mercoledì 9 maggio 2012

Francesco Rosi ( I )

Di Francesco Rosi e del suo cinema posso soltanto parlare bene. In particolare mi piace la sua ruvidezza come persona, il non cercare di piacere ad ogni costo: si tratta dell’esatto opposto di quello che si insegna nelle scuole di management e di comunicazione, e quindi Rosi è sicuramente nel giusto. L’unica cosa negativa che mi sento di rimarcare riguarda la parte finale della sua carriera, dagli anni ’90 in qua, in cui Rosi non è stato all’altezza della lunga serie di ottimi lavori dei trent’anni precedenti; ma sono cose che possono succedere, e i tempi non erano certo i migliori per la serietà di un autore come Francesco Rosi. Non lo sono neanche adesso, di conseguenza temo che non vedremo più nè un Petri né un Rosi, eppure ne avremmo un grande bisogno. In questi nostri tempi, ognuno di noi parla a un piccolo pubblico di gente che la pensa come lui; negli anni ’60 e ’70 il cinema invece si rivolgeva a tutti, e tutti andavano al cinema. Tutto questo oggi non succede più, ed è per questo motivo, per il nostro rinchiuderci davanti a uno schermo sempre più piccolo, magari così piccolo che sta nel palmo di una mano, che il cinema come lo abbiamo conosciuto è destinato a finire, e forse anzi è già finito da almeno una decina d’anni.
da http://www.wikipedia.it/  :
Francesco Rosi (Napoli, 15 novembre 1922) è un regista e sceneggiatore italiano. Durante la seconda guerra mondiale studia giurisprudenza; intraprende poi una carriera come illustratore di libri per bambini. Contemporaneamente inizia a lavorare per Radio Napoli, dove intreccia amicizia con Raffaele La Capria, Aldo Giuffré e Giuseppe Patroni Griffi, con i quali collaborerà spesso in futuro. L'attività teatrale lo portò anche a stringere amicizia con Giorgio Napolitano. Nel 1946 inizia la sua carriera nel mondo dello spettacolo come assistente di Ettore Giannini per l'allestimento teatrale di 'O voto di Salvatore Di Giacomo. È aiuto regista di Luchino Visconti per i film La terra trema (1948) e Senso (1953), e dopo varie sceneggiature (Bellissima, 1951, Processo alla città, 1952) gira alcune scene del film Camicie rosse (1952) di Goffredo Alessandrini. Nel 1956 co-dirige con Vittorio Gassman il film Kean. E’ del 1958 il suo primo lungometraggio, La sfida, che ottiene il consenso di critica e pubblico. L'anno successivo dirige Alberto Sordi in I magliari (1959) (...)
I film di Francesco Rosi che ho sicuramente visto:
* Kean: Genio e sregolatezza (1956)
* I magliari (1959)
* Salvatore Giuliano (1962)
* Le mani sulla città (1963)
* Uomini contro (1970)
* Il caso Mattei (1972)
* Lucky Luciano (1973)
* Cadaveri eccellenti (1976)
* Cristo si è fermato a Eboli (1979)
* Carmen (1984)
* Cronaca di una morte annunciata (1987)
* La tregua (1997)
I film di Francesco Rosi che non vedo da molto tempo, o che non conosco:
* Camicie rosse (1952) - alcune scene
* La sfida (1958) R.Schiaffino, J.Suarez, N.Vingelli
* Il momento della verità (1964) M.Miguelin, Linda Christian
* C'era una volta... (1967) Sofia Loren, Omar Sharif, G.Wilson
* Tre fratelli (1981) C.Vanel, Ph.Noiret, V.Mezzogiorno
* 12 registi per 12 città (1989) - documentario
* Dimenticare Palermo (1990, du un romanzo di C.Roux)
* Diario napoletano (1992)
Francesco Rosi ha iniziato come sceneggiatore, anche per film importanti, collaborando con Luchino Visconti e con altri registi; dai primi anni ’60 ha scritto solo per i film di cui ha curato anche la regia. I film di Rosi come soggettista o sceneggiatore, escludendo i suoi: Bellissima (1951) Processo alla città (1952) Racconti romani (1955) Il bigamo (1956)
Francesco Rosi ha lavorato come regista anche in teatro; wikipedia riporta questi titoli, quasi tutti allestimenti molto recenti:
* In memoria di una signora amica (di Giuseppe Patroni Griffi 1963)
* Napoli milionaria (di Eduardo De Filippo 2003)
* Le voci di dentro (di Eduardo De Filippo 2006)
* Filumena Marturano (di Eduardo De Filippo 2008)

(continua)

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