pepper” per la battaglia contro i biechi; “With a little help from my friends” viene solo accennata.
Finale con “All you need is love”, un’altra canzone che non ho identificato (...what do you want to be...) e “It’s all too much”. Le altre musiche sono arrangiamenti per archi e per banda, opera di George Martin (produttore e arrangiatore, spesso definito come “il quinto dei Beatles”), e c’è un accenno alla musica classica indiana con il suono del sitar per la prima apparizione di George Harrison.
Nel suo viaggio, il sottomarino giallo attraversa sei mari: il Mare del Tempo, il Mare della Scienza, il Mare dei Mostri, il Mare del Niente, il Mare delle Teste e il Mare dei Buchi. Tutto molto ben fatto, e molto originale. A me piace molto che la civiltà e il piacere della vita vengano rappresentati da un quartetto d’archi, che verrà devastato dai biechi: si indica come esempio di civiltà un mondo più intimo e raccolto, ancora senza rumori elettronici; il che può sembrare strano per un film su una rock band, ma è ciò che si vede nel film.
Nel finale appaiono i veri Beatles, per un breve filmato nel quale i quattro riprendono allegramente i “temi conduttori” di quand’erano cartoons, a dimostrazione che il film è stato interamente approvato da loro. Già che ci sono, ricordo i nomi dei quattro Beatles: John Lennon, Paul McCartney, George Harrison, Ringo Starr (a Ringo tocca la parte del buffo).
PS: “Yellow submarine” è tutt’altro che una storia inventata. Infatti in questo periodo storico siamo in mezzo a un’invasione di biechi: Milano è già quasi tutta grigia e decolorata, le mele verdi hanno colpito duro e al momento non sappiamo ancora se e quando arriverà qualcuno a ridarci un po’ di vita e di colore.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Il brano dove ascolti il verso "what do you want to be" è probabilmente Baby You're A Rich Man. Per il resto, hai scritto una bella recensione. E' un film che ho purtroppo visto una volta sola ma che dovrei procurarmi in dvd, prima o poi. Apprezzo molto il cambiamento di stili nei disegni che osserviamo lungo tutto il film, con tutti quei rimandi che hai già citato nel post. La mia sequenza preferita è quella di Eleonor Rigby, che ogni tanto vado a rivedermi su youtube. Ciao!

Giuliano ha detto...

Sono d'accordo, la sequenza di E. Rigby è davvero bella, l'aiuta molto anche la musica che è molto evocativa.
Ho fatto una gran fatica a scegliere solo dieci immagini! L'unica scelta possibile era quella di tagliar fuori tutte quelle più famose.
(non sono un grande esperto dei Beatles, si vede? Mi piace quasi tutto, ma per esempio non ho ancora trovato il tempo di procurarmi l'album bianco...)

angela ha detto...

A Savignano sul Rubicone sono stata (due anni fa) a mangiare in una trattoria, prima del concerto di De Gregori. Il padrone fan dei Beatles,probabilmente, aveva riempito il locale di oggetti, stampe e quant'altro riferibile al film o all'album.

Giuliano ha detto...

E' un'ottima idea, al di là dei Beatles queste immagini sono molto belle, una diversa dall'altra, e non stancano.

Snaporaz ha detto...

Hello again … my compliments, and a reading suggestion here - in English, sorry ;-/ http://snaporaz.posterous.com/giuliano-hieronimus-heinz-and-ringo

Giuliano ha detto...

Thank you again! Your posts about Alice are great - and it's very kind to mention me.
(my English was good, a long time ago...but to write and speak a foreign language, you need to write and speak it...)
:-)

Snaporaz ha detto...

Hm, sounds like you're too modest, Mr. G ! Ciao …

Giuliano ha detto...

well, i'm trying not to sing out of key...