martedì 23 agosto 2011

I fratelli Coen ( I )

E’ la prima volta che metto in fila tutte le mie riflessioni sui fratelli Coen. I loro film mi sono sempre piaciuti molto, ma non sono mai riuscito a trovare un filo conduttore, l’impressione è stato spesso che un filo conduttore non ci sia, a parte il riferimento costante alla mitologia e al Macbeth, ai grandi classici (un riferimento ben mascherato...). In ogni caso, il fatto che mi siano piaciuti o meno non è di nessun interesse, perché si tratta di film che sorprendono, che non ti lasciano mai nella stessa posizione in cui eri all’inizio: ed è questo che si chiede al cinema, ai libri, alla musica. Un film, un libro, una musica, un ragionamento che mi lascino allo stesso punto in cui mi trovavo all’inizio, o che confermino placidamente quello che già pensavo prima di vederli, non riesco a considerarli interessanti. Magari mi piacciono e mi ci diverto, e li ricordo sempre volentieri; ma non è detto che valga anche la pena di tornarci sopra, e spesso dopo qualche anno, rivedendoli, si rimane delusi. Questo non mi capita con i film dei fratelli Coen, che anzi rivisti a distanza di anni mi colpiscono ancora e mi sembrano sempre come nuovi. Comincio dunque a riportare qui quello che ho trovato nei miei appunti, e poi vedrò che cosa succede.
Qualche dato biografico: i due sono di Minneapolis, Joel è nato nel 1954, Ethan nel 1957. Hanno sempre fatto i film insieme, con le stesse mansioni, anche se a volte si sono firmati uno come sceneggiatore e l'altro come regista. Joel è sposato con l'attrice Frances McDormand, Ethan è sposato con Tricia Cooke, una delle loro collaboratrici.
I film dei Coen che ho visto:
Blood simple (1984 J.Getz, F.McDormand, D.Hedaya, ME Walsh) ***
Arizona junior (1987 N.Cage, H.Hunter, J.Goodman, W.Forsythe) ****
Barton Fink (1991 J.Turturro, J.Goodman, Judy Davis, M.Lehmer) ***
Crocevia della morte (1994 G.Byrne, A.Finney, Marcia Gay Harden, J.Turturro) ***
Mr. Hula-hoop (1994 Tim Robbins, Paul Newman, JJ Leigh) ***
Fargo (1996 WH Macy, F.McDormand, S.Buscemi, P.Stormare) ***
Il grande Lebowski (1999 J.Bridges, J.Goodman, J.Turturro) ***
L’uomo che non c’era (2001 BB Thornton, S.Johansson, F.McDormand) ****
Fratello, dove sei? (2007 G.Clooney, J.Turturro) ****
Burn after reading (2008 G.Clooney, J.Malkovich, F.McDormand) ****
Non è un paese per vecchi (2008 TL Jones, Josh Brolin, J.Bardem, W.Harrelson) ***
Barton Fink
Ha un finale splendido, anche se subito lascia perplessi (Fink cammina sulla spiaggia con in mano il pacco con la testa della ragazza, e incontra una bellissima ragazza che guarda il mare che c’è nel quadretto della sua camera d’albergo, e ne entra quasi a far parte, un po’ come in “L’invenzione di Morel” di Adolfo Bioy Casares). Splendido è anche John Goodman, è solo il suo secondo film che vedo ed è già uno dei miei attori preferiti (anche per immedesimazione fisica...), e surclassa John Turturro che è il protagonista. Il quale Turturro è bravissimo, s’intende; ma senza la presenza fisica di uno come Goodman il film avrebbe perso in credibilità. Per il resto, un gran bel film: e se in tv dovesse trasmetterlo la finivest, c’è già un quasi-ritratto di berlusconi in questo film. Vendere l’anima al diavolo, o quasi: e, infatti, Meadows-Goodman alla fine appare tra le fiamme, e fa una strage. L’eterno mito di Faust, un film “da primi della classe” (vedi Segnocinema nov.91) Andrò a vedere anche i prossimi film dei Coen. (qualcosa di simile a questa storia c’è in The Adjuster di Egoyan, che è del 1991: stesso anno, ma io lo vedrò parecchio tempo dopo) (novembre 1991)
Crocevia della morte
E’ un bell’esempio di manierismo, nel senso alto del termine, e di tutto il Novecento: non c’è niente di veramente nuovo, ma la “confezione” è eccellente, con sequenze memorabili. Il soggetto è la solita storia di gangsters (i Coen rifanno ai film di gangsters lo stesso trattamento che Sergio Leone fece al western), con morti ammazzati, sangue a volontà, casinò e debiti di gioco. Le sequenze memorabili: l’inizio, col cappello che vola via nel bosco (sui titoli di testa); il protagonista che va nel bosco per ammazzare Turturro e il secondo viaggio per cercarne il cadavere; ma, su tutte, prendo quella sulla canzone irlandese Danny boy (cantata da Frank Patterson) dove Albert Finney col mitra (qui sì, Sergio Leone!) sgomina i killers che lo dovevano uccidere e fugge dalla casa incendiata. Però il film non è bello come altri dei Coen, Barton Fink era molto più coinvolgente. Belle le musiche “irlandesi” di Carter Burwell (il mestiere c’è, l’ispirazione latita). Ottimo Finney, bene Byrne, molto bella e “nuova” la Harden, belle facce da cinema per Polito and company, su tutti il gangster omosessuale di J.E. Freeman. Un po’ sacrificato Turturro. (maggio 1996)
Mr. Hula Hoop
E’ all’esatto opposto di Kiarostami: qui tutto è “finto”, ricostruito, tutto è iperbole e trucco (magnifici trucchi!); si tratta di una favola morale scritta e diretta da magnifici manieristi. Ha invece parecchi punti di contatto con Lars von Trier (Europa): nei difetti, soprattutto. I “buchi” nella storia sono tanti e vistosi: il film è molto bello perché quello che è riuscito è riuscito veramente bene (il finale con l’orologio fermato, e la dentiera che salva a dieci centimetri da terra, è da antologia così come i “voli” dal 44mo piano) (“45 se si considera il mezzanino”). Ottimi gli attori, su tutti metterei quello che faceva Moses, il meccanico dell’orologio (Bill Cobbs). Nella musica c’è Gayaneh, che somiglia a Stormy weather e che rimane nelle orecchie per un bel po’ (viene dal balletto  “Spartacus” di Aram Khachaturian: un altro pezzo di questo balletto era in “Odissea nello spazio di Kubrick). Il titolo originale del film è “The Hudsucker proxy”, che si capisce guardando il film, ma che sarebbe del tutto incomprensibile e poco memorizzabile per noi italiani.
(ottobre 1996)
...quando il timido Barnes (Tim Robbins) perde il senso della misura, facendosi trascinare nell’estasi dell’inaspettato successo, il film abbandona definitivamente il terreno realistico, permettendo agli autori di scatenare una serie di imprevedibili reazioni a catena (...)
(da L’Espresso 8 febbraio 2001, presentazione a Mr.Hula Hoop dei Coen - in allegato?)
(continua)

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