lunedì 19 dicembre 2011

Herzog su "Kaspar Hauser"

L’enigma di Kaspar Hauser (Jeder für sich und Gott gegen alle, 1974) Regia di Werner Herzog Fotografia: Jörg Schmidt-Reitwein, Klaus Wyborny. Scenografia: Henning von Gierke. Costumi: Gisela Storch, Ann Poppel. Musica: Pachelbel, Albinoni, Mozart, Orlando di Lasso. Interpreti: Bruno S., Walter Ladengast, Brigitte Mira, Hans Musäus, Volker Prechtel, Willy Semmelrogge, Florian Fricke, Enno Patalas, Clemens Scheitz, Alfred Edel, Markus Weller, Dorothea Kraft, Durata 110 minuti

Di Kaspar Hauser si è occupato anche il grande scrittore e neurologo Oliver Sacks, che nel suo libro “Vedere voci”, dedicato ai sordi e al linguaggio dei sordomuti, si è ricordato di due film di Werner Herzog:
Oliver Sacks su Werner Herzog
Un'idea unica su cosa possono essere le creature umane qualora siano private del loro normale linguaggio e della loro cultura la danno questi rari e impressionanti - ma importantissimi - fenomeni umani (uno solo dei quali, dice Lord Monboddo, ha maggiore importanza della scoperta di 30000 stelle). Così non è un caso se il primo libro di Harlan Lane è stato The Wild Boy of Aveyron. (n.d.r.: il libro da cui Truffaut trasse "Il ragazzo selvaggio"). La storia di Kaspar Hauser, narrata nel 1832 da Anselm von Feuerbach, è uno dei più stupefacenti documenti psicologici dell'Ottocento; in inglese è stato pubblicato con il titolo di Caspar Hauser. Non è una coincidenza il fatto che Werner Herzog abbia ideato e diretto non solo un bellissimo film su Kaspar Hauser, ma anche un film sui sordi e sui ciechi, Land des Schweigens und der Dunkelheit. La riflessione contemporanea più profonda sull’«assassinio dell'anima» di Kaspar Hauser si può trovare in un brillante saggio psicoanalitico di Leonard Shengold, contenuto nel suo libro Halo in the Sky: Observations on Anality and Defense. Infine, merita di essere consultato il minuzioso studio condotto da Susan Curtiss su una « bambina selvaggia » trovata in California nel 1970. Lo studio si intitola Genie: A Psycholinguistic Study of a Modern-Day « Wild Child ».
(Oliver Sacks su Kaspar Hauser pag.209 di “Vedere voci”, ed. Adelphi)
Dal commento al film, minuto per minuto, che si trova tra gli extra del dvd Ripley’s Home Video, prendo alcuni appunti:
KASPAR HAUSER
Conversazione di Werner Herzog con Norman Hill
minuto 30: Kaspar guarda la luce che entra dalla finestra del carcere; poi la cucina, e la scena del pranzo dal carceriere.
- Werner, parlaci dell’illuminazione e della tecnica di ripresa.
- Qui viene usata una cinepresa a mano per mostrare la prospettiva reale, senza dover fare un montaggio. La luce che ho visto qui in video all’inizio era troppo forte, dovrebbe invece essere una semioscurità, cioè più misteriosa. (minuto 31, la cucina) Si tratta di armonizzare bene colori e luminosità. E’ una luce che si vede nei quadri antichi. Abbiamo cercato di realizzare una luce che stesse bene con i costumi, con gli utensili da cucina, con quel fornello, con le galline che stanno sotto la panca della cucina.
- Chi è il direttore della fotografia?
- Jörg Schmidt-Reitwein, che è molto bravo in queste stilizzazioni con la luce. A volte bisogna prendere delle decisioni difficili: a quei tempi lavoravo sia con Jörg che con Thomas Mauch. Jörg era l’assistente di Mauch, ma aveva qualcosa di particolare che mi sarebbe piaciuto per Nosferatu, per questo film, e per altri. Credo di aver fatto le scelte giuste, film per film. (...)
minuto 55, dopo la scena dell’arnia, il prato con Scheitz di spalle che si allontana.
- In questa scena, come in tante altre, usi dei paesaggi come sfondo.
- Qui l’immagine ha un’armonia perfetta, un’estetica. Io non ho mai cercato di raggiungere un’estetica.
minuto 56, a casa di Ladengast, con Florian Fricke che suona e Kaspar che lo guarda.
- Qui bisognava decidere dove mettere il piano, le sedie, quali quadri mettere sulle pareti... Ho lavorato con un architetto di scena, Henning von Gierke, che è un pittore. Insieme abbiamo trascinato il piano da una parte all’altra della stanza. Avendolo fatto fisicamente, ho preso una tale confidenza con tutti gli oggetti di questa stanza che poi montavo la cinepresa in un attimo, senza usare il mirino. Non mi serviva il mirino, perché era tutto già bilanciato.
(...)
- Perché tutto mi riesce così difficile? Perchè non posso suonare il pianoforte come respiro?


- Io vedo una grandissima carovana che sta attraversando il deserto, in mezzo alla sabbia, e questa carovana è guidata da un vecchio con la barba tutta bianca, e questo vecchio uomo è cieco. Ora la carovana si ferma, perchè alcuni pensano di essersi smarriti, perchè davanti a loro vedono le montagne. Consultano la bussola per capire quale è la direzione. Il vecchio prende un pugno di sabbia, la assaggia come se fosse da mangiare, poi gira la faccia verso il sole. «Figli, dice il vecchio cieco, vi state sbagliando, qui davanti a voi non ci sono le montagne, è soltanto la vostra immaginazione. Continuiamo ad andare verso nord.» E così tutti riprendono il cammino senza discutere, e raggiungere finalmente la loro meta, che è la città del nord. E’ là che ha inizio la storia, ma la vera storia, che si svolge in questa città, io non la conosco.
L’autopsia di Kaspar Hauser: "il lobo sinistro del fegato è ingrossato e si estende fin sotto la parte sinistra sinistra del diaframma, quasi tocca la pleura. Il cervelletto è troppo sviluppato. L’emisfero sinistro è molto più piccolo del destro. Anomalia del cervelletto, intesa come ipertrofia. Difformità del cervello sull’emisfero sinistro, per cui non copre del tutto il cervelletto."
Uno dei film più belli di Herzog, col grano che sembra il mare, l’aria di Tamino, e tante altre cose. (miei appunti del febbraio 1991)

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