I walked with a zombie (Ho camminato
con uno zombi, 1943) Regia di Jacques Tourneur. Tratto da un romanzo
di Inez Wallace. Sceneggiatura di Curt Siodmak e Ardel Wray
Fotografia di J. Roy Hunt Musiche di Roy Webb Interpreti: Frances
Dee, James Ellison,Tom Conway, Edith Barrett, Christine Gordon,
Teresa Harris, Sir Lancelot, Darby Jones, Jeni Le Gon Durata: 1h10'
"I walked with a zombie",
film del 1943, è più dramma psicologico che un horror come lo
intendiamo oggi; la regia è di Jacques Tourneur, il suo film
successivo a "Cat people".
Il soggetto è questo: una giovane
infermiera trova un posto di lavoro ben pagato in un ambiente da
favola, esotico; scoprirà che il malato che deve assistere è una
donna giovane che però è come sonnambula, in catalessi, si alza e
cammina ma è come se fosse senza volontà. I medici danno la colpa a
una febbre tropicale che può lesionare anche il cervello, ma siamo
in zona vudù e quindi il sospetto che ci sia sotto qualcosa d'altro
è lecito. Dietro c'è il conflitto fra due fratelli, stessa madre ma
cognomi diversi (la madre era rimasta vedova) entrambi innamorati
della stessa donna che però si è sposata al maggiore dei due
fratelli; questa donna è adesso la malata da assistere. La madre dei
due, medico, è sul posto, e anche se è vedova di un missionario
cristiano è in contatto stretto con i sacerdoti vudu, che ha
iniziato a frequentare per farsi obbedire dai locali che non volevano
seguire le norme igieniche più elementari e poi si è fatta sempre
più coinvolgere.
Gli zombi e il vudu però restano sullo
sfondo, forse settant'anni fa alcune scene potevano fare impressione
ma comunque non ci sono scene davvero terrificanti e prevale il
dramma psicologico. Il film andrebbe visto in lingua originale e dopo
un buon restauro della pellicola, l'edizione che passa in Rai è un
po' disastrata e troppo scura. Nel sonoro originale hanno parte
importante canzoni e ballate qui rese quasi inintellegibili dal
pessimo doppiaggio anni '80: belle le voci dei doppiatori, ma pessimo
il sonoro nel suo complesso, tutto azzerato o appiattito.
Alcuni dettagli interessanti:
1) nel viaggio in nave si parla dei
pesci volanti e della luminescenza del mare; il maggiore dei due
fratelli spiega alla giovane infermiera che i pesci volano per
sfuggire ai predatori, e che la luminescenza è dovuta a organismi in
putrefazione. Ciò che sembra così bello è in realtà legato alla
morte, e questo dialogo riporta alla citazione di John Donne in "Cat
people" (Il bacio della pantera, sempre per la regia di Jacques
Tourneur):
...
but black sin hath betrayed to endless night
my
world, both parts, and both parts must die.
(ma il nero peccato ha
tradito ad una notte perpetua
entrambe le parti del mio
mondo, ed entrambe dovranno morire)
Holy
Sonnets, n.2, da “Divine poems” di John Donne (1572-1631)
2) nella casa dove abitano i due
fratelli c'è la polena di una nave negriera, un San Sebastiano
trafitto dalle frecce; siamo nella zona di Haiti, dove la tratta
degli schiavi provenienti dall'Africa fu particolarmente feroce.
3) i locali, discendenti di schiavi,
piangono quando nasce un bambino e fanno festa ai funerali: qui la
vita è solo sofferenza, e c'è il ricordo delle navi negriere e
delle condizioni di quei viaggi. La loro vita è per il resto
normale, povertà e riti vudu a parte.
4) i testi delle ballate locali
raccontano le storie di due fratelli rivali in amore, e di sortilegi
5) la sceneggiatura del film è un
testo che si potrebbe recitare in teatro, senza cambiare una virgola.
Gli attori: Frances Dee è
l'infermiera, James Ellison e Tom Conway sono i due fratelli, la
madre medico è Edith Barrett, Christine Gordon è la moglie malata.
Più difficile risalire agli attori afroamericani, come era d'uso a
quel tempo la lista degli interpreti non è completa ed è difficile
ricordarsi i nomi dei personaggi.
Il soggetto è di Inez Wallace, la
sceneggiatura è di Curt Siodmak e Ardel Wray; il produttore è Val
Lewton, a cui si devono molti film di fantascienza o horror di quel
periodo. Si vede bene la mano del regista Jacques Tourneur, e ci sono
diverse somiglianze con "Cat people" al di là del soggetto
esotico. Il finale è tragico, però rende liberi i due innamorati,
il fratello maggiore ormai vedovo e la giovane infermiera. Sul
soprannaturale rimane solo qualche dubbio, la spiegazione medica è
più che plausibile; molto bravo comunque l'attore che cammina
nell'oscurità a occhi sbarrati, e che è l'unico effetto speciale di
questo film.
Gli esperti, soprattutto i medici,
spiegano che dietro agli zombies, quelli veri di Haiti, c'è una
droga o un mix di droghe che spengono la volontà; sottoposti a
quella droga gli esseri umani non hanno più coscienza di se stessi
ma possono comunque lavorare, e come schiavi vengono impiegati. Non
sono un esperto e non posso quindi aggiungere dettagli, ma questo è
ciò che si vede nel film e corrisponde a ciò che si racconta da
sempre sugli zombies, collegati alla religione voodoo (che in realtà
è molto più complessa di come si vede nei film, non è solo magia
nera). Il racconto degli zombies come cadaveri che escono dalla terra
e mangiano carne umana è invece molto recente, e si è diffuso a
partire dagli anni '70, con il film di George Romero; la confusione
nasce probabilmente dalla definizione di "morti viventi"
collegata alla parola zombie. Io c'ero negli anni '70, ero già
appassionato di cinema ma non ho mai voluto guardare i film horror
(Romero mi è bastato e avanzato); ho conosciuto di persona miei
coetanei che facevano uso di droghe pesanti, e purtroppo in molti
casi la definizione di "morti viventi" era molto vicina
alla realtà. Con l'eroina, e con altre droghe simili, diventa
perfino difficile riconoscere un amico, un'amica, una persona che si
conosce. E' una cosa davvero triste, e forse per questo motivo, e per
tanti altri, non ho mai amato il genere horror così come è
diventato dagli anni '70 in su, non capisco cosa ci si possa trovare.
Per queste cose, per impressionarsi o per spaventarsi, basta e avanza
la realtà: provate a leggere la descrizione dei sintomi del virus
Ebola, tanto per dirne una, e vi passerà la voglia di scherzare. O,
magari, le cronache dalla ex Jugoslavia negli anni '90, o dal Ruanda
nel 1994, o anche soltanto da un normale servizio di Pronto Soccorso
in uno dei nostri sabato sera. Forse, bisogna essere molto giovani
per aver voglia di spaventarsi con i film di zombie e di vampiri, con
i serial killer e i morti ammazzati.
(le immagini vengono dal sito www.imdb.com )
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