La diabolica invenzione (Vynález
zkázy, 1958). Regia di Karel Zeman. Tratto da un romanzo di Jules
Verne. Sceneggiatura di Frantisek Hrubín, Milan Vácha, Karel Zeman.
Fotografia di Antonín Horák, Bohuslav Pikhart, Jirí Tarantík.
Scenografie di Zdenek Rozkopal. Costumi di Karel Postrehovsky.
Musiche di Zdenek Liska. Interpreti: Lubor Tokos (Simon Hart), Arnost
Navrátil (professor Roch), Jana Zatloukalová (Jana), Miroslav Holub
(Artigas), Frantisek Slégr (capitano dei pirati), Václav Kyzlink
(ing. Serke), Frantisek Cerný (voce del narratore). Durata 1h13'
Karel Zeman (1910-1989) è stato uno
dei più grandi autori di film d'animazione, maestro anche nella
ricerca di tecniche nuove ed originali. Oggi se ne parla poco, ed è
un peccato; per fortuna, o meglio grazie ad appassionati di cinema
competenti, molti suoi film si possono trovare on line. Alcuni sono
inevitabilmente invecchiati, altri - come questo e come "Il
barone di Münchhausen" - sono ancora dei gioielli da non
perdere.
"La diabolica invenzione" è
il titolo italiano di un film con attori, non quindi con disegni
animati; ma gli attori sono ben inseriti su scenografie disegnate; il
risultato è un gioiellino, rifatto sulle illustrazioni ottocentesche
di Edouard Riou e Léon Benet per i romanzi Jules Verne. Dietro c'è
un romanzo che ignoravo del tutto, pur avendo letto molto di Verne:
"Face au drapeau", cioè "Di fronte alla bandiera",
che è del 1896, quindi uno degli ultimi pubblicati in vita da Verne.
La storia ha molte somiglianze con "Il padrone del mondo"
("Robur il conquistatore"), con uno scienziato rapito, e
anche con "Ventimila leghe sotto i mari" e con i libri più
famosi di Verne, per via dei sottomarini, dei palloni aerostatici,
delle macchine e dei motori. La storia non è delle più originali,
nemmeno per uno come Verne: uno scienziato che ha inventato un'arma
potentissima viene rapito e dovrà mettersi al servizio dei pirati e
dei criminali; ma nel finale tutto si risolve, e ne nasce anche una
storia d'amore. Non so perché Zeman abbia scelto proprio questo, tra
i molti romanzi di Jules Verne disponibili, ma il risultato finale
comunque non dispiace.
E' in bianco e nero, con alcune sequenze virate come nel cinema delle origini; ci sono attori e
disegni, scenografie di navi e di castelli, e motori di carta che Zeman e il suo staff
rendono come una meraviglia; l'ho appena rivisto e devo dire che è
molto più riuscito dei tre quarti della computer graphic di oggi, ed
è un peccato che Zeman non abbia potuto usare il computer e le
tecniche odierne. Alla fine, quello che conta è sempre il talento
individuale, l'immaginario, le letture, e anche (soprattutto?)
l'amore verso le persone. Dietro i trucchi c'è Méliès,
naturalmente: gli effetti speciali nascono insieme al cinema.
Di "La diabolica invenzione"
esiste anche una versione americana, che si chiama "The fabulous
world of Jules Verne": ma è meno bella, almeno nella versione
visibile su youtube, perché l'effetto disegno sparisce, tutto
somiglia di più a un film normale e si perdono quasi tutti gli
effetti speciali di Zeman, che sono bellissimi, da incanto fin dalle
prime sequenze.
Gli attori sono tutti cecoslovacchi,
quindi poco noti da noi; sono tutti bravi, ma mi segno in particolare
l'unica donna del cast, Jana Zatloukalová, alla quale spettano
alcune tra le sequenze migliori del film, e anche il finale in
mongolfiera accanto all'amato (l'attore si chiama Lubor Tokos).
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