Barry Lyndon (1975) Regia di Stanley Kubrick. Sceneggiatura di Stanley Kubrick, dal romanzo “Le memorie di Barry Lyndon” di William Makepeace Thackeray. Fotografia di John Alcott. Montaggio di Tony Lawson. Scenografia di Ken Adam Costumi di Milena Canonero e Ulla Britt Söderlund. Direttore artistico: Roy Walker. Musica: Schubert, Purcell, Mozart, J.S. Bach,Paisiello,Vivaldi, Haendel, The Chieftains, e altri. Musiche originali e adattamenti a cura di Leonard Rosenman. Interpreti: Ryan O'Neal (Redmond Barry), Marisa Berenson (Lady Lyndon), Patrick Magee (Chevalier de Balibari), Hardy Krüger (capitano Potzdorf), Steven Berkoff (Lord Ludd), Marie Kean (madre di Barry), Murray Melvin (reverendo Samuel Runt), Godfrey Quigley (capitano George Grogan), Leon Vitali (Lord Bullingdon), Diana Körner (ragazza tedesca), Frank Middlemass (Sir Charles Lyndon) Durata: 184 minuti
I bambini nel cinema appaiono spesso melensi, manierati, impacciati, falsi: lavorare con i bambini non è facile, e lo sappiamo tutti. Per fortuna nel cinema (e nella vita) abbiamo molti esempi del contrario; e io penso che chi sa far recitare i bambini in modo convincente e naturale è davvero un mago, oltre che un Maestro. In Italia abbiamo avuto dei grandi esempi: il bambino che gioca a carte con De Sica in “L’oro di Napoli”, o l’Andrea Balestri del “Pinocchio” di Comencini. Ma io ho trovato una sequenza molto bella in Kubrick, ed è una delle mie preferite in assoluto.
Può sembrare strano parlare bambini nel cinema partendo proprio da Stanley Kubrick, e non da Vittorio De Sica, o da Luigi Comencini; infatti il suo primo esempio che verrebbe in mente è un bambino non propriamente rassicurante, quello che recita da protagonista in “Shining”.
Ma, se vi trovate a guardare “Barry Lyndon”, fate attenzione a questa sequenza: nell’Europa del Settecento funestata dalle guerre, il giovane Redmond Barry, arruolatosi per forza di cose nell’esercito inglese, a un certo punto decide di averne abbastanza. Travestito da ufficiale, diserta; fornito di una notevole faccia tosta e con tanto di lasciapassare autentici, si mette ad attraversare tranquillamente le campagne tedesche, sorvegliate dagli alleati prussiani. E’ qui che incontra una giovane donna con un bambino (un bambino molto piccolo) e le chiede informazioni; siccome non ci sono locande nei dintorni, la giovane lo invita a casa sua. Ne nasce una piccola storia d’amore, molto delicata: e sarà la voce del narratore, la mattina dopo, a rompere l’incanto con una nota ironica della quale – a questo punto - avremmo fatto volentieri a meno. Ma la scena rimane un incanto, gli interpreti sono scelti alla perfezione, e il breve dialogo tra Barry e la giovane tedesca è il momento più dolce e più leggero di tutto il cinema di Kubrick.
C’è un terzo attore in questa scena, ed è molto giovane: interpreta il figlio della giovane tedesca. Devo ammettere che alla prima visione del film il viso della mamma mi ha distratto e incantato; ma, già alla seconda visione, mi sono accorto che il bambino ruba letteralmente la scena. Ovviamente, è un bambino troppo piccolo per poter dire che recita, ma i suoi interventi sono così puntuali e precisi (guardate lo sguardo che rivolge alla madre quando lei si ferma un attimo di troppo nel dargli da mangiare) che sembra che abbia un copione scritto; e invece sta improvvisando...
C’è un altro bambino nel film, più avanti: è il figlio di Redmond Barry, ormai diventato un ricco possidente col nome di Barry Lyndon, ed è purtroppo – come già sa chi ha visto il film - una storia con un finale tristissimo. Il bambino è biondo e bellissimo, come si conviene; e questo potrebbe essere un punto a sfavore del mio discorso, ma è un incanto vedere con quale sguardo il piccolo Barry ricambia i racconti del papà. Barry Lyndon è un padre affettuoso, molte delle simpatie che si attira (in fondo, dovrebbe essere un personaggio negativo) sono dovute proprio al suo amore per il figlio. E l’attore bambino riesce perfetto, naturale e spontaneo come solo un attore vero riesce ad essere.
Per far recitare i bambini in questo modo bisogna saperli mettere a loro agio, e aspettare il momento giusto. Sembrerebbe la scoperta dell’acqua calda, e il più delle volte è proprio la pazienza che manca; ma, quando troviamo un regista che parla di questi temi, si viene spesso a sapere che la scena è stata girata in una sola volta, perché tutto andava così bene che era un peccato toccarla. Buona la prima, insomma; e complimenti agli attori.
Per questo post ho scelto solo le immagini dell’incontro di Redmond Barry con la giovane tedesca; dell’altro bambino ci sarà occasione di parlare, e poi Kubrick gli ha assegnato una parte da protagonista. Dalla lista degli interpreti imparo che Barry Lyndon è Ryan O’Neal, la giovane tedesca è Diana Körner, e il bambino più grande (Bryan Patrick Lyndon) è David Morley; ma trovare il nome del piccolino è davvero difficile, mi scuso ma non ci sono riuscito.
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