martedì 24 novembre 2009

Alice tra Carroll e Disney (I)


- Alice in Wonderland / Through the Looking Glass, libri di Lewis Carroll. (1865 e 1872)
- Alice in Wonderland, film Disney (1951). Dai libri di Lewis Carroll Regia di Clyde Geronimi, Hamilton Luske, Wilfried Jackson. Musiche originali di Oliver Wallace, Bob Hilliard, Sammy Fain (Durata: 75 minuti)
Tutto iniziò il 4 luglio 1862, quando Lewis Carroll, nel corso di una gita in barca sul fiume Isis (un affluente del Tamigi) in compagnia dell’amico Robinson Duckworth e delle tre figlie di Henry George Liddell (arciprete di ChristChurch, Oxford) si inventò le storie di Alice per divertire le bambine. Il racconto piacque molto, soprattutto ad Alice Liddell: che ne divenne la protagonista.
“Alice in Wonderland” e il suo seguito “Through the Looking Glass” sono libri così famosi che non è il caso di presentarli ancora, tanto più che internet è piena di informazioni e di illustrazioni in proposito. Si può aggiungere che ad Alice Liddell il libro piacque così tanto che ancora in tarda età si prestava volentieri a letture pubbliche.
L’Alice di Walt Disney esce nel 1951, e porta il titolo “Alice in Wonderland”: in realtà, pur seguendo abbastanza fedelmente il percorso di “Alice nel Paese delle Meraviglie”, è un curioso mix tra il primo e il secondo libro, e molti dei suoi personaggi vengono da “Attraverso lo specchio”: il primo di loro è il gattino che fa compagnia ad Alice all’inizio del film Disney. In Carroll il gattino c’è, ma è all’inizio di “Attraverso lo Specchio”; l’inizio di “Alice nel Paese delle Meraviglie” vede Alice che si addormenta mentre è in compagnia della sorella, loro due soltanto.
E’ da qui che comincio un piccolo viaggio tra il film e il libro, per puro divertimento: a me piacciono tutti e due, anche se va detto che il cartoon Disney non ha la bizzarria e la profondità del libro originale. Però ai bambini piace, e questo particolare è molto importante.
Nella narrazione inserisco tre tipi di immagini, che si riconosceranno perché molto diverse tra loro: i disegni originali del primo manoscritto di Lewis Carroll (1864, ristampato in facsimile dalle edizioni Dover) che fu un regalo per Alice Liddell; i disegni di John Tenniel, il pittore professionista che mise in bella copia gli schizzi di Carroll nella prima edizione a stampa; e i fotogrammi dal film della Disney.

- Capitolo 1: “Down the rabbit hole”
In un film tratto da un libro, di solito si fanno molti tagli: e così capita anche con “Alice”. Curiosamente, invece di tagliare Disney allunga l’inizio, che in Carroll è molto veloce e diretto: nel libro Alice insegue il Coniglio già dopo poche righe, qui invece bisogna aspettare quattro minuti, e quando Alice si infila nella tana i minuti sono già cinque: ma la spiegazione è semplice, si tratta del tempo necessario per far cantare ad Alice una canzone.
Nel film, la sorella sembra piuttosto un’istitutrice, o magari anche la madre, ed è molto severa; legge ad Alice la Storia d’Inghilterra, gliela fa anche studiare e ripetere; ma nel libro si dice solo che Alice sbirciava nel libro, ma nel libro non c’erano figure: e che interesse può avere un libro senza figure?
In Disney, il Coniglio appare dentro ad un laghetto, dopo ben 4 minuti. La versione italiana lo chiama Bianconiglio, ma l’originale è un semplice Coniglio Bianco, “White Rabbit”, e appare di corsa sul prato, già dalle prime righe.
Il gattino Oreste (c’è un gattino in Carroll, ma è all’inizio di “Attraverso lo Specchio”) saluta Alice quando lei entra nella tana: Alice cade nel pozzo, lui resta fuori e fa ciao con la zampina. Ma è una bella caduta al rallentatore, ed è un bel pozzo: very well, direbbe Carroll. “Very well” anche l’architettura del pozzo, tutto molto ben fatto dallo staff Disney e molto in accordo con il libro.
E’ un’invenzione Disney la maniglia parlante (una gran bella invenzione); sono di Carroll la bottiglietta drink me e i pasticcini eat me.


- Capitolo 2: “The pool of tears” e Capitolo 3: “ A caucus race and a long tale”
Alice che naviga nella bottiglia è invenzione Disney. Il Dodo diventa un marinaio, “Capitan Libeccio”, e naviga nel Mare di Lacrime assistito da un corvo nero e da uno azzurro. Passano le aragoste, che in Carroll sono importanti ma in Disney si limitano a questa breve apparizione (fuori posto, non è questo il loro capitolo). Il Girotondo “per seccarsi” diventa una “Maratonda” nella versione italiana.
In Disney manca il Topo, e tutto l’episodio della Pool of Tears viene sbrigato in fretta, ed è un peccato perché salta anche tutta la storia della coda (in inglese sono due parole scritte diverse ma con la stessa pronuncia: tale/tail). Nel disegno originale di Carroll, che fece impazzire i tipografi al momento di metterlo a stampa, vediamo Alice che ascolta il lungo racconto del Topo, ne guarda la lunga coda piena di nodi, e vede il racconto (tale) scritto sotto forma di coda (tail): una cosa molto buffa, ma intraducibile in italiano.
Nel film, al posto del Topo vediamo il Coniglio, che Disney mette a navigare dentro un ombrello; Alice lo vede, lascia il Dodo e tutti gli altri, e corre via. Il terzo capitolo è stato saltato quasi completamente.

- Looking Glass
A questo punto, Disney inserisce due personaggi di “Attraverso lo Specchio”: Tweedledee e Tweedledum. Vengono sì dal quarto capitolo, ma dell’altro libro. Raccontano la storia delle ostriche, proprio come in Carroll; si vede anche “The sun was shining brightly... “ , che è una parodia di Samuel Taylor Coleridge, “La ballata del vecchio marinaio”: un’altra cosa che non si può rendere in italiano, però realizzata in modo veloce e divertente (il sole di notte appare per un attimo, con un bel faccione sorridente). Il tricheco e il carpentiere in Disney cantano una canzone, “siam cavoli o siam re?” nella versione italiana.


E’ un episodio che il film Disney tira molto in lungo, a noi può sembrare un po’ ostico ma è un ottimo pretesto per la canzone. Per capirlo almeno in parte, va detto che le ostriche erano molto apprezzate dagli inglesi. Le scorpacciate di ostriche sono frequenti anche in Dickens, e in altri autori inglesi: in “Topsy-turvy” di Mike Leigh, un magnifico film sui musicisti Gilbert & Sullivan, contemporanei di Carroll, vediamo uno dei protagonisti star male per averne mangiate troppe, proprio come il Tricheco; e forse viene da qui anche “I am the Walrus”, una canzone famosa dei Beatles.


- Capitolo 4: “The Rabbit sends in a Little Bill”
Si torna ad Alice nel Paese delle Meraviglie, con la casa del Coniglio dove Alice diventa gigantesca (cioè riprende le sue dimensioni normali), dove troviamo Bill la Lucertola, e i biscotti “mangiami”: tutto come in Carroll. In questo episodio Disney fa ritornare il Dodo-Libeccio (che in Carroll era uscito di scena da un pezzo), e Bill in italiano diventa “Biagio lo Spazzacamino”, molto divertente. In Carroll c’è un cagnolino, un cucciolino gigantesco che vorrebbe giocare con Alice ma lei è così piccola che si spaventa e lo manda via gettandogli un bastoncino: una scena che Disney taglia, forse per problemi di budget (nel 1951, fare un cartone animato era costosissimo). Nel film, Alice rimpicciolisce mangiando una carota presa dal giardino del Coniglio.

- Looking Glass
Quando Alice esce dalla casa del Coniglio, torniamo ad “Attraverso lo Specchio”, i capitoli 2 e 3: “The Garden of Live flowers” e “Looking glass insects”. E’ da qui che vengono gli strani insetti del cartoon, molto simili ai disegni originali di John Tenniel. Sono quasi tutti dei giochi di parole in inglese: la farfalla, Butterfly, diventa “Bread and Butterfly”(un pancarré per toast, tagliato a fette; ogni fetta, molto sottile, è una farfalla.). La libellula (nell’originale, mosca cavallina: “horsefly”) è una Cavallibellula, o meglio Dondolibellula, e così via. La scena che segue, che esiste quasi identica in Carroll, è presa a pretesto per la lunga sequenza dei fiori canterini.


- Capitolo 5: “Advice from a Caterpillar”
Torniamo ad Alice nel Paese delle Meraviglie, e finalmente arriva il Bruco. Il Bruco di Disney (“Brucaliffo” in italiano) è favoloso, fuma e fa le lettere col fumo, cantando AAA in una melodia vagamente orientale, come se fosse davvero un turco o un fakiro indiano. E’ irresistibile quando dice: “Cosa essere tu?”, oppure “Otto centimentri invidiabile altezza” (sembra Queequeg nel film “Moby Dick” di John Huston). Il Bruco dice “sei un’incognita” e soffia fuori la Y, come si fa in matematica; e usa parole come “Apropositevolmente”, riprese di recente anche da Orco Rubio e da Antonio Albanese.
Disney salta la storia di Father William, un’altra delle poesie parodistiche di Carroll (peccato, i disegni di Tenniel sono molto belli), ma tiene quella del Coccodrillo, che vediamo ripetere da Alice in mezzo al fumo del Bruco. Il Bruco le dà il fungo, come nel libro (“una parte ti farà diventare piccola, l’altra ti farà diventare grande” “una parte di cosa??”); e poi diventa una farfalla maschio, invenzione dello staff Disney tutt’altro che banale.
Segue la scena del Piccione, molto fedele a quella di Carroll e molto ben fatta: è un vero peccato che Mamma Piccione sia stata dimenticata qui e mai più ripresa... (continua)

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