Il Fausto di Marlowe (1977) Regia di
Leandro Castellani. Tratto dal testo teatrale di Christopher Marlowe.
Traduzione di Rodolfo Wilcock. Musiche di Guido e
Maurizio De Angelis. Interpreti: Tino Buazzelli, Antonio Salines,
Gastone Pescucci, Nino Fuscagni, Sergio Fiorentini, e molti altri che
purtroppo non sono riuscito a recuperare. Durata: due ore circa.
Faust: E com'è che ora sei fuori
dell'inferno?
Mefistofele: Ma questo è l'inferno,
non ne sono fuori.
(minuto 16)
Non avevo mai letto il Faust di
Marlowe, ed è stata una mia grave dimenticanza: a farmelo incontrare
è stato Tino Buazzelli, grandissimo interprete con Antonio Salines
per un film Rai del 1977, con regia di Leandro Castellani.
Christopher Marlowe (1564-1593) visse
nel periodo elisabettiano, coetaneo di William Shakespeare
(1564-1616); è rimasta famosa la sua morte, a 29 anni, ucciso in
circostanze rimaste ancora oggi ignote. Su Marlowe si è molto
romanzato, soprattutto per la sua influenza su Shakespeare (si veda
il film famoso "Shakespeare in love"), ma io suggerirei di
saltare tutto e di andare direttamente ai suoi testi, soprattutto
questo Faust che abbiamo la fortuna di poter vedere e ascoltare in
un'ottima edizione italiana. Il titolo originale è "The
tragical history of Doctor Faustus", fu pubblicato nel 1604 ma
risale a prima del 1590; è considerato il primo testo teatrale
dedicato al mito di Faust anche se sicuramente la storia circolava
già da tempo, forse da sempre: il mito ancestrale del patto con il
diavolo. In Marlowe non c'è redenzione: Faust rimane dannato. Non
c'è una Margherita a salvarlo, come poi sarà nel "Faust"
di Goethe, ma c'è già l'incontro con Elena di Troia; non ci sono
streghe per il sabba, ma uno spirito buono e uno cattivo a
consigliarlo (un angelo e un diavolo, si potrebbe dire, ma hanno nomi
diversi). C'è anche una satira verso Roma e il cattolicesimo, con le
beffe di Faust al Papa, ma la parte più interessante è sicuramente
nei dialoghi tra Faust e Mefistofele, come quello che ho riportato
all'inizio: l'inferno non è altrove, ma è qui tra noi e basta un
minimo di osservazione per rendersene conto. Non riguarda noi tutti,
per alcuni di noi c'è forse un Purgatorio (stiamo male perché non
ci è concessa la visione di Dio, ma la nostra vita scorre in maniera
serena o accettabile), ma per altri c'è davvero l'inferno in terra,
e non necessariamente in zone diverse del pianeta.
"Il Fausto di Marlowe",
secondo la traduzione di Rodolfo Wilcock, è un film a basso costo,
ma molto ben fatto innanzitutto per la scelta degli attori, ed è
facile pensare che il progetto sia nato intorno alla presenza di Tino
Buazzelli come protagonista. Buazzelli è al suo penultimo film,
(l'ultimo sarà "Il balordo" tratto da un romanzo di Piero
Chiara) e la sua interpretazione è straordinaria, di quelle da non
perdere. Molto bravo è anche il suo Mefistofele, Antonio Salines, un
attore di teatro ancora in attività che ha recitato in molti film per la tv.
Sergio Fiorentini è Lucifero; Gastone Pescucci, che interpreta
Wagner, assistente di Faust, è un buffo: un clown shakespeariano (si
potrà dire, in Marlowe?) che fa da contraltare alle imprese del suo
padrone, ma in modo molto goffo. Purtroppo non sono in grado di
elencare gli altri interpreti, perché sono stati tagliati i titoli
di coda e non sono riuscito a recuperarne i nomi neanche cercando su
internet.
Il regista Leandro Castellani non va
confuso con Renato Castellani, quasi omonimo e realizzatore per la
Rai di altri sceneggiati famosi. Leandro Castellani ha diretto per la
Rai "L'affare Dreyfus", "Le cinque giornate di
Milano", "Don Minzoni", e molto altro ancora; è un
ottimo regista, e meriterebbe maggiore attenzione da parte delle
critica e di chi si occupa di storia del cinema (e della
televisione). Le musiche dei fratelli De Angelis sono molto adatte al
film. Una piacevole sorpresa è scoprire che Elena di Troia, la donna
più bella del mondo, ha la pelle scura: purtroppo non posso
aggiungere il nome dell'interprete, sempre per la pessima abitudine
di tagliare i titoli di coda. Un difetto del film può essere la
sfilata dei protagonisti con la Morte che li guida, ripresa dal
"Settimo sigillo" ma realizzata in maniera un po' goffa;
molto belle invece le maschere e i costumi, alcuni dei quali ispirati
ai mammutones sardi.
Gli esterni sono girati nelle Marche,
posti ben conosciuti dal regista Leandro Castellani che era nativo di
Fano: dal sito marchecinema.cultura.marche.it prendo l'elenco
completo:
- Il film TV, girato a Urbania (PU):
(Chiesa dei Morti, cantine del Palazzo Ducale) nella Cripta di
S.Vincenzo del Furlo (PU), nel Palazzo Brancaleoni di Piobbico (PU) e
sulle sponde del fiume Candigliano, è ispirato ad un classico del
Teatro elisabbettiano: il Faust di Cristopher Marlowe.
Lo sceneggiato è stato programmato in tv, nel marzo del 1977, in due puntate.
Lo sceneggiato è stato programmato in tv, nel marzo del 1977, in due puntate.
- Risalendo il corso del Metauro ci
dirigiamo verso Urbania, l’antica Castel Durante. Qui Lattuada nel
1965 con La Mandragola , con l’aiuto della vena dissacrante ed
indimenticabile di Totò, ha reso un omaggio cinematografico alle
mummie conservate nella cripta della Chiesa dei Morti, come del resto
ha fatto anche il regista Castellani che le ha volute come comparse
nel suo “Fausto di Marlowe” del 1977. A poche centinaia di metri
dalla chiesa troviamo il Palazzo Ducale nelle cui segrete Tino
Buazzelli ha fatto rivivere, appunto, il mito di Faust nel già
menzionato film di Castellani. La strada del nostro itinerario ora
s’inerpica, costeggiando per un tratto il Rio Candigliano, verso
Piobbico , sulle tracce delle truppe napoleoniche che nella finzione
cinematografica , presso il “Borghetto” , sconfiggono l’esercito
austriaco in “Rossini! Rossini!” di Monicelli (1991). Osserva
severo dall’alto il Castello di Brancaleone , altro set del film
che ha fatto da sfondo anche alle vicende del “Fausto di Marlowe”
. (...) sosta ad Acqualagna (ennesima location di “Rossini!
Rossini!” e “Qualcosa in cui credere” ) e a San Vincenzo al
Furlo (ambientazione di un episodio del “Fausto di Marlowe” ) da
dove già s’intravedono le imponenti pareti della Gola del Furlo (...)
Sul "Faust di Marlowe" di
Leandro Castellani non ho molto di più da dire, se non il consiglio di non perderne la visione e la speranza
di poter rivedere questo film in condizioni decenti, cioè restaurato
con la cura e l'affetto che meriterebbe. La Rai nasconde spesso le
sue produzioni più importanti, è un atteggiamento che non riesco a
capire ma così va in questo inizio di Millennio; per intanto
ringrazio chi lo ha reso disponibile su youtube.
Faust: Ah, è così. Anche voi
soffrite le torture...
Mefistofele: Più di quanto ne
soffrano le anime umane.
(minuto 27)
Faust: Ma lui non ti disse di
presentarti a me?
Mefistofele: No, sono accorso per
volontà mia.
(il diavolo arriva da solo quando si
fa del male, non c'è bisogno di invocarlo o di evocarlo)
- La corsa è inarrestabile, mio
Mefistofele, che il tempo segue con calma e muto piede; mi accorcia i
giorni e il filo della vita e mi rammenta la scadenza finale. Perciò,
mio buon Mefistofele, ti prego, torniamo subito a Wittenberg.
- Vuoi fare il viaggio a piedi, o a
cavallo?
- Direi, fin dove arriva questo
prato verde e piacevole, a piedi.
(minuto 21 seconda parte)
Nessun commento:
Posta un commento