sabato 16 giugno 2012

L'opera al cinema ( XVI )

In “Fantasma d’amore”, un film del 1982 per la regia di Dino Risi, c’è una breve sequenza con una cantante che somiglia a Cathy Berberian; nei titoli di testa però il nome della Berberian non c’è, e non ho trovato sul web nessuna indicazione che dia credito alla mia ipotesi. Mi sono incuriosito e sono andato a cercare un po’ di foto; ho scoperto che Cathy Berberian è sempre molto diversa da se stessa, ed è davvero una cosa curiosa. Metto dunque un po’ di sue foto un po’ per il piacere di rivederla ma anche per puro divertimento, non si direbbe che sia sempre la stessa donna.
A favore della mia ipotesi, un neo sullo zigomo; contro la mia ipotesi, il fatto che la cantante del film di Risi non sia proprio in forma. Quest’ultimo fatto si spiegherebbe bene considerando due fatti: l’aria d’opera che canta è fuori dal suo repertorio, e soprattutto, e purtroppo, Cathy Berberian era ormai al termine della carriera, e in quel 1982 non aveva più molto da vivere. L’aria che viene accennata è di Verdi, da “La forza del destino”, le parole vengono dal recitativo “invan la pace sperò quest’alma”; adattissime al soggetto dell’ottimo Mino Milani (il titolo del film spiega molte cose). I protagonisti sono Marcello Mastroianni e Romy Schneider, ed è n film che mi è piaciuto molto, detto per inciso; questa sequenza operistica è molto breve, è a circa 35 minuti dall’inizio e si svolge non in un teatro ma nel salone di una grande casa privata.
Cathy Berberian, americana di origini armene, moglie di Luciano Berio negli anni ’60, è stata una cantante importante; non era dotata di una grande voce ma sapeva cantare molto bene, ed è ancora oggi molto apprezzata per la sua intelligenza e per la sua finezza di interprete. Sono rimasti leggendari i suoi concerti, con titoli del tipo “Da Monteverdi ai Beatles” (da intendersi alla lettera: con i Beatles eseguiti come se fossero Haendel), e sono ancora oggi da brividi, per la bellezza e per l’interpretazione, la sua Messaggera e la sua Speranza nell’Orfeo di Monteverdi in disco, direttore Harnoncourt.
Di Cathy Berberian esistono molti filmati, concerti e interviste, tra i quali ricordo soprattutto una divertente versione di “Façade” di William Walton per la tv svizzera. L’unico vero film della Berberian è “La vita è un romanzo”, 1983, regia di Alain Resnais; un film che però non vedo da moltissimi anni.
In “La vita è un romanzo” di Alain Resnais possiamo vedere, oltre alla Berberian, anche Ruggero Raimondi: dopo il “Don Giovanni” mozartiano con Losey le porte del cinema sembravano aperte per il basso bolognese, che sarebbe stato (per esempio) un magnifico cattivo nei film fantasy o in quelli di James Bond o di Schwarzenegger, o magari in un Batman; ma Raimondi ha preferito continuare la carriera di cantante d’opera (ancora oggi è richiestissimo e ben pagato) e francamente non so dargli torto.
I film di Ruggero Raimondi come attore, da http://www.imdb.com/
Le sanglot des anges, film di 90 minuti per la tv francese 2008 (protagonista)
I colori del diavolo 1997 regia di Alain Jessua
La vita è un romanzo 1983 regia di Alain Resnais con Gassman, Ardant, Geraldine Chaplin, Sabine Azema
La truite 1982 regia di Joseph Losey dove è un ospite, protagoniste Moreau e Huppert
Il film dal Don Giovanni di Mozart, regia di Joseph Losey, è del 1979; fu distribuito nei cinema ed ebbe grande successo, ne ho parlato qui in un post a parte. Di Raimondi esistono ovviamente molte registrazioni operistiche.
Nel film di Losey, Raimondi era Don Giovanni e Leporello era il belga Josè Van Dam, all’anagrafe Joseph van Damme, che ha al suo attivo un film da protagonista: “Il maestro di musica”, anno 1988, regia di Gérard Corbiau. Van Dam vi interpreta la parte del titolo, lui è molto bravo ma il film non è memorabile.
Continuando a ragionare sui grandi cantanti nel registro grave, il basso Cesare Siepi non ha nessun film come attore al suo attivo, solo registrazioni operistiche. Di Plinio Clabassi, un ottimo basso che negli anni ’50 e ’60 fu un comprimario e oggi sarebbe sicuramente una star internazionale, ricordo di aver visto in tv “L’ajo nell’imbarazzo”, un’opera breve di Donizetti; il film è del 1964 e dalla qualità dell’immagine si direbbe un vero film per il cinema e non una delle numerose riprese tv della Rai di quel periodo.
Il grande basso-baritono tedesco Hans Hotter, sempre secondo www.imdb.com , ha al suo attivo tre film come attore, oltre a qualche registrazione di opere liriche. I film sono questi:
Seine beste Rolle, del 1944
Brüderlein Fein (Vienna 1800) del 1940
Mutterliebe (L’amore più forte) del 1939
Non conosco nessuno di questi tre film; in “Brüderlein Fein”, che si direbbe una ricostruzione storica della Vienna primo ‘800, Hotter interpreta il ruolo dello scrittore Nikolas Lenau, e nella lista dei personaggi ho trovato altri scrittori di quel tempo, per esempio Grillparzer.
Alla voce di Hans Hotter sono molto affezionato, continuo ad ascoltare le sue incisioni dei lieder di Schubert (quelle con Gerald Moore al pianoforte) che sono per me un punto di riferimento irrinunciabile, e sono perfino riuscito a vederlo e ascoltarlo dal vivo alla Scala, molti anni fa, come “Sprecher” nel Flauto Magico di Mozart, direttore Wolfgang Sawallisch. Hotter era già molto anziano, eravamo alla fine degli anni ’80.
(continua)

4 commenti:

giacy.nta ha detto...

L'ho tenuta in sottofondo leggendo il tuo post ( ho scelto ticket to ride ). Mi piace molto. Adesso sto ascoltando una composizione meravigliosa del marito ( Folksongs ) di cui lei si fa interprete.

A proposito della fisionomia cangiante hai ragione.:)

Giuliano ha detto...

le Folksongs di Berio con la Berberian sono fantastiche, la Berberian è stupenda. Il bello dei suoi recital è che ci si diverte, le imitazioni dei fumetti, i virtuosismi stile Handel in Ticket to ride...
:-)
Hai visto che bello il passaggio dalla Berberian a Raimondi? se mi ci si fossi messo apposta non l'avrei mai trovato, mi è uscito per puro caso...

giacy.nta ha detto...

Si, ti è riuscito bene!:) Mi piace quel" sarebbe stato un magnifico cattivo... ":)

Giuliano ha detto...

Ruggero Raimondi sul palcoscenico è un gigante, l'ho visto diverse volte ed è davvero L'Opera, canto e recitazione (due personaggio diversi nel Boris Godunov: lo zar Boris e il monaco Varlaam - sul lato comico, Don Basilio nel Barbiere di Rossini).