Non toccare la donna bianca (1974)
Regia di Marco Ferreri. Scritto da Marco Ferreri e Rafael Azcona.
Fotografia di Etienne Becker. Musiche di Philippe Sarde, con
citazione dal "Gianni Schicchi" di Puccini. Interpreti:
Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi, Philippe Noiret, Michel Piccoli,
Henri Piccoli, Alain Cuny, Serge Reggiani, Catherine Deneuve, Monique
Chaumette, Paolo Villaggio, Franco Fabrizi, Danny Cowl, Franca
Bettoia, Marco Ferreri, Francine Custer, Gianmarco Tognazzi, e molti
altri. Durata: 1h45'
"Non toccare la donna bianca"
esce nel 1974, subito dopo "La grande abbuffata" e subito
prima di "L'ultima donna"; è il periodo di maggior
successo per Marco Ferreri, che può contare su attori amici e
complici, tutti di grandi qualità e di grande popolarità. Il punto
di partenza è il western classico, e più precisamente uno dei
grandi momenti dell'epica americana, la battaglia di Little Big Horn
con Toro Seduto, il generale Custer e il Settimo Cavalleggeri, ma
tutto rivisitato in una maniera a metà strada fra la satira politica
e il puro divertimento, come se autori e attori fossero tornati
bambini e volessero giocare ai cowboys e agli indiani.
Visto da oggi, dopo più di
quarant'anni, la prima impressione è che il divertimento venga prima
di ogni altra cosa: il film è divertente e tutti i partecipanti vi
appaiono molto divertiti, è un bel gioco e si gioca. Dietro ci sono
discorsi seri e profondi: gli indiani, Custer, la proprietà privata,
bisognerebbe riparametrarsi a quel 1974 e non è sempre facile anche
se alcuni temi si colgono ancora, come il personaggio collegato alla
CIA (interpretato da Paolo Villaggio) che fa pensare a Henry
Kissinger, al colpo di Stato in Cile del 1973, a Piazza Fontana
(1969), e prima ancora a Mossadeq in Iran (anni '50), alla morte di
Enrico Mattei, e a tanto altro ancora. Tutto però è volto in gioco,
in scherzo, e penso che sia quasi impossibile per una persona che ha
meno di trent'anni riuscire a capire bene cosa succede in "Non
toccare la donna bianca"; e probabilmente anche chi ha più di
quarant'anni avrà perso la memoria su cosa succedeva in quegli anni,
e che purtroppo continua a succedere ancora (non da noi, per ora, per
nostra fortuna).
Per divertirsi con "Non toccare la
donna bianca", inoltre, bisogna aver visto tanti western, ma
proprio tanti, e di quelli veri; per mia fortuna, ho l'età giusta
per poter capire e gustare le molte citazioni presenti nella
sceneggiatura, ma non è detto che sia così per tutti. Un titolo di
riferimento, quasi d'obbligo, è "Il massacro di Fort Apache"
di John Ford, del 1948, con Henry Fonda e John Wayne, dove il nome di
Custer non viene mai fatto ma dove i riferimenti a Custer sono molti
e molto evidenti; e magari anche "Piccolo grande uomo" di
Arthur Penn (1968), ma va detto che i film americani su Custer e sul
Settimo Cavalleggeri sono molti e l'elenco sarebbe molto lungo. Gli
indiani di Ferreri sono rifatti sui modelli presenti in quei film,
non c'è razzismo in "Non toccare la donna bianca" ma solo
citazione, parodia, voglia di giocare; alla fine, inoltre, sono
proprio gli indiani a vincere.
"Non toccare la donna bianca"
è stato girato all'interno del grande cantiere parigino presente
all'inizio degli anni '70 sull'area dove c'erano Les Halles e oggi
c'è il Beaubourg; per maggiori dettagli metto qui un link molto
utile.
Gli attori sono tanti, e tutti
meriterebbero una citazione ma proprio perché sono tanti si
rischierebbe di fare confusione, perciò mi limito ai personaggi
principali cominciando dagli indiani: Alain Cuny è Toro Seduto,
Serge Reggiani è il Matto (profetico e nudo, alla fine capo politico
che porta alla vittoria i suoi), Henri Piccoli è il padre di Toro
Seduto, che ucciderà Custer; nella vita reale era il padre di Michel
Piccoli e questo è il suo unico film.
Mastroianni è Custer, Noiret è il
generale Terry (sarebbe il capo di Custer, ma la gente reclama
Custer, molto più popolare). Tognazzi è Mitch il meticcio, guida
indiana di Custer: è a lui che Custer si rivolge con la frase del
titolo, più di una volta. Mitch ha per moglie Franca Bettoia (moglie
di Tognazzi nella vita reale) e per figlio Gianmarco Tognazzi (ancora
bambino). Franco Fabrizi è il fratello di Custer, che gli tiene in
ordine i conti; Danny Cowl è il maggiore Archibald, che impaglia i
cadaveri usando carta di giornale, e Michel Piccoli è Buffalo Bill.
Catherine Deneuve e Monique Chaumette sono le dame di carità e
infermiere, Paolo Villaggio è un sedicente antropologo in realtà
membro della CIA (riferimenti a Kissinger, al Cile...). Marco Ferreri
è un giornalista e fotografo, Francine Custer (sic) è la figlia del
generale Terry.
Molti attori non italiani parlano con
la loro voce, come Reggiani e la Deneuve, altri sono doppiati
(Piccoli, Noiret, Cuny). Le musiche sono di Philippe Sarde, e
comprendono anche una citazione da Puccini, l'aria famosa "O mio
babbino caro" dall'opera "Gianni Schicchi".
(le immagini vengono dal sito www.imdb.com,
il poster qui sopra è opera di Moebius,
che nel 1974 si firmava ancora con il suo vero nome, Jean Giraud)
2 commenti:
Film che mi ha sempre incuriosito, l'assurdità sulla carta del progetto è allettante; temo però di non potermelo godere appieno essendo io quasi digiuno di western storici.
(Il Beaubourg però è stato fatto in un altro isolato! Il nulla esistenziale che si trova ora laggiù, una sorta di centro commerciale-uscita della metro, si chiama comunque Les Halles)
ci sono molte situazioni divertenti, in ogni caso. Non è il Ferreri pessimista, per una volta.
Non conosco Parigi, mi devo fidare :-)
Posta un commento