lunedì 4 giugno 2012

L'opera al cinema ( XII )

“Il giudizio universale” di Vittorio De Sica (scritto con Zavattini) inizia con una voce tonante che scende dal cielo: “Alle 18 incomincia il Giudizio Universale!”. Tutti si fermano e guardano in alto, pensano a una pubblicità, ma non ci sono altoparlanti, non si vede niente in giro, cosa sta succedendo? La voce tonante e impressionante, avrei scoperto molti anni dopo, era quella del basso Nicola Rossi Lemeni. E’ un film che avevo visto da bambino in tv, e mi era piaciuto molto anche se molte scene non le avevo capite; è divertente e ben scritto e continua a piacermi molto, ma è completamente scomparso dalle tv (che pure replicano ogni sorta di fetecchie) e anche trovare il dvd è diventata un’impresa. Mi riprometto comunque di rivederlo e di parlarne in maniera più ampia, anche se – a dirla tutta – me lo ricordo quasi a memoria.
E’ l’unico film di Rossi Lemeni, che vi appare solo in voce e fa comunque una gran bella figura; non so perché, ma mi ero convinto che avesse girato molti altri film come attore, ma non è così. “Il giudizio universale” esce nel 1961, secondo http://www.imdb.com/ , oltre a registrazioni d’opera e di concerti (delle quali non mi occupo in questi post, che parlano di cinema) prima era apparso come ospite alla tv americana nel 1952 in “Toast of the town”. Una curiosità è che il basso Rossi Lemeni, nato a Costantinopoli (1920-1991: come Andrea Chenier, “nato a Costantinopoli? straniero!”) viene indicato come “actress” su imdb; per chi parla inglese “Nicola” è infatti un nome femminile. Il resto della scheda a lui dedicata è corretta, ma c’è questa piccola svista che mi ha ricordato un disco di Bert Jansch dedicato alla sua ragazza, e che si intitola appunto “Nicola”.
In conclusione, a parte Rossi Lemeni e la sua voce soprannaturale, bisogna ancora ricordare che “Il giudizio universale” di De Sica e Zavattini si svolge in gran parte a Napoli, e alcune sequenze sono state girate dentro il Teatro San Carlo; però le immagini del San Carlo oggi non le ho, quindi volto pagina e mi trasferisco a Parma.
Un altro teatro storico italiano lo si può vedere nel film di Valerio Zurlini “La ragazza con la valigia”, del 1960: si tratta del teatro Farnese di Parma, luogo monteverdiano. Non sto a raccontare tutto il film, spiego solo questa scena, nella quale recitano (molto bene) Claudia Cardinale e Romolo Valli. La Cardinale all’inizio del film viene “scaricata” in modo poco elegante da un ragazzo con la decappotabile, che la lascia da sola, a piedi e con l’unica compagnia della valigia che dà il titolo al film; verrà poi aiutata dal fratello di quel ragazzo, che è molto giovane e ancora minorenne. In questa scena, che Zurlini ha ambientato nel Teatro Farnese, il prete interpretato da Romolo Valli ha avuto dalla famiglia del ragazzo l’incombenza di spiegare alla “ragazza con la valigia” tutta la situazione, e lo fa dentro al Teatro, al quale si accede dai palazzi nella zona della Pilotta, in pieno centro di Parma, attraverso l’ingresso che porta ai musei; e che è quasi sempre vuoto, come spiega bene Romolo Valli nel film, quindi adattissimo ad un colloquio privato. Sia il prete di Romolo Valli che la ragazza di Claudia Cardinale sono comunque due personaggi positivi, nel film i “cattivi” sono altri.
Qualche informazione da http://www.wikipedia.it/ :
Il Teatro Farnese (...) venne fatto costruire a partire dal 1618 da Ranuccio I, duca di Parma e Piacenza, che intendeva celebrare con uno spettacolo teatrale la sosta a Parma del granduca di Toscana, Cosimo II, diretto a Milano per onorare la tomba di san Carlo Borromeo, canonizzato nel 1610. La realizzazione dell'opera venne affidata all'architetto Giovan Battista Aleotti, detto l'Argenta (1546-1636): venne costruito al primo piano del Palazzo della Pilotta di Parma, in un grande vano progettato come Salone Antiquarium ma sempre utilizzato come sala d'armi e come sede di tornei. Il teatro venne completato nell'autunno del 1618 e dedicato a Bellona (dea della guerra, in omaggio alla prima destinazione dell'ambiente) ed alla Muse: a causa di una malattia che aveva colpito Cosimo II, costringendolo ad annullare il pellegrinaggio programmato, il teatro rimase inutilizzato per quasi dieci anni. Venne finalmente inaugurato il 21 dicembre del 1628, in occasione delle nozze di Odoardo, figlio di Ranuccio, con Margherita de' Medici, figlia di Cosimo. Per celebrare l'evento venne allestita lo spettacolo Mercurio e Marte, con testi di Claudio Achillini e musiche di Claudio Monteverdi: nel corso dell'opera venne anche allagata la cavea ed inscenata una naumachia. A causa della complessità e degli elevati costi degli allestimenti, il teatro venne utilizzato solo altre otto volte: l'ultima nel 1732, in occasione dell'arrivo di don Carlo di Borbone nel ducato.
Si può aggiungere che il personaggio interpretato da Claudia Cardinale si chiama Aida; in suo onore il ragazzo (Jacques Perrin) metterà un disco con “Celeste Aida” interpretata da Beniamino Gigli, che si ascolta quasi per intero ed è un bel sentire; purtroppo però Zurlini ne taglia il finale e non si sente come Gigli ha fatto “vicino al sol”. Questione non da poco come ben sanno gli appassionati: fatto come l’ha scritto Verdi è bellissimo e tecnicamente molto difficile, fatto con l’acuto sparato si prendono un sacco di applausi in teatro, ma non è la stessa cosa.
Le immagini che porto qui sono tutte del Teatro Farnese di Parma, ne ho messe alcune a colori per evidenziare i dettagli. Una di queste immagini, quella con le due persone in platea, viene dal sito http://www.dalbera.eu/
(continua)

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