venerdì 30 aprile 2010

Witness

Witness (Il testimone, 1985). Regia di Peter Weir. Scritto da William Kelley, Pamela Wallace, Earl W. Wallace. Fotografia di John Seale. Musica originale di Maurice Jarre. Canzoni: What a wonderful world (Cooke-Alpert-Adler), Shocking behaviour (Chiten-Sheridan), Party down (Brackett-Sherry). Girato in Pennsylvania (Philadelphia e Contea di Lancaster). Con Harrison Ford, Kelly McGillis, Lukas Haas (il bambino), Jan Rubes (Eli, il suocero), Alexander Godunov (Daniel Hochleitner), Brent Jennings (Carter), Josef Sommer, Danny Glover, Angus Mac Inness, Patti Lupone, Frederick Rolf, Viggo Mortensen. Durata 112 minuti

“Witness” è così bello, bello dal principio alla fine, che mi rimane poco da dire. Verrebbe da dire soltanto di andarselo a cercare se non lo avete ancora visto; ma poi qualcosa bisogna pur scrivere, anche solo per il piacere di parlarne. Allora comincio dagli Amish: una giovane vedova di religione Amish parte per Baltimora, con il suo bambino. In stazione, il treno è in ritardo e bisogna aspettare; ed è lì, in stazione, che il bambino assisterà ad un omicidio. E’ un omicidio importante, e il bambino è l’unico ad aver visto tutto; c’è da pensare che se fosse stato scoperto se la sarebbe passata male.
Ecco, questa è la parte che si può raccontare senza fare un dispetto a chi non l’abbia ancora visto; basterà aggiungere che a questo punto entra in scena Harrison Ford, poliziotto a Philadelphia.
Ma chi sono gli Amish? Quasi tutto il film si svolge nella loro comunità, perciò è giusto conoscerli un po’ meglio. Come al solito, mi appoggio a wikipedia; ma la voce dedicata agli Amish è molto ricca (e probabilmente un po’ datata) e devo riassumere salvando solo le parti che servono per il film : « Gli Amish sono una confessione di stampo cristiano protestante anabattista, nata in Svizzera nel '500 e stabilitasi negli Stati Uniti d'America dal 1700. Attualmente la più grande comunità Amish si trova in Pennsylvania. Vengono da alcuni studiosi di religioni considerati come Protestanti Conservatori e da altri come appartenenti all'ampia famiglia delle chiese libere insieme con i Mennoniti, i Fratelli Quaccheri ed altri, poiché con questi hanno numerosi punti dottrinali in comune. Parlano tradizionalmente un dialetto tedesco chiamato Tedesco della Pennsylvania. (...)
Dopo la Riforma protestante, con l'affissione delle tesi di Lutero a Wittemberg nel 1517, furono principalmente tre i pensatori che si staccarono da Roma: Lutero in Germania, Calvino a Ginevra e Ulrico Zwingli a Zurigo. (...) nella Svizzera di Calvino si originò il movimento Anabattista, che più tardi divenne Mennonita. Gli Anabattisti, violentemente perseguitati, concepirono la chiesa come un gruppo di persone adulte unite dalla professione di fede, assolutamente pacifiste e del tutto svincolate da governi e poteri temporali. Da qui il termine "Chiese Libere", che trovarono piena espressione successivamente nelle colonie americane. (...) Il termine “Anabattista” si riferisce al fatto che il Battesimo viene dato solo agli adulti. (...) Nel 1534 un gruppo di Anabattisti radicali fondò con la forza una teocrazia a Münster macchiandosi di crimini violenti. Il risultato fu una grave persecuzione corale di tutto il movimento da parte sia dei cattolici che delle tre chiese protestanti. (...)
Nel 1536 un giovane prete cattolico, Menno Simons, divenne anabattista e riuscì ad unificare gruppi differenti che, quando l'Olanda intraprese una politica di tolleranza religiosa, poterono vivere in pace. I gruppi che aveva unito presero spunto dal suo nome e si chiamarono, da allora in poi, Mennoniti. Nel 1632 venne stilata la Confessione di Fede Mennonita di Dordrecht, cui le credenze e pratiche religiose Amish si ispirarono e fondarono, e che tutt'oggi li guidano. (...) Circa 150 anni dopo, Jacob Amman, un Vescovo svizzero, ruppe con la chiesa Mennonita e diede origine al movimento Amish, che derivò il nome dal suo e mantenne molti punti comuni con i Mennoniti. A questo punto entra in scena William Penn, al quale la Pennsylvania deve il suo nome. Penn aderì, in Inghilterra, al movimento dei “quakers”, i quaccheri, anch’essi parte delle Chiese Libere.
(...) Per sfuggire alle persecuzioni e alla ricerca di un modo di vita del tutto diverso, Penn salpò con un gruppo di Quaccheri. Una parte di essi si stabilì nello stato che oggi conosciamo come Pennsylvania e che considera William come suo fondatore: la corona britannica, infatti, gli assegnò lo stato come saldo del debito che essa aveva con la sua famiglia. Penn, in linea con altri analoghi esperimenti, volle fondare un modo differente di vivere basato sul rispetto e sulla amorevole collaborazione tra persone differenti perché rese uguali dall'atto creativo di Dio. In tal senso "le persone" non furono solo gli altri cristiani, ma anche le popolazioni indiane residenti. (...) Nel 1720 circa alcuni gruppi di Amish seguirono il sogno della colonia di Penn e la raggiunsero. Si stabilirono per la maggior parte in Pennsylvania, dove tutt'oggi hanno la presenza maggiore. Altri si diressero in New York, Illinois, Indiana, Iowa, Missouri e Ohio. In Italia sono presenti alcune comunità (...)
(...) È comune pensiero che gli Amish rifiutino testardamente ogni tipo di oggetto moderno, ma questo è vero solo in parte. Oggetti che non portino valori indesiderati nella casa e non provochino crepe nella struttura sociale sono i benvenuti se si rendono davvero necessari e se non sono un desiderio vanitoso e superfluo. Una stufa a legna moderna, ad esempio, è un'ottima scelta in termini di costi-benefici. Pretendere una riproduzione fedele di una stufa antica sarebbe inutile e ingiustificatamente costoso, infatti nelle case Amish è frequente trovare ottime stufe a legna chiaramente moderne. Allo stesso modo, una donna può trovare una buona soluzione cucire con filo di nylon anziché di cotone o lasciare andare a pattinare sui rollerblade le figlie, rigorosamente vestite con vestitini lunghi, grembiuli e cuffiette. Gli Amish aborrono la televisione, ma amano leggere libri e riviste, se non offendono i loro princìpi. (...)
Eccetera. Va detto che Weir tratta con molto rispetto la comunità Amish, che è rimasta estranea al film. Tutti gli Amish che vediamo nel film sono infatti attori: tra di essi il grande ballerino russo Alexander Godunov che interpreta uno dei protagonisti, il biondissimo Daniel. Con lui, ed è solo una curiosità, vediamo qua e là comparire suo fratello Moses: una piccola parte, ma l’attore è Viggo Mortensen, “Il signore degli anelli”.
Forse non è il film più personale di Peter Weir, però – mi ripeto - è fatto così bene che c’è poco da aggiungere: è un film d’azione, un thriller e una storia d’amore, si segue con il fiato sospeso e oltre a tutto questo è di una finezza che è raro trovare. Anche le sparatorie e gli omicidi, con Peter Weir, trovano il loro posto: purtroppo, è un esempio assai poco seguito.
“Witness” racconta con grande evidenza il tema principale dei film di Peter Weir: il tema dell’intrusione, e quello dell’incontro fra due persone tra loro diversissime. E’ un tema presente in tutti i film del grande regista australiano: si pensi a “Green card”, per fare un altro esempio lampante (è il film con Depardieu e con Andie Mac Dowell). A essere pignoli, rispetto ai grandi capolavori di Weir qui manca l’elemento del soprannaturale, quello che rende magici “Picnic ad Hanging Rock”, “L’ultima onda”, “The Truman show”, e tanti altri film memorabili. Ma c’è una tale magia negli sguardi, nei gesti, nei paesaggi, che qualche brivido arriva lo stesso.
Posso aggiungere, senza svelare molto, che la finezza di Weir è unica, e si vede da alcuni particolari non secondari: in un altro film, con un regista “normale”, Daniel e Book avrebbero senz’altro fatto a cazzotti, e il poliziotto sarebbe finito subito a letto con la bella McGillis. Ma questo è un film di Weir, e non aspettatevi mai che tutto vada come nei film “normali”: anche il finale è destinato a sorprendere.
“Witness” ebbe grande successo quando uscì, anche per la presenza di un Harrison Ford in gran forma e al culmine della popolarità; poi è stato molto dimenticato, ed è un peccato. L’ho rivisto di recente e trovo che non è invecchiato nemmeno un po’.
“Witness” è anche il film che diede grande popolarità al mondo degli Amish: in Pennsylvania erano già un’attrazione turistica, ma al di fuori non si sapeva niente di loro, e nessun film li aveva mai messi così al centro della narrazione. Quello che compie il personaggio interpretato da Harrison Ford è un salto indietro nel tempo, compiuto senza muoversi nel tempo ma solo nello spazio, e per di più solo per pochi chilometri. Un’altra caratteristica è che nelle sequenze iniziali tutto è visto attraverso gli occhi di un bambino: l’attore è Lukas Haas che poi avrà anche una buona carriera anche da adulto. Anche in questo caso, un altro regista ci avrebbe marciato dentro: si sa, un bambino fa sempre tenerezza. Invece, la finezza di Weir è quella che spetta per diritto ai grandi: non c’è nessuna furberia, e sembra davvero che sia il bambino a guidarci dentro il film.
In questo film c’è anche una delle scene d’amore più belle mai viste al cinema. Qualcuno comincerà già a ricordare, per gli altri trascrivo qui sotto, per chi avesse voglia di cantare (e ballare):
What a wonderful world
(Sam Cooke, Herb Alpert, Lou Adler, 1958)
cantato da Greg Chapman
Don't know much about history Don't know much biology Don't know much about a science book Don't know much about the french I took But I do know that I love you And I know that if you love me too What a wonderful world this would be Don't know much about geography Don't know much trigonometry Don't know much about algebra Don't know what a slide rule is for But I do know that one and one is two And if this one could be with you What a wonderful world this would be
Now I don't claim to be an "A" student But I'm trying to be So maybe by being an "A" student baby I can win your love for me
Don't know much about history Don't know much biology Don't know much about a science book Don't know much about the french I took But I do know that I love you And I know that if you love me too What a wonderful world this would be La la la (History) Ooh ooh ooh (Biology) La la la (Science book) Ooh ooh ooh (French I took) But I do know that I love you And I know that if you love me too
What a wonderful world this would be


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