sabato 24 agosto 2019

Nashville ( I )


Nashville (1975) Regia di Robert Altman Scritto da Joan Tewkesbury Fotografia di Paul Lohmann Montaggio di Dennis Hill Musiche: vedi elenco Interpreti: David Arkin (Norman ), Barbara Baxley (Lady Pearl) Ned Beatty (Delbert Reese ) Karen Black (Connie White) Ronee Blakley (Barbara Jean) Timothy Brown (Tommy Brown) Keith Carradine (Tom Frank ) Geraldine Chaplin (Opal ) Robert DoQui (Wade ) Shelley Duvall (L. A. Joan ) Allen Garfield (Barnett) Henry Gibson (Haven Hamilton ) Scott Glenn (Pfc. Glenn Kelly) Jeff Goldblum (Tricycle Man ) Barbara Harris (Albuquerque) David Hayward (Kenny Fraiser ) Michael Murphy (John Triplette ) Allan Nicholls (Bill ) Dave Peel (Bud Hamilton ) Cristina Raines (Mary ) Bert Remsen (Star ) Lily Tomlin (Linnea Reese ) Gwen Welles (Sueleen Gay ) Keenan Wynn (Mr. Green ) James Dan Calvert (Jimmy Reese ) Donna Denton (Donna Reese ) Merle Kilgore (Trout ) Carol McGinnis (Jewel ) Sheila Bailey (Smokey Mountain Laurel ) Patti Bryant (Smokey Mountain Laurel) Richard Baskin (Frog ) Jonnie Barnett, Vassar Clements, Misty Mountain Boys, Sue Barton, Elliott Gould, Julie Christie, e molti altri. Durata: 2h30'

1.
Il primo equivoco da chiarire, riguardo a "Nashville", è la musica country. Il film di Altman viene sempre presentato come un omaggio alla musica country, e anch'io sono caduto per lungo tempo in questa trappola; ma questo è ciò che dice il suo autore al riguardo:
- Quale è stata la genesi del film?
« Io volevo fare "Gang", ma alla United Artists non interessava. Si erano comperati una società che produceva musica country, e mi affidarono una sceneggiatura che sembrava adatta a Tom Jones. Dopo averlo letto dissi: "Non lo faccio, però farò una storia sulla musica country a modo mio, se dopo mi fate fare Gang." Non ero mai stato a Nashville in vita mia, e per me la musica country era quella che chiamiamo hillbilly. » « (...) io volevo prendere l'abc della musica country, concetti semplicissimi, basilari, come i versi della canzone "per il bene dei bambini diciamoci addio", e inserirli in un contesto generale che richiamasse l'America e la sua politica.»
(da "Altman racconta Altman" a cura di David Thompson, ed. Feltrinelli 2012, pagine 99-100)
 
Va detto poi che "Nashville" non è un film facile, dura 2 ore e mezzo e si fa una certa fatica per guardarlo dall'inizio alla fine; per capire cosa succede magari è il caso di prendere il quadro di qualche grande pittore del passato, come Bruegel o Bosch o come Paolo Uccello, o magari come il Cenacolo di Leonardo da Vinci. E' difficile capire a prima vista cosa succede in quei grandi dipinti. Sì, nel Cenacolo c'è l'Ultima Cena con Gesù al centro, ma più lo si guarda e più si notano particolari che erano sfuggiti al primo impatto. Nelle grandi scene di battaglia di Paolo Uccello ci sono tanti di quei dettagli che non si finirebbe mai di guardare, e alla fine si rimane con l'idea che quello che stiamo guardando non sia propriamente il reale ma una sua trasfigurazione. La stessa cosa succede con Pieter Bruegel: sì, ci sono i cacciatori nella neve, ma sono solo una piccola parte del dipinto. Con Hyeronimus Bosch, infine, si può anche perdere la testa: cosa sono mai tutti quei dettagli, quei particolari, quei mostri, quei corpi...
Come i grandi pittori del passato si muove Robert Altman in "Nashville"; e non sarà l'unica volta, è una tecnica che gli riesce benissimo e, quando può e quando glielo lasciano fare, la applica in grande stile.
« (...) La forza del film risiede nella sua impronta politica e il fatto che parlasse di musica country non era nient’altro che una metafora. Se fosse stato un film per la Paramount, che alla fine lo distribuì, non ne avrebbero lasciato neanche un minuto così come è. »
da "Altman racconta Altman" a cura di David Thompson, ed. Feltrinelli 2012, pagine 105-106

(Pieter Bruegel, 1565)

Di cosa ci sta parlando, allora, Robert Altman? Qualcosa di più di un indizio è sistemato poco oltre la metà del film, a 1h25 dall'inizio, quando ci troviamo in un enorme deposito di auto rottamate e c'è Geraldine Chaplin (il suo personaggio si chiama Opal, è una giornalista o almeno così dice):
Geraldine Chaplin: (parla nel registratore) sto vagando in un cimitero, qui i morti non hanno né croci né lapidi né corone che celebrino la loro gloria; giacciono in mucchi putrefatti e arrugginiti, le interiora strappate da mani avide e predatrici; i loro vuoti scheletri rivolgono il loro triste lamento al cielo, la ruggine dei loro corpi ha il colore del sangue secco (dried blood). Mi ricorda un cimitero segreto degli elefanti ... (da qui, in francese) sì, la valle del mistero, questo senso di irrealtà... Queste macchine cercano di comunicare. Macchine, state cercando di dirmi qualcosa? Volete confidarmi un segreto?
(ma a questo punto scopre di non essere da sola. Nel deposito di rottami c'è un uomo giovane, lei si scusa, si chiede se avrà ascoltato, dice che pensava di essere da sola.)


- Il personaggio di Opal, interpretato da Geraldine Chaplin, interagisce con tutti gli altri. Il suo lapsus quando dice di lavorare per la British Broadcasting Company è l'indizio che ci fa capire che è una truffatrice...
« Opal era la nostra guida turistica, il tessuto connettivo. Il personaggio si basava su diverse persone che avevo conosciuto al festival di Cannes, gente che non sai mai se è chi dice di essere. Avevo bisogno di un collante per le scene diverse che stavo girando e lei, grazie allo stratagemma di fingersi giornalista della BBC, divenne la voce che poneva le domande a cui il pubblico cercava risposta. E' stata bravissima a improvvisare. Sono entusiasta di Geraldine.
(da "Altman racconta Altman" a cura di David Thompson, ed. Feltrinelli 2012, pagina 101
Altman fa dire alla Chaplin anche molte banalità grossolane, come quelle sui musicisti neri "che hanno la musica nel sangue" (eccetera), la fa andare a letto con Carradine (che nel corso del film se le farà tutte) ma molto sbrigativamente; nell'intervista sul libro Altman dice che Opal è una millantatrice, che non lavora affatto per la BBC, e che nel mondo dello spettacolo ci sono molte persone di questo tipo, che si spacciano per persone di livello ma non lo sono affatto. Però fa notare l'importanza di questo personaggio: e in effetti in Nashville la Chaplin è un clown, come in Shakespeare, come Charlie Chaplin suo padre, un personaggio apparentemente ridicolo ma che va a toccare tutti i punti fondamentali, quelli scoperti e quelli più profondi e nascosti. Un clown femmina, candida, goffa, ridicola, ma profonda: come Charlot suo padre.
In particolare, questo: a 1h35' a colloquio con Mr. Triplette che ne ride
Geraldine Chaplin: ... io ho una mia teoria sull'assassinio politico. Ritengo che persone come Madame Pearl e tutti quelli che girano armati in questo Paese siano i veri assassini, perché incitano (they stimulate) altre persone, che forse sarebbero innocenti, a premere il grilletto.
Ed è quello di cui si sta discutendo in Usa almeno dal 2013, in Parlamento, sotto la spinta di numerose stragi causate proprio da queste armi onnipresenti.


(continua)

(le immagini del film vengono da www.imdb.com )

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