tag:blogger.com,1999:blog-47006026873725969342024-03-14T00:45:03.341+01:00giulianocinemaGiulianohttp://www.blogger.com/profile/06401398690125983204noreply@blogger.comBlogger973125tag:blogger.com,1999:blog-4700602687372596934.post-57190356013697424822020-07-26T19:27:00.000+02:002020-07-26T19:27:22.424+02:00Io mi fermo qui<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5NDRYrhyCfpWT_5NJC3GObXMksGEO3dJf5P_dNC6TqN0xDMSt5na8wUnmlLVsOvjEpgkiTxJiQxm_sj5r68xzIUwWUiynCuxm1jdjduzGHHPVdfhrEgKbhMv17-_JAEZZ0AwcX86LaYUa/s1600/andrej+tarkovskij+stalker+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="404" data-original-width="607" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5NDRYrhyCfpWT_5NJC3GObXMksGEO3dJf5P_dNC6TqN0xDMSt5na8wUnmlLVsOvjEpgkiTxJiQxm_sj5r68xzIUwWUiynCuxm1jdjduzGHHPVdfhrEgKbhMv17-_JAEZZ0AwcX86LaYUa/s400/andrej+tarkovskij+stalker+%25282%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i>Che cosa è la Zona? Lo spiega lo
Stalker stesso, al minuto 59.</i><br />
<i><br /></i>
<span style="color: #0c343d;">« La Zona è forse un sistema molto
complesso di trabocchetti, e sono tutti mortali. Non so cosa succeda
qui in assenza dell’uomo, ma appena arriva qualcuno tutto si
comincia a muovere, le vecchie trappole scompaiono e ne appaiono di
nuove, posti prima sicuri diventano impraticabili, e il cammino si fa
ora semplice e facile ora intricato fino all’inverosimile. E’ la
Zona...forse ad alcuni può sembrare capricciosa, ma in ogni momento
è proprio come l’abbiamo creata noi, come il nostro stato d’animo.
Non vi nascondo che vi sono stati casi in cui la gente è dovuta
tornare indietro a mani vuote. Alcuni sono anche morti proprio sulla
porta della Stanza; ma quello che succede non dipende dalla Zona,
dipende da noi.<br />- Fa passare i buoni, e ai cattivi taglia la
testa?<br />- No... non lo so... a me sembra che faccia passare solo
quelli che non hanno più nessuna speranza...non i cattivi o i buoni
ma...gli infelici. Ma anche il più infelice morirebbe subito se non
si comportasse come si deve. <i>(rivolgendosi allo scrittore)</i> A
lei è andata bene, io l’avevo avvertita, potevo anche non
farlo!<br />- <i>(Il Professore)</i> Sapete cosa vi dico? Io mi
fermo qui. Mi siedo e aspetto che voi torniate, magari felici. Ho da
mangiare, da bere, non mi manca niente; mi fermo qui.<br />- E’
impossibile. (...) Non si torna indietro per la strada fatta
all’andata.»</span><br />
<span style="color: #0c343d;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i>Sembra un discorso complicato, ma basta
cambiare “la Zona” con “la Vita”, e tutto diventa più
semplice.
</i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
(dal mio post su "Stalker" di
Andrej Tarkovskij)<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJTB7EARbp1AAX2UTNySdMLIEaiN-oLU_Xacvjxh7xhNHhfwwVpQn7oIt07b2hHa_q5Mzptx_iZwuCpCRKWahQCxjoeygLE6msGOs8Vya5gnFgJqaDNJbM2cB39bF-HLFJEf_x0-P8ZXSN/s1600/andrej+tarkovskij+stalker+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="404" data-original-width="596" height="216" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJTB7EARbp1AAX2UTNySdMLIEaiN-oLU_Xacvjxh7xhNHhfwwVpQn7oIt07b2hHa_q5Mzptx_iZwuCpCRKWahQCxjoeygLE6msGOs8Vya5gnFgJqaDNJbM2cB39bF-HLFJEf_x0-P8ZXSN/s320/andrej+tarkovskij+stalker+%25281%2529.jpg" width="320" /></a></div>
<br /></div>
<br />Giulianohttp://www.blogger.com/profile/06401398690125983204noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4700602687372596934.post-27074966430306373192020-07-26T07:42:00.000+02:002020-07-26T12:18:15.070+02:00Disagio<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Questo blog si ferma qui, per la
seconda volta dopo la precedente pausa durata sette anni; non so dire
se e quando ricomincerò, perché le cose sono cambiate e di molto.
In parte perché ho già scritto tanto, direi anche troppo, e l'età
comincia a pesare; ma in gran parte mi fermo perché ho difficoltà
ad andare avanti, e la convinzione che il cinema come lo abbiamo
sempre pensato sia morto e sepolto si fa in me sempre più certa e
profonda.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Leggo da una ventina d'anni di
entusiasmi per Tarantino, Kitano, Sorrentino, Garrone... non sono mai
riuscito a finire un loro film, e dopo un po' ho perso di interesse.
Per intenderci, di sparatorie e di divise naziste alla Tarantino ne ho già viste fin
troppe, e se nella sua maturità un regista sceglie un soggetto come
"Il giovane papa" mi cascano le braccia.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Lo stesso discorso mi tocca fare per
registi osannati come Christopher Nolan ( ho esaurito il mio interesse per Batman fin dagli anni '60), o
Paul Thomas Anderson; e, dato che Batman e i fumetti Marvel non mi
interessano, non so cosa farmene nemmeno di "Joker" e dei super eroi. Non ci
sono altri soggetti, in giro? Il mondo non offre idee migliori, sia
nel presente che nel passato?</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Non vado meglio con i vecchi, quelli
con cui sono cresciuto: gli ultimi film di Peter Weir e di Jim
Jarmusch mi sono sembrati cose da poco. Riguardo a Weir, autore che
ho amato moltissimo, se "Master and commander" poteva
essere considerato un ottimo esercizio di stile, non sono riuscito a
riconoscere l'autore che amavo in "The way back", che ho
trovato molto simile, troppo simile, a tanti altri film visti in
passato. In "The way back" non ho trovato nulla di quello
che mi affascinava in Weir, è solo la storia di una marcia nel
freddo, con personaggi un po' troppo stereotipati.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Può darsi che Weir torni a
sorprendermi, ma vedo invece male Jim Jarmusch: se l'autore di "Dead
man" decide di girare prima un film sui vampiri e poi uno sugli
zombies, l'impressione che non abbia più niente da dire ma che stia
comunque cercando di rimanere nel giro diventa sempre più potente.
Magari a voi questi film sono piaciuti, io ho deciso di non fidarmi
più. La stessa cosa mi era capitata con l'ultimo film di Bernardo
Bertolucci, "Io e te"; ero rimasto molto deluso, sapevo che
era probabilmente l'ultimo di un grande regista, e che - potendo
scegliere - abbia scelto proprio questo soggetto è stata un'altra
delusione profonda.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Allo stesso modo, ho dovuto prendere le
distanze da altri due autori che hanno segnato la mia vita, e non
solo come appassionato di cinema: Werner Herzog gira ancora dei bei
documentari, ma conosco documentaristi migliori di lui. Herzog si è
liberato del "furore di Dio" che gli covava dentro agli
inizi di carriera, e sono contento per lui se adesso sta meglio, ma i
suoi ultimi film non mi sono sembrati memorabili - lo so che è una
cosa brutta da dire, "eri meglio da giovane", ma non saprei cos'altro aggiungere. Più o meno lo stesso discorso per Wim Wenders: ho
trovato tempo fa una sua intervista dove diceva che come docente di
cinema pretende che i suoi studenti si presentino con sceneggiature
dettagliatissime, cioè tutto l'opposto dei suoi film migliori. Forse
la fortuna di Wenders, e di Herzog, è stata proprio quella di non
avere avuto docenti. Si può davvero insegnare a fare cinema?
Ragionando sulla storia del cinema (Chaplin, Capra, Fellini,
Kubrick...), direi che dei docenti e delle scuole di cinema si può
fare tranquillamente a meno, a meno che non si tratti di imparare nozioni
tecniche pure e semplici. Per intenderci meglio, sono convinto da tempo che le scuole di sceneggiatura siano responsabili dell'appiattimento generale di ciò che vediamo oggi; queste scuole servono soprattutto per farsi conoscere e magari cooptare nell'ambiente (lontani i tempi in cui Luciano Vincenzoni, scrittore per molti film di Sergio Leone, si presentava con i suoi soggetti da Dino de Laurentiis...), e anche per mantenere un po' di "creativi" che altrimenti dovrebbero andare a lavorare.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Mi colpisce poi vedere registi come Sam Mendes (non è il solo) che a un certo punto della loro vita, quando sono già
conosciuti e affermati, vanno a fare i film di James Bond. Capisco
che i soldi contano, nella nostra vita, ma il percorso giusto è
all'inverso: Sergio Leone comincia con "Il colosso di Rodi",
Fellini con "Luci del varietà", poi cominciano i loro film
personali, quelli d'autore, e con grande successo. La stessa cosa
capita con Antonioni, che inizia a farsi conoscere con i film
nell'ambiente della moda, e anche a Stanley Kubrick con "Spartacus".
I tedeschi, Herzog Wenders Kluge, invece fondarono una loro casa di
produzione per essere liberi di realizzare i loro progetti. Oggi
invece si fanno i film personali all'esordio, poi si passa alla
cassa; chiedo venia, ma la cosa mi interessa sempre meno.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Mi rifiuto di credere che non esistano
più talenti come quelli con i quali sono cresciuto, c'è sempre
stato un ricambio generazionale ed è impossibile che non ci sia ora;
probabilmente la spiegazione della pochezza di oggi sta nei nuovi
mezzi di produzione, una specie di censura preventiva (di natura
soprattutto commerciale) che di fatto impedisce a chi ha una voce
originale di esprimersi. Quello che vedo, per esempio ogni volta che
provo a guardare un film italiano, è quasi sempre mediocrità: sia
per la recitazione che per la scrittura che per la regia. Spiace
doverlo dire, ma è così; un abbraccio a chi ha ancora idee e voglia
di impegnarsi.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Delle serie tv "belle come al
cinema" ho già parlato pochi giorni fa, non voglio ripetermi;
quanto all'andare avanti con il blog, non posso non notare che le
novità di Blogger e degli altri "editori" on line vadano
sempre di più verso lo smartphone e verso altri mezzi, come
Instagram, Facebook, Tiktok, eccetera. Insomma, dovrei ripensare il
blog a dimensione di telefonino, e non me la sento proprio. La mia
dimensione è questa, quella che avete visto fino ad oggi, ed è più
che probabile che il blog come l'abbiamo conosciuto fin qui sia
destinato a scomparire a breve, magari proprio cancellandone dal
"cloud" ogni traccia. Anche perché, ormai è sempre più
evidente, c'è il rischio di essere denunciati per furto d'immagine:
non dagli eredi di Fellini o di Tarkovskij ma da parte di qualcuno
che ha messo il suo nome su immagini di pubblico dominio. Perciò
ribadisco: questo blog non ha fini di lucro, caso mai ci ho rimesso
del mio; e le immagini che ho messo servono per far conoscere, per
far ricordare, per non perdere la memoria dei capolavori. Dei
capolavori del passato, mi viene da dire; ed è proprio così,
infatti, il cinema è morto da tempo e del cinema bisogna abituarsi a
parlare al passato. Quello che state guardando adesso, quello che
stanno girando adesso, è tutt'altra cosa e bisognerebbe dargli un
altro nome. (24 luglio 2020)<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i>- Oggi però le facce sono cambiate,
tendono a omologarsi; Pasolini in "Lettere luterane" diceva
che in Italia è in atto una mutazione antropologica visibile sulle
facce della gente...</i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i>- Oggi hanno tutti facce da
merendine, si vede la differenza quando in televisione compaiono le
espressioni rubate alle persone dei cosiddetti paesi sottosviluppati,
quelle persone hanno volti straordinari mentre le nostre facce non
hanno più identità. (...)</i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i>(da "I volti e le mani" a
cura di Benedetta Tobagi, ed. Feltrinelli; pag.77, intervista di
Ermanno Olmi con Sergio Toffetti)</i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
PS: questo è l'unico post senza immagini, mi sembra chiaro il perché.</div>
<br />Giulianohttp://www.blogger.com/profile/06401398690125983204noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-4700602687372596934.post-57389531737939974032020-07-25T17:45:00.000+02:002020-07-25T17:45:13.453+02:00La diabolica invenzione<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjK-jbfeeUGzU-UCApDwZJdL7-bKVM_bGXlxqBGnKQy0MiaK48_Hg3uGytWiMniDcPQIc7LE00RtXQIwh7wdnMShFZt7L7ohhduIVCO4rwv8UgHEShNv9stu7O-I5tqbTbOFBUkaENY2MD2/s1600/karel+zeman+1958+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="895" data-original-width="1243" height="287" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjK-jbfeeUGzU-UCApDwZJdL7-bKVM_bGXlxqBGnKQy0MiaK48_Hg3uGytWiMniDcPQIc7LE00RtXQIwh7wdnMShFZt7L7ohhduIVCO4rwv8UgHEShNv9stu7O-I5tqbTbOFBUkaENY2MD2/s400/karel+zeman+1958+%25282%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La diabolica invenzione (Vynález
zkázy, 1958). Regia di Karel Zeman. Tratto da un romanzo di Jules
Verne. Sceneggiatura di Frantisek Hrubín, Milan Vácha, Karel Zeman.
Fotografia di Antonín Horák, Bohuslav Pikhart, Jirí Tarantík.
Scenografie di Zdenek Rozkopal. Costumi di Karel Postrehovsky.
Musiche di Zdenek Liska. Interpreti: Lubor Tokos (Simon Hart), Arnost
Navrátil (professor Roch), Jana Zatloukalová (Jana), Miroslav Holub
(Artigas), Frantisek Slégr (capitano dei pirati), Václav Kyzlink
(ing. Serke), Frantisek Cerný (voce del narratore). Durata 1h13'</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Karel Zeman (1910-1989) è stato uno
dei più grandi autori di film d'animazione, maestro anche nella
ricerca di tecniche nuove ed originali. Oggi se ne parla poco, ed è
un peccato; per fortuna, o meglio grazie ad appassionati di cinema
competenti, molti suoi film si possono trovare on line. Alcuni sono
inevitabilmente invecchiati, altri - come questo e come "Il
barone di Münchhausen" - sono ancora dei gioielli da non
perdere.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"La diabolica invenzione" è
il titolo italiano di un film con attori, non quindi con disegni
animati; ma gli attori sono ben inseriti su scenografie disegnate; il
risultato è un gioiellino, rifatto sulle illustrazioni ottocentesche
di Edouard Riou e Léon Benet per i romanzi Jules Verne. Dietro c'è
un romanzo che ignoravo del tutto, pur avendo letto molto di Verne:
"Face au drapeau", cioè "Di fronte alla bandiera",
che è del 1896, quindi uno degli ultimi pubblicati in vita da Verne.
La storia ha molte somiglianze con "Il padrone del mondo"
("Robur il conquistatore"), con uno scienziato rapito, e
anche con "Ventimila leghe sotto i mari" e con i libri più
famosi di Verne, per via dei sottomarini, dei palloni aerostatici,
delle macchine e dei motori. La storia non è delle più originali,
nemmeno per uno come Verne: uno scienziato che ha inventato un'arma
potentissima viene rapito e dovrà mettersi al servizio dei pirati e
dei criminali; ma nel finale tutto si risolve, e ne nasce anche una
storia d'amore. Non so perché Zeman abbia scelto proprio questo, tra
i molti romanzi di Jules Verne disponibili, ma il risultato finale
comunque non dispiace.
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYX2DHUvbyCYzJ0rpmOYIXtMhwjGJT31d1-LiFiJPFrQ99NCzHnyy9oduW54YlhxOiRHk4wYeoURgMoj8rz8kAxuW6UpEduImwnvBLhWlmsCLfMbSef7gW6fEAn-CR20aXAOa7nmdPvqkb/s1600/karel+zeman+1958+%25283%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="901" data-original-width="1280" height="281" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYX2DHUvbyCYzJ0rpmOYIXtMhwjGJT31d1-LiFiJPFrQ99NCzHnyy9oduW54YlhxOiRHk4wYeoURgMoj8rz8kAxuW6UpEduImwnvBLhWlmsCLfMbSef7gW6fEAn-CR20aXAOa7nmdPvqkb/s400/karel+zeman+1958+%25283%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
E' in bianco e nero, con alcune sequenze virate come nel cinema delle origini; ci sono attori e
disegni, scenografie di navi e di castelli, e motori di carta che Zeman e il suo staff
rendono come una meraviglia; l'ho appena rivisto e devo dire che è
molto più riuscito dei tre quarti della computer graphic di oggi, ed
è un peccato che Zeman non abbia potuto usare il computer e le
tecniche odierne. Alla fine, quello che conta è sempre il talento
individuale, l'immaginario, le letture, e anche (soprattutto?)
l'amore verso le persone. Dietro i trucchi c'è Méliès,
naturalmente: gli effetti speciali nascono insieme al cinema.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhM11fT1bi3BZ3LyEbylz72IZGpfZ_ye3bjve81ly9RfobjXvk2xiK_7vA9rW1zF0iIShITRYqefcjmD7ANMazwsYl2inB6g8A6BXWlzm4T-rgJ6hz7wvfJmlupo7ECUgP3YB9TnjK3T8ZE/s1600/zeman-verne-%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="886" data-original-width="1280" height="276" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhM11fT1bi3BZ3LyEbylz72IZGpfZ_ye3bjve81ly9RfobjXvk2xiK_7vA9rW1zF0iIShITRYqefcjmD7ANMazwsYl2inB6g8A6BXWlzm4T-rgJ6hz7wvfJmlupo7ECUgP3YB9TnjK3T8ZE/s400/zeman-verne-%25282%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Di "La diabolica invenzione"
esiste anche una versione americana, che si chiama "The fabulous
world of Jules Verne": ma è meno bella, almeno nella versione
visibile su youtube, perché l'effetto disegno sparisce, tutto
somiglia di più a un film normale e si perdono quasi tutti gli
effetti speciali di Zeman, che sono bellissimi, da incanto fin dalle
prime sequenze.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Gli attori sono tutti cecoslovacchi,
quindi poco noti da noi; sono tutti bravi, ma mi segno in particolare
l'unica donna del cast, Jana Zatloukalová, alla quale spettano
alcune tra le sequenze migliori del film, e anche il finale in
mongolfiera accanto all'amato (l'attore si chiama Lubor Tokos).</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyH6bZdxrM3bg5dJdn5dzK767UAxEvzkZUT-6i8ugOQw66_idZn8NzmPxSfZf9Iy_HNhLbHdztFFKHJIzZMV6d2OHqz9CJBzMumzB8LFDV2DD1vn7u-N07ZJonSko8BhrQ7whbGJvpeNvO/s1600/zeman-verne-%25285%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="904" data-original-width="1280" height="282" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyH6bZdxrM3bg5dJdn5dzK767UAxEvzkZUT-6i8ugOQw66_idZn8NzmPxSfZf9Iy_HNhLbHdztFFKHJIzZMV6d2OHqz9CJBzMumzB8LFDV2DD1vn7u-N07ZJonSko8BhrQ7whbGJvpeNvO/s400/zeman-verne-%25285%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirMzvN53IVJmghIO37cH8HwYZg8d2YHY6iWI5ol9BPlfcZ0C-lUmO6K7BXQUq5Qk1pxpI0_uIGW9YO-qIauJ-u9g6mqBbfWNtw1H_LJGAi78pHqq6h_mB5uFlBYSihV6ZZau27pGu_vAN9/s1600/zeman-verne-%25288%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="893" data-original-width="1280" height="278" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirMzvN53IVJmghIO37cH8HwYZg8d2YHY6iWI5ol9BPlfcZ0C-lUmO6K7BXQUq5Qk1pxpI0_uIGW9YO-qIauJ-u9g6mqBbfWNtw1H_LJGAi78pHqq6h_mB5uFlBYSihV6ZZau27pGu_vAN9/s400/zeman-verne-%25288%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivbqk6uobWRS6ZGup046znqDRQDdtHMSkrK4JhL42nBhrjrkeSM2wqQSp1js48jlRQ63O-kb3j0Apqxf4NXT_ReethTzmNKw6x8XCnxI5gPN0p8Fkb1x66FjzrK12pFBX-Y8WQvbO0r8zG/s1600/zeman-verne-%252812%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="893" data-original-width="1255" height="283" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivbqk6uobWRS6ZGup046znqDRQDdtHMSkrK4JhL42nBhrjrkeSM2wqQSp1js48jlRQ63O-kb3j0Apqxf4NXT_ReethTzmNKw6x8XCnxI5gPN0p8Fkb1x66FjzrK12pFBX-Y8WQvbO0r8zG/s400/zeman-verne-%252812%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/06401398690125983204noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4700602687372596934.post-53405430422118760752020-07-24T17:25:00.003+02:002020-07-25T07:07:23.301+02:00Scemo di guerra / Le rose del deserto<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigZaCBgGYJjL9yDNyaN9LoL7giczHl-sy8OlYysS3r9uqmdlXSKALRXPSS-cmaYToGzyyq0NbKUuA8le6P-ozuNl3pJ3Tl2BzAYXnA18vV8MColcpRTo8sgPjo9hyQxuRIjf13uBPbmrXX/s1600/monicelli+%25286%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="721" data-original-width="1280" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigZaCBgGYJjL9yDNyaN9LoL7giczHl-sy8OlYysS3r9uqmdlXSKALRXPSS-cmaYToGzyyq0NbKUuA8le6P-ozuNl3pJ3Tl2BzAYXnA18vV8MColcpRTo8sgPjo9hyQxuRIjf13uBPbmrXX/s400/monicelli+%25286%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Le rose del deserto (2006) Regia di
Mario Monicelli. Tratto da "Il deserto della Libia" di
Mario Tobino e "La guerra d'Albania" di Giancarlo Fusco.
Sceneggiatura di Mario Monicelli, Alessandro Bencivenni, Domenico
Saverni. Fotografia di Saverio Guarna. Musiche di Mino Freda e Paolo
Dossena. Interpreti: Alessandro Haber, Michele Placido, Giorgio
Pasotti, Moran Atias, Stefano Scandaletti, Enzo Marcelli, Tatti
Sanguineti, Fulvio Falzarano, e molti altri. Durata: 1h42'</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Scemo di guerra (1985) Regia di Dino
Risi. Tratto da "Il deserto della Libia" di Mario Tobino.
Sceneggiatura di Dino Risi, Age e Scarpelli. Fotografia di Giorgio Di
Battista. Musiche di G. e M. De Angelis. Interpreti: Coluche, Beppe
Grillo, Bernard Blier, Fabio Testi, Franco Diogene, Claudio Bisio,
Nicola Morelli, Guido Nicheli, Geoffrey Copleston, Tiziana Altieri,
Alessandra Vazzoler, e molti altri. Durata: 1h48'</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"Le rose del deserto" è
l'ultimo film di Mario Monicelli, ed è uno dei suoi più belli e più
riusciti. Un film corale, con molti personaggi, sulla guerra di
Libia. L'anno è il 1942, e il soggetto è tratto da un libro di
Mario Tobino. Tobino è stato uno scrittore importante: medico
psichiatra, nato nel 1910 (ci ha lasciati nel 1991), nel 1942 in
piena guerra fu richiamato in servizio come medico militare,
esperienza descritta nel libro "Il deserto della Libia",
pubblicato nel 1952 da Einaudi. Tornato in Italia, dopo l'8 settembre
1943 Mario Tobino partecipò attivamente alla Resistenza (se ne parla
in "Il clandestino"). Negli anni di pace, diventa primario
del manicomio di Lucca; subito dopo "Il deserto della Libia"
pubblicherà "Le libere donne di Magliano" (1953), forse il
suo libro più famoso. Tobino è davvero un grande scrittore, e mi
spiace molto constatare che sia stato quasi dimenticato; i personaggi
dei suoi libri sono di quelli che ti rimangono dentro, e sapere che
dietro ci sono esperienze vissute e vita vera molto spesso commuove,
anche per la partecipazione personale del dottor Tobino, che è più
che tangibile. Allo stesso modo, rimangono dentro di noi i personaggi
di "Le rose del deserto" di Monicelli, che oltre al libro
di Tobino ha preso altri momenti e personaggi da un libro di
Giancarlo Fusco sulla guerra d'Albania, trasferendoli nel deserto
libico. Fusco è stato un personaggio molto particolare, giornalista
e anche attore, grande passione per il pugilato, un autore sempre
ripubblicato ma purtroppo quasi sempre senza la risonanza che
meriterebbe.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg83rJ-vaM5qgdSJn-2Jyx6mbkKS1PXJa6YBU-wcljJhmSqSs5N6e-a4Pd6wpX9Cx4KC-NkDx9JusUA8HftFco0jKoZZnkkDNvHQRb7QSo-q_VQml5KHXBAmmF_WAceDM4QkEbwSjlJhIkz/s1600/monicelli+%25285%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="718" data-original-width="1280" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg83rJ-vaM5qgdSJn-2Jyx6mbkKS1PXJa6YBU-wcljJhmSqSs5N6e-a4Pd6wpX9Cx4KC-NkDx9JusUA8HftFco0jKoZZnkkDNvHQRb7QSo-q_VQml5KHXBAmmF_WAceDM4QkEbwSjlJhIkz/s400/monicelli+%25285%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il film di Monicelli è molto bello ed
ha almeno due personaggi da antologia: il frate di Michele Placido e
l'ufficiale di Alessandro Haber (con il tormentone di "con il
bene che ti voglio"), poi l'ufficiale medico di Pasotti, e molto
altro. Bravo anche Tatti Sanguineti, il generale che non capisce cosa
succede ma dà ordini secchi e perentori. La ragazza araba è Moran
Atias, l'elenco degli interpreti è molto lungo e spiace molto di non
poterli citare tutti. Una delle cose che più mi colpiscono,
scorrendo l'elenco dei film di Monicelli, è che quasi sempre i suoi
film più belli e significativi sono tra i meno citati da critici e
recensori. Anche "Le rose del deserto" è citato
pochissimo, eppure è divertente e ricorda molto il "Brancaleone"
per la felicità dei suoi personaggi: anche in mezzo a una guerra e
alle atrocità ci possono essere situazioni divertenti, e riuscire a
rendere questi aspetti in apparenza contrastanti è cosa che riesce
solo ai grandi maestri, come era Monicelli. Certo, è più facile
ridere con "Amici miei", che non ha rimandi politici (i
fascisti hanno perso tutte le guerre, e in modo rovinoso: ma
purtroppo pochi lo dicono ad alta voce) e che ha un umorismo più
grossolano; era dello stesso parere lo stesso Monicelli, e chi non ci
crede può ascoltare cosa pensava del successo di "Amici miei"
dalla sua stessa voce, nel documentario "Monicelli - La versione
di Mario".<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFqbifQdUcQmSy6UMiMlYICZwfHo9LbBFUxbXUJ53TsFu9HXzAzmmmzQQH34b8XSsWfH5woUs1iIYl-pbkh4YdQXl50ip3vA49bH-gg4el8vsZEwU6JWHCXboto1GwMKzfqYcUbX_E13b-/s1600/monicelli+le+rose+del+deserto+%25285%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="342" data-original-width="530" height="206" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFqbifQdUcQmSy6UMiMlYICZwfHo9LbBFUxbXUJ53TsFu9HXzAzmmmzQQH34b8XSsWfH5woUs1iIYl-pbkh4YdQXl50ip3vA49bH-gg4el8vsZEwU6JWHCXboto1GwMKzfqYcUbX_E13b-/s320/monicelli+le+rose+del+deserto+%25285%2529.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEit9yT1FaLr-iD6VEUBU8KAIz1tBPPeqeLYenwrdwU-5jd00jd3Cjbm_PlWpR2moCQvUou_HUyUz1E4y3sBzhXlpzb2odGzM6jPWDIzfXd0UqDrSeglRMn9RdfT1bTlrdcWoB-3xSaKlmLS/s1600/risi+sce+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="532" data-original-width="816" height="208" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEit9yT1FaLr-iD6VEUBU8KAIz1tBPPeqeLYenwrdwU-5jd00jd3Cjbm_PlWpR2moCQvUou_HUyUz1E4y3sBzhXlpzb2odGzM6jPWDIzfXd0UqDrSeglRMn9RdfT1bTlrdcWoB-3xSaKlmLS/s320/risi+sce+%25281%2529.jpg" width="320" /></a></div>
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"Scemo di guerra" di Dino
Risi è del 1985, ed è tratto dallo stesso libro di Mario Tobino,
"Il deserto della Libia". Uscito quasi vent'anni prima del
film di Monicelli ("Le rose del deserto"), è ricordato più
che altro per la presenza di Beppe Grillo come protagonista, accanto
al comico francese Coluche, molto popolare in patria ma da noi
praticamente sconosciuto. Il film di Risi ha il merito di aver
parlato della guerra di Libia, evento poco ricordato al cinema se si
eccettuano i film di regime (anche quelli girati dopo il 1945,
intendo), ma è molto meno riuscito rispetto a quello di Monicelli.
E' una questione soprattutto di attori: lo stesso soggetto ma con
attori meno bravi. Con tutto il rispetto, Alessandro Haber è molto
ma molto meglio di Coluche, non c'è paragone; e Giorgio Pasotti è
molto meglio di Beppe Grillo. Haber e Pasotti, così come Michele
Placido, sono attori veri, di solida formazione, e non attori
improvvisati scelti dalla produzione per richiamare pubblico.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Questi due film sono comunque da
vedere, da conoscere, perché aggiungono molto alla nostra Storia,
soprattutto a quella che a scuola non si studia mai. Tolta la
retorica e la propaganda, rimane la verità della guerra; ed è
questo che è importante conoscere.
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEga5bC3pMviA8DZToasod41As6ZmQGkVrqRjzNcn_itpNH8quKN-7GvyOU22dHDw9_gdNBTyOer-y2z3OpM_LBN6BQM_6NXIDvkg3vGoDVgs2FtfgvfsnsVv1IeZtSaCQiyfrJcBRxfnVMO/s1600/risi+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="719" data-original-width="1280" height="179" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEga5bC3pMviA8DZToasod41As6ZmQGkVrqRjzNcn_itpNH8quKN-7GvyOU22dHDw9_gdNBTyOer-y2z3OpM_LBN6BQM_6NXIDvkg3vGoDVgs2FtfgvfsnsVv1IeZtSaCQiyfrJcBRxfnVMO/s320/risi+%25281%2529.jpg" width="320" /></a></div>
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Una spiegazione per i due titoli: le
rose del deserto sono formazioni di pietra, caratteristiche del
deserto, e sembrano davvero dei fiori; "scemo di guerra"
non è qualcosa che faccia ridere, purtroppo sono stati in tanti a
tornare dalla guerra per sempre distrutti, non solo nel fisico.
Speriamo di non rivedere più guerre, negli ultimi 75 anni in questa
parte d'Europa abbiamo avuto politici che hanno saputo evitare i
conflitti, auguro alle nuove generazioni di non rovinare tutto con
scelte sbagliate. Settantacinque anni sono un periodo di pace mai
visto, un'enormità se si guarda a cosa è successo nei secoli
precedenti: la seconda parte del Novecento, vista da questa parte
d'Europa, dovrà essere ricordata come un'epoca d'oro, di pace e
prosperità. Quanto al futuro, non sono per niente ottimista ma c'è
comunque spazio per la speranza.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEie9XqoeaUoHPDtcNJis4fvtgAMX_gB_lZbIHZamiudO-FbNQ5qe1vIEwAxuL2tLhKVkCzfrD8hJq2V7AVvClv1bDUIXgxeAnrP9Ep7Z3-FbJj4Ebp9-z7410qo-KJVK71P_j417y_QOBuG/s1600/monicelli+%25284%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="723" data-original-width="1280" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEie9XqoeaUoHPDtcNJis4fvtgAMX_gB_lZbIHZamiudO-FbNQ5qe1vIEwAxuL2tLhKVkCzfrD8hJq2V7AVvClv1bDUIXgxeAnrP9Ep7Z3-FbJj4Ebp9-z7410qo-KJVK71P_j417y_QOBuG/s400/monicelli+%25284%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />Giulianohttp://www.blogger.com/profile/06401398690125983204noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4700602687372596934.post-83765183067698385292020-07-24T11:46:00.000+02:002020-07-24T11:51:58.046+02:00The dead (John Huston)<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHDCBIFjqLmTuXi5k7r9pc918ya9ND1wljtMgMErHRLEMQXK_yosfPf9HqN_J6XhsntiB1jikaSem3F2_GF332hWaQB-0czITF8oMgZaCQQsPVRmTZ2926qWFic5rQZSgemPQFUe1hyAkx/s1600/huston+joyce+the+dead.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="498" data-original-width="346" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHDCBIFjqLmTuXi5k7r9pc918ya9ND1wljtMgMErHRLEMQXK_yosfPf9HqN_J6XhsntiB1jikaSem3F2_GF332hWaQB-0czITF8oMgZaCQQsPVRmTZ2926qWFic5rQZSgemPQFUe1hyAkx/s320/huston+joyce+the+dead.jpg" width="222" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
The dead (I morti, 1987) Regia di John
Huston. Tratto da "Dubliners" di James Joyce. Sceneggiatura
di Tony Huston. Fotografia di Fred Murphy. Musiche a cura di Alex
North. Interpreti: Donal Mc Cann, Anjelica Huston, Helena Carroll,
Cathleen Delaney, Donal Donnelly, Rachel Dowling, Ingrid Craigie, Dan
O'Herlihy, Richard Parkinson, Marie Kean, Sean Mc Clory, Frank
Patterson. Durata: 83 minuti</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"The dead", tratto da un
racconto di James Joyce, è l'ultimo film di John Huston, ed è anche
uno dei capolavori assoluti nella storia del cinema, ma dovete
metterci qualcosa del vostro per capirlo. Non è un film facile, così
come non è facile il racconto di Joyce (tratto da "Dubliners",
in Italia tradotto spesso come "Gente di Dublino") ma se ce
l'ha fatta uno come me ce la può fare chiunque. Coraggio, si può
fare.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Siamo a Dublino nel 1904, a una cena
organizzata da due zie molto anziane, una riunione di famiglia in
ambiente benestante, dove convengono caratteri diversi e dove non
manca la questione politica, perché in Irlanda a inizio Novecento
c'erano in ballo questioni che pesano ancora oggi. Ma il clima è
comunque disteso, nessuno vuole fare torto alle zie, tutto rimane
sottotraccia. Filo conduttore delle varie vicende è la coppia di
sposi interpretata da Anjelica Huston e Donal Mc Cann; il finale è
dedicato a loro ed è toccante, con il ricordo di un ragazzo morto
tanti anni fa, che si era innamorato di lei, e il monologo finale del
marito, tagliato fuori da quel ricordo lontano e straziante. La
canzone che evoca questo ricordo è "The Lass of Aughrim"
("La fanciulla di Aughrim") cantata alla festa dal tenore
Bartell d'Arcy; è lo stesso attore Frank Patterson a cantarla, molto
bravo). Nel corso della festa ascoltiamo anche, un po' straziata
dalla voce senile della zia, un'aria che viene presentata come
"Arrayed for the Bridal" e spesso tradotta alla lettera
nelle varie recensioni; si tratta di "Son vergin vezzosa",
inizio di un concertato dall'opera "I Puritani" di Vincenzo
Bellini. A cantarla, meglio che può, è la stessa attrice Cathleen
Delaney. Nel corso del film si ascoltano molte battute dedicate all'opera e al teatro, bisognerebbe scrivere un post per ricapitolarle tutte.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnSzk0iVz8dpzM9DJbai1n2HJUKy_1PvXpnQsuM69A-4O0jX11Nl8RedJU2UwlJ3tnIWdKUpPX3TMjt8thCokZeEiImoUfrCKiQUuiZHP68ZXSfp4X8c8pNjt3rVvUDm-tT05-9cWTH-xU/s1600/Huston+joyce+3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="468" data-original-width="671" height="278" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnSzk0iVz8dpzM9DJbai1n2HJUKy_1PvXpnQsuM69A-4O0jX11Nl8RedJU2UwlJ3tnIWdKUpPX3TMjt8thCokZeEiImoUfrCKiQUuiZHP68ZXSfp4X8c8pNjt3rVvUDm-tT05-9cWTH-xU/s400/Huston+joyce+3.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Tutti gli attori sono perfetti: sono
protagonisti del teatro irlandese e quindi poco noti al grande
pubblico, a parte Anjelica Huston. Merita una citazione l'attore che
interpreta Freddy (Donal Donnelly) sempre ubriaco, ma dolce e
simpatico. La regia del "rozzo" Huston è di grande
delicatezza e profondità (non è una novità, la rozzezza di Huston
era solo una maschera). John Huston, americano di nascita, abitava da
decenni in Irlanda e ne aveva preso anche la cittadinanza; "The
dead" è stato girato da Huston già molto malato, assieme ai
due figli Tony (autore della sceneggiatura) e Anjelica (protagonista
del film). Il film è molto fedele al racconto, anche se con qualche
libertà, ben descritta a suo tempo dall'ottimo critico Mario Sesti:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
da wikipedia:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i>«The Dead è un capolavoro di
fedeltà al testo, o meglio uno straordinario modello di lucidità e
strategie nel passaggio dalla letteratura al cinema. (...) Anche per
chi conosce piuttosto bene il racconto, è molto difficile notare le
aggiunte, le dilatazioni, i prestiti illeciti, perché essi sono
praticati in quella sfera intermedia che potremmo chiamare
“immaginario” del testo che non appartiene più semplicemente al
testo ma al lavoro che il lettore vi ha prodotto con la sua lettura e
il deposito di scena che esso ha generato nella memoria del lettore
stesso.»</i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i>Mario Sesti, Cineforum, n. 270,
dicembre 1987 (da www.wikipedia.it)</i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i><br /></i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhax0Km4lMf2aI_aZEDlXJ-VLv48-rIniHic5QIPXddjPaPmUIcsRDBL1hPDJ_m9qLHuG4Uq4t9nfOsRF_jJ0A3TXNm0bud9QqZ8WkR8aLaPpetxwLSinKM54DjDXE3clOU1onwyKdrQ7z6/s1600/huston+joyce+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="303" data-original-width="380" height="318" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhax0Km4lMf2aI_aZEDlXJ-VLv48-rIniHic5QIPXddjPaPmUIcsRDBL1hPDJ_m9qLHuG4Uq4t9nfOsRF_jJ0A3TXNm0bud9QqZ8WkR8aLaPpetxwLSinKM54DjDXE3clOU1onwyKdrQ7z6/s400/huston+joyce+%25281%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
A mio parere il racconto più bello dei
"Dubliners" è "Arabia", dove mi sono
riconosciuto e mi sono rivisto come ero ("Arabia" è il
nome di una fiera di inizio secolo, sempre a Dublino). Rileggo il
finale in Joyce, e penso che anch'io sto pensando le stesse cose; non
c'è fuori la neve, solo questa è la differenza. Riporto qui il
finale del racconto, è la cosa migliore che si possa fare.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d;">Si era profondamente addormentata. </span><span style="color: #0c343d;">Appoggiato sui gomiti Gabriel le guardò
per alcuni istanti, senza rancore, i capelli scomposti, la bocca
semichiusa e ne ascoltò il respiro profondo. Dunque c’era un
romanzo nella sua vita: un uomo era morto per lei. Quasi non gli
doleva adesso pensare alla. parte meschina che lui, il marito, vi
aveva avuto. La guardava dormire come se mai fossero vissuti insieme
da uomo e donna. Incuriositi, gli occhi s’attardarono a lungo sul
suo viso, sui suoi capelli; e, pensando a quella che doveva essere
stata allora, all'epoca della sua prima bellezza di fanciulla, una
strana, dolce pietà per lei gli penetrò l’anima. Non voleva
confessarlo nemmeno a se stesso che quel viso non era più bello; ma
certo non era più il viso per il quale Michael Furey aveva sfidato
la morte.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d;">Forse non gli aveva detto tutto. Portò
gli occhi alla sedia su cui ella aveva buttato alcuni dei suoi
indumenti. Il laccio di una sottana pendeva sul pavimento, uno
stivaletto stava in terra ritto, il gambale floscio ripiegato, e il
compagno gli giaceva accanto su un fianco.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d;">Lo meravigliava quel disordine di
emozioni, un’ora prima. Da dove era nato? Dalla cena delle zie, dal
proprio sciocco discorso, dal vino e dal ballo, dall'allegria di
quegli ultimi saluti nell’atrio, dal piacere della passeggiata
lungo il fiume, sulla neve. Povera zia Julia! Anche lei presto
sarebbe stata un'ombra con l'ombra di Patrick Morkan e il suo
cavallo. Per un attimo le aveva visto in viso quell'aspetto di larva
mentre cantava Adorna per le nozze. Presto forse si sarebbe trovato
seduto in quello stesso salotto, vestito di nero, la tuba sulle
ginocchia: le imposte sarebbero state accostate e zia Kate seduta
accanto a lui, piangendo e soffiandosi il naso, gli avrebbe
raccontato com’era morta. Si sarebbe torturato il cervello allora
per trovare qualche parola che potesse consolarla e ne avrebbe
trovato solo di goffe e inutili. Sì, sì, sarebbe accaduto molto
presto.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d;">L’aria della stanza gli gelava le
spalle. Si allungò adagio sotto le coperte accanto alla moglie. Ad
uno ad uno tutti si sarebbero mutati in ombre. Meglio trapassare
baldanzosi nell’altra vita, nel piano della passione, che appassire
e svanire a poco a poco nello squallore degli anni. Pensò a come
colei che gli giaceva a fianco avesse serbato così a lungo in cuor
suo l’immagine degli occhi del suo innamorato quando le aveva detto
che non desiderava di vivere.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d;">Lacrime generose gli gonfiarono gli
occhi. Non aveva mai provato nulla di simile per nessuna donna, ma
sapeva che quello doveva essere veramente amore. Più fitte le
lacrime gli velarono gli occhi e nella semioscurità immaginò la
figura di un giovane in piedi sotto albero gocciolante di pioggia.
Altre figure gli erano accanto. L’anima sua s’avvicinava alle
regioni abitate dalla immensa folla dei morti. E pur essendo
cosciente di quella loro illusoria e vacillante esistenza, non
riusciva ad afferrarla. La sua stessa identità svaniva in un mondo
grigio e impalpabile: la stessa solida terra in cui quei morti
avevano un tempo dimorato e procreato, si dissolveva e si
rimpiccoliva.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d;">Un battere leggero sui vetri lo fece
voltare verso la finestra. Aveva ripreso a nevicare. Assonnato
guardava i fiocchi neri e argentei cadere di sbieco contro il
lampione. Era venuto il momento di mettersi in viaggio verso l'ovest.
I giornali dicevano il vero: c’era neve dappertutto in Irlanda.
Neve cadeva su ogni punto dell'oscura pianura centrale, sulle colline
senz'alberi; cadeva lieve sulle paludi di Allen e più a occidente
cadeva lieve sulle fosche onde rabbiose dello Shannon. E anche lì,
su ogni angolo del cimitero deserto in cima alla collina dov'era
sepolto Michael Furey. Si ammucchiava alta sulle croci contorte,
sulle tombe, sulle punte del cancello e sui roveti spogli.
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d;">E l'anima gli svanì lenta mentre udiva
la neve cadere stancamente su tutto l’universo, stancamente cadere
come scendesse la loro ultima ora, su tutti i vivi e i morti.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d;">(James Joyce, da "Gente di Dublino
- I morti", ed. Einaudi 1978, traduzione di Franca Cancogni)</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrE58RVkR-wuEkfQDwMn03KG8yj9HthFHp0z3l9MB0XuInJP_Vd7xqzFMpcmd2BRE7f7SX-b2Cl_hkeEc4Cw50PYSmRTVnRfeUTWVuxnaz6-fDDQ2NAZt-YapdyOSmu7x9IlifpI1672Wh/s1600/Huston+joyce+4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="223" data-original-width="405" height="220" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrE58RVkR-wuEkfQDwMn03KG8yj9HthFHp0z3l9MB0XuInJP_Vd7xqzFMpcmd2BRE7f7SX-b2Cl_hkeEc4Cw50PYSmRTVnRfeUTWVuxnaz6-fDDQ2NAZt-YapdyOSmu7x9IlifpI1672Wh/s400/Huston+joyce+4.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcxvFKIpG-yptHtaEOLGDKSIVqU-vDBTu7lFG7LjEljjvtsc7POaXdC-ZASaGgkW1hIPh8QCvr9fTeVvSgpK1nteo6gDLwq992AdE1InypKbZ07VvkESzJzQX5qQcM8SQOVGAAjLPm0ZBv/s1600/Huston+joyce+5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="591" data-original-width="703" height="336" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcxvFKIpG-yptHtaEOLGDKSIVqU-vDBTu7lFG7LjEljjvtsc7POaXdC-ZASaGgkW1hIPh8QCvr9fTeVvSgpK1nteo6gDLwq992AdE1InypKbZ07VvkESzJzQX5qQcM8SQOVGAAjLPm0ZBv/s400/Huston+joyce+5.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d;"><i>(le immagini sono nel mio archivio personale da molti anni, alcune di esse vengono da giornali di quando uscì il film, non saprei più indicarne l'origine)</i></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/06401398690125983204noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4700602687372596934.post-78969345978088962122020-07-22T15:25:00.000+02:002020-07-22T15:25:16.798+02:00La volpe (Gone to earth)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfYSMMjsuqx6kbD8fzof_V4MrbFFEO524Z3GlU1lz7LnHCvbscPcvYBGBioHho6DFAKSkczTT3UZNKkMctvwIjU01wp10sOaDHxJMv6__uccW_u2a_JQm_OXkbIvDeFZ2BVmemlZ89XbmX/s1600/film-1952.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="977" data-original-width="640" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfYSMMjsuqx6kbD8fzof_V4MrbFFEO524Z3GlU1lz7LnHCvbscPcvYBGBioHho6DFAKSkczTT3UZNKkMctvwIjU01wp10sOaDHxJMv6__uccW_u2a_JQm_OXkbIvDeFZ2BVmemlZ89XbmX/s320/film-1952.jpg" width="209" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La volpe (Gone to Earth, 1950). Scritto
e diretto da Michael Powell ed Emeric Pressburger. Tratto da un
romanzo di Mary Webb. Fotografia: Christopher Challis. Musica: Brian
Easdale. Interpreti: Jennifer Jones, Esmond Knight, Cyril Cusack,
David Farrar, Sybil Thorndike, Edward Chapman, Hugh Griffith, George
Cole, Beatrice Varley, Frances Clare, Raymond Rollett, Gerald Lawson,
e molti altri (nella versione Usa, Joseph Cotten è la voce
narrante). Durata: 110 minuti (versione americana è di 82 minuti,
alcune scene aggiunte sono state girate da Ruben Mamoulian)</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Siamo alla fine dell'Ottocento, in
Inghilterra: la giovane Hazel è figlia di una zingara e di un
bizzarro personaggio, un arpista che è anche falegname, costruttore
di alveari e di bare. Siamo in campagna, nello Shropshire, ai confini
con il Galles (vediamo una pietra miliare che ne segna il confine,
all'inizio del film); Hazel vive con il padre, in un posto isolato;
ha per compagnia la volpe Foxy (una volpe domestica, allevata come se
fosse un cane) e altri animali: un corvo, un coniglio, un gatto. La
mamma di Hazel non c'è più, ma le ha lasciato un quaderno di
appunti, forse stregonerie. Hazel è cresciuta così, nella Natura,
ma ha avuto un'istruzione e la città non è molto distante; è molto
bella e su di lei cominciano ad arrivare sguardi interessati.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sembra l'inizio di un thriller, o
magari di un horror, ma così non è; e va anche detto che
l'interesse di "Gone to earth" è tutto nella sua
realizzazione, sono le immagini, i colori, la recitazione, le musiche
a lasciare ancora oggi incantati, più che il soggetto in sè. Capita
spesso, con Powell e Pressburger; quasi sempre. E' la magia del
cinema, allo stato puro.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMnzvthPl5hTL9GSEVy9eDDhIZo_RD6flDp69r8gwz6I1HXRhfHPjnBHl4VieAS5xfXiojmiC-0elAla-O-voqseGICEOptbY3WUl7fntQF8WXxBuSzy2-rObl4ojrUe1TGlIybAAvBXCT/s1600/gone+to+earth+%25286%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="886" data-original-width="1239" height="285" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMnzvthPl5hTL9GSEVy9eDDhIZo_RD6flDp69r8gwz6I1HXRhfHPjnBHl4VieAS5xfXiojmiC-0elAla-O-voqseGICEOptbY3WUl7fntQF8WXxBuSzy2-rObl4ojrUe1TGlIybAAvBXCT/s400/gone+to+earth+%25286%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"Gone to earth" è un
capolavoro, talmente ricco di archetipi e di motivi profondi che a
tratti mette paura: basti pensare al pozzo della miniera, che si
rivelerà il vero centro degli eventi. Dietro la storia di matrimonio
e tradimento, in sè e per sè una storia come tante che si sono
viste al cinema, e anche dietro al colore locale (lo Shropshire,
l'uso del dialetto, i panorami meravigliosi) troviamo un mondo
inquietante, appena percettibile nella nostra realtà quotidiana, e
che Powell e Pressburger sono maestri nel riuscire a catturare, (si
veda la scena di follia in "Narciso Nero"), impresa
riuscita a pochissimi altri al cinema, come Ingmar Bergman e Andrej
Tarkovskij, e come il miglior Fellini.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSm1lGxq1r8c2l0Xs6oHSGyo1iMbz1al4hODsb5zlUBkbwbQ4uzowDRfM16rycTu0EZQyrrTkblAidp8pjkz6c-gt60VIa5cIhSCvIG_3rTL-SLVVQvKrH-wo72pcaOZtcEE7WOT8Pd9JQ/s1600/gone+to+earth+%25289%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="877" data-original-width="1254" height="278" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSm1lGxq1r8c2l0Xs6oHSGyo1iMbz1al4hODsb5zlUBkbwbQ4uzowDRfM16rycTu0EZQyrrTkblAidp8pjkz6c-gt60VIa5cIhSCvIG_3rTL-SLVVQvKrH-wo72pcaOZtcEE7WOT8Pd9JQ/s400/gone+to+earth+%25289%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"Gone to earth" è il grido
dei cacciatori alla volpe; il padre di Hazel è arpista e costruisce
arnie, ma anche bare. Il pastore battezza Hazel, sua moglie, per
immersione in una sorgente; nella "maledizione" o
giuramento di Hazel, "sposerò il primo che me lo chiede",
c'è un'eco del Freischütz di Carl Maria von Weber, un parallelo
possibile anche per i molti accenni al "cavaliere misterioso"
nel libro lasciato dalla madre a Hazel, e David Farrar ha molto di
quel cavaliere, faunesco o diabolico. Qui Farrar è molto diverso da
se stesso in "Narciso Nero", è più cattivo ma anche più
educato, sembra anche più alto, ma il personaggio ha lo stesso
significato, l'intrusione del mondo "civile" nell'incanto e
nella selvaticità della Natura, intrusione che comprende il sesso.
Nel momento "stregato", cioè l'incontro con Farrar dopo il
matrimonio con il pastore, Hazel fa un incantesimo preso dal libro di
sua madre: alla fine dovrà udire una "musica celestiale",
ed è il brano suonato dal padre con l'arpa, di lontano, che ha
proprio quel titolo (Harps in Heaven), e che Hazel canta alla fiera.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Al minuto 26 si parla del mondo come di
"una trappola", il che mi rimanda a "Stalker" di
Andrej Tarkovskij, la nostra meta finale cosparsa di infinite
trappole in cui bisogna cercare di non cadere, e che l'apparenza
quotidiana ci nasconde - è il padre arpista a dirlo alla figlia,
davanti al pozzo senza fine, in una delle sequenze iniziali. Rimandi
anche a Leos Janacek, "La piccola volpe astuta": la volpe,
gli istinti che non si possono reprimere, lo scorrere del tempo, le
stagioni, la Natura, c'è davvero molto in comune con l'opera di
Janacek (del 1924), a partire dalla volpe addomesticata come un cane,
che qui riesce perfettamente. Un'eco anche di Jane Austen, per il
pastore che sposa la ragazza, e al cinema di Dreyer però in
Inghilterra.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sul libro edito da "Bergamo Film
Meeting" negli anni '80, Michael Powell parla del dialetto dello
Shropshire, che è il suo, in un'intervista che fa pensare a qualcosa
di simile al lavoro fatto da Ermanno Olmi in "L'albero degli
zoccoli", ma è una questione destinata a sfuggire a chi non è
di madrelingua inglese, qui bisognerebbe chiedere a chi è del posto.<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLP5mqFTiOnQUaC1EFH2OSTFF12rOJXEEFWqyFr3wz-BHUjXiXVHVSYl3Z37hxsSEFGuU0PidpB1w4Z0n956ak3RGzJjMOJOsxZAz9K6t2vyhmZQXkbmkUZne4V6sG-LfUX8fLCVTNSnbV/s1600/gone+to+earth+%252813%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="871" data-original-width="1231" height="282" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLP5mqFTiOnQUaC1EFH2OSTFF12rOJXEEFWqyFr3wz-BHUjXiXVHVSYl3Z37hxsSEFGuU0PidpB1w4Z0n956ak3RGzJjMOJOsxZAz9K6t2vyhmZQXkbmkUZne4V6sG-LfUX8fLCVTNSnbV/s400/gone+to+earth+%252813%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Altri possibili rimandi, e appunti
presi durante la visione: 1) Il giardiniere e domestico Vessons (Hugh
Griffith) sembra uscito da un libro di Lewis Carroll, e ha un ruolo
importante. Protegge Hazel nella sua prima notte al castello, poi
verrà deriso e si ribellerà quando, dopo aver sparato ai merli,
porterà i secchi del latte in casa per dimostrare che il latte non
ha preso il colore del sangue, contrariamente alle profezie della
ragazza. 2) Vessons costruisce con pazienza un cigno modellando la
siepe, alla fine manca solo il becco, ed è per finire la sua opera
che non lascerà la casa del suo padrone. 3) quello tra Vessons e lo
Squire è un rapporto simile a quello tra Leporello e Don Giovanni
(se si preferisce, tra Sganarello e Don Giovanni) con la differenza
che Vessons non collabora alle malefatte del padrone, ma si limita
alla cura della casa. 4) a 1h32 Hazel chiama il marito "my
soul", "mia anima", e questa è la vittoria sul nobile
"animalesco": "Ti ha mai chiamato così?" può
ora chiedere il pastore al seduttore. 5) la vittoria finale del
pastore arriva dopo che il seduttore ha maltrattato la piccola volpe.
6) in casa di Hazel non c'è solo la volpe, vediamo anche un
coniglio, un gatto e un corvo, ma solo la volpe ha ruolo da
protagonista. 7) il reverendo Marston prenderà in casa gli animali
di lei, ma mette il fiocco al gatto, il corvo è in gabbia, anche il
coniglio e la volpe sono trattati bene ma meno liberi di prima. 8)
altri rimandi possibili per Dreyer (la scena dei parrocchiani contro
l'adultera), o per Ibsen (La donna del mare, ma non solo) 9) per il
clima di magia e stregoneria, e per l'immersione nella Natura, va
anche ricordato Hawthorne, in particolare "Settimio Felton"
(si veda la preghiera di Marston, al minuto 45). 10) una curiosità
nella scena all'inizio in cui il cugino di Hazel cerca di vendere la
margarina, scontrandosi con un cliente che le nega la nobiltà del
burro, ma poi quando vuole fare un complimento alla cugina le dice
"you're butter", "sei come il burro". La
margarina fu brevettata nel 1869, quindi era una novità assoluta per
l'epoca; può essere fabbricata con qualsiasi tipo di olio o di
grasso, anche di qualità scadente (dipende molto da chi la produce,
insomma).<br />
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAXQe5XW8_JV8uj5OlMQheu3riWn0bihziC39PXIO8Z_Gz7OZXSuEdI-f5al0gUDA7UnDIMbpXf9p4b1AAj-8xZgG1u9Asyeu-atCKH7ir1hOkNd8GWNCsczH9gpunZAUhse92btt-igrY/s1600/gone+to+earth+%252819%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="870" data-original-width="1255" height="276" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAXQe5XW8_JV8uj5OlMQheu3riWn0bihziC39PXIO8Z_Gz7OZXSuEdI-f5al0gUDA7UnDIMbpXf9p4b1AAj-8xZgG1u9Asyeu-atCKH7ir1hOkNd8GWNCsczH9gpunZAUhse92btt-igrY/s400/gone+to+earth+%252819%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Una menzione particolare va alla
fotografia di Christopher Challis, con magnifiche luci e colori
magici (è ottima la copia disponibile su youtube, se avete un buon
televisore). Il direttore della fotografia, come in altri film di
Powell e Pressburger, va considerato come coautore del film, in
particolare per le atmosfere inquietanti che poi verranno rubate da
Roger Corman & Co nei loro troppo lodati horror degli anni '60:
si veda la scena del cane da caccia che ringhia a Hazel, al suo primo
ingresso al castello (David Farrar è un possibile modello per i
personaggi di Vincent Price in quei film). Molto funzionali le
musiche di Brian Easdale, con inserimenti di canzoni popolari
eseguite dalla stessa Jennifer Jones; l'elenco qui sotto viene dal
sito www.imdb.com</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- The Mountain Ash (scritto da Brian
Easdale)<br />
- Sigh No More Ladies (versi di William Shakespeare da
"Much Ado About Nothing") (musica di Brian Easdale)<br />
-
Harps in Heaven (traditional, arrangiato per arpa da Brian Easdale)<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIo0hUsJAijVLTs2Jx_-1eRJ_ftT3iZqWg0P9SKxjb5ruqLTEm2IG8iXFGiZlD_3R7vxNB5SIDnZHwvhjeW_Jl4Zj5GnfG2I-Sp-5EyDodKeHvtSDF0D0RoiQ6NEzuH5faULLIZBvMTZYz/s1600/gone+to+earth+%252823%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="874" data-original-width="1239" height="281" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIo0hUsJAijVLTs2Jx_-1eRJ_ftT3iZqWg0P9SKxjb5ruqLTEm2IG8iXFGiZlD_3R7vxNB5SIDnZHwvhjeW_Jl4Zj5GnfG2I-Sp-5EyDodKeHvtSDF0D0RoiQ6NEzuH5faULLIZBvMTZYz/s400/gone+to+earth+%252823%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Gli attori sono tutti perfetti nei loro
ruoli: Jennifer Jones, americana, era già una diva con all'attivo i
grandi successi di film come Bernadette, Duello al sole, Il ritratto
di Jennie, Madame Bovary. Esmond Knight è il padre di Hazel (che si
chiama Abele, "Abel Woodus", un cognome che rimanda al
legno); Cyril Cusack è un altro attore importante, di origini
irlandesi, che interpreta il reverendo Marston. David Farrar, uno dei
fedelissimi di Powell e Pressburger in quegli anni, è Mr. Reddin, il
ricco seduttore. Sybil Thorndike è la madre del pastore, Hugh
Griffith è il bizzarro maggiordomo Vessons. Il soggetto, tratto da
un romanzo di Mary Webb, probabilmente non è gran cosa; ma la
realizzazione di Powell e Pressburger è magistrale e la visione di
"Gone to earth" è vivamente consigliata a chi ama il
grande cinema.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1bIcuwegTmeGoRdZ5yi2TGx5n1x5QHNPJ5LGMSdW6Yw3SZHGEUDaJeCUdbXcK151YlEs7Ip_bjR5iHm1Ha_kTIQ5PCUfaEcX6iWfglybQWJuAz-0JUNdRPA5pub2PA2AnQFnkHyhcTvZd/s1600/gone+to+earth+%252826%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="870" data-original-width="1266" height="273" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1bIcuwegTmeGoRdZ5yi2TGx5n1x5QHNPJ5LGMSdW6Yw3SZHGEUDaJeCUdbXcK151YlEs7Ip_bjR5iHm1Ha_kTIQ5PCUfaEcX6iWfglybQWJuAz-0JUNdRPA5pub2PA2AnQFnkHyhcTvZd/s400/gone+to+earth+%252826%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-mHtgiP5EnORC_p6L-9o76I2VYzQ-fA15RbaPgbrwdTDlvEwaJXFCwqlehXxTpSMtWYibCvtMqD2JxuqmR4KtT2COa_8sC97xvc7Z00lHs8hWn77PB2mqf0XcFSnhUXIIZ_z7qJRAs-gJ/s1600/gone+to+earth+%252810%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="871" data-original-width="1255" height="277" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-mHtgiP5EnORC_p6L-9o76I2VYzQ-fA15RbaPgbrwdTDlvEwaJXFCwqlehXxTpSMtWYibCvtMqD2JxuqmR4KtT2COa_8sC97xvc7Z00lHs8hWn77PB2mqf0XcFSnhUXIIZ_z7qJRAs-gJ/s400/gone+to+earth+%252810%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiky_E8pKYzRAtFFTeMWCxRf34aXrHNF9z-yCHUGmLVy1New47333Kax92QhuP9_MLi4Od_1EbbqALMTSRZodN33cXsWCi5XgqSsx7RJ-uIX8RUyvWa57LTy5CdXs2OnVKemmKtbZMff4h2/s1600/gone+to+earth+%252814%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="871" data-original-width="1264" height="275" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiky_E8pKYzRAtFFTeMWCxRf34aXrHNF9z-yCHUGmLVy1New47333Kax92QhuP9_MLi4Od_1EbbqALMTSRZodN33cXsWCi5XgqSsx7RJ-uIX8RUyvWa57LTy5CdXs2OnVKemmKtbZMff4h2/s400/gone+to+earth+%252814%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />Giulianohttp://www.blogger.com/profile/06401398690125983204noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4700602687372596934.post-17387202290274722482020-07-18T08:33:00.000+02:002020-07-18T08:38:29.664+02:00Blade Runner 2049<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyRkm6U1uL98cMajwEUF_LoHHNZ-_Qyq6RcW2nQUquR-ntIK-c-vC9zeG6If4W9vHswH7vexOLPwNEKJ-rSviwM0GXVB4OsHjOsErMZw4gqFfqdShgNLO57MY5kl3XFKdraLERg8TkcG4U/s1600/blade-runner-new-imdb+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="674" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyRkm6U1uL98cMajwEUF_LoHHNZ-_Qyq6RcW2nQUquR-ntIK-c-vC9zeG6If4W9vHswH7vexOLPwNEKJ-rSviwM0GXVB4OsHjOsErMZw4gqFfqdShgNLO57MY5kl3XFKdraLERg8TkcG4U/s320/blade-runner-new-imdb+%25281%2529.jpg" width="215" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Blade runner 2049 (2017) Regia di
Denis Villeneuve. Liberamente ispirato ai personaggi di Philip
K.Dick. Sceneggiatura di Hampton Fancher e Michael Green. Fotografia
di Roger Deakins. Musiche di Hans Zimmer e Benjamin Wallfisch, con
citazioni da "Pierino e il lupo" di Sergej Prokofiev.
Interpreti: Ryan Gosling, Harrison Ford, Ana de Armas, Robin Wright,
Sylvia Hoeks, Carla Juri, Jared Leto, e molti altri. Durata: 163
minuti</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il "sequel" di Blade Runner
si svolge nel 2049, cioè trent'anni dopo il primo Blade Runner, che
si immaginava nel 2019. Dura quasi due ore e mezzo ed è diretto da
Denis Villeneuve, che conferma tutto il suo talento anche in un film
come questo, mostrando di avere un background culturale di tutto
rispetto. Per esempio, ci sono molti rimandi alla mitologia classica
(il mito di Orfeo ed Euridice, soprattutto), c'è molto Tarkovskij
(Solaris) a 1h30, soprattutto per le musiche, nella scena d'amore "a
tre" (che porterà ad un terzo episodio?), c'è molto Kubrick
(Odissea nello spazio) a 1h42, il finale con la stanza bianca quando
il giovane replicante giunge a casa di Harrison Ford, c'è anche
Fellini (la Ekberg gigante di "Le tentazioni del dottor
Antonio") per un attimo, nel finale; ma è tutto risolto in
maniera personale, da vero autore. Poi, ci sono anche sganassoni,
sparatorie, arti marziali, qualche sequenza da videogame, ma siamo pur
sempre in ambito commerciale e si sa che bisogna pur campare e
qualcosa bisogna concedere anche a un pubblico meno attento.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDUKfOUdzvmozNlI_c2io299x2R_GFNtFirs2P9yQs6wpghF9KjHVrQa1qYn-av05fRHg-xoh0O5qlXsjJO1cHJrb3PxFGgGYBE4R4NRIY8q-8hAnskThxWWWVgMaehDlaI9YLzY8Rm1HH/s1600/blade-runner-new-imdb+%25286%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="662" data-original-width="1600" height="165" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDUKfOUdzvmozNlI_c2io299x2R_GFNtFirs2P9yQs6wpghF9KjHVrQa1qYn-av05fRHg-xoh0O5qlXsjJO1cHJrb3PxFGgGYBE4R4NRIY8q-8hAnskThxWWWVgMaehDlaI9YLzY8Rm1HH/s400/blade-runner-new-imdb+%25286%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il nuovo "Blade Runner" è
molto diverso dal precedente, non c'è più la Los Angeles formicaio
ma ci sono città deserte e luoghi in rovina; molte sequenze sono in
interni. Il soggetto è questo: si scopre che anche i replicanti
possono avere figli, ed è una sorpresa inaspettata anche se sapevamo
già dal precedente film che la compagna di Harrison Ford era una
replicante progettata in modo diverso dagli altri. C'è un demiurgo
cieco, il creatore di androidi, che vediamo all'opera con una ragazza
adulta ma appena nata, nuda e coperta da una specie di liquido
amniotico (rimando a "Brave new world" di Aldous Huxley);
lo stesso "demiurgo" presenterà ad Harrison Ford anziano,
nel finale, una replica quasi perfetta di Sean Young, la Rachel del
primo "Blade runner": la somiglianza stupisce, ma questa (a
2h14') non ha gli occhi verdi: è un'Euridice falsa, come quella
candomblé di "Orfeo negro" di Marcel Camus.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHnKW0NJQ-YCWWPBGHsPiN_5DUw73ySLp1W6DfkAro0AwcQv33i4fqZvnn5IUYvXbMSorzVJgQ6faFgoxS0BKHz_8xrwPSd8_iSGVZGlEcH161FVy1ax5feDCwPUD2UdjJucKs03ARbKQV/s1600/blade-runner-new-imdb+%252818%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="666" data-original-width="1600" height="166" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHnKW0NJQ-YCWWPBGHsPiN_5DUw73ySLp1W6DfkAro0AwcQv33i4fqZvnn5IUYvXbMSorzVJgQ6faFgoxS0BKHz_8xrwPSd8_iSGVZGlEcH161FVy1ax5feDCwPUD2UdjJucKs03ARbKQV/s400/blade-runner-new-imdb+%252818%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
A 2h08 si fa il nome di Rachel, cioè
la Sean Young del primo film: è la Rachele biblica, "Dio
l'esaudì e la rese feconda" (Genesi, 29-35). La ragazza che fa
compagnia a Ryan Gosling è invece un ologramma, un gioco, ma ha
coscienza di sè; verrà distrutta nel finale, in una delle sequenze
più tristi che io abbia mai visto.
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEih519DbfbzHAOTwrsXWKtJjP3-xcmC8vXe1yAzBRXyC1sw-CArsxZKxR7QR5nLG3JHZLslpjAFKdQPQdEu4cknhzWRq41Jz3Hs0z7aSAgifk8kEsW8wsxnweUNa-tJk66-fn2y-zq_zOAz/s1600/blade-runner-new-imdb+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="666" data-original-width="1600" height="166" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEih519DbfbzHAOTwrsXWKtJjP3-xcmC8vXe1yAzBRXyC1sw-CArsxZKxR7QR5nLG3JHZLslpjAFKdQPQdEu4cknhzWRq41Jz3Hs0z7aSAgifk8kEsW8wsxnweUNa-tJk66-fn2y-zq_zOAz/s400/blade-runner-new-imdb+%25282%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
C'è un blackout energetico nel
passato, che ha distrutto molti dati e ha concesso a Harrison Ford e
ai suoi amici di fare modifiche e depistare le ricerche del nuovo
nato (che è femmina): blackout elettrici si sono già verificati
diverse volte negli ultimi anni, anche in aree ampie e molto abitate,
perfino a New York, e quindi questo dettaglio non va sottovalutato
perché è molto realistico.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ho trovato notevole l'inizio, col
ricercato ucciso da Ryan Gosling: è un anziano replicante, ex
medico, che coltiva aglio "per se stesso" oltre ad allevare
bruchi e larve a scopo alimentare. Da lui, che nascondeva un segreto,
parte tutta la storia.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOZYG0bWX3xmBEG26STgX6It2MmALBzVEfEWs5kkQblWN-w6FbnR5x_6ynwWbebudZEWtbMTb07RRifQi3G278itv4InLRxS7hD2ddkY_0D-JT0AZ5CuOf-UXXq_9zGnC6pRkG4R3iXOFC/s1600/blade-runner-new-imdb+%252814%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="514" data-original-width="1280" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOZYG0bWX3xmBEG26STgX6It2MmALBzVEfEWs5kkQblWN-w6FbnR5x_6ynwWbebudZEWtbMTb07RRifQi3G278itv4InLRxS7hD2ddkY_0D-JT0AZ5CuOf-UXXq_9zGnC6pRkG4R3iXOFC/s400/blade-runner-new-imdb+%252814%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ryan Gosling ha sulla suoneria del
telefonino "Pierino e il lupo" di Prokofiev, ed è un altro
dettaglio che rivela l'ottimo background culturale degli autori. Mi
ha incuriosito nel finale leggere l'insegna "STELLINE
LABORATORY": si direbbe una parola italiana, ed è il posto dove
lavora la figlia di Harrison Ford e di Sean Young che si chiama Ana
Stelline, una ricercatrice che inventa le memorie artificiali e i
ricordi falsi dell'infanzia, per i replicanti - ma di più non posso
dire per non rovinare la visione del film a chi ancora non lo
conoscesse.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2hK_55uDSXoW1U_aA44BD2Gk3HYP7_812lhMX0VPIPkS_dBNQj8tBd0CNrsa_Zys2KM11V82C57qg6fWfwaa56SWSUT0ZUEKtypaUH869_bXuIj9NYARLs4u0jlZlbQCya5iGkTwOvFNF/s1600/blade-runner-new-imdb+%252831%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="662" data-original-width="1600" height="165" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2hK_55uDSXoW1U_aA44BD2Gk3HYP7_812lhMX0VPIPkS_dBNQj8tBd0CNrsa_Zys2KM11V82C57qg6fWfwaa56SWSUT0ZUEKtypaUH869_bXuIj9NYARLs4u0jlZlbQCya5iGkTwOvFNF/s400/blade-runner-new-imdb+%252831%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Al minuto 36 il demiurgo cieco, davanti
alla "nascita" della ragazza nuda, che poi ucciderà, dice
queste cose: <span style="color: #0c343d;">« il primo pensiero si rivolge alla paura... preservare
l'argilla... è affascinante, prima di sapere che cosa siamo temiamo
di perderlo. Benvenuta. (...) Ogni progresso della civiltà è
stato costruito sulle spalle di manodopera sacrificabile. Non abbiamo
più lo stomaco per gli schiavi, a meno che non siano artificiali. »</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Non mi sono segnato i nomi degli autori
della sceneggiatura, qui la realizzazione filmica non mi soddisfa
molto, e si poteva fare meglio ma queste frasi sono notevoli: quando
si nasce, il primo pensiero è la paura, paura di morire forse, di
rovinare l'argilla di cui siamo fatti (appena nati sappiamo di essere
argilla), non è solo Adamo ma anche Gilgamesh, abbiamo paura di
perdere noi stessi anche se non sappiamo ancora di essere noi stessi
(né mai lo sapremo). Molto importante, ma non del tutto sviluppato, il
tema dello schiavismo e dello sfruttamento del lavoro: una
maledizione che accompagna tutta la storia dell'umanità, e che è
stato solo in parte eliminato a partire da metà '700, cioè
dall'Illuminismo e dalla Rivoluzione Francese, e poi dal socialismo
di metà '800. Prima di queste date, è sempre bene ricordarlo, non
c'era solo lo schiavismo ma anche il lavoro minorile, e le condizioni
di vita dei lavoratori erano pessime. Tra il 1945 e l'oggi, in questa
parte d'Europa, abbiamo vissuto un periodo in cui queste maledizioni
sono state debellate; ma il rischio di tornare indietro a quelle
maledizioni antiche è sempre più grande e non è detto che riguardi
altri, probabilmente ci toccherà in prima persona. Mi sarebbe
piaciuto vedere più sviluppato questo tema, ma capisco che si tratta
pur sempre di un film di intrattenimento ed è già molto quello che
è stato possibile comunicare.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgu08M4gJba8LQYcvRT_lCQkXP_h93YuVme7R1GCF9thOlIBjWBct31AjGY3Xmou_Fzxdpeq4ZJlfGK-bz3IniUYQu_BVx-wKTORN9tqlsuWIUdr7v2OSzn4b7dbTOOqzdQM3O1jeRkXYP4/s1600/blade-runner-new-imdb+%25284%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="631" data-original-width="1366" height="183" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgu08M4gJba8LQYcvRT_lCQkXP_h93YuVme7R1GCF9thOlIBjWBct31AjGY3Xmou_Fzxdpeq4ZJlfGK-bz3IniUYQu_BVx-wKTORN9tqlsuWIUdr7v2OSzn4b7dbTOOqzdQM3O1jeRkXYP4/s400/blade-runner-new-imdb+%25284%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Gli autori di "Blade Runner 2049"
si chiamano Hampton Fancher (classe 1938, già tra gli autori del
primo Blade Runner) e Michael Green (più giovane, autore di
Wolverine); il soggetto originale è di Philip K. Dick, spero che
tutti lo sappiano. Gli attori e le attrici sono quasi tutti molto
giovani, a parte Harrison Ford (ottima prova d'attore ancora una
volta): alcuni sono già noti come Ryan Gosling e Robin Wright, altri
come Ana de Armas (l'ologramma con coscienza di sè), Sylvia Hoeks
(una specie di terminator in versione femminile) e Carla Juri (Ana
Stelline) per adesso si fanno notare come presenza, il loro futuro è
tutto da scrivere e auguro loro molta fortuna.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
C'è molto di più nel film rispetto a
quello che avete letto fin qui, ma mi sembra giusto lasciare almeno
un po' di sorpresa a chi non ha ancora visto Blade Runner, magari
nemmeno il primo.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZSSmy_gpoO9mn5VUhS3XD-LTiK7-RDTqoq-PZWysme0wcs7HAKtK6f1ngh_Q6JB4O5N64FMLjqD3Xa0lxS3iRvVuf1_zollcUf3WwpwBvqoWpMpDke4CQ9DN1M89i7mGhhKGNkzHw-jIe/s1600/blade-runner-new-imdb+%25285%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="663" data-original-width="1600" height="165" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZSSmy_gpoO9mn5VUhS3XD-LTiK7-RDTqoq-PZWysme0wcs7HAKtK6f1ngh_Q6JB4O5N64FMLjqD3Xa0lxS3iRvVuf1_zollcUf3WwpwBvqoWpMpDke4CQ9DN1M89i7mGhhKGNkzHw-jIe/s400/blade-runner-new-imdb+%25285%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlTWdKvIwDO5iDwRqEzQ8LeRnQlo2u-OJGqF6CZSODAV8Nl-ptjoNpcTPPKuAsBwTdCh5igW270LbTFb2gk1xCaR1GEf3u8ssU2zmpCTI2ofp24DR3qWL_V8Zjv0pf7AN7BwtyXEjtm3gd/s1600/blade-runner-new-imdb+%25287%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="536" data-original-width="1280" height="167" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlTWdKvIwDO5iDwRqEzQ8LeRnQlo2u-OJGqF6CZSODAV8Nl-ptjoNpcTPPKuAsBwTdCh5igW270LbTFb2gk1xCaR1GEf3u8ssU2zmpCTI2ofp24DR3qWL_V8Zjv0pf7AN7BwtyXEjtm3gd/s400/blade-runner-new-imdb+%25287%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgR3Rq4OcLLDflx4Bi0vJogvOIXVS0-utZXZLuyAl70fGTcmCiAhwKBcjHu-1tGDLqgU_okk-TZOoGGrmrmF5TQGTXLd6nMyNdCz2_ttnelrBIgsQsegbn7pCHmeLqjFxFff_CgHkUkd41f/s1600/blade-runner-new-imdb+%252815%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="514" data-original-width="1280" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgR3Rq4OcLLDflx4Bi0vJogvOIXVS0-utZXZLuyAl70fGTcmCiAhwKBcjHu-1tGDLqgU_okk-TZOoGGrmrmF5TQGTXLd6nMyNdCz2_ttnelrBIgsQsegbn7pCHmeLqjFxFff_CgHkUkd41f/s400/blade-runner-new-imdb+%252815%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifKbO9PgUn8BShdICbKuftiHFU7Q_6PvFbQ3VHqN9cACLQopgxBrWYfL_KmYvnf-T-UHeVWql7zu60D3w0aocGIHPbJiYyVy6zEnwzUwg9GZk9Jmbt_ZAM0CMsKo4Xs9_iawzEsSQmWxUS/s1600/blade-runner-new-imdb+%252829%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="699" data-original-width="1049" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifKbO9PgUn8BShdICbKuftiHFU7Q_6PvFbQ3VHqN9cACLQopgxBrWYfL_KmYvnf-T-UHeVWql7zu60D3w0aocGIHPbJiYyVy6zEnwzUwg9GZk9Jmbt_ZAM0CMsKo4Xs9_iawzEsSQmWxUS/s400/blade-runner-new-imdb+%252829%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<i>(le immagini vengono dal sito www.imdb.com)</i></div>
<br /></div>
<br />Giulianohttp://www.blogger.com/profile/06401398690125983204noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4700602687372596934.post-30703917527768128452020-07-13T07:42:00.000+02:002020-07-13T07:50:32.561+02:00Le serie tv, "belle come al cinema"<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhO2VRUE_XnNUP2AMGb9aDD9g0AXoP-XYmXJtfvS6jD9fyvTYUCrVs4F04kIGwzOQvW4SGy72w58EFDqbVhV9hXlfH3zLNj68X5JTck9OjtAqaDJpZ17trhA7LbR8zpX3WyVnEe-Zp_wF44/s1600/ozu-1959-good-morning.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="933" data-original-width="1280" height="291" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhO2VRUE_XnNUP2AMGb9aDD9g0AXoP-XYmXJtfvS6jD9fyvTYUCrVs4F04kIGwzOQvW4SGy72w58EFDqbVhV9hXlfH3zLNj68X5JTck9OjtAqaDJpZ17trhA7LbR8zpX3WyVnEe-Zp_wF44/s400/ozu-1959-good-morning.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
Quella sulle serie tv "belle come
il cinema" è una frase che si è letta e ascoltata spesso negli
ultimi anni, un po' in tutti i contesti (giornali,tv, radio,
internet...). Io l'ho sempre considerata come uno slogan
promozionale, soprattutto in orbita Netflix, e mi limitavo a
un'alzata di spalle perché so da tempo che contano gli autori
(attori, registi, sceneggiatori) più che il formato; ma ormai questa
frase è obsoleta, quasi scomparsa dalla circolazione perchè si dà
il fatto per scontato, "tutti guardano le serie tv" e la
questione non esiste nemmeno più. Dato che io non faccio parte di
quel "tutti" posso scrivere qualche riflessione in merito.<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
I nuovi canali tv, da Netflix a Tim
Vision a Raiplay (fate voi), basano la loro campagna per gli
abbonamenti quasi soltanto sulle serie tv; e mi sta bene, ma prima di
spendere soldi per abbonarmi ho cercato di capire quali altri film
avessero in archivio, Sky compresa, e non ci sono riuscito. Non si
usa più fare un elenco per titolo o per autore, così che basti un
motore di ricerca interno per vedere se nel catalogo c'è quello che
sto cercando; ci sono le "promozioni" e le spiegazioni, un
riassuntino della trama, un'immagine a caso, e soprattutto si dà per
scontato che a tutti interessi solo quella data cosa e non altro. E'
un po' la replica del sistema utilizzato dalle tv del digitale
terrestre (Iris, RaiMovie, etc), in prima serata "quello che
guardano tutti" e il resto, capolavori compresi, a notte fonda o
alle sei del mattino, da usare come riempitivo. Eppure, anche con i
film del passato si può fare audience e molti canali youtube lo
dimostrano.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
E' una mentalità diffusissima e
invasiva, applicata anche al passato: facendo una ricerca su Raiplay
trovo scritto cose come "Michelangelo prima serie",
"Leonardo prima serie", "Vita di Dante prima serie",
come se fosse Beautiful, cioè come se dopo aver raccontato la vita
di Dante, Michelangelo e Raffaello i nostri eroi potessero continuare
a vivere nuove avventure in un sequel. Viene da dire: magari ci fosse
stata la possibilità di girare un seguito sulla vita di Leonardo...</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoBFLt2dOKbr700acjCFDYoK1rNK8FfekzY0dWttKSAQthCWIv_6Ec98eAe7k-tSsJw6CvDQiAaqnEcR_A2ZuQVEgtGdTxxoocqkNRROIGA_q1HoU5tWZTzTnDABYtkMzU7IoUB9HF3Epr/s1600/patrick-mc-goohan.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="750" data-original-width="441" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoBFLt2dOKbr700acjCFDYoK1rNK8FfekzY0dWttKSAQthCWIv_6Ec98eAe7k-tSsJw6CvDQiAaqnEcR_A2ZuQVEgtGdTxxoocqkNRROIGA_q1HoU5tWZTzTnDABYtkMzU7IoUB9HF3Epr/s320/patrick-mc-goohan.jpg" width="188" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Le serie tv, o i telefilm, chiamateli
come volete - in realtà conta chi c'è dietro, se è un autore vero
anche la soap opera o la telenovela o lo sceneggiato possono essere
dei capolavori, dipende sempre da chi li fa - in verità ci sono
sempre state, e i registi del cinema d'autore che hanno girato per la
tv o in modo seriale film e sceneggiati sono molti, alcuni dei quali
hanno realizzato autentici capolavori. Qualche titolo: "Heimat"
di Edgar Reitz, "Decalogo" di Kieslowski, il Francesco Rosi
di "Cristo si è fermato a Eboli", "I Clowns" e
"Prova d'orchestra" di Fellini, "Padre padrone"
dei Taviani, "L'albero degli zoccoli" e tutti i film di
Ermanno Olmi, l'elenco è lunghissimo e parte da lontano, sicuramente
dagli anni '70 in cui la Rai fece incetta di premi a Cannes e in
tutti i principali festival del cinema nel mondo. Questi film
uscivano al cinema, anche quelli di dodici ore, ma per la tv si è
sempre lavorato e con ottimi risultati. Lavorare non su un film di
un'ora e mezza ma su sei o dodici ore può essere un'ottima cosa, se
vuoi fare Tolstoi per esempio, e anche questa non è una novità (la
si spaccia per novità, ma così non è) ma devi avere delle idee e
saperle portare avanti, e questo con le "serie tv" non
sempre succede.</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ho visto molti telefilm "a
puntate": da bambino mi piaceva "Rin tin tin", poi
"Forte Coraggio", che era divertente, uno dei miei
preferiti; e molti altri telefilm sia da bambino che da adulto. C'era
però una caratteristica costante: dopo le prime dieci puntate
cominciavano ad essere meno belli. Gli autori, dopo aver bene
impostato i personaggi, dopo un po' non sapevano più cosa fargli
fare, e si vedeva. Un po' meglio andava con serie come Bonanza, che
però a un certo punto dovette chiudere. Ho voluto rivedere di
recente una serie molto famosa, oggi si direbbe un "cult",
quella del "Prigioniero" con Patrick Mc Gowan, e ho
ritrovato le stesse impressioni avute negli anni '60 e '70: tutto
molto bello, l'idea originale, gli attori e le attrici, le
scenografie, i colori originali, le location, però dopo la prima
puntata tutto diventava molto ripetitivo e anche un tantino noioso.
La serie del "Prigioniero", con il protagonista
misteriosamente rapito e portato senza spiegazioni in un posto
piacevole ma dal quale non si poteva fuggire, di fatto non ebbe mai
un finale. Per essere più precisi: il finale esiste, ma è deludente
e sembra appiccicato lì per esigenze di produzione. La stessa
sensazione l'ho provata in anni recenti con "Lost": tutto
bello, attori, location, idee di partenza (non siamo molto distanti
dal "Prigioniero") ma a un certo punto mi sono chiesto se
mi stavano prendevano in giro e ho lasciato perdere. Sensazioni
simili le ho avute con i telefilm "Ufo" degli anni '70, e
anche con "Star Trek" che ho sempre trovato molto
ripetitivo (parlo dei telefilm). Insomma, personalmente preferisco
che ci sia un inizio, uno svolgimento e una conclusione; e in questo
avere un limite di tempo aiuta, a meno che non si tratti di Guerra e
Pace e di altre storie che non si possono comprimere in un'ora e
mezza. Ma qui siamo nel campo dei pareri personali, come è ovvio;
liberi di farvi piacere le serie tv e di passare la vostre vite
davanti al "Trono di spade", se a voi piace.
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJtTDNKd8kJymefc2lyF7iWquik_ZxAjiOulf13tEe3eTszi_zLHhhL0NaFQcWCWvZi1PpEpJDqFK6PAwj8MIOwLie88QHKIAQCWYyL9WJKyRhjWhXMERqdU_8n12wOfk-03lXCHz9h8Za/s1600/larry+storch+melodie+patterson.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="304" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJtTDNKd8kJymefc2lyF7iWquik_ZxAjiOulf13tEe3eTszi_zLHhhL0NaFQcWCWvZi1PpEpJDqFK6PAwj8MIOwLie88QHKIAQCWYyL9WJKyRhjWhXMERqdU_8n12wOfk-03lXCHz9h8Za/s320/larry+storch+melodie+patterson.jpg" width="243" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Intervistati, attori e registi
importanti di cinema e di teatro dicono che sono felici di lavorare
per la tv, che offre loro tante possibilità, eccetera: non so quanto
siano sinceri. La realtà è che si tratta di lavoro, le nuove
generazioni non vanno più al cinema, se vuoi fare l'attore il lavoro
è questo qui, da qui arrivano i soldi: non dal teatro né dal cinema
ma dalle serie tv. O fai le serie tv, o cambi mestiere, magari ti
tocca anche di andare a lavorare. Se a Scorsese o ai fratelli Coen
arrivano offerte da Netflix, cosa vuoi che facciano? Se Jude Law e
Cate Blanchett ricevono ricche offerte per recitare in una serie tv,
vuoi forse che si tirino indietro? La stessa cosa ho pensato di
recente per la musica, con il violoncellista Mario Brunello che -
unico tra i grandi concertisti - si è dichiarato favorevole allo
streaming: lì per lì sono rimasto perplesso, da lui non me lo
aspettavo, ma poi ho concluso che è lo streaming che ti dà i soldi,
ormai, e che probabilmente è questa la ragione della presa di
posizione di Brunello, così come dei Coen e di Scorsese nei loro
rispettivi ambiti. Bisogna pur guadagnare, per andare avanti, a meno
che non si sia ricchi di famiglia.</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Concludo con alcuni estratti da
un'intervista recente con un'esperta del genere, che mi sembrano
significativi; questa intervista mette in evidenza la mancanza di una
vera critica, sostituita da fans militanti e da uffici stampa. C'è
da fidarsi? Io direi di no, e anche se so di lasciare qualcosa di bello
per strada, non ho voglia di perdere tempo con queste cose. Prima di
chiudere ricordo per un istante "Beautiful" e "Un
posto al sole", che guardavo per fare compagnia a mia mamma,
dove mi toccava constatare con sgomento che da un giorno con l'altro
i bambini diventavano ventenni e i loro genitori passavano da
ventenni a quarantenni e poi subito nonni. Letteralmente, da una
puntata all'altra, come se fosse una cosa normale. Per il resto, "Friends",
"Happy Days"... se vi piace guardateli pure, io vado a fare
qualcos'altro.</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d; font-size: small;">Intervista con Emily
Nussbaum</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d; font-size: small;">di Riccardo Staglianò, La
Repubblica 29 maggio 2020</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="color: #0c343d;">La televisione era
spazzatura. Peggio, era «gomma da masticare per gli occhi», secondo
la definizione splendidamente feroce del critico teatrale John Mason
Brown. Intrattenimento sempre, arte mai. Un ingombrante pezzo di
mobilio. Un medium senza speranza dove «la volgarità è innalzata a
potere. Il potere viene abbassato verso la volgarità» sentenziava
nel 1980 sul NewYorker George W.S. Trow. Epperò insidioso: «Un
additivo sospetto che le aziende avevano aggiunto all'acqua corrente
della cultura, un elemento in grado di indebolire la spina dorsale
dello spirito» </span><span style="font-size: small;"><span style="color: #0c343d;">ricorda oggi Emily
Nussbaum, che della medesima rivista è stata a lungo critica
televisiva, premio Pulitzer e autrice degli articoli di intelligenza
pirotecnica raccolti in "Mi piace guardare" (minimum fax).
Poi sono successe delle cose. Era il 1999 ed è arrivata I Soprano,
«una serie per adulti, qualcosa di cui vantarsi e non scusarsi. E fu
quella che definì il modello di “televisione di qualità".
(...) « I Soprano enfatizzava l’immaginario più che l'azione, i
personaggi più che la trama, attraverso linee narrative spesso
lasciate in sospeso a vantaggio della costruzione della storia. Dava
l'impressione di un romanzo e sembrava un film».</span> </span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><i>(mio commento
personalissimo: "I Soprano" mi è sempre sembrato una
sequenza di luoghi comuni e rimasticature; questo può essere un mio
parere discutibile come tutti i pareri, ma quelle della Nussbaum sono
definizioni da ultrà, da fan sfegatati, senza riscontri e senza
analisi; un "ipse dixit", anch'esse personalissime opinioni
più che discutibili).</i></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMRj6iveUGpx1OZgUZuNnO5R3hhG0GjBG91orVPBmzHx63mB_hYvWLUJJV9p5yESSVzIJkoP5Z2YanrIm5QTaMkCdxD56WYszBm52pEm0RvXsrfCYeJ-y-xiXmZojZ0hscaqzXJcXC8V4m/s1600/bonanza-natale.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="503" data-original-width="500" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMRj6iveUGpx1OZgUZuNnO5R3hhG0GjBG91orVPBmzHx63mB_hYvWLUJJV9p5yESSVzIJkoP5Z2YanrIm5QTaMkCdxD56WYszBm52pEm0RvXsrfCYeJ-y-xiXmZojZ0hscaqzXJcXC8V4m/s320/bonanza-natale.jpg" width="318" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d;"> <span style="font-size: small;">« (...) cruciale è
stato il passaggio dal modello pubblicitario a quello degli
abbonamenti. Finché i soldi si facevano solo con gli spot servivano
programmi che garantissero un pubblico sufficientemente vasto
affinché chi produceva corn flakes o auto ritenesse vantaggioso
spendere una fortuna per raggiungerlo. Non si poteva osare troppo,
perché servivano numeri importanti. Quando invece si è cominciato a
pagare direttamente i canali con gli show si è potuto pensare di
fare anche una mini-serie per una nicchia. Perché il plurale di
nicchie fa comunque pubblico».</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><i>(a me sembra l'elogio
della Rai anni 50-70, ma anche dei giornali come L'Espresso o il
Manifesto, del cinema, dei giornali dell'Ottocento, eccetera; e
comunque si può ricordare che molti registi di cinema per ottenere
questa libertà decisero di fondare proprie case di produzione, da
Charlie Chaplin a Wim Wenders, la lista è lunga e ormai più che
centenaria)</i></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdHxxD4nVpH1cyucnzc33OeSsQeZMi2plggcY2Ur22Oy9oAPK0KBHhuFpOJ5kPsQnDFjha-1nGXz_68TdU-oGgG-s5__woUTuSELJHndaU80-pzE9pWq7bhMvOxsZdaXb6CssOnhb854hn/s1600/maxwell-smart.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="461" data-original-width="500" height="295" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdHxxD4nVpH1cyucnzc33OeSsQeZMi2plggcY2Ur22Oy9oAPK0KBHhuFpOJ5kPsQnDFjha-1nGXz_68TdU-oGgG-s5__woUTuSELJHndaU80-pzE9pWq7bhMvOxsZdaXb6CssOnhb854hn/s320/maxwell-smart.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d; font-size: small;">- E' troppo dire che quel
passaggio ha coinciso con quello da protagonisti positivi ad
anti-eroi?</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d;"> <span style="font-size: small;">« Una vecchia regola tra
gli sceneggiatori era di non creare mai personaggi che non avremmo
voluto far entrare in casa nostra. Autori come David Chase (Soprano)
sono cresciuti odiando quelle regole e la tv che ne derivava. Ora
quella generazione ha vinto e lo spettro di personaggi che ci piace
vedere si è allargato a dismisura. Carrie Bradshaw (Sex & the
City) è stata la prima anti-eroina televisiva femminile. Tony
Soprano,WalterWhite di Breaking Bad, le spie di The Americans sono
tutte persone che, a cose normali, starebbero in prigione e non nel
nostro salotto. E invece li facciamo accomodare e gli offriamo anche
da bere».</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><i>(mie osservazioni:
queste cose c'erano già nel cinema degli anni '30, storie di
gangsters e di banditi si sono sempre fatte, anche in tv; e,
soprattutto: ma questi cosa leggono, cosa studiano, quante ore
passano davanti a scemenze, come si fa a vivere di sole cose come queste...)</i></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d; font-size: small;">- Lei scrive che un altro
agente di cambiamento è stato il pulsante "pausa" sul
telecomando, che ha</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d; font-size: small;">trasformato lo spettacolo
da un flusso a un testo...</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d; font-size: small;">« E' così. Prima c'erano
stati i videoregistratori ma era tutto molto laborioso. Quando è
stato facile fermare le immagini, risentire un passaggio, magari
cercare su internet un riferimento, di colpo nessuna storia è
diventata troppo complessa o audace da far digerire. I dialoghi
pensati da David Simon per The Wire erano così densi che non
sarebbero stati concepibili senza la possibilità di fermarsi un
attimo. E no, vi assicuro, non è una cosa che fanno solo i critici o
i fan ossessivi. Da onanistica qual era, guardare la tv é diventata
una pratica molto più sociale».</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><i>(ripeto: ma da dove
vengono, dove vivono, cosa fanno, quanti anni hanno? con le vhs e con
i dvd era già possibile tornare indietro e mettere in pausa un film
già trent'anni fa...sembra che stiano dicendo che oggi "anche
un cretino può farlo") (e io che guardavo Bergman e Kurosawa e
Tarkovskij al cinema, in sala, al buio, senza la possibilità di
fermarsi e rivedere: forse oggi manca la capacità di capire un film
dall'inizio alla fine, manca la concentrazione necessaria, non si
riesce a stare attenti più di dieci minuti di fila, è questo che
stanno dicendo?...)</i></span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxHQjT1Ltru0deXH-a5bDSyjnfhiuoFYb_vO76a1lh_5KtwiOLiEA_DiU6MES5nJyXMfbmfE6c62MdrTPe09Pn08dZ4t5Y27NQocdDHZGJPWEXwHzoSVLRcFHZPA0sqBzzqSMwBhbUYq6I/s1600/telefilmo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="462" data-original-width="709" height="260" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxHQjT1Ltru0deXH-a5bDSyjnfhiuoFYb_vO76a1lh_5KtwiOLiEA_DiU6MES5nJyXMfbmfE6c62MdrTPe09Pn08dZ4t5Y27NQocdDHZGJPWEXwHzoSVLRcFHZPA0sqBzzqSMwBhbUYq6I/s400/telefilmo.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">(...)</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="color: #0c343d;">- E com'è possibile
allora che dalla raccolta sia rimasto fuori Breaking Bad? E il suo
prequel Better <span style="font-size: small;">Call Saul?</span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d;"> <span style="font-size: small;">«Ahahaha! Un po'
rimpiango di non averla inclusa. Avevo cominciato a scriverne quando
poi mi è venuta un'idea per un saggio su Archie Bunker, protagonista
di una grandiosa vecchia serie, che mi ha dato modo di affrontare il
tema dei "bad fan", i"fan cattivi", ovvero quelli
che tifano spudoratamente perché il protagonista continui a fare
cose riprovevoli, come per White vendere metanfetamina. E non volevo
ripetermi! A dire tutta la verità, ho un problema con il finale
della serie: è come se gli autori si fossero innamorati troppo della
loro creatura, in una sorta di transfert psicoanalitico che non mi ha
convinto. Per non dire dell'altro problema con Skylar, la moglie.
Insomma, riconosco che è una grande serie, ma con alcune riserve.
Quanto a BCS, non ho amato la prima stagione e mi sono arenata. Poi
mi è capitato di sentire amici che mi invitavano a riprovare,
dicendo che avevano anche risolto alcuni dei punti critici di BB,
incluso migliorare lo spessore dei personaggi femminili. Se me lo
dice anche lei magari ci riproverò!».</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><em>(mi viene da dire: "ma,
e andare a lavorare?". La maggior parte della gente lavora, ha
una vita oltre la tv, ma questa qui non sa cos'è una fabbrica...)
(sono sorpreso che un bravo giornalista come Staglianò si presti a
queste cose, e se questa è davvero Emily Nussbaum significa che il
livello della critica è davvero infimo, e se danno poi il Pulitzer a
una così...) (mamma mia)</em></span><br />
<em></em><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHN4LqmR7tPlQz3cR8eIW6sDDPp8xEUKLmejpyHHIpRQ1Z156NtJs3GK2jp6l2TIcqQrb3CpdVhJxOPzYFwCGZeDQu6AvxS3OwfL2CMWfui0fIdklYTpDQJFBk4XUt-V6z6pSalqLVhpGs/s1600/tv-1978.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="713" data-original-width="500" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHN4LqmR7tPlQz3cR8eIW6sDDPp8xEUKLmejpyHHIpRQ1Z156NtJs3GK2jp6l2TIcqQrb3CpdVhJxOPzYFwCGZeDQu6AvxS3OwfL2CMWfui0fIdklYTpDQJFBk4XUt-V6z6pSalqLVhpGs/s320/tv-1978.jpg" width="224" /></a></div>
<em></em><br />
<em>(nelle immagini, dall'alto: un fotogramma da "Good morning" di Yasujiro Ozu, 1959; "The prisoner" con Patrick Mc Gowan; Larry Storch e Melodie Patterson in "Forte Coraggio"; Bonanza; Get Smart; Fame-Saranno famosi; dell'ultima non ricordo il titolo italiano, è un antenato di "Friends" che ebbe molte riprese e molto successo)</em></div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/06401398690125983204noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4700602687372596934.post-667487110476391772020-07-10T08:23:00.000+02:002020-07-10T08:23:43.297+02:00Non toccare la donna bianca<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgW217Ztp1fAvqgdDFUK7Ds2C7EQPVmGII1xfmRMyyptUhVl6feBQp88OOP4q0ip7SxWqaLvfRAMKQFrktgGKUllcNcn1kNRfxgV2Nyom2yW3XZyDsAK498P3SqsJOjdOVt-JSYBK0D3gQU/s1600/ferreri-da-imdb-%25284%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="700" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgW217Ztp1fAvqgdDFUK7Ds2C7EQPVmGII1xfmRMyyptUhVl6feBQp88OOP4q0ip7SxWqaLvfRAMKQFrktgGKUllcNcn1kNRfxgV2Nyom2yW3XZyDsAK498P3SqsJOjdOVt-JSYBK0D3gQU/s320/ferreri-da-imdb-%25284%2529.jpg" width="224" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Non toccare la donna bianca (1974)
Regia di Marco Ferreri. Scritto da Marco Ferreri e Rafael Azcona.
Fotografia di Etienne Becker. Musiche di Philippe Sarde, con
citazione dal "Gianni Schicchi" di Puccini. Interpreti:
Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi, Philippe Noiret, Michel Piccoli,
Henri Piccoli, Alain Cuny, Serge Reggiani, Catherine Deneuve, Monique
Chaumette, Paolo Villaggio, Franco Fabrizi, Danny Cowl, Franca
Bettoia, Marco Ferreri, Francine Custer, Gianmarco Tognazzi, e molti
altri. Durata: 1h45'</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"Non toccare la donna bianca"
esce nel 1974, subito dopo "La grande abbuffata" e subito
prima di "L'ultima donna"; è il periodo di maggior
successo per Marco Ferreri, che può contare su attori amici e
complici, tutti di grandi qualità e di grande popolarità. Il punto
di partenza è il western classico, e più precisamente uno dei
grandi momenti dell'epica americana, la battaglia di Little Big Horn
con Toro Seduto, il generale Custer e il Settimo Cavalleggeri, ma
tutto rivisitato in una maniera a metà strada fra la satira politica
e il puro divertimento, come se autori e attori fossero tornati
bambini e volessero giocare ai cowboys e agli indiani.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSzqDRi1dxaGSLYoTgqb24RupCuQo7_m8MXqzonPkZv3eHoQTx_wM15xTlB9PpuHfYWyHo6r-8b27qSSXJo_-IdT7rrRAo7jImrjv1KVWh4lACgYZgSofTqxSrD6ZRb65hu7mkScoIJadO/s1600/ferreri-da-imdb-%25286%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="700" data-original-width="935" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSzqDRi1dxaGSLYoTgqb24RupCuQo7_m8MXqzonPkZv3eHoQTx_wM15xTlB9PpuHfYWyHo6r-8b27qSSXJo_-IdT7rrRAo7jImrjv1KVWh4lACgYZgSofTqxSrD6ZRb65hu7mkScoIJadO/s320/ferreri-da-imdb-%25286%2529.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Visto da oggi, dopo più di
quarant'anni, la prima impressione è che il divertimento venga prima
di ogni altra cosa: il film è divertente e tutti i partecipanti vi
appaiono molto divertiti, è un bel gioco e si gioca. Dietro ci sono
discorsi seri e profondi: gli indiani, Custer, la proprietà privata,
bisognerebbe riparametrarsi a quel 1974 e non è sempre facile anche
se alcuni temi si colgono ancora, come il personaggio collegato alla
CIA (interpretato da Paolo Villaggio) che fa pensare a Henry
Kissinger, al colpo di Stato in Cile del 1973, a Piazza Fontana
(1969), e prima ancora a Mossadeq in Iran (anni '50), alla morte di
Enrico Mattei, e a tanto altro ancora. Tutto però è volto in gioco,
in scherzo, e penso che sia quasi impossibile per una persona che ha
meno di trent'anni riuscire a capire bene cosa succede in "Non
toccare la donna bianca"; e probabilmente anche chi ha più di
quarant'anni avrà perso la memoria su cosa succedeva in quegli anni,
e che purtroppo continua a succedere ancora (non da noi, per ora, per
nostra fortuna).
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSeqNH5REzJNmw1Q41CFhSsVW6gt3vIb-N5gBMjlyhyv3FlKMpGlfRGIT4xgGjkwz9rWeK3feWNkMzZBA8yx2FUCgHdvIHEBopkEvy-6tDU_P7MiQoSF9zyaqTnsi2GDA434n_UFHOVu8w/s1600/ferreri2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="284" data-original-width="399" height="227" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSeqNH5REzJNmw1Q41CFhSsVW6gt3vIb-N5gBMjlyhyv3FlKMpGlfRGIT4xgGjkwz9rWeK3feWNkMzZBA8yx2FUCgHdvIHEBopkEvy-6tDU_P7MiQoSF9zyaqTnsi2GDA434n_UFHOVu8w/s320/ferreri2.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per divertirsi con "Non toccare la
donna bianca", inoltre, bisogna aver visto tanti western, ma
proprio tanti, e di quelli veri; per mia fortuna, ho l'età giusta
per poter capire e gustare le molte citazioni presenti nella
sceneggiatura, ma non è detto che sia così per tutti. Un titolo di
riferimento, quasi d'obbligo, è "Il massacro di Fort Apache"
di John Ford, del 1948, con Henry Fonda e John Wayne, dove il nome di
Custer non viene mai fatto ma dove i riferimenti a Custer sono molti
e molto evidenti; e magari anche "Piccolo grande uomo" di
Arthur Penn (1968), ma va detto che i film americani su Custer e sul
Settimo Cavalleggeri sono molti e l'elenco sarebbe molto lungo. Gli
indiani di Ferreri sono rifatti sui modelli presenti in quei film,
non c'è razzismo in "Non toccare la donna bianca" ma solo
citazione, parodia, voglia di giocare; alla fine, inoltre, sono
proprio gli indiani a vincere.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgnZ7WsEyzAVHIEL-rrdsM0ixf5IXiWXlBzfjz5QftLKUvkLzfgTuPqmdxejV766ZC1DoQK65MaHIOYr0bAffaZH7bUTX_0hmqFlA0pPhhihghk9XonsRNfAj11bpm77dfFgy29_gt4vjd/s1600/ferreri-da-imdb-%25288%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="605" data-original-width="806" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgnZ7WsEyzAVHIEL-rrdsM0ixf5IXiWXlBzfjz5QftLKUvkLzfgTuPqmdxejV766ZC1DoQK65MaHIOYr0bAffaZH7bUTX_0hmqFlA0pPhhihghk9XonsRNfAj11bpm77dfFgy29_gt4vjd/s320/ferreri-da-imdb-%25288%2529.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"Non toccare la donna bianca"
è stato girato all'interno del grande cantiere parigino presente
all'inizio degli anni '70 sull'area dove c'erano Les Halles e oggi
c'è il Beaubourg; per maggiori dettagli metto <a href="http://abbracciepopcorn.blogspot.com/2008/10/parigi-nel-cinema-non-toccare-la-donna.html">qui </a>un link molto
utile. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Gli attori sono tanti, e tutti
meriterebbero una citazione ma proprio perché sono tanti si
rischierebbe di fare confusione, perciò mi limito ai personaggi
principali cominciando dagli indiani: Alain Cuny è Toro Seduto,
Serge Reggiani è il Matto (profetico e nudo, alla fine capo politico
che porta alla vittoria i suoi), Henri Piccoli è il padre di Toro
Seduto, che ucciderà Custer; nella vita reale era il padre di Michel
Piccoli e questo è il suo unico film.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Mastroianni è Custer, Noiret è il
generale Terry (sarebbe il capo di Custer, ma la gente reclama
Custer, molto più popolare). Tognazzi è Mitch il meticcio, guida
indiana di Custer: è a lui che Custer si rivolge con la frase del
titolo, più di una volta. Mitch ha per moglie Franca Bettoia (moglie
di Tognazzi nella vita reale) e per figlio Gianmarco Tognazzi (ancora
bambino). Franco Fabrizi è il fratello di Custer, che gli tiene in
ordine i conti; Danny Cowl è il maggiore Archibald, che impaglia i
cadaveri usando carta di giornale, e Michel Piccoli è Buffalo Bill.
Catherine Deneuve e Monique Chaumette sono le dame di carità e
infermiere, Paolo Villaggio è un sedicente antropologo in realtà
membro della CIA (riferimenti a Kissinger, al Cile...). Marco Ferreri
è un giornalista e fotografo, Francine Custer (sic) è la figlia del
generale Terry.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Molti attori non italiani parlano con
la loro voce, come Reggiani e la Deneuve, altri sono doppiati
(Piccoli, Noiret, Cuny). Le musiche sono di Philippe Sarde, e
comprendono anche una citazione da Puccini, l'aria famosa "O mio
babbino caro" dall'opera "Gianni Schicchi".</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU779rKATgiRFRaS9cxrFL2KGDzNXX1ALmZR1pW7obqMgb239YlfWMlxO7xHdUv7d7Bi7-j4gqZhAk7EjVB3SkB-ZWAiKUW3oeYwuvVvMemtaw-ntb8vEmBASqdNt0HCv1mp5QyXTPvg6T/s1600/ferreri-da-imdb-%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="356" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU779rKATgiRFRaS9cxrFL2KGDzNXX1ALmZR1pW7obqMgb239YlfWMlxO7xHdUv7d7Bi7-j4gqZhAk7EjVB3SkB-ZWAiKUW3oeYwuvVvMemtaw-ntb8vEmBASqdNt0HCv1mp5QyXTPvg6T/s320/ferreri-da-imdb-%25281%2529.jpg" width="227" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1fG8dk0ijMwYv3XtWhatknSVijmu1Gg2lb3ByDk8VZfdv5ZNCfahTlS3yDTPfBrqQgqDu6lXt5wf7y2Meb0LmQ4FQXhGQQnEzDipBsrOf_VEkRhZM9Tb0eLbiFfXW3DyfnhjSB9LZs2-5/s1600/ferreri-da-imdb-%25285%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="675" data-original-width="935" height="231" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1fG8dk0ijMwYv3XtWhatknSVijmu1Gg2lb3ByDk8VZfdv5ZNCfahTlS3yDTPfBrqQgqDu6lXt5wf7y2Meb0LmQ4FQXhGQQnEzDipBsrOf_VEkRhZM9Tb0eLbiFfXW3DyfnhjSB9LZs2-5/s320/ferreri-da-imdb-%25285%2529.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_EOT1qZ865eOd0XgusxNBPtvTa3hU_fOPO6nfpOWikAI0pBt3Cf9RMrGIiv87GE4cI8JRwo9B4c_twxQUPLMKsVORyDMgnHjQupGEmEr6E_EduwatjrHuz7ZHrxBX_tlnWrU3vIS__IRh/s1600/ferreri-da-imdb-%25283%2529-moebius.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="850" data-original-width="594" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_EOT1qZ865eOd0XgusxNBPtvTa3hU_fOPO6nfpOWikAI0pBt3Cf9RMrGIiv87GE4cI8JRwo9B4c_twxQUPLMKsVORyDMgnHjQupGEmEr6E_EduwatjrHuz7ZHrxBX_tlnWrU3vIS__IRh/s320/ferreri-da-imdb-%25283%2529-moebius.jpg" width="223" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<i>(le immagini vengono dal sito www.imdb.com, </i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<i>il poster qui sopra è opera di Moebius, </i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<i>che nel 1974 si firmava ancora con il suo vero nome, Jean Giraud)</i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />Giulianohttp://www.blogger.com/profile/06401398690125983204noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4700602687372596934.post-91404350999397560582020-07-05T08:30:00.000+02:002020-07-05T08:39:10.000+02:00I recuperanti<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3H0Ahxh619fNumywD8kwE4xiUs9ZZF_0vcKrMPB6X58uLUGepbClU3wr_f_jfVZfG00Qm5Utg1hydVpbumUfBZTnnC2STvoDhYQGu5gUkFQ_-2J9yJ6-B4zozGVyOyXZPfyH_YqtR4qqe/s1600/i+recuperanti+%252819%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="576" data-original-width="768" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3H0Ahxh619fNumywD8kwE4xiUs9ZZF_0vcKrMPB6X58uLUGepbClU3wr_f_jfVZfG00Qm5Utg1hydVpbumUfBZTnnC2STvoDhYQGu5gUkFQ_-2J9yJ6-B4zozGVyOyXZPfyH_YqtR4qqe/s400/i+recuperanti+%252819%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
I recuperanti (1969) Regia di Ermanno
Olmi. Scritto da Mario Rigoni Stern, Tullio Kezich, Ermanno Olmi.
Fotografia di Ermanno Olmi. Musiche e canzoni tradizionali, musica
aggiuntiva di Gianni Ferrio. Interpreti: Antonio Lunardi, Andreino
Carli, Alessandra Micheletto, e molti altri (tutti non
professionisti). Durata: 95 minuti</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Siamo nel 1945: il giovane Gianni,
reduce dall'Armir, torna finalmente a casa sull'altipiano di Asiago.
E' stata dura, ma la guerra è finita e Gianni è tra quelli che se
la sono cavata. Bisogna dunque ricominciare là da dove la vita si è
interrotta; e non è facile. Il lavoro è poco e mal pagato, la sua
ragazza lo ha aspettato ma non ci sono abbastanza soldi per sposarsi.
Il padre, vedovo, si è risposato con una donna molto giovane; il
fratello minore sta per emigrare in Australia e gli propone di
partire con lui. Partire però significherebbe lasciare la fidanzata,
rimandare il matrimonio di almeno cinque o dieci anni... Gianni si
rivolge all'ufficio di collocamento, ma gli spiegano che è dura per
tutti; prova a inserirsi in una cooperativa che vuole riattivare la
segheria, ma tutto viene bloccato dalle autorità locali. Così,
anche per curiosità, Gianni finisce per accettare le proposte di un
bizzarro vecchio che circola ogni tanto per il paese. Il vecchio è
un "recuperante": ha bisogno di un aiutante e gli mostra un
bel mazzo di banconote, è il guadagno ottenuto andando a cercare
residuati bellici sulle montagne. I luoghi sono quelli dove si è
svolta la Grande Guerra, la prima guerra mondiale, e vi si trovano
ancora trincee, casematte, nascondigli per arsenali, bombe esplose e
anche inesplose, in posti ormai nascosti dalla vegetazione o dal
riempimento naturale di ciò che era stato scavato. Ci sono molte
cose preziose, che rendono denaro: metalli, materiali di ogni tipo,
perfino esplosivi ancora intatti. Può sembrare strano, ma è un
sistema che funziona ancora oggi: è cronaca di questi giorni, per
esempio c'è gente che cerca di far soldi con il rame, prendendolo
(rubandolo) da ogni posto possibile, perfino dai cavi della corrente
elettrica per le ferrovie e dai vasi per i fiori dei cimiteri; ma qui
non si tratta di furto, nessuno ha reclamato quei cimeli e anzi è un
bene se c'è qualcuno che fa pulizia, anche se la pratica del
recuperante non è del tutto legale. Guardando il film, viene da
pensare a chi, come F.T. Marinetti, dichiarò "la guerra come
igiene del mondo" : i veleni lasciati dalla guerra rimangono
intatti per decenni, magari anche per cent'anni: in Belgio si trovano
ancora i gas asfissianti, l'iprite, intatti dopo cent'anni; ed è
recentissimo il caso dei proiettili all'uranio impoverito, utilizzati
in Jugoslavia negli anni '90, che sono stati e sono ancora causa di
morti devastanti arrivate dopo lunghe malattie. E le bombe inesplose,
scoperte sui cantieri di strade e metropolitane, bloccano spesso la
vita delle grandi città, in attesa del lavoro degli artificieri.
Insomma, chi ha detto e chi ripete ancora oggi che la guerra è
l'igiene del mondo è un perfetto cretino - ma qui mi fermo, e
ritorno al film di Ermanno Olmi.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg04QSpCn9vkTL8tckkZDjusmziaRlLST5a2U412r5lAZj8m7ou92Ct7PCk7QetuhEfpBeXim_88YLaSHjVZgYN4UZ0PsDi8Wc9IdeaiZ3buL0A1JgkShBK-Oo_PLNsJ5rJ11SphypEBQlR/s1600/i+recuperanti+%252822%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="576" data-original-width="768" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg04QSpCn9vkTL8tckkZDjusmziaRlLST5a2U412r5lAZj8m7ou92Ct7PCk7QetuhEfpBeXim_88YLaSHjVZgYN4UZ0PsDi8Wc9IdeaiZ3buL0A1JgkShBK-Oo_PLNsJ5rJ11SphypEBQlR/s400/i+recuperanti+%252822%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Dopo le prime esplorazioni nel vecchio
sistema, "a naso", ma comunque con ritrovamenti
consistenti, Gianni comincia a capire che davvero si possono fare
soldi con questo sistema; procurerà al vecchio Du un cercamine,
antenato del metal detector, e i risultati non tarderanno a giungere.
I soldi, dunque, sono arrivati: ma Gianni lascerà il mestiere di
recuperante dopo un grave incidente che ha coinvolto tre recuperanti
esperti (due morti, uno ferito grave) e dopo aver trovato con il
cercamine una trincea ricca di materiale che porterà tanti soldi, ma
con ancora i cadaveri dei soldati dentro.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Nel finale, vediamo Gianni mentre fa il
muratore; Du passa dal cantiere, ubriaco, e lo rimprovera dandogli
dello schiavo e della pecora. Per Du conta l'essere libero. In
precedenza, Gianni gli aveva chiesto come mai continuava a fare il
recuperante, visto che non gli mancavano i soldi ed era anziano: ma è
proprio la libertà, l'essere indipendente e senza padroni, che fa
sopravvivere il vecchio e lo rende, a suo modo, felice.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhs6uzQ-zP5wmaeN-u0lW_U2ezw3husAX4vGDF6fJb1OMbQcjhXiafE-Ar-yXn3FD9s6epNxX5Jbo4IY4ivMygZWZUvBIluPz-UEujtpeKTMx_hKndtBLlcD13FC59PtBUykST4L81lK-kX/s1600/i+recuperanti+%252821%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="576" data-original-width="768" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhs6uzQ-zP5wmaeN-u0lW_U2ezw3husAX4vGDF6fJb1OMbQcjhXiafE-Ar-yXn3FD9s6epNxX5Jbo4IY4ivMygZWZUvBIluPz-UEujtpeKTMx_hKndtBLlcD13FC59PtBUykST4L81lK-kX/s400/i+recuperanti+%252821%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"I recuperanti" è un film molto
bello, scritto da Olmi con Rigoni Stern e Tullio Kezich, e girato ad
Asiago; gli attori sono tutti non professionisti, scelti tra la gente
del posto. In particolare, l'interprete del vecchio Du, Antonio
Lunardi, è stato trovato in un'osteria, ed è una scelta
particolarmente felice. Di questo film mi dispiace solo una cosa, il
doppiaggio. E' fatto bene, s'intende, ma il doppiatore di Du rende
solo in parte l'idea di cosa potesse essere la voce del
vecchio cercatore, cioè di Antonio Lunardi. Insomma, io la voce vera
di Lunardi la volevo ascoltare: chissà se esiste ancora in qualche
documento d'archivio...</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrgu_8vy3mSrCiGLKXwTsdx-UCB4R5aKvy-zUrrpJq_rPECrBS7BHcrrxo0RLtxMzmkwa08T56DWj-vdPT8ZzTLYFTXKYIS5fTzU7amjUVSGlQO3sMk-HrD5XVt8iT9Uhwhn47zlszER7m/s1600/i+recuperanti+%25289%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="576" data-original-width="768" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrgu_8vy3mSrCiGLKXwTsdx-UCB4R5aKvy-zUrrpJq_rPECrBS7BHcrrxo0RLtxMzmkwa08T56DWj-vdPT8ZzTLYFTXKYIS5fTzU7amjUVSGlQO3sMk-HrD5XVt8iT9Uhwhn47zlszER7m/s400/i+recuperanti+%25289%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Altre note prese durante la visione:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1) I protagonisti di "I
recuperanti" sono ispirati a personaggi reali, conosciuti e
frequentati da Mario Rigoni Stern che ha scritto il film insieme a
Tullio Kezich e allo stesso Olmi. 2) "Qui sotto c'è roba per
duemila anni", risponde il vecchio all'osservazione di Gianni
"non pensavo che ci fossero ancora recuperanti, che si potesse
ancora ricavrne qualcosa" 3) Du canta diverse canzoni, la prima
è "il 9 giugno del 1924", una canzone su Matteotti dove si
maledice "la peste fascista", l'altra non identificabile
(non da me, se qualcuno mi aiuta ringrazio fin d'ora). 4) Du è di
fondo un anarchico, ma non ha idee politiche; difficile pensare che
abbia fatto il partigiano, sulle montagne avrà sicuramente fatto i
suoi incontri, e probabilmente ha fatto anche la guerra, trent'anni
prima, proprio in quegli stessi posti dove adesso scava. Conosce
anche l'iprite, il gas che uccise o rovinò la salute di migliaia di
soldati, e ne mette in guardia Gianni. 5) "un mestiere da
disperati" dice la fidanzata di Gianni quando viene a sapere da
dove vengono i soldi che il ragazzo le chiede di mettere da parte,
rifiutandoli; ed è vero, ma è un lavoro che richiede grande
competenza, e vediamo che il vecchio Du ne ha molta, sa cosa sta
facendo, sa dove sono i pericoli e come smontarli. 6) Olmi riprenderà
il tema della Grande Guerra in "Torneranno i prati", il suo
ultimo film.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-TF6O6Xch6ol2-uMW2hrLQmsHVYi0lkbmqiGAtlkrpg5_5TnxMfS7kUBOuqz5qw0lisQaGurPDywK5jWOcEQZGloQo3xCuttslgNA7FekeUtyNjTpjBWFTpIlMoKWuvQx4EaCLogW2zz-/s1600/i+recuperanti+%252830%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="576" data-original-width="768" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-TF6O6Xch6ol2-uMW2hrLQmsHVYi0lkbmqiGAtlkrpg5_5TnxMfS7kUBOuqz5qw0lisQaGurPDywK5jWOcEQZGloQo3xCuttslgNA7FekeUtyNjTpjBWFTpIlMoKWuvQx4EaCLogW2zz-/s400/i+recuperanti+%252830%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sul web c'è molto riguardo a questo
film e più in generale alla storia dei recuperanti; dal sito
https://www.lagrandeguerra.net prendo un estratto dall'intervista
con Andreino Carli, interprete di Gianni. L'intervista è molto bella
e la consiglio a chi fosse interessato.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: #0c343d;">- Ci racconta qualche particolare
curioso?<br />“Con il vecchio Lunardi io avevo anche mansioni di
interprete, l’anziano montanaro non comprendeva bene le direttive
del regista, dovevo quindi tradurre le battute in dialetto, e
confesso che il compito non fu dei più facili. Era un uomo
introverso ma buono, pareva un bambino nel paese dei balocchi. Non
aveva ben realizzato che si stava girando un film e in cuor suo
sperava che le riprese non finissero mai. Credeva di aver trovato
l’America. “Ah! Sti bisi dei foresti – diceva – non potevano
venirmi a cercare 40 anni fa, quando ero più giovane e forte”. Un
altro fatto che ricordo bene è legato all’esplosione avvenuta a
Forte Corbìn. Si stava simulando la disgrazia occorsa a dei
recuperanti intenti a scaricare una bomba, gli artificieri fecero la
carica un tantino “pesante”, così che la deflagrazione fece
sobbalzare tutta la troupe, ci spaventammo da morire, pareva fosse
tornata davvero la guerra. Di tutte quelle sensazioni ed esperienze
oggi mi rimane solo un bel ricordo, come è giusto che
sia”.<br />https://www.lagrandeguerra.net/Images/trincea9.jpg</span></i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: #0c343d;"><br /></span></i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_JeccXjJ2rxv1Q4Y21DnQPC8qYDHO0yQTA9LQDyjs1MaVwmiBZalgh3E4yZJguidtp3-93pvZQWrCmxnvLxRoXOtufPsIN_ELDBN0-yE48snj9C0pcwZWaMRzn0Fp49FByyad4rSC4drS/s1600/i+recuperanti+%252837%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="576" data-original-width="768" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_JeccXjJ2rxv1Q4Y21DnQPC8qYDHO0yQTA9LQDyjs1MaVwmiBZalgh3E4yZJguidtp3-93pvZQWrCmxnvLxRoXOtufPsIN_ELDBN0-yE48snj9C0pcwZWaMRzn0Fp49FByyad4rSC4drS/s400/i+recuperanti+%252837%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhh56XV2DwvsLTX8KLZuvSWlmLe94S-hJxQqPPgXHZsoQImGNXoqkKNIlsyg_1Iml-Lxuf3XcZkRi7nS6iyELDIqiGS6S3YBnoS8Oa-iOPIf0Hk4K_0yrO5OPvGdA28rdD0tvTYIHRKZjAx/s1600/i+recuperanti+%252838%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="576" data-original-width="768" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhh56XV2DwvsLTX8KLZuvSWlmLe94S-hJxQqPPgXHZsoQImGNXoqkKNIlsyg_1Iml-Lxuf3XcZkRi7nS6iyELDIqiGS6S3YBnoS8Oa-iOPIf0Hk4K_0yrO5OPvGdA28rdD0tvTYIHRKZjAx/s400/i+recuperanti+%252838%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: #0c343d;"><br /></span></i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />Giulianohttp://www.blogger.com/profile/06401398690125983204noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4700602687372596934.post-88345551314755760752020-06-29T11:14:00.000+02:002020-06-29T11:15:47.721+02:00Incontri con uomini straordinari<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLTwgec45SmE0zCL-vxj8lNjhW2yfUqscbZtqyfPE6ihbRxxpOJR_a2xZ2RHrp3e5Df57uXrA84I-yK1T2InIpL5I4aoPTastdyRnFCqbLPS7rITqh_STBI3Fj1B2qIlX0wbEQXuCmMjkL/s1600/brook-gurd-imdb-%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="375" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLTwgec45SmE0zCL-vxj8lNjhW2yfUqscbZtqyfPE6ihbRxxpOJR_a2xZ2RHrp3e5Df57uXrA84I-yK1T2InIpL5I4aoPTastdyRnFCqbLPS7rITqh_STBI3Fj1B2qIlX0wbEQXuCmMjkL/s320/brook-gurd-imdb-%25281%2529.jpg" width="240" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Meetings with remarkable people (1979)
Regia di Peter Brook. Tratto dal libro omonimo di Gurdjieff.
Sceneggiatura di Peter Brook e Jeanne de Salzmann. Fotografia di
Gilbert Taylor. Musiche di Interpreti: Dragan Maksimovic, Terence
Stamp, Athol Fugard, Natasha Parry, Colin Blakely, Bruce Myers, Colin
Blakely, Gregoire Aslan, Warren Mitchell, Tom Fleming, Bruce
Purchase, Fabian Sovagovic. Durata 1h44'</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"Incontri con uomini straordinari"
è stato, e forse lo è ancora, un libro molto letto e molto citato;
l'autore è <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Georges_Ivanovi%C4%8D_Gurdjieff">Georges Gurdjieff (1872 circa -1949),</a> figura ambigua e
affascinante, per alcuni un maestro, per altri qualcosa di più
simile a un venditore di fumo. In ogni caso, "Incontri con
uomini straordinari" è un libro molto bello, ricco di notizie e
di informazioni, che si può leggere anche soltanto come un libro
d'avventure; la fedeltà all'originale è assicurata anche dalla
partecipazione alla sceneggiatura del film da parte di Jeanne de
Salzmann, principale allieva di Gurdjieff in Europa e sua esecutrice
testamentaria.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il film che ne trasse Peter Brook nel
1979 è dunque molto fedele al libro, sia pur nei limiti di una
riduzione cinematografica, ed è bello da vedere ancora oggi,
anche se non raggiunge la magia del "Mahabharata" che il
grande regista inglese girerà dieci anni dopo. Se il "Mahabharata"
nasce in teatro, e anche al cinema mantiene un'impostazione teatrale,
"Incontri con uomini straordinari" è invece girato nei
luoghi in cui visse Gurdjieff, o comunque molto vicino a quei luoghi,
più esattamente tra l'Afghanistan (l'Afghanistan degli anni '70,
prima dell'invasione sovietica e dei talebani) e gli studi inglesi di
Pinewood.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh275bpokcO-MneNFe3h1oH4O8edUbQdgw9tWwzmYPhqXSODc9R76-IywJj98EvXbYziWwp4dOu-w8rTSTgPVw5JFfuiaYIYx-T6Tr4V3jgkX18wvKE5Hvu0qUQ4STs9tixB7hiRgrjEAIM/s1600/brook-gurd-imdb-%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="626" data-original-width="832" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh275bpokcO-MneNFe3h1oH4O8edUbQdgw9tWwzmYPhqXSODc9R76-IywJj98EvXbYziWwp4dOu-w8rTSTgPVw5JFfuiaYIYx-T6Tr4V3jgkX18wvKE5Hvu0qUQ4STs9tixB7hiRgrjEAIM/s400/brook-gurd-imdb-%25282%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Un film "about the search and the
searcher" , sulla ricerca e su chi la compie, dice Peter Brook
in un'intervista (reperibile su youtube), ed è proprio così, i
personaggi sono alla ricerca di se stessi o di qualcosa che dia senso
alla vita, e alle volte lo trovano. Un amico di Gurdjieff sceglierà
di fare il meccanico sulle navi, il principe russo diventerà un
monaco, l'archeologo si fermerà in un altro monastero, e Gurdjieff
continuerà a cercare la sua confraternita antichissima e misteriosa.
Nel film si vedono con dovizia di particolari le danze descritte da
Gurdjieff nei suoi libri, con le musiche trascritte da Thomas de
Hartmann che fu suo discepolo; le danze dei dervisci, soprattutto,
che Gurdjieff insegnò anche in Europa durante il suo lungo soggiorno
in Francia.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1-Pb0JASGm_kkX6ANEWEriGILX6wOUrXwKt8-4YjkMr9a92JBqnM4Udee_OgVCk4CNIv8yRbCV8iN8Bp1qfC9UtbOHybarRRZhmP1S3PyE41cdLyhCV3ojWiPtGOy3YbSKFXtJ1khL3PJ/s1600/brook-gurd-imdb-%25283%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="454" data-original-width="605" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1-Pb0JASGm_kkX6ANEWEriGILX6wOUrXwKt8-4YjkMr9a92JBqnM4Udee_OgVCk4CNIv8yRbCV8iN8Bp1qfC9UtbOHybarRRZhmP1S3PyE41cdLyhCV3ojWiPtGOy3YbSKFXtJ1khL3PJ/s400/brook-gurd-imdb-%25283%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Gli attori: il giovane Gurdjieff (che
si vede anche da bambino e da ragazzo) è interpretato da Dragan
Maksimovic, un attore jugoslavo molto attivo in patria e anche in
film di tutta Europa. Terence Stamp è il principe russo che diventa
un monaco e una guida spirituale; Athol Fugard è il giovane
professore di archeologia che porta Gurdjieff nel deserto del Gobi;
Natasha Parry e Bruce Myers sono tra gli amici del giovane Gurdjieff.
Nel cast anche Colin Blakely (un tamil) e Gregoire Aslan (principe
armeno), e molti altri ottimi attori.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sul mio piano personale, ammesso che
possa interessare a qualcuno, sono lontanissimo da queste cose.
Ricordo di aver lasciato perdere Gurdjieff poco dopo aver letto il
libro, nonostante l'indubbio fascino del suo racconto. "Incontri
con uomini straordinari" è un libro che piace, è divertente
come un libro di avventure, ma l'impressione di aver davanti un
contaballe o un abile affabulatore è spesso grande. A questo
proposito si può sottolineare la sequenza che riguarda di Yazidi,
definiti "adoratori del diavolo": ma è solo un'etichetta
loro affibbiata dai musulmani, che li ritengono eretici. Se ne è
parlato di recente perché anche l'odierna Isis li perseguita. Metto <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Yazidismo">qui</a> un link per chi fosse interessato ad approfondire: detto molto in
breve, gli Yazidi sono di etnia curda e la loro religione è molto
più antica dell'islam. Inoltre, Gurdjieff non è cristiano, e si
vede; gli manca spesso la pietas, che hanno anche i buddhisti,
l'amore verso il prossimo. La sua è più una ricerca personale che
una vera interazione con il prossimo, e mi scuso per la sintesi molto
rozza ma non ho intenzione di dilungarmi troppo e comunque oggi
ognuno può cercare notizie molto più facilmente di quando capitò a
me negli anni '80.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJo3x1YqY8jvgnqU4xAFfOr_ZwdAx-Vwh7EdMXilrTfBwvFdoPWmUXui11qoiiazaXXFVkeWTCqmC2cwxDGaYqC-QCUPLynpB-9cKLIGgg3xmtJfCpVv1ssCT8qGrrNnANhQ3ckXQeNpev/s1600/brook-gurd-imdb-%25284%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="461" data-original-width="820" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJo3x1YqY8jvgnqU4xAFfOr_ZwdAx-Vwh7EdMXilrTfBwvFdoPWmUXui11qoiiazaXXFVkeWTCqmC2cwxDGaYqC-QCUPLynpB-9cKLIGgg3xmtJfCpVv1ssCT8qGrrNnANhQ3ckXQeNpev/s400/brook-gurd-imdb-%25284%2529.jpg" width="400" /></a></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Avrei ritrovato Gurdjieff molto tempo
più tardi, sulla fine degli anni '90, per un incontro con un mio
coetaneo romagnolo che si diceva suo seguace, quando già non ci
pensavo più. "L'uomo automatico", il liberarsi dagli
automatismi che ci condizionano dopo averli appresi da bambini, è
alla base dei suoi insegnamenti; è qualcosa di molto interessante,
ma non se viene usato per sentirsi più sveglio e più furbo degli
altri. Ma anche il mio coetaneo romagnolo non era mai andato a fare i
turni in fabbrica, non conosceva la realtà di chi lavora, fuggiva
dal vero e dalle malattie, dalla guerra, dalla sofferenza; era andato
in India e sfruttava quell'esperienza per vivere alle spalle degli
altri, come probabilmente fece Gurdjieff, con corsi molto costosi e
"seminari" dove alla fine non è che si imparasse molto. Lo
stesso Gurdjieff, verso la fine di "Incontri con uomini
straordinari", a domanda precisa risponde che il denaro non è
un problema, non è una cosa importante... Mi sono chiesto che cosa
volesse dire, e alla fine la risposta più semplice è che il denaro
si trova, il fesso o la riccona che ti finanzia prima o poi lo
trovi. Mi scuso ancora per le mie sintesi molto estreme, ma
l'impressione che si cercasse più che altro di plagiare delle
persone mi è rimasta, e non è detto che sia colpa di Gurdjieff.
Come maestro, comunque, preferisco Elemire Zolla (che maestro non
volle mai essere): Zolla si definiva "felicemente sincretista",
diceva che i mistici si somigliano tutti, e che durante la nostra
ricerca si può vivere nel mondo anche senza dare a vedere di
conoscere qualcosa in più degli altri, e magari in samadhi.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: #0c343d;">(...) Si può vivere a fianco d'un
uomo in samadhi senza notarlo: sbriga le sue faccende e lo si crede
coinvolto, si proiettano su di lui i comuni sentimenti e non si
ricevono smentite. </span></i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: #0c343d;">Una condizione puramente interiore è
priva di connotati. Le metafore con le quali se ne parla designano
fatti esterni e perciò falsificano, a cominciare dall'alternativa
geometrica di dentro/fuori, esterno/interno. (...) La psiche in
samàdhi è unificata in se stessa e nel contempo è unita al mondo
o, meglio, nelle parole di Leopardi, annegata nell'infinità
dell'essere. Entra negli eventi e ne esce a mano a mano che affiorano
e dileguano perché essi le appaiono espressioni finite dell'essere
infinito che è la sua stessa essenza, ciò che è e io sono
diventano per lei sinonimi. Chi avverte estaticamente l'unità di se
stesso e dell'essere, considera illusoria la molteplicità degli
eventi, perciò, quando si presentano, non fa scattare la Biade
automatica bene/male, amico/nemico. Si lascia attraversare, come un
mare, uno specchio.</span></i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: #0c343d;">Il rovescio di samàdhi è ciò che
i vecchi psichiatri chiamavano nevrastenia, l'indugio accigliato e
penoso sulle cose, che ogni sensazione centellina e cincischia, su
ogni immagine vagabonda indugia: non c'è circolazione, nitore
mentale, e la psiche si smarrisce in un'incessante fantasticheria.</span></i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: #0c343d;">(...) Gli ufficiali di marina si
allenavano a entrare in samàdhi quando erano messi di vedetta ad
avvistare sommergibili; dovevano poggiare lo sguardo sull'estremo
orizzonte senza mettere a fuoco nessun tratto di mare; così i monaci
un tempo apprendevano a tenere lo sguardo sulla linea d'orizzonte
della vita, a non tornare sugli eventi trascorsi, a schivare il
compiacimento e l'indugio su se stessi, sorvolando il fiume della
realtà e scartando i sogni di veglia. (...)</span></i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: #0c343d;">Elemire Zolla, da "Archetipi",
capitolo primo, pag.8-12 edizione Marsilio.</span></i><br />
<em><span style="color: #0c343d;"></span></em><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiK55hNCQhK_vzaMpTNuzHhWOZTXwKMou8Q2NrwYl3iORmpBUk1RUffNGmatYGAIfV73hdQW77tdwfYgS4iCyKd312DmPBsh2Fen60F4a3hUHsYhMcZm5LyQ7tKER_s_Bq9Ocq_-FJgu5vi/s1600/brook-gurd-imdb-%25288%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="627" data-original-width="832" height="301" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiK55hNCQhK_vzaMpTNuzHhWOZTXwKMou8Q2NrwYl3iORmpBUk1RUffNGmatYGAIfV73hdQW77tdwfYgS4iCyKd312DmPBsh2Fen60F4a3hUHsYhMcZm5LyQ7tKER_s_Bq9Ocq_-FJgu5vi/s400/brook-gurd-imdb-%25288%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHHACUdmSjjyE2Ya4gjZowZPThUuFvgYY7hdyANMQoZsM0MbCFMvRqoSQJ1g1G_00OHC0zFX5CH7Ig1xWD93hj3UmDDUa1FWL4E_hels8xnU_RDQX-igSNSojZDBWBkqwJWa4runH_Lkp3/s1600/brook-gurd-imdb-%25289%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="627" data-original-width="837" height="298" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHHACUdmSjjyE2Ya4gjZowZPThUuFvgYY7hdyANMQoZsM0MbCFMvRqoSQJ1g1G_00OHC0zFX5CH7Ig1xWD93hj3UmDDUa1FWL4E_hels8xnU_RDQX-igSNSojZDBWBkqwJWa4runH_Lkp3/s400/brook-gurd-imdb-%25289%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2gMUz2zEyY_A8LzFNuah56OgfDt8if0UF7jOhZgJjVEl9qkPmaSMeFQYJFcvrkX8TxXyCqwwnnB5_ufuC6LTiNzI43a_N1-apl_G8HXWArAVepJxTZh_TtavVr6KsTJkuY2itlsbPDvdk/s1600/brook-gurd-imdb-%252810%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="623" data-original-width="837" height="297" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2gMUz2zEyY_A8LzFNuah56OgfDt8if0UF7jOhZgJjVEl9qkPmaSMeFQYJFcvrkX8TxXyCqwwnnB5_ufuC6LTiNzI43a_N1-apl_G8HXWArAVepJxTZh_TtavVr6KsTJkuY2itlsbPDvdk/s400/brook-gurd-imdb-%252810%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
(le immagini vengono dal sito <a href="http://www.imdb.com/">www.imdb.com</a> )</div>
</div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/06401398690125983204noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4700602687372596934.post-18698987703065953912020-06-25T10:21:00.001+02:002020-06-25T10:22:16.147+02:00La vallée (Obscured by clouds)<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiu4SPyHZiwXyjZoGUy0f4a60OA0pFIlUmkSGKTcmmIVJjysrY1cvY7HPl89ugj4i9OE2hNkR6BJ8bnotOYz-RefbInI3HuqnT1MUiiSv6_jenSsFLXnIIrHWE76qw27JAVl_gMD9CQb6cR/s1600/obscured-by-clouds-%25286%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="848" data-original-width="622" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiu4SPyHZiwXyjZoGUy0f4a60OA0pFIlUmkSGKTcmmIVJjysrY1cvY7HPl89ugj4i9OE2hNkR6BJ8bnotOYz-RefbInI3HuqnT1MUiiSv6_jenSsFLXnIIrHWE76qw27JAVl_gMD9CQb6cR/s320/obscured-by-clouds-%25286%2529.jpg" width="234" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La vallée (1972) Regia di Barbet
Schroeder. Scritto da Barbet Schroeder e Paul Gegauff. Fotografia di
Nestor Almendros. Musiche dei Pink Floyd. Interpreti: Bulle Ogier,
Michael Gothard, Jean Pierre Kalfon, Valerie Lagrange, Monique
Giraudy, più il bambino, abitanti della Papua Nuova Guinea. Durata:
1h40'</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"La vallée" di Barbet
Schroeder è il film che ebbe per colonna sonora "Obscured by
clouds" dei Pink Floyd, e di solito viene ricordato quasi soltanto per
questo, ma è invece un film che merita attenzione. E' un
bel film, nonostante tutto quello di negativo che avevo letto, valido
ancora oggi; mi sono chiesto se lo avranno visto per davvero, quelli
che ne scrivevano. In effetti, va detto che è stato un film
introvabile o quasi per moltissimi anni.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGbZ_UJg24ozDBrI7jIN39IORh3VvqTeQCqrR-Y2hRJ_M5pz06ah9cNe2JSzacREr8SJl8HeNysGpVNix17ZoW9U9Du5Ak08ThVrw77J-nK-FZ-Dn17oUHpzqsjhONx856iO9Vf2mACAMf/s1600/obscured-by-clouds-%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGbZ_UJg24ozDBrI7jIN39IORh3VvqTeQCqrR-Y2hRJ_M5pz06ah9cNe2JSzacREr8SJl8HeNysGpVNix17ZoW9U9Du5Ak08ThVrw77J-nK-FZ-Dn17oUHpzqsjhONx856iO9Vf2mACAMf/s400/obscured-by-clouds-%25282%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Siamo in Papua Nuova Guinea (metà
dell'isola fa parte dell'Indonesia) dove una spedizione di quattro
persone (più un bambino, figlio di due di loro) vuole andare in
cerca di una leggendaria valle che si trova in territori inesplorati.
A loro si aggrega una giovane donna ricca e annoiata (Bulle Ogier)
che da principio vorrebbe solo delle piume di uccello del paradiso
(ne era già vietata la caccia) da rivendere a Parigi assieme ad
altri oggetti di folklore locale (compresi oggetti sacri e rituali,
maschere, etc). La donna, moglie di un console, finirà per aderire
in tutto alla spedizione, dopo diverse avventure.
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVeJoGhN6-zndVDmLM3THgje1LU8305Qn8gDEX_on0Sfs0xkfTTfWD7FsaPYeaI9oLFG06u7zhKS5jiX57PxtmZoLhOGCwMTreT3OVjus8ag-kFgVoSIfu14aDj1jX2JYUqigA5dVMjXA4/s1600/obscured-by-clouds-%25287%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVeJoGhN6-zndVDmLM3THgje1LU8305Qn8gDEX_on0Sfs0xkfTTfWD7FsaPYeaI9oLFG06u7zhKS5jiX57PxtmZoLhOGCwMTreT3OVjus8ag-kFgVoSIfu14aDj1jX2JYUqigA5dVMjXA4/s400/obscured-by-clouds-%25287%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Film in gran parte improvvisato, alla
maniera del primo Werner Herzog, girato in condizioni difficili (il
Monte Hagen, che vediamo nel film, passa i quattromila metri), con
molte sequenze di valore etnologico come la grande festa tribale,
girate presso la tribù Mapunga (nel film si dice Kombugas).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
In un'intervista sul film, reperibile
su youtube, il regista spiega che più che la meta (la Valle)
l'importante è il cammino; come per i pellegrini insomma, ma in
ambito laico e non credente. Ci sono parecchie eco di Levi Strauss,
come nel dialogo che qui riporto in parte, a 1h30', tra Olivier e la
ricca parigina:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i>Olivier: il paradiso è un luogo con
molte uscite ma senza nessuna entrata (il nostro passato, i nostri
condizionamenti, non si torna indietro dalla conoscenza e non si può
ritrovare l'innocenza) Forse, dovremmo dare un altro morso alla mela
(riferimento all'Eden)</i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Questo dialogo avviene subito dopo la
grande festa tribale, alla quale sono stati ammessi "i bianchi";
Bulle Ogier si è convinta di essere entrata a far parte della tribù,
ma Olivier la disillude: <i>siamo solo turisti, hai visto come è la
loro vita, quale è la condizione delle donne? Non riusciresti mai ad
adattarti...</i></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1_OnLlFsdyDvBDEX-vY6SZ4cUrKeZH46enIEEXohBjbbAmcMIHWRYR-vrfB07hFr6hc5zB-3XdaRkOJbwIeY-FBCsEgqokmiFd5MJ7TI-EXLuv6N_1K4EsbPB7dnKmU0qWMfCz4ghxrrC/s1600/obscured-by-clouds-%25288%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="531" data-original-width="755" height="281" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1_OnLlFsdyDvBDEX-vY6SZ4cUrKeZH46enIEEXohBjbbAmcMIHWRYR-vrfB07hFr6hc5zB-3XdaRkOJbwIeY-FBCsEgqokmiFd5MJ7TI-EXLuv6N_1K4EsbPB7dnKmU0qWMfCz4ghxrrC/s400/obscured-by-clouds-%25288%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Gli attori: oltre a Bulle Ogier, il
quartetto degli "hippies antropologi esploratori" è
composto da Michael Gothard (Olivier), Jean Pierre Kalfon (il capo
spedizione Gaetan), Valerie Lagrange e Monique Giraudy, più il
bambino. La fotografia, splendida, è di Nestor Almendros. Barbet
Schroeder, regista francese di nascita, ha girato altri film di
successo oltre a documentari interessanti di storia recente, come
quelli su Idi Amin Dada, sull'avvocato Verges, e su un monaco
buddista con simpatie naziste, birmano, chiamato W. "La vallée"
è il secondo film di Barbet Schroeder con le musiche dei Pink Floyd,
dopo il precedente "More" uscito nel 1968.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaPPYh6qonKc22UN1YNvYqWYj8Aed5z_pgo2yAIZShRVk7320dCs1o1U3YM940OYAx_qrZoT_j7edpxLSeCTHMLxCObspcM4Ddd__7KsePnK5yRLoGubwOGxuxP0NvqTh8XpKdDkD6uQzA/s1600/obscured-by-clouds-%25283%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="765" data-original-width="568" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaPPYh6qonKc22UN1YNvYqWYj8Aed5z_pgo2yAIZShRVk7320dCs1o1U3YM940OYAx_qrZoT_j7edpxLSeCTHMLxCObspcM4Ddd__7KsePnK5yRLoGubwOGxuxP0NvqTh8XpKdDkD6uQzA/s400/obscured-by-clouds-%25283%2529.jpg" width="296" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwNAGjTiHNwTlOUKA0YLQ8FKedCMNWnKgoZ4U7Y9LMCe39jiYNCzxoQtz7YHwgiUg_Da7HZl_S4LmiwN8r80u0NeWSANLsepy5g8pX1t2iX7hEIVyE2h_B1o26NAtrndpXCqBw9d8K1ee-/s1600/obscured-by-clouds-%25285%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="1333" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwNAGjTiHNwTlOUKA0YLQ8FKedCMNWnKgoZ4U7Y9LMCe39jiYNCzxoQtz7YHwgiUg_Da7HZl_S4LmiwN8r80u0NeWSANLsepy5g8pX1t2iX7hEIVyE2h_B1o26NAtrndpXCqBw9d8K1ee-/s320/obscured-by-clouds-%25285%2529.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
(le immagini vengono dal sito <a href="http://www.imdb.com/">www.imdb.com</a> )</div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/06401398690125983204noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4700602687372596934.post-31667563108009344822020-06-21T08:30:00.000+02:002020-06-21T08:34:09.286+02:00More<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtoVm0z-dXnxSGynpKoEiaYV5hqhyBS9MR4FgaTnxAlz2Q4eY9uj4wJttOIZVLQG7RGareLta_ZP24KoZFiJq34EPEgLlf24grUjTdf_ED3oIGArINdkIJ0qMN2OllOUtEx5DvbmbDE43w/s1600/more-imdb-%25284%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="737" data-original-width="741" height="318" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtoVm0z-dXnxSGynpKoEiaYV5hqhyBS9MR4FgaTnxAlz2Q4eY9uj4wJttOIZVLQG7RGareLta_ZP24KoZFiJq34EPEgLlf24grUjTdf_ED3oIGArINdkIJ0qMN2OllOUtEx5DvbmbDE43w/s320/more-imdb-%25284%2529.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
More (1968) Regia di Barbet Schroeder.
Scritto da Paul Gegauff, Barbet Schroeder, Eugene Archer, Mimsy
Farmer, Paul Gardner. Fotografia di Nestor Almendros. Musiche dei
Pink Floyd. Interpreti: Klaus Grunberg, Mimsy Farmer, Heinz
Engelmann, Michael Chanderli, Georges Montant, Louise Wink, Durata:
1h51'</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"More" di Barbet Schroeder è
un film bello e disperato, girato a Ibiza, famoso per le
musiche dei Pink Floyd. Non ero mai riuscito a vederlo fino a poco
tempo fa, al pari di "Obscured by clouds" (La vallée),
sempre per la regia di Schroeder e sempre con le musiche dei Pink
Floyd; le recensioni che ho letto erano tutte piuttosto sbrigative o
negative, i due film erano pressoché dimenticati, del tutto
scomparsi dalla programmazione, e quindi scoprire che si tratta di
due film molto belli è stata una piacevole sorpresa.<br />
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFJMIT_chfOQdEboGUqELd87rDT5DWZw7ZZIBIr5j_suGYBUFUI15u3WsNn7yGidgaR2MVJzoYLyxYyz3aVryp5hQGK2YhNrBFB-nYD_kpmatgXO67jgYS8QJVgnBNtAnlGPCOg0GnehMA/s1600/more-imdb-%25283%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="684" data-original-width="935" height="292" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFJMIT_chfOQdEboGUqELd87rDT5DWZw7ZZIBIr5j_suGYBUFUI15u3WsNn7yGidgaR2MVJzoYLyxYyz3aVryp5hQGK2YhNrBFB-nYD_kpmatgXO67jgYS8QJVgnBNtAnlGPCOg0GnehMA/s400/more-imdb-%25283%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"More" comincia in Marocco,
dove un giovane tedesco (l'attore è Klaus Grunberg) perde i suoi
soldi al gioco al tavolino di un bar, ma il tipo con cui li ha persi
glieli rimette in tasca di nascosto (ci sa fare) e poi i due
diventano amici. Il tipo si chiama Charlie, e vive di espedienti non
disdegnando i furti; l'amicizia con Charlie gli farà conoscere
Estelle (Mimsy Farmer) ma senza volerlo e in un modo che non ci si
aspetterebbe, cioè intrufolandosi a una festa per rubare dalle
giacche e dalle borsette abbandonate in una stanza. Anche Estelle
viene derubata, ma Charlie è pieno di risorse e sa come procurare
altro denaro; Estelle vedrà tornare i suoi soldi, e inizierà una
relazione con il giovane che glieli ha resi. Poi Charlie se ne va per
la sua strada, e non lo vedremo più fino alla fine del film; Estelle
dice al ragazzo tedesco che deve partire, ma di andare a trovarla a
Ibiza dove lei è ospite del dottor Wolf (anche lui tedesco). Così
succede ma finirà male per il giovane, iniziato all'eroina e poi
all'LSD; non varranno i consigli dell'amico Charlie che torna nel
finale e gli dice apertamente che Estelle è già responsabile della
morte di altri due come lui: "vuoi essere il terzo"? Il
film termina proprio con il funerale del protagonista. Estelle,
disgraziata anche lei, rimarrà con Wolf.<br />
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoiVz0KdUhvHeacQ-vAMd2IiUO6FE3lVIaTQ6xkx_fGvyHZk4uO7Y3eFW2xSngM6JG8YPHUMxRePxRHWTisVhNU3MTn-4tunl-mxXUAGq5-UXPTn3elpJ8sKwJSTntPAtw90g6-28o7yHn/s1600/more-imdb-%252810%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="546" data-original-width="800" height="272" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoiVz0KdUhvHeacQ-vAMd2IiUO6FE3lVIaTQ6xkx_fGvyHZk4uO7Y3eFW2xSngM6JG8YPHUMxRePxRHWTisVhNU3MTn-4tunl-mxXUAGq5-UXPTn3elpJ8sKwJSTntPAtw90g6-28o7yHn/s400/more-imdb-%252810%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Fotografato da Nestor Almendros in
maniera splendida, dura 1h51' e ha anche un titolo italiano, "Di
più ancora di più". Belli i colori, le luci, gli arredi, bella
Ibiza ancora intatta; ricorda un po' "Blow up" di
Antonioni, di pochi anni precedente, ma qui tutto è più vero e più
tragico. Si tratta infatti di storie che sono veramente successe,
magari non a Ibiza: che una ragazza o un ragazzo abbiano iniziato a
drogarsi in questo modo è purtroppo qualcosa che è successo molte
volte, e probabilmente è una storia che continua ancora oggi. A
pensarci bene, "More" ha la tipica struttura dei film sui
vampiri; però al di là della finzione cinematografica i personaggi
sono reali, la storia è vera, ed è successa tante volte.
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEho1GkKki5SHPfeCp5d5okT9nIFkqyKQIC-GenSpbfBpAwqFCebrWvbmfrNAeK7Jfrrq2Jtc_c940LxrCOGUsobpDh2occgm1el3l2Gxnh7Po8TijbUmiK9btPWLhdfdn_TPlikDjNFIqle/s1600/more-imdb-%25289%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="734" data-original-width="992" height="295" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEho1GkKki5SHPfeCp5d5okT9nIFkqyKQIC-GenSpbfBpAwqFCebrWvbmfrNAeK7Jfrrq2Jtc_c940LxrCOGUsobpDh2occgm1el3l2Gxnh7Po8TijbUmiK9btPWLhdfdn_TPlikDjNFIqle/s400/more-imdb-%25289%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Molte le sequenze da ricordare,
soprattutto la bellezza di Ibiza che, probabilmente proprio grazie a
"More", ebbe negli anni seguenti un enorme incremento di
turisti. C'è un mulino a vento a 1h19' e i due giovani gli si
slanciano contro come Don Chisciotte (ma sono sotto l'effetto
dell'LSD). Estelle usa una curiosa siringa, con pipetta di gomma
invece del pistone, probabilmente in uso prima delle siringhe monouso
che conosciamo oggi; questa pratica, scambiarsi le siringhe, è stata all'origine della diffusione di molte malattie gravi, dall'epatite virale all'Aids.<br />
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSlSsIGn0Dh-wyEpPp3aDacPRwNPQdwBhr-fbSsPBUGcvTggJNvdLHLEsI57NV7Oio-phnCup6vxq4XQS_VIZ17yOdrkx2fJCEqdjHMkZI7W_ofIznrFEC_W2aeFw0aakJMdegYgenfKr8/s1600/more-imdb-%252818%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="823" data-original-width="1134" height="290" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSlSsIGn0Dh-wyEpPp3aDacPRwNPQdwBhr-fbSsPBUGcvTggJNvdLHLEsI57NV7Oio-phnCup6vxq4XQS_VIZ17yOdrkx2fJCEqdjHMkZI7W_ofIznrFEC_W2aeFw0aakJMdegYgenfKr8/s400/more-imdb-%252818%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Gli attori sono tutti bravi:
Klaus Grunberg è molto credibile, è un'ottima prova e ci si sarebbe
aspettati una carriera internazionale, ma in seguito avrebbe lavorato
soltanto in Germania e quasi sempre per la tv; è ancora in attività
e ha al suo attivo cinquanta titoli come interprete. Mimsy Farmer è
bella e quasi evanescente (ottima prova, non facile). Il trafficone
Wolf è Heinz Engelmann (anche lui mette in guardia il protagonista
da Estelle). Charlie è Michael Chanderli, il tizio con la barbaccia
nera e riccia è Georges Montant, Cathy è Louise Wink. Il regista
Barbet Schroeder è francese, e ha al suo attivo molti film e
documentari; "More" è stato il suo primo lungometraggio.
Le musiche dei Pink Floyd non sono state composte appositamente per
il film, non tutte: "The Nile", "Cirrus minor" e
"Cymbaline" erano già state pubblicate in disco prima
dell'uscita del film.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiP3vb3qDqSBcinXpb5ObFgZRjjYXQa2tYNxNInwuFHn3ezNhRfospEdos05oBex1tqHJ9JRnW5yQ3o7Kk81SWOD6PHiomNVgDJNinDhgx-VCKVpuEFDdR_4ee97pNo-6g_jgp38TgyYEp/s1600/more-imdb-%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="765" data-original-width="631" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiP3vb3qDqSBcinXpb5ObFgZRjjYXQa2tYNxNInwuFHn3ezNhRfospEdos05oBex1tqHJ9JRnW5yQ3o7Kk81SWOD6PHiomNVgDJNinDhgx-VCKVpuEFDdR_4ee97pNo-6g_jgp38TgyYEp/s400/more-imdb-%25281%2529.jpg" width="328" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
(le immagini vengono dal sito <a href="http://www.imdb.com/">www.imdb.com</a>)</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/06401398690125983204noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4700602687372596934.post-61917213075911633332020-06-17T07:37:00.001+02:002020-06-17T07:37:50.383+02:00La casa (Sharunas Bartas) 1<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFyMb3MtJhBWNGZZfFSfCbdfrQwdR4xSy6Iq6_N0LoheSCAOuE_MatB7I9eM9jQYQLEUfZ2YSZy_H2qGz1kdrEgsM9Yuu3-KJNwnQy_6_C427OYmxri0ctDG-acmJMIcv07gdfiXfxAd4_/s1600/bartas+la+casa+%252818%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="889" data-original-width="1245" height="285" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFyMb3MtJhBWNGZZfFSfCbdfrQwdR4xSy6Iq6_N0LoheSCAOuE_MatB7I9eM9jQYQLEUfZ2YSZy_H2qGz1kdrEgsM9Yuu3-KJNwnQy_6_C427OYmxri0ctDG-acmJMIcv07gdfiXfxAd4_/s400/bartas+la+casa+%252818%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La casa (Namai, 1997). Regia di
Sharunas Bartas. Scritto da Sharunas Bartas e Ekaterina Golubeva.
Fotografia di Sharunas Bartas e Rimvydas Leipus. Musiche di
Interpreti: Francisco Nascimento, Oksana Cernych, Viktorija Nareiko,
Eugenia Sulgaite, Alex Descas, Léos Carax, Valeria Bruni Tedeschi,
Leonidas Zelcius, Egle Kukaite e molti altri. Durata: due ore.<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"The house" di Sharunas
Bartas è un film unico, bello e disperato; io vi ho letto una
discesa agli inferi in cerca di Euridice ma si tratta solo delle mie
sensazioni, dei pensieri e delle associazioni che mi sono arrivate
durante la visione, e non è detto che sia davvero questa
l'intenzione dell'autore. Scrivo questo post, come gli altri sul
cinema di Bartas, camminando su un terreno incerto: è come
ripercorrere un sogno, lungo e profondo, e cercare di capire cosa
sono quelle immagini, di chi sono quei volti, da dove vengono questi
ricordi e queste visioni. Porto qui i miei appunti personali (in
questo caso, personalissimi), chiedo scusa a Sharunas Bartas se mai
passerà di qui, e consiglio a tutti la visione del film: che non è
quasi parlato e non ha un filo narrativo, ma la narrazione nasce
comunque, e le parole sono quelle che vi arriveranno dall'anima.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7IDorrqqOieWw1GkXxadmwtN8V6V-7t67te-sXKfCkxwAR8gqlYkeg83hJnaofMn9NR_AYgZixqAPucShyGoMYVE9lu84MytHCFPxG0bQRPdooUTOD8eeGfey_9-GSPXK23dwSLWn8QWv/s1600/bartas+la+casa+%25283%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="890" data-original-width="1263" height="281" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7IDorrqqOieWw1GkXxadmwtN8V6V-7t67te-sXKfCkxwAR8gqlYkeg83hJnaofMn9NR_AYgZixqAPucShyGoMYVE9lu84MytHCFPxG0bQRPdooUTOD8eeGfey_9-GSPXK23dwSLWn8QWv/s400/bartas+la+casa+%25283%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Si nomina spesso Andrej Tarkovskij,
soprattutto per il cinema dell'est Europa, e quasi sempre si sbaglia;
io direi che sicuramente Bartas conosce Tarkovskij, e si vede, ma non
è il primo nome che mi è venuto in mente guardando "The
house". Il primo pensiero è per la grande pittura, per Vermeer,
per la luce e per i dettagli; poi Ingmar Bergman per i volti e i
primi piani, e Stanley Kubrick ancora per la luce e per gli ambienti,
oltre che per la perfezione tecnica. C'è qualcosa del polacco Zbig,
per le persone e le stanze che si susseguono, e del primo Werner
Herzog quando gli attori paiono recitare in ipnosi, come in "Herz
aus Glass". C'è soprattutto il teatro di Tadeusz Kantor, un
percorso nel ricordo con un'eco potentissima nel finale; è il
riferimento giusto, ma Kantor non è più con noi da tanti anni e
l'esperienza del suo teatro purtroppo non si può più ripetere né
raccontare. Aggiungerei i libri di Elemire Zolla, le aure, l'arte e
il suo rapporto con la natura, e Dante, sempre una discesa
nell'Inferno, o nel Purgatorio, chiamato in causa anche da un libro
su cui ci si sofferma a lungo). Di Tarkovskij, da Tarkovskij, c'è di
sicuro Johann Sebastian Bach: "Erbarme dich, mein Gott"
(abbi pietà di me, Signore) dalla Passione secondo san Matteo, è il
vero motivo conduttore di "La casa". Del mito di Orfeo,
per chi non se lo ricordasse, ho già accennato <a href="https://giulianocinema.blogspot.com/2020/04/orfeo-negro.html">qui;</a> per gli
appassionati di disegno posso anche consigliare l'Orfeo di Dino
Buzzati (il titolo del libro di Buzzati è "Poema a fumetti"),
che ha molti tratti in comune con "La casa" di Sharunas
Bartas. A tratti il film è vagamente surrealista, ma anche
espressionista; ci sono forse citazioni da Man Ray, da Murnau, da
Eisenstein, nei primi piani: ma questo è normale in un autore che
abbia conoscenza della storia del cinema.<br />
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj27TEhF1mFL2dYlhfRfuBy8FhJPIqG7Z0NROjxnhqa6qstJmcoWvYhqBRN2aldbF4XyYTWypv5R2_ZORTKwBkMb1pO9LWNgIJFd5v-Tay0Tfy4ixwpVDgcr2QR_qcB-58b9wzb0J2DHpA-/s1600/bartas+la+casa+%25284%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="885" data-original-width="1254" height="281" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj27TEhF1mFL2dYlhfRfuBy8FhJPIqG7Z0NROjxnhqa6qstJmcoWvYhqBRN2aldbF4XyYTWypv5R2_ZORTKwBkMb1pO9LWNgIJFd5v-Tay0Tfy4ixwpVDgcr2QR_qcB-58b9wzb0J2DHpA-/s400/bartas+la+casa+%25284%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"La casa" sembra spesso la
ricostruzione di un sogno, un uomo che vaga fra le ombre. Pensando ai
miei sogni personali, e a questo vagare in ambienti reali ma non
riconoscibili, mi capita sempre più spesso di ricordare le teorie
sulla relazione fra i sogni e lo stato degli organi interni, ed è
possibile che qualcosa di simile sia davvero presente in questo film
di Bartas. Bisognerebbe anche tener conto dell’alternanza fra
giorno e notte, la luce che viene dall’esterno ci fa capire l’ora.
Proseguendo nel mio parallelo con il mito di Orfeo ed Euridice, forse
Valeria Bruni Tedeschi è una Proserpina, che ricorda con gli amori
umani rievocandoli con burattini, e Alex Descas, che gioca a scacchi
potrebbe essere Plutone, re degli Inferi. Proserpina è in parte
appartenente al mondo terrestre; rapita da Plutone, le è concesso di
tornare per alcuni periodi sulla terra; è il mito della primavera,
della rinascita del mondo dopo il gelo invernale.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwm4Ka6ONUwLT9VdqSTsCW7CRkm73AJ2KBD6qeFp6H-ETf17ujKoPg4u4ENEIU9kEpco38thrUmBADLlJw8Z4WFUd4_lo8IjbUYeHqXoMIf_EN98GwQa0ddm39r5iQxvMHerlByjmnRRTt/s1600/bartas+la+casa+%25286%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="887" data-original-width="1243" height="285" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwm4Ka6ONUwLT9VdqSTsCW7CRkm73AJ2KBD6qeFp6H-ETf17ujKoPg4u4ENEIU9kEpco38thrUmBADLlJw8Z4WFUd4_lo8IjbUYeHqXoMIf_EN98GwQa0ddm39r5iQxvMHerlByjmnRRTt/s400/bartas+la+casa+%25286%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"The house" dura due ore,
inizia con "Erbarme dich" (J.S.Bach, Passione secondo san
Matteo) e con la stessa musica (eseguita solo dal violoncello), si
chiude; c'è molta musica, ben riconoscibile la "Canzone di
Solveig" di Edvard Grieg, dalle musiche di scena per il "Peer
Gynt" di Ibsen.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Nel libro di cui vengono strappate
delle pagine (nel finale alcune saranno bruciate e altre messe da
parte, ma non vediamo quali) c'è un disegno del Conte Ugolino, sul
quale l'immagine si ferma a lungo: forse la Casa è proprio l'Inferno
dantesco, è una discesa nell'Ade? (di Orfeo?) e i nudi presenti nel
film vanno visti come in Doré e nelle illustrazioni dell'aldilà,
come in Luca Signorelli: le anime del Purgatorio forse. C'è una
cagna che allatta e che poi sale a mangiare gli avanzi sul tavolo del
banchetto (non è quindi Cerbero). Valeria Bruni Tedeschi fa recitare
a due burattini una storia d'amore triste, schiaffi compresi. Ci sono
molti handicappati, una donna con il volto sfigurato (ustioni?), due
anziani sordi che dialogano fra di loro, altro ancora. Non solo volti
e corpi belli, dunque; ci sono anche bambini, come sempre in Bartas.
Un fucile alla fine sparerà e ucciderà, ma noi non vediamo chi
spara; e carri armati marciano sulla casa.
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
E' un film silenzioso, oltre a un
dialogo fra sordomuti nel linguaggio dei segni quasi non c'è
parlato; c'è la musica e ci sono i suoni d'ambiente, e la voce umana
si ascolta solo all'inizio e alla fine:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i>« Madre. Madre, spesso avrei
voluto parlare con te di tutto, ma non l’ho mai fatto. Ma dentro di
me, io parlavo con te. Potevo sentirlo, e sentire le tue risposte. Ma
ogni volta che vengo qui ad ascoltarti, non posso più parlare con
te. Rimango in silenzio. Tutte le parole sono state dette. Dette
internamente. E tutte le mie domande, tu hai risposto ad esse, dentro
di me. Prima è sempre accaduto questo. Quando eravamo distanti.
Distanti l’uno dall’altra. Ecco com’era prima. Come è stato, e
mai più potrà accadere. Non importa quanto io lo voglia. Il futuro.
Nel futuro io sono libero. Libero, perché ancora non esiste. Non
comprendo il presente. Il presente è così sfuggente che non sono
certo che esista. » (all'inizio, voce fuori campo)</i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i>« Madre. Il tempo è passato. E
sono distante da te. Ciò che è importante, Madre, per me, è
credere che queste cose non svaniranno. Le nostre canzoni, i nostri
sguardi, i nostri minuti, noi due. Per noi non sono altro che anime
morte. Anime malate, sfinite, semplicemente questo. E soprattutto,
quasi prive di speranza. Ma non stiamo per sparire. Se solo potessi
dirti quanto io fortemente creda in tutto questo, Madre.» (il
finale, voce fuori campo)</i><br />
<em></em><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6swhfZw_sGMZHMgX8KwFOg7r4RmTv2aHDLCidimXKbVi7eYW-WuE0xKNagMgdcwxldBgcGRNKsyh06_LgdqJ9eOON61Sih8ajaJdN86GTqhAciD0cevQGn03GLTCGdvLqALb3F1hrqs50/s1600/bartas+la+casa+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="961" data-original-width="1280" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6swhfZw_sGMZHMgX8KwFOg7r4RmTv2aHDLCidimXKbVi7eYW-WuE0xKNagMgdcwxldBgcGRNKsyh06_LgdqJ9eOON61Sih8ajaJdN86GTqhAciD0cevQGn03GLTCGdvLqALb3F1hrqs50/s400/bartas+la+casa+%25281%2529.jpg" width="400" /></a></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1- continua</div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/06401398690125983204noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-4700602687372596934.post-91714225833608965482020-06-17T07:37:00.000+02:002020-06-17T07:37:38.289+02:00La casa (Sharunas Bartas) 2<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhg7xyJi0h-jqwTVdrsrFZbhJ3Wa7JAI4p-Q3phx5fMwYkILbizJ1kXgxfbnUFJ_pINk92YobLQ9o-29v_qWcFQbBMXjmlV6B5YsZSdpYHgn1qC3C4h62J1QYEUIxEXGJEt6lrNs0jS7GHz/s1600/bartas+la+casa+%25289%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="889" data-original-width="1246" height="285" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhg7xyJi0h-jqwTVdrsrFZbhJ3Wa7JAI4p-Q3phx5fMwYkILbizJ1kXgxfbnUFJ_pINk92YobLQ9o-29v_qWcFQbBMXjmlV6B5YsZSdpYHgn1qC3C4h62J1QYEUIxEXGJEt6lrNs0jS7GHz/s400/bartas+la+casa+%25289%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
La casa (Namai, 1997). Regia di Sharunas Bartas. Scritto da Sharunas Bartas e Ekaterina Golubeva. Fotografia di Sharunas Bartas e Rimvydas Leipus. Musiche di Interpreti: Francisco Nascimento, Oksana Cernych, Viktorija Nareiko, Eugenia Sulgaite, Alex Descas, Léos Carax, Valeria Bruni Tedeschi, Leonidas Zelcius, Egle Kukaite e molti altri. Durata: due ore.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Questi sono i miei appunti presi
durante la visione di "The house" di Sharunas Bartas: si
tratta soltanto di mie impressioni personali, spero che possano
essere utili a qualcuno ma non è detto che lo siano. In realtà, è
un film che non andrebbe raccontato, come accade con la grande
musica; metto qui questi miei appunti ma non sono affatto sicuro che
sia una cosa giusta. Il consiglio è comunque di cercare Bartas, e di
guardare i suoi film organizzandosi da soli le proprie impressioni:
so che sembra una banalità, ma troppo spesso trovo spettatori (e
anche critici professionisti, purtroppo) ripiegati su luoghi comuni
fin troppo ripetuti, incapaci di crearsi un'immagine propria e di
cercare le informazioni giuste. Se volete leggere quello che scrivo,
liberi di farlo - ma io sono solo un appassionato di cinema come
tanti, il mio parere e le mie impressioni (e non solo per Bartas)
valgono meno di zero. <br />
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivwfawViuQjv1YR3zavBGQy3ZbQEFHwbPVEZqZVQnxw7VXlSOe1ma_rJJu8wMjwdWZAlnyFoAs8PironDVDJH3ksWix-xOGm0SR48GSkL_7Jxu5JVbeCfQ3nquX4j_KpqvFIA64Tnclw6x/s1600/bartas+la+casa+%25288%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="867" data-original-width="1242" height="278" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivwfawViuQjv1YR3zavBGQy3ZbQEFHwbPVEZqZVQnxw7VXlSOe1ma_rJJu8wMjwdWZAlnyFoAs8PironDVDJH3ksWix-xOGm0SR48GSkL_7Jxu5JVbeCfQ3nquX4j_KpqvFIA64Tnclw6x/s400/bartas+la+casa+%25288%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Lasciare che l’immagine si organizzi
da sè; scegliere bene le luci, la scenografia, lo sfondo,
l’inquadratura fissa, pochi movimenti di macchina e solo per
seguire ciò che sta già avvenendo. Il sonoro è in presa diretta,
gli attori sanno cosa devono fare. Il mito di Orfeo. E’ la lezione
di Antonioni, di Herzog, di Wenders, di Tarkovskij.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Dapprima viene inquadrata la casa,
dall’esterno: è una grande casa antica, in campagna.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Versi in francese, da recuperare (anche
alla fine) Poi ci spostiamo all’interno. La luce viene sempre
dall’esterno, dalle finestre, come in Vermeer.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
All’inizio, una stanza con libri
antichi, e piccioni. Musica di Bach, breve citazione di Erbarme dich.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Poi la cagna nera con tanti cuccioli.
Poi Orfeo. Poi un dettaglio di mosche sulla rete di fil di ferro,
alla finestra (come nelle case disabitate da tempo). Poi una stanza,
una scacchiera, un uomo dalla pelle nera seduto che gioca da solo.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Al minuto 17, una stanza grande con una
grande tavola di legno, un grande lampadario a candele, e molte
persone sedute. Si cena, ma soprattutto si beve vino rosso. Serie di
primi piani, volti, persone, Orfeo che si muove tra gli altri quasi
senza essere visto, come nei sogni. Si comincia da un volto di una
ragazzina con i capelli neri, molto severa e assorta; poi si passa
agli altri volti. Uno di loro è una donna giovane, con il viso
deturpato da un'ustione. Volti belli e meno belli, giovanissimi o
anziani, in una continua citazione della grande pittura, da
Caravaggio a Rembrandt. Torna la musica di Bach.<br />
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiynmoCqxS2EoKv4GZblMqIdmTJk4VY3xiQs_3yWvygqDzTh-t5Vbg3Z4h_f4qn4qgZrKYgRh15_laiYOyTK9L2ctDNJmVzU9BwKcyuwcNMIixBkdkhKNLogNcv8W6EJwr62jRv6YoosIKW/s1600/bartas+la+casa+%252814%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="887" data-original-width="1236" height="286" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiynmoCqxS2EoKv4GZblMqIdmTJk4VY3xiQs_3yWvygqDzTh-t5Vbg3Z4h_f4qn4qgZrKYgRh15_laiYOyTK9L2ctDNJmVzU9BwKcyuwcNMIixBkdkhKNLogNcv8W6EJwr62jRv6YoosIKW/s400/bartas+la+casa+%252814%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Al minuto 30, due burattini molto belli
nelle mani di Valeria Bruni Tedeschi. Uno è Pinocchio, l’altra è
forse la Fata: ma ha il cappello come Pinocchio, e un grande cuore
azzurro cucito sul petto.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
L’azzurro è il colore dominante del
film: la luce è azzurrina, le pareti sono spesso blu o azzurre.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
I due burattini si cacciano, ritornano,
si picchiano, si abbracciano.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Fin qui non abbiamo ascoltato nemmeno
una parola, solo il silenzio e pochi rumori d’ambiente.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Orfeo vaga tra volti e luoghi, passa da
una stanza all’altra quasi senza interagire. Guardando volti,
corpi, ambienti, è molto forte l’impressione di essere
nell’aldilà, forse nell’Ade; e che queste persone siano anime
ferme, in sosta temporanea in sala d’aspetto, forse in attesa di
Caronte o di un Giudizio, o magari di una preghiera.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Al minuto 40, esterno con neve: è la
superficie di un grande lago gelato. Ma si torna subito dentro, e
assistiamo per la prima volta a un dialogo: sono due sordomuti,
anziani, che dialogano tra loro quasi soltanto a gesti. Un uomo
giovane legge un libro molto vecchio; ne strappa una pagina, ne
toglie con cura un brandello e lo mette nel petto, vicino al cuore.
Prende un altro libro, e si sofferma su un’immagine che si direbbe
il Conte Ugolino. Veduta d’insieme: due grandi finestre, un fuoco
che crepita. Un cieco che ricorda Riszard Cieslak nel Mahabharata di
Peter Brook, poi un volto che ricorda molto Kantor.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Nel corridoio, il giovane della pagina
strappata, stracarico di libri: li sta portando in un’altra stanza.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Poi un uomo e una donna, anziani, che
avanzano sottobraccio nel corridoio, verso di noi.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Al minuto 56 una stanza con molte donne
e bambini, tutti nudi sia le donne che i bambini (le anime che stanno
per nascere?).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Suono di fisarmonica: viene da un uomo
seduto su un tappeto, al centro di una stanza, nella luce azzurrina.
E’ musica da ballo, bella e triste, evocativa, con il ritmo molto
marcato.<br />
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhz3hbTknNbnbDGbYnvrJlfigP2NPFhk8qjDqcL9aa7XIwyQ7lE7riP7XT7kl3Wn73qpnAUijNo4AmSKnWvtk3XAGBxJFcdsTLAPyC800WJNEXoXaF1t26JgQttZPmR2E-wVX9QtzTDa9Oy/s1600/bartas+la+casa+%252811%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="885" data-original-width="1203" height="293" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhz3hbTknNbnbDGbYnvrJlfigP2NPFhk8qjDqcL9aa7XIwyQ7lE7riP7XT7kl3Wn73qpnAUijNo4AmSKnWvtk3XAGBxJFcdsTLAPyC800WJNEXoXaF1t26JgQttZPmR2E-wVX9QtzTDa9Oy/s400/bartas+la+casa+%252811%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
A 1:00 vediamo in una stanza una
ragazza giovanissima col volto coperto di gesso, o di trucco molto
spesso: Euridice? Il trucco pesante dà al suo volto l’aspetto di
un cretto, o di un terreno arido; ma le labbra sono rosse. E’
bianchissima, ed è vestita di bianco. Aridità, morte, terreno non
fecondo.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Orfeo le tocca il volto. L'uomo dalla
pelle nera (Plutone?), da dietro uno stipite lo osserva con volto
stupefatto e severo, quasi spaventato; come se Orfeo stesse facendo
qualcosa di pericoloso, di vietato, di contrario a tutte le leggi.
Lentamente, Orfeo le rimuove il gesso dal volto (la biacca),
rivelando il volto roseo. L'uomo dalla pelle nera si ritira
lentamente. La ragazza apre gli occhi.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiScOhNMKwIbFHbc9tJn6GbhAULbm59w1SSzcIOtuGsQKZ9HTZXfQShM3tMhJvQUeGWju7zIGkFnrslE-3BPiBRpUZHtIbyFP6ls3Qk7Tn5TKE03hhftyMVC0cdMpQ_flrr4aODo_f8050Z/s1600/bartas+la+casa+%252817%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="1261" height="285" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiScOhNMKwIbFHbc9tJn6GbhAULbm59w1SSzcIOtuGsQKZ9HTZXfQShM3tMhJvQUeGWju7zIGkFnrslE-3BPiBRpUZHtIbyFP6ls3Qk7Tn5TKE03hhftyMVC0cdMpQ_flrr4aODo_f8050Z/s400/bartas+la+casa+%252817%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
A 1:03 una giovane donna nuda, seduta
fuori di una stanza. Dentro la stanza, una bambina nuda che corre e
gioca. Poi riascoltiamo Bach, la viola di Erbarme dich. Finestra che
dà sull’esterno, alberi e neve, luce azzurrina.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Orfeo esce dalla stanza di Euridice.
Nel corridoio c’è una ragazza nera, nuda, appoggiata al muro
azzurro. Orfeo e la ragazza scambiano uno sguardo lungo, ma è come
se fossero due ombre.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Poi la ragazza nera va verso lo
specchio, uno specchio antico con due candele accese, che sembra un
altare: si guarda allo specchio e poi si siede, sempre contemplando
la sua immagine. Sulla mensola dello specchio, molti oggetti.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Un letto appoggiato al muro. Il nero
dorme; seduto poco lontano da lui, il giovane dei libri sfoglia un
altro volume antico.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il cane (una femmina) al centro di una
stanza, una vecchia seduta in un angolo. Nel sotterraneo, il vecchio
smuove la terra con un bastone.<br />
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiC1gGP0uhViwnd_VAdN7_8bwlpcK6Qy6ea4EXOEUT9gLgIDemp5EWa_EnlIGRCjWeO0DJ3JIoyeTc-6znt29_VCj6XGbM4vcsoyruTu_uLTcsLMYgZMcLSh_P8ywjECFhNnylbkZclQBgj/s1600/bartas+la+casa+%252818%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="889" data-original-width="1245" height="285" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiC1gGP0uhViwnd_VAdN7_8bwlpcK6Qy6ea4EXOEUT9gLgIDemp5EWa_EnlIGRCjWeO0DJ3JIoyeTc-6znt29_VCj6XGbM4vcsoyruTu_uLTcsLMYgZMcLSh_P8ywjECFhNnylbkZclQBgj/s400/bartas+la+casa+%252818%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
A 1.10, volto di una ragazza molto
giovane, con i capelli neri (Euridice?) Esterno. Sole, vele a pattini
sul lago gelato.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Interno. Orfeo è sdraiato tra donne
giovani e nude, che lo accarezzano: l’impressione è sempre quella
che si tratti di ombre, di anime in attesa (nel limbo, in attesa di
un giudizio, oppure in attesa di nascere?). Gli porgono da bere in un
calice, lui beve (il rumore del bere è molto amplificato, quasi a
sottolineare che lui ha un corpo e le altre no). Volti illuminati a
metà, come in Bergman (Il ballo ingrate, Sussurri e grida,
Persona...)</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
A 1.15, esterno. Sole alto, bosco
verde. Forse Chopin al pianoforte.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Interno. Orfeo sul lenzuolo, solo,
senza più le donne di prima, abbandonato. Forse le ombre sono
svanite con il giorno?</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Orfeo si alza e va allo specchio dove
prima si era seduta la ragazza nera. Le candele sono spente, tutto è
abbandonato. Orfeo beve da una bottiglietta (le ombre non hanno
bisogno di bere). Orfeo esce dalla stanza, fuori stanno lavando il
pavimento. Ci sono le stesse persone di prima, ma ora c’è vita,
colori, voci.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Un violino: il violinista lo vedremo
nella sala da pranzo, suona una musica simile a quella del circo in
Il cielo sopra Berlino. Seduti al tavolo, con i resti del pranzo,
Orfeo e una ragazza nuda Orfeo mangia con gusto, sempre a
sottolineare i rumori del corpo; la donna mangia pochissimo e in
punta di forchetta.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Esterno. Nuvole rosse e gialle, è il
tramonto. Sulla tavola, la cagna mangia
rumorosamente gli avanzi. Orfeo è a terra, solo e stravolto, senza
speranza.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhscDZnv9LocmbeKDj4HJjjD-S5wv2Fwjq5iAAW9uf1FgLYWPj2chd57QmWftzqO34NqNQrHOzDVvgp9j4f3z_rufd2T5uStKjeoDA-6qYCPGoerPGn3aHUvNPWpuNRErOH5fikgZFns3QD/s1600/bartas+la+casa+%252821%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="904" data-original-width="1280" height="282" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhscDZnv9LocmbeKDj4HJjjD-S5wv2Fwjq5iAAW9uf1FgLYWPj2chd57QmWftzqO34NqNQrHOzDVvgp9j4f3z_rufd2T5uStKjeoDA-6qYCPGoerPGn3aHUvNPWpuNRErOH5fikgZFns3QD/s400/bartas+la+casa+%252821%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ancora notte. Il volto del vecchio
sordomuto appare per un attimo dal buio. Il giovane dei libri è
seduto davanti al fuoco e brucia metodicamente i suoi libri, una
pagina per volta; alcune pagine le mette da parte.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
A 1h30, un albero di Natale nella
stanza, con due fuochi ai lati. Poi, fuochi d’artificio colorati
sul davanti. E’ un Natale nordico. Musica per oboe e organo.
Tornano tutti, ombre intorno all’albero.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ma anche la nostra vita, e non solo il
sogno, è spesso un girare insensato, tra gente assente che non bada
a cosa facciamo.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
A 1:40, volto di Euridice sul suono di
oboe e organo (simile al flauto di Orfeo in Gluck).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Maschere, metà renne e metà donne
(nude dalla vita in giù, sopra renne). Ancora la tavola imbandita,
candele. Tutto in ordine, si replica la sera precedente. Fuori, festa
notturna sul lago ghiacciato; piccoli fuochi artificiali molto
colorati.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Interno. L'uomo dalla pelle nera
(Plutone?) è davanti al fuoco. Mette nel caminetto dei piccoli
fuochi d’artificio, sul cui pacchetto c’è l’immagine del volto
di Cristo. I fuochi si accendono (l’uomo non c’è già più) ed
escono dal comignolo della casa, che vediamo dall’esterno.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Musica dei Madredeus. Questo film è
come una gigantesca coreografia, studiata nei minimi movimenti anche
se poi tante cose non previste succedono ugualmente (come in Herzog,
"Cuore di vetro").</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
A 1h50, fiori colorati davanti alla
finestra a semiluna. Due spari: uno sparo colpisce lo
specchio, un altro uccide l'uomo dalla pelle nera (l'attore è Alex
Descas) davanti alla sua scacchiera.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Esterno. Nebbia. Arrivano carri militari, camions e
carri armati (a codest’ora, di codesto passo...)</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Volto di vecchia. Cristo crocifisso
sulla parete. Volto di Orfeo. Erbarme dich. Volto di bambina
(Euridice?), con le labbra blu (morte?). Esterno casa. Soldati.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Voce in francese: “le temps est
passè..” (cercare)</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRRrutv5iljntKEHr5YsvaUyPG92NmN5jq3ib-poX1G4hffz2l9m5ZW26sNNXBIE179-llv9yd3tnu5vZmKoP8Rp8Uz0iGuHA_6QasIqm2YAs8YdPz_kzdWTug6fJUP5PGJpocnnZzLVHb/s1600/bartas+la+casa+%252825%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="902" data-original-width="1263" height="285" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRRrutv5iljntKEHr5YsvaUyPG92NmN5jq3ib-poX1G4hffz2l9m5ZW26sNNXBIE179-llv9yd3tnu5vZmKoP8Rp8Uz0iGuHA_6QasIqm2YAs8YdPz_kzdWTug6fJUP5PGJpocnnZzLVHb/s400/bartas+la+casa+%252825%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Elenco musiche, dai titoli di coda :
Mahler, Krebs, Bach, Haendel, Mozart, Chopin, Madredeus.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1997. Ma si ascolta anche Grieg, la
canzone di Solveig dal "Peer Gynt"</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i>"My house. </i><span lang="en-GB"><i>I
don't know exactly where it stands in this world. All I know is that
it's mine. Many people have lived in my house. Some only pass through
while others stay. Some of them are still there. Sometimes, it can be
very cold in my house. I'd like to know how many people are still
living in my house and who they are. The trouble is, they often move
from one place to another, go away and then come back. We eat
together at times but some of them are always missing. The people who
live in my house often change rooms, perhaps too often. I can't
understand it. I can't count anymore. I still have time to learn who
is where." </i></span><i>(Sharunas Bartas, da un'intervista on
line)</i><br />
<em></em><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKI_Ndez7piTQN6clhYxfE1xul2N4NJSZ_U6coqyoZGPZEICq3-1dKyclsODG6qg_zlOBVtgPz286gOeuZeZhanfgGU_GAheo5pOZ5gpFaPYBJGs6sGDzna_p4XkX6DPcpMrnf8ftnQ5P1/s1600/bartas+la+casa+%252828%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="895" data-original-width="1219" height="292" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKI_Ndez7piTQN6clhYxfE1xul2N4NJSZ_U6coqyoZGPZEICq3-1dKyclsODG6qg_zlOBVtgPz286gOeuZeZhanfgGU_GAheo5pOZ5gpFaPYBJGs6sGDzna_p4XkX6DPcpMrnf8ftnQ5P1/s400/bartas+la+casa+%252828%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjp1fNhC7PMQjAAHuePyNIj9GMiscD2GZtdRc-DexGpfmaoVuLyxbjPxcfFiDErmoSEKlQS0DRAfuyxq9ycTGPRYQvh_wwcE06pA7bMyC-fW8d8ZnqYFlL_M0oyV-7h4IF4GT2EhIAeLDTo/s1600/bartas+la+casa+%252829%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="883" data-original-width="1261" height="280" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjp1fNhC7PMQjAAHuePyNIj9GMiscD2GZtdRc-DexGpfmaoVuLyxbjPxcfFiDErmoSEKlQS0DRAfuyxq9ycTGPRYQvh_wwcE06pA7bMyC-fW8d8ZnqYFlL_M0oyV-7h4IF4GT2EhIAeLDTo/s400/bartas+la+casa+%252829%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeXqf20PwQuRNHW0sidRGGuDlV329rIJBEGkZVHCfTxY9qSVdXkIzW5R_KZchZrxhcdnYCycf7pTrLv8wAlwmxPwUpwVyzwb-GOtwUFh_6tIP6GRLRv5-cDYBeolQEKtN3lCAgShnA8YZN/s1600/bartas+la+casa+%252838%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="950" data-original-width="1280" height="296" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeXqf20PwQuRNHW0sidRGGuDlV329rIJBEGkZVHCfTxY9qSVdXkIzW5R_KZchZrxhcdnYCycf7pTrLv8wAlwmxPwUpwVyzwb-GOtwUFh_6tIP6GRLRv5-cDYBeolQEKtN3lCAgShnA8YZN/s400/bartas+la+casa+%252838%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
</div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/06401398690125983204noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4700602687372596934.post-54306160499055860622020-06-14T08:10:00.001+02:002020-06-15T07:48:56.609+02:00Sharunas Bartas<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigXn2r7HWBHnPMzTSz2lg6iNhKCHVfzzAYVugoxycBl3Sr7zOiUJjusN0ZaC7DFZygADK9nQxgtArxX8CJqTZi3-SV-QFWntbdA3tRC-23VKSTi99rbL91UxrCY5fXFOG6iuBwkYQ3mG90/s1600/bartas+few+%25286%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="165" data-original-width="250" height="264" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigXn2r7HWBHnPMzTSz2lg6iNhKCHVfzzAYVugoxycBl3Sr7zOiUJjusN0ZaC7DFZygADK9nQxgtArxX8CJqTZi3-SV-QFWntbdA3tRC-23VKSTi99rbL91UxrCY5fXFOG6iuBwkYQ3mG90/s400/bartas+few+%25286%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<em>A 1:00 vediamo in una stanza una
ragazza giovanissima col volto coperto di gesso, o di trucco molto
spesso: Euridice? Il trucco pesante dà al suo volto l’aspetto di
un cretto, o di un terreno arido; ma le labbra sono rosse. E’
bianchissima, ed è vestita di bianco; dalla finestra entra una luce azzurra. Aridità, morte, terreno non
fecondo. Orfeo le tocca il volto. Un uomo dalla pelle nera
(Plutone?), da dietro uno stipite lo osserva con volto stupefatto e
severo, quasi spaventato; come se Orfeo stesse facendo qualcosa di
pericoloso, di vietato, di contrario a tutte le leggi. Lentamente,
Orfeo le rimuove il gesso dal volto (la biacca), rivelando il volto
roseo. Plutone si ritira lentamente. La ragazza apre gli occhi. <em>(dai miei appunti su "La casa"
di Sharunas Bartas)</em></em><br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
E' da molto tempo che volevo scrivere
su Sharunas Bartas, mettere in ordine i miei appunti, fermare qualche
immagine. Ma parlare di Sharunas Bartas è quasi impossibile,
qualsiasi cosa io scriva non sarà mai quello che ho visto, ma solo
la trascrizione dei pensieri che sono affiorati alla mia coscienza
guardando il film. Io ho scritto che in "La casa" c'è un
Orfeo e c'è un'Euridice, ci sono Plutone e Proserpina, ma è davvero
questa l'idea che voleva rappresentare Bartas?
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5I63owLgwHOQ34J_s9eHXwRXpXlYdc_ZL3deKmZ5jTmMZaVGOBdwRnVaVYfVICgfI_HGmdHQ0-fiwiDBRgAGJmnG0LGfrOPWjB8WwdixrJ7FlmzZ65Wzp0MbjAdqELFnS1sD8xd108TCP/s1600/the-house-%25283%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="451" data-original-width="600" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5I63owLgwHOQ34J_s9eHXwRXpXlYdc_ZL3deKmZ5jTmMZaVGOBdwRnVaVYfVICgfI_HGmdHQ0-fiwiDBRgAGJmnG0LGfrOPWjB8WwdixrJ7FlmzZ65Wzp0MbjAdqELFnS1sD8xd108TCP/s400/the-house-%25283%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Davanti ad alcune sequenze dei film di
Sharunas Bartas, il pensiero corre immediatamente a Tarkovskij; e
viene da dire che Bartas è forse l'unico ad essere riuscito a
ripetere quelle meraviglie, quei miracoli. Ma poi Bartas non è
Tarkovskij, è un'altra cosa ancora. A tratti fa pensare a Béla Tarr
(ungherese, nato nel 1955) ma anche Béla Tarr è un'altra cosa. Il
nome giusto da evocare, pensando a Sharunas Bartas, è probabilmente
quello di Tadeusz Kantor: ma Kantor lavorava solo in teatro, e il
teatro è qualcosa di effimero, non si può spiegare né portare ad
esempio. Esistono filmati del teatro di Kantor, ma chi è stato a
teatro sa che i grandi spettacoli esistono solo nell'attimo in cui
vengono rappresentati, e non si possono raccontare. Le registrazioni
filmate sono sempre benvenute, ma come spiegare quello che succedeva
durante gli spettacoli di Tadeusz Kantor? L'evocazione di un ricordo,
o di molti ricordi, volti, corpi, musiche, canzoni, luci, ambienti,
sensazioni: è questo che affascina nei film di Sharunas Bartas, ed è
questo il ricordo che mi porto dentro di Tadeusz Kantor.<br />
Nella vita reale di Bartas c'è la collaborazione con Eimuntas Nekrosius, un altro regista di teatro, anche lui lituano, che appare in alcuni suoi film; forse da Nekrosius arriva un'eco di Kantor.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHJkyFZWSeey-4Trp4wA20JagpA9oUM2oyYHXG7XddS83vKaIiGi8_93DoJS_W7c61FAY8xgpkN3PLK-OB02G8Vf1OxT0DESAQhI4mkWkD2OE6oh3KObho6UKoir2QqH5FcLCF5eODCY52/s1600/koridorius--%25283%2529h.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="576" data-original-width="745" height="308" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHJkyFZWSeey-4Trp4wA20JagpA9oUM2oyYHXG7XddS83vKaIiGi8_93DoJS_W7c61FAY8xgpkN3PLK-OB02G8Vf1OxT0DESAQhI4mkWkD2OE6oh3KObho6UKoir2QqH5FcLCF5eODCY52/s400/koridorius--%25283%2529h.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sharunas Bartas è lituano, nato nel
1964. I suoi film:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1986 - Tofolaria (cortometraggio)</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1990 - Praejusios dienos atminimui (In memoria dei giorni passati)</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1991- Trys dienos</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1995 - Koridorius</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1996 - Few of us (Lontano da Dio e dagli uomini)</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1997 - Namai (La casa)</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
2000 - Freedom</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
2004 - Visions of Europe (l'episodio "Children lose nothing")</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
2005 - Septyni nematomi zmones (Sette uomini invisibili)
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
2010 - Indigène d'Eurasie</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
2015 - Peace to us in our dreams</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
2017 - Frost</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
2019 - Dusk (al crepuscolo)</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwB10LWbYra5pSVKPIM2JVGfwczgWv6FqCkcN3GPpPaVyIOywM0mW-4BXI5MLAEFebyCtXrnQsar5qsp3DLJgX8jib9DMzFvMO55wMoE5gcIO4ngsoMvuJJXoETZfKUMEsXv36EHefwKYX/s1600/koridorius--%25285%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="510" data-original-width="675" height="301" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwB10LWbYra5pSVKPIM2JVGfwczgWv6FqCkcN3GPpPaVyIOywM0mW-4BXI5MLAEFebyCtXrnQsar5qsp3DLJgX8jib9DMzFvMO55wMoE5gcIO4ngsoMvuJJXoETZfKUMEsXv36EHefwKYX/s400/koridorius--%25285%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Paolo Mereghetti su Sharunas Bartas:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d;">... Bartas è venuto a cercare il
segreto del cinema, o almeno di certo cinema, quello che non vuole
seguire il mainstream di Hollywood o di Cinecittà. Fin dalle
primissime inquadrature (una pianura attraversata da un treno che non
si sa dove vada, un fiume scavalcato da una strada che non si sa dove
porti) lo spettatore è messo davanti ai "misteri" che
dovrà affrontare lungo tutti i 105 minuti del film: il senso del
film non è depositato dall'alto (da una battuta, da un dialogo,
dalla sceneggiatura) ma va cercato scena dopo scena dentro quello che
si vede sullo schermo. Obbliga lo spettatore a non essere passivo e
accettare così quello che gli si vuole far credere, ma piuttosto lo
sprona a confrontarsi con quello che passa sullo schermo,
obbligandolo ad avere un rapporto attivo con il materiale del film.
Cosa sta cercando di farci vedere il regista? Cosa può davvero
mostrarci di quel mondo? E' l'occhio dello spettatore che deve
cercare negli angoli, nelle pieghe, nelle zone scure, ritrovando la
capacità di guardare, di osservare, di capire. Non ci arrivano
notizie da questo viaggio ai limiti del mondo, alla fine del film non
ne sapremo certo di più sugli usi dei tofolar, ci saremo solo
confrontati con delle immagini insolite e avremo imparato che il
cinema non è solo effetti speciali e attori di grido. E' anche
qualcosa d'altro: in questo caso è la possibilità di esplorare più
a fondo e più intensamente le nostre stesse capacità sensoriali, a
cominciare dalla vista e dall'udito. Per accorgerci che la realtà è
spesso "incomprensibile" (...) ma che non dobbiamo mai
smettere di interrogarla né di sforzarci di aprire sempre meglio gli
occhi. Sensoriale.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d;">Corriere della Sera-7, novembre 1996, recensione di
Paolo Mereghetti a "Lontano da Dio e dagli uomini" di
Sharunas Bartas.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
(Nota: i Tofolar sono nomadi di origine
mongola che abitano in Siberia, protagonisti del primo film di
Sharunas Bartas. Nell'articolo, Mereghetti paragona i film di Bartas a quelli di Franco
Piavoli).</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5I63owLgwHOQ34J_s9eHXwRXpXlYdc_ZL3deKmZ5jTmMZaVGOBdwRnVaVYfVICgfI_HGmdHQ0-fiwiDBRgAGJmnG0LGfrOPWjB8WwdixrJ7FlmzZ65Wzp0MbjAdqELFnS1sD8xd108TCP/s1600/the-house-%25283%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="451" data-original-width="600" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5I63owLgwHOQ34J_s9eHXwRXpXlYdc_ZL3deKmZ5jTmMZaVGOBdwRnVaVYfVICgfI_HGmdHQ0-fiwiDBRgAGJmnG0LGfrOPWjB8WwdixrJ7FlmzZ65Wzp0MbjAdqELFnS1sD8xd108TCP/s400/the-house-%25283%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTbsky1N60P9wTTt_aAoelYd8VLW2i5CCx-JyN5PG12P41ZmnhxXz8O5QeTvyTYWDtcp-0Bp2VDh8NHBYgvkuvr3IoqtWCVQ4MTuzsAlDJ-aEphVr5QcYH0VdENe9wEHUBL7-TmopBi-3y/s1600/the-house-%25281%2529s.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="397" data-original-width="527" height="301" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTbsky1N60P9wTTt_aAoelYd8VLW2i5CCx-JyN5PG12P41ZmnhxXz8O5QeTvyTYWDtcp-0Bp2VDh8NHBYgvkuvr3IoqtWCVQ4MTuzsAlDJ-aEphVr5QcYH0VdENe9wEHUBL7-TmopBi-3y/s400/the-house-%25281%2529s.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-6gVDrevyTNXdmuqIGzy8rIeow1h5oGmtLPw8TSIvgXop1ID1u7iH1Opk6MwftLM3XxIxbxieC3wtmve6Y9XVq5Y57Yri9z7sLqW4fEdcauDVxbSPexb_UNWKFdGuQ4MuiAg_J-biTqev/s1600/the-house-%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="510" data-original-width="698" height="291" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-6gVDrevyTNXdmuqIGzy8rIeow1h5oGmtLPw8TSIvgXop1ID1u7iH1Opk6MwftLM3XxIxbxieC3wtmve6Y9XVq5Y57Yri9z7sLqW4fEdcauDVxbSPexb_UNWKFdGuQ4MuiAg_J-biTqev/s400/the-house-%25282%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
(fermo immagine da Few of us, La casa, Koridorius)</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/06401398690125983204noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4700602687372596934.post-40348935007914447802020-06-10T13:46:00.000+02:002020-06-10T13:46:18.396+02:00Musical<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYRGHG6XLyeBRUFbMKaFZGy3l2ekz67C2hK3nKIKIuhAJRXgSjVmCBIpjvJiqzK3OmWx9Ts9Av8qdrrGcGZ3BjS60-pSrTvYPibyuhKsHmlllV5pVs0AwrTmm3PQ_DPqv5niwEnyZli2Bo/s1600/audrey-astaire-1957-donen.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="620" data-original-width="500" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYRGHG6XLyeBRUFbMKaFZGy3l2ekz67C2hK3nKIKIuhAJRXgSjVmCBIpjvJiqzK3OmWx9Ts9Av8qdrrGcGZ3BjS60-pSrTvYPibyuhKsHmlllV5pVs0AwrTmm3PQ_DPqv5niwEnyZli2Bo/s400/audrey-astaire-1957-donen.jpg" width="322" /></a></div>
<br />
Il musical ha una gran quantità di
fans, giustamente; io ho le mie perplessità, un po' perché sono
abituato a scrivere sui film uno per uno, e un po' perché non mi
piace ragionare per generi ("Mezzogiorno di fuoco" è un
western? Lo considerate uguale a quelli di Sergio Leone e a quelli
con John Wayne?) ma soprattutto perchè quello dei musical è un
insieme molto eterogeneo, ci sono i capolavori e le mezze misure, ci
sono film musicali di tutto divertimento e altri ricchi di
significato (penso a Cabaret), ce ne sono di scadenti e di
sopravvalutati, e ci sono capolavori nascosti o dimenticati che
meriterebbero di essere citati più spesso. In più, dagli elenchi
dei musical fatti dagli entusiasti o dai giornalisti mancano sempre
film di livello alto o altissimo, e sono sempre quei pochi titoli
quelli di cui si parla. Come mi capita spesso, viene da chiedersi se
i film siano stati visti per davvero oppure se se ne parli per luoghi
comuni o per citazioni di citazioni. Insomma, si fa in fretta a dire
musical: sul mio piano personale, se penso a "Singing in the
rain" va tutto bene, idem con Busby Berkeley ("Gold diggers
of 1935" è un capolavoro sia per la musica che per le immagini)
o con Fred Astaire ("Top hat" è uno dei miei film
preferiti in assoluto), ma poi mi fermo e comincio a pensare.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQMTgQ-tw50VHEw2yex9_u9UcpDYisF8MelgwNUjfQIHAfNR4J38c80cdwJohe26SHBfC4CUvisitPF-L_uqieWzzw-MX2cqrrbRSAyBKes1wExdwRu-oHTLJ9gd0E825slpaQNUTGf9QR/s1600/astaire+1940+eleanor+powell.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="396" data-original-width="500" height="253" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQMTgQ-tw50VHEw2yex9_u9UcpDYisF8MelgwNUjfQIHAfNR4J38c80cdwJohe26SHBfC4CUvisitPF-L_uqieWzzw-MX2cqrrbRSAyBKes1wExdwRu-oHTLJ9gd0E825slpaQNUTGf9QR/s320/astaire+1940+eleanor+powell.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Innanzitutto, i musical andrebbero
visti nella versione originale; se doppiati si percepisce lo stacco
fastidioso fra parte parlata e parte cantata, un effetto forse
inevitabile per la comprensione della storia narrata, ma che disturba
molto la visione. Inoltre, molti musical sono stati doppiati anche
nel canto; oggi non lo si fa quasi più, ma lo si è fatto per lungo
tempo e non sempre con buoni risultati. E' piacevole "Mary
Poppins", per esempio, anche nella versione italiana a cui siamo
tutti affezionati; ma "My fair lady" e "The sound of
music" ("Tutti insieme appassionatamente") sono stati
per me due film insopportabili fino a quando non è arrivata la
possibilità di ascoltarli nel sonoro originale, con il dvd o con il
doppio canale audio in tv. Mi sono deciso a cercare "The sound
of music" solo grazie a John Coltrane e alla sua versione di "My
favourite things", altrimenti lo avrei considerato
irrecuperabile; quanto a "My fair lady", i tentativi di
rendere l'originale usando i nostri dialetti sono molto goffi, e
anche la presenza di grandi attori nei nostri remake in teatro non è
che abbia aiutato molto. Qualcosa di simile mi è successo anche con
"Bulli e pupe" ("Guys and dolls") dove in più
c'è anche l'equivoco sulla voce di Marlon Brando: è il doppiaggio
che dà l'idea di una differenza tra la voce di Brando mentre recita
e mentre canta, nell'originale è tutto più naturale. Anche Gigi
Proietti ha fatto a suo tempo una battuta sulla voce di Brando in
"Bulli e pupe", ma va evidentemente riferita al doppiaggio
italiano. Tra l'altro, "Bulli e pupe" è un film curioso:
un cantante famoso viene scritturato per recitare, e un attore non
certo famoso per il canto ha invece le parti cantate più importanti.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div style="margin-bottom: 0cm;">
Allo stesso modo, non ho mai guardato
per intero "Sette spose per sette fratelli"; non ne amo
molto la musica, e nemmeno il doppiaggio italiano. Non vado molto
d'accordo con Gershwin (trovo lo swing irritante, non sempre ma
quasi) e quindi ho apprezzato "Un americano a Parigi" ma
solo fino a un certo punto. "A star is born" di Cukor ("E'
nata una stella") per me è stato punitivo, l'ho voluto vedere
fino in fondo per rispetto verso Cukor ma è stata veramente una
sofferenza. Ho provato anche a guardare i remake successivi,
realizzati cambiando anche la musica, ma preferirei sorvolare. Su
altri film con Barbra Streisand, come "Funny girl", "Funny
lady", "Hello Dolly" posso solo dire che ci sono dei
bei momenti ma non me la sento di gridare al capolavoro come invece
fanno in tanti.</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ci sono poi i musical che ho voglia di
vedere o rivedere, perché ho in mente una canzone rimasta famosa, ma
che poi a conti fatti mi lasciano un po' deluso: è il caso di "Il
mago di Oz", dove l'unica canzone bella è "Over the
rainbow" - ma solo la parte iniziale, perché poi quel
ritornello "when you wish upon a star" a me ha sempre dato
l'idea del "non so più come andare avanti e ci metto una
toppa". Allo stesso modo considero il più recente "Hair",
dove oltre alla citatissima "Aquarius" non ho trovato
nient'altro che mi sia rimasto in memoria; è comunque un bel film,
su un soggetto storico importante (la guerra in Vietnam, c'era ancora
la visita di leva).</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDMB2hx_Y70lcHcETeeL_rC4MjPezRCMb55paF5tcbR6i4QfrvFvL2Ot8J_-zo7MqhC2JS02JMb-4OLZDEeu7n5xUeaSaJ7eYLkgG8ayY9Fw4t0e4b7HUX_HJm7RG_6WcH7Wo1t2mrJFZI/s1600/armstrong+kelly.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1051" data-original-width="912" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDMB2hx_Y70lcHcETeeL_rC4MjPezRCMb55paF5tcbR6i4QfrvFvL2Ot8J_-zo7MqhC2JS02JMb-4OLZDEeu7n5xUeaSaJ7eYLkgG8ayY9Fw4t0e4b7HUX_HJm7RG_6WcH7Wo1t2mrJFZI/s320/armstrong+kelly.jpg" width="277" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ho un mio elenco di capolavori da
continuare, dopo quelli che ho citato all'inizio metto "Stormy
weather", "Alta società" (specialmente quando entra
in scena Louis Armstrong), Cabaret, Taking off di Milos Forman; di
molti di questi ho portato qui da tempo i miei appunti personali.
</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sono invece rimasto deluso anche dai
musical dell'epoca rock, come "Tommy" e "Quadrophenia"
con musica dei Who (hanno fatto di meglio, salverei quasi soltanto
"See me, feel me"...). A quattordici anni ero andato al
cinema per "Jesus Christ Superstar", ero ancora poco
smaliziato, venivo dalle canzonissime e dai festival di Sanremo in tv
e il film mi era piaciuto, ma poi ho cominciato a conoscere la vera
grande musica e ho lasciato perdere Andrew Lloyd-Webber. In seguito,
ho ascoltato qualcosa da Evita, Cats, e altri musical di Lloyd-Webber
(scopro che ha solo dieci anni più di me, non l'avrei mai creduto) e
chiedo scusa agli appassionati del genere ma non riesco a credere che
si valuti "Don't cry for me Argentina" come una grande
canzone. A me sembra qualcosa che si trova facilmente sul pianoforte
mentre si fanno gli esercizi, e quando avevo preso lezioni di musica
(tanti anni fa, ormai mi sono dimenticato come si fa) mi era capitato
di pensare che c'è più musica nel Czerny e nel Longo (gli esercizi
per le cinque dita) che in Lloyd-Webber o in John Williams.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidJtRxMam-WQyBk2NXuzQnN6qG0lkqGdcxo6NWD9EwonBhtYtSxVuAi_I_5x9m0nAZoCImBTnm_rRD5JTetfxb6y36wvhTNkYhKM4_1nwNXWt6M2QMyHWPa5YHJe20XmIRZmuNYtexJyBW/s1600/astaire-rogers-1935.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="595" data-original-width="807" height="235" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidJtRxMam-WQyBk2NXuzQnN6qG0lkqGdcxo6NWD9EwonBhtYtSxVuAi_I_5x9m0nAZoCImBTnm_rRD5JTetfxb6y36wvhTNkYhKM4_1nwNXWt6M2QMyHWPa5YHJe20XmIRZmuNYtexJyBW/s320/astaire-rogers-1935.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sono rimasto del tutto estraneo a
eventi come "Flashdance", "Grease", "La
febbre del sabato sera": in quel periodo ascoltavo Nick Drake,
Leonard Cohen, i Pentangle e Tim Buckley, e poi ho cominciato ad
andare alla Scala per Claudio Abbado, Maurizio Pollini, Carlos
Kleiber, Giuseppe Sinopoli, Wolfgang Sawallisch, Riccardo Muti,
Leonard Bernstein... Di "Grease" mi disturbava anche che si
riesumasse la brillantina, per la mia generazione "roba da
vecchi", ma così vanno le mode. Non ho mai sopportato i Bee
Gees con quei falsetti fastidiosi, li ricordavo con canzoni estive e
simpatiche, trovarli ridotti in quel modo mi aveva fatto tristezza ma
se a voi piace, che fare. Scrivendo, mi torna alla memoria anche una
chiacchierata con un amico in loggione che faceva il commesso alla
libreria Cortina: perchè dobbiamo occuparci di Madonna Ciccone, ci
chiedevamo negli anni '80. Già, perché mai: e invece, eccoci ancora
qui (la Ciccone ha la mia stessa età, detto en passant) a dover
subire cose che non ci sono mai piaciute.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdyJJxDhq3p7N1v2e71UwDglIkMPnQhjKiAJjPdKYGIt90VeTKTeH3LSlQuqEn1uokcbAnNnyYLfKhcanwHxs26QzJPoEbs_KXsJXT64OLw94qMhRG4zXPOOUeuL-buMxLT9-7smi1tu1H/s1600/eastwood+bird+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="195" data-original-width="310" height="251" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdyJJxDhq3p7N1v2e71UwDglIkMPnQhjKiAJjPdKYGIt90VeTKTeH3LSlQuqEn1uokcbAnNnyYLfKhcanwHxs26QzJPoEbs_KXsJXT64OLw94qMhRG4zXPOOUeuL-buMxLT9-7smi1tu1H/s400/eastwood+bird+%25282%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ho una considerazione altissima per
John Huston, ma ho trovato bruttino il musical "Annie" e
non riesco a capire come mai se ne sia occupato: è proprio la musica
che è brutta. Allo stesso modo non ho capito "Jersey boys"
di Clint Eastwood, e deploro il fatto che il suo "Bird", su
Charlie Parker, sia completamente uscito dalla programmazione. "Bird"
è un capolavoro, ma nelle rassegne dedicate a Eastwood non c'è mai,
non appare nemmeno oggi ai festeggiamenti per i suoi novant'anni.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Trovo belli e divertenti i film di
Richard Lester con i Beatles, non tanto per le canzoni ma proprio
perché sono divertenti; vedo malvolentieri i film con Frank Sinatra
come cantante (non mi piace Sinatra) ma mi piace Bing Crosby; mi sono
trovato distantissimo da "Alexander's ragtime band" (mah) e
dal mondo di film come "Gigì", "Can can", o
magari "Follie d'inverno" ("There's no business like
show business"), e mi sono annoiato a morte con Resnais e Scola
e i loro film sulle sale da ballo (Ballando ballando, etc) non per i
film in sè ma per le musiche scelte.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgup6Duk11ND-Qq46HChKnTTJeA_OYi9tw26gKDSZbnyo7WKDMPoz7hPiR_XEh1XqMwj_XXrZ1YuF4ye2SQE_FgRDb6IVX3DCJmhj2UUNlnGjycJt3CsjWzHAhWdutQCY73UTx3__YKtQrD/s1600/eastwood+bird.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="364" data-original-width="480" height="302" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgup6Duk11ND-Qq46HChKnTTJeA_OYi9tw26gKDSZbnyo7WKDMPoz7hPiR_XEh1XqMwj_XXrZ1YuF4ye2SQE_FgRDb6IVX3DCJmhj2UUNlnGjycJt3CsjWzHAhWdutQCY73UTx3__YKtQrD/s400/eastwood+bird.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Infine, i film con i cantanti degli
anni '60, che vedevo arrivare nel cinema del mio paese da bambino e
che ritrovo su RaiMovie all'ora di cena: oggi c'è chi li chiama
"musicarelli", che brutta parola. Per quanto mi riguarda, a
dodici anni ero già stanco di Albano, di Rita Pavone e di tutte
quelle cose che passavano in tv e che ero obbligato ad ascoltare e
vedere da bambino; ma oggi mi capita di fermarmi a vederne qualche
sequenza perché ci sono tanti bravi attori nelle parti di fianco
(Gino Bramieri, Raffaele Pisu, Aroldo Tieri, Franco Franchi e Ciccio
Ingrassia...) e perché si vedono le città come erano quando io ho
cominciato a conoscerle. Molti di quei film sono incentrati sul
servizio militare (Gianni Morandi era davvero in caserma quando
girava "Non son degno di te") e penso sempre che
bisognerebbe spiegare ai ventenni del Nuovo Millennio che cos'era il
servizio di leva, e come mai è stato abolito. Un grosso favore che è
stato loro regalato dalle generazioni precedenti, i primi a
beneficiarne sono stati i nati nel 1986 se non ricordo male. Oggi chi
fa il servizio militare lo fa da volontario, ma prima non era così,
la cartolina precetto arrivava a tutti. Per cambiare, sono stati
necessari molti decenni di lotte e di sacrifici; è una storia che
andrebbe raccontata, ed in questo possono essere utili film come
"Hair" di Milos Forman, e anche quelli del ventenne Gianni
Morandi.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://youtu.be/34KAShRPWCo">qui</a> e <a href="https://youtu.be/Yx6s-YReOJY">qui</a> per alcune sequenze da "Gold diggers of 1935" di Busby Berkeley</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="https://youtu.be/_8yGGtVKrD8">qui</a> per una sequenza da "Stormy weather"</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3qj3d7w7p3aNXUzH_i7nnyulyy9Vb4DBrpPYFVmK-94Hq-trB0AFyDQbuacfma7Ha-y0dUXCzjP7EUz1xw1av3P6Arlunbe-4XhdF3CLx8107zKe48uoZNWUkreqNCN-hzwk-y5IDh8Z0/s1600/dolores-del-rio-1933.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="621" data-original-width="474" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3qj3d7w7p3aNXUzH_i7nnyulyy9Vb4DBrpPYFVmK-94Hq-trB0AFyDQbuacfma7Ha-y0dUXCzjP7EUz1xw1av3P6Arlunbe-4XhdF3CLx8107zKe48uoZNWUkreqNCN-hzwk-y5IDh8Z0/s400/dolores-del-rio-1933.jpg" width="305" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<em>(nelle immagini, dall'alto: </em></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<em>Fred Astaire con Audrey Hepburn, Eleanor Powell, </em></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<em>Rita Hayworth, Ginger Rogers, Dolores Del Rio; </em></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<em>Louis Armstrong e Grace Kelly in "High society; </em></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<em>due fotogrammi da "Bird" di Clint Eastwood)</em></div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/06401398690125983204noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4700602687372596934.post-36377149558038975512020-06-06T08:30:00.000+02:002020-06-06T08:31:05.549+02:00Sogno di una notte d'estate <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0l_fHLaju5KBn3lgdCA7n-213zZB4eprfrAIssxx96-BJ0QSMaW8c02DWMBursRyhcfn_81kegMZ4we7GeahXIfHkq0HHhtQrZaUJyB6DyuZDoYgFDfXflkDtAvxsK0c2QcYUrr3817JB/s1600/trnka+shots+%25283%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="892" data-original-width="1120" height="317" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0l_fHLaju5KBn3lgdCA7n-213zZB4eprfrAIssxx96-BJ0QSMaW8c02DWMBursRyhcfn_81kegMZ4we7GeahXIfHkq0HHhtQrZaUJyB6DyuZDoYgFDfXflkDtAvxsK0c2QcYUrr3817JB/s400/trnka+shots+%25283%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sogno di una notte d'estate (Sen noci
svatojánské, 1959). Regia di Jiri Trnka. Tratto da William
Shakespeare. Sceneggiatura di Jirí Brdecka, Josef Kainar, Jirí
Trnka. Fotografia di Jirí Vojta. Musiche di Václav Trojan. Film
d'animazione. Durata 1h12'</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Jiří Trnka (1912-1969), praghese, è
un altro dei grandi del cinema d'animazione; ha esplorato diverse
tecniche ma è rimasto famoso soprattutto per i suoi lavori "a
passo uno", realizzati fotogramma per fotogramma. Pare che
"Sogno di una notte d'estate" sia il primo lungometraggio
realizzato con pupazzi animati a passo uno; è un po' invecchiato ma
ancora bello da vedere, fedele a Shakespeare ma con alcune invenzioni
personali ben riuscite, e ha belle musiche scritte da Vaclav Trojan.<br />
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_nj-G9GbaGiMFJxJ7nQuLIMe_LtUNI2J1JcUwCAFmrM_4cWwxjYemnqDN8FFZIl23NWpMpFqbIC6IZ197GljqWZZn0yqmR4P9p5djaSIpLPwwd23ELkCUOdrwIdxcKbc1CGPZ0lMV1IC6/s1600/trnka+shots+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="883" data-original-width="1104" height="318" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_nj-G9GbaGiMFJxJ7nQuLIMe_LtUNI2J1JcUwCAFmrM_4cWwxjYemnqDN8FFZIl23NWpMpFqbIC6IZ197GljqWZZn0yqmR4P9p5djaSIpLPwwd23ELkCUOdrwIdxcKbc1CGPZ0lMV1IC6/s400/trnka+shots+%25281%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La migliore fra le "invenzioni"
di regia è quella di Puck che trova il fiore magico tra gli dei
dell'antica Grecia, o della classicità più in generale, facendo
scoccare a Cupido una freccia che riesce a schivare e che va a
colpire una colonna; dalla freccia nasce il fiore magico. La fantasia di
Trnka e dei suoi collaboratori si esercita, come è ovvio,
soprattutto sui personaggi fantastici dell'opera di Shakespeare:
elenco qui sotto quelle che più mi sono piaciute. 1) Quando Oberon
si accorge che Puck ha sbagliato confondendo le coppie di amanti,
anche a Puck spuntano le orecchie d'asino, come a Bottom; 2) nel
duello tra Demetrio e il rivale, Puck "smonta" tutto ciò
che può ferire o uccidere e lo trasforma in fiori, piumini, etc 3)
Puck compie molte metamorfosi anche su se stesso, oppure ne è
vittima quando Oberon lo punisce 4) gli elfi sono esseri minuscoli,
così come le fate; si può pensare al "piccolo popolo"
degli irlandesi, ma sembrano piuttosto piccoli animali che nascono
dall'erba o dall'acqua dello stagno 5) Bottom con la testa d'asino
sembra quasi un coniglietto, non fa paura anche se da copione
dovrebbe 6) Oberon ha un copricapo con corna di cervo, come Falstaff
nel finale dell'opera di Verdi, cioè Le allegre comari di Windsor.
7) è da segnalare lo spettacolo finale degli attori, che chiude il
"Sogno" così come in Shakespeare; ci sono molte libertà
su Piramo e Tisbe ma non con il leone, la luna, l'uomo nella luna, il
muro, che rivelano un'attenta lettura del testo originale. Lo
spettacolo di Piramo e Tisbe occupa tutto il quarto d'ora finale, il
che in un film di settanta minuti non è poco.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEib8nYxM6eAVz0naIMEmI855RH7MCZG4_91fSPotcemJd3UpVmNsdweaIoqRAYj4CZTZdifieKTrj7AebV4H7cFfBNjFW7AkygBIXc6TDz0Wn9F6kvBdaC1tfjfF6mDySOuW8mlxwIK2YAv/s1600/trnka-imdb-%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="817" data-original-width="935" height="348" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEib8nYxM6eAVz0naIMEmI855RH7MCZG4_91fSPotcemJd3UpVmNsdweaIoqRAYj4CZTZdifieKTrj7AebV4H7cFfBNjFW7AkygBIXc6TDz0Wn9F6kvBdaC1tfjfF6mDySOuW8mlxwIK2YAv/s400/trnka-imdb-%25281%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il "Sogno di una notte d'estate"
di Trnka non è propriamente un film per bambini, come si potrebbe
pensare, anche se è molto grazioso; non credo che i bambini possano
davvero seguire una storia così complessa. E', insomma, un film per
tutti nel migliore dei sensi che si possono dare a questa frase. Non
è parlato, c'è la musica e c'è una voce narrante fuori campo.
Nell'originale la voce è di Rudolf Pellar, esiste una versione in
inglese dove il narratore è Richard Burton (la mia fonte è
www.imdb.com) e dove sono elencate le voci per tutti i personaggi,
quindi è probabile che siano state aggiunte le voci in fase di
doppiaggio, ma io preferisco l'originale - non conosco la lingua
ceca, ma il "Sogno di una notte di mezza estate" è molto
famoso (vorrei dire: lo conoscono tutti, ma so che non è così) ed è
quindi facile seguire tutto anche se non si conosce la lingua.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwGiEBKMWzsU7jmjYCyR4qbDp9p_Cw997-z67lU3pLDM0BvIKBslvA-L4ivp3E7XC0qIhGnDHXjOacsHw-0K_tXUsiyrW37SOBB4cDuzYM1XjlCjRKrqiKGf4ZosaMhbZS_TACcHFM4iuH/s1600/trnka-imdb-%25283%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="1145" height="348" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwGiEBKMWzsU7jmjYCyR4qbDp9p_Cw997-z67lU3pLDM0BvIKBslvA-L4ivp3E7XC0qIhGnDHXjOacsHw-0K_tXUsiyrW37SOBB4cDuzYM1XjlCjRKrqiKGf4ZosaMhbZS_TACcHFM4iuH/s400/trnka-imdb-%25283%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmqebSToKPHpJFtkR3ovVRvksACqymTzYvZIsUglyAQ3OBL0wIXKrk4O6tw11spAIvJuT_jUpUDm1o_knw-hSY1lhKhqA6R5_85HYN4Rk7-THbozmGpyjJKrnMOYYoWymfUdpzjwiMekce/s1600/trnka-imdb-%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="457" data-original-width="524" height="348" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmqebSToKPHpJFtkR3ovVRvksACqymTzYvZIsUglyAQ3OBL0wIXKrk4O6tw11spAIvJuT_jUpUDm1o_knw-hSY1lhKhqA6R5_85HYN4Rk7-THbozmGpyjJKrnMOYYoWymfUdpzjwiMekce/s400/trnka-imdb-%25282%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg71dJz-YJFYb0c8IWWJbLw4QYqQmpBPZeFzYi9wZil86hf3CezpRI5lsTtbUSLo-zQGsCVcucpoAaIisfrxld9civzD4qYpGLDKJX0oPSTIbxoeuSYGXjBcZb03XItCxdYu4UU_kye32Uf/s1600/trnka+shots+%25285%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="880" data-original-width="1110" height="316" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg71dJz-YJFYb0c8IWWJbLw4QYqQmpBPZeFzYi9wZil86hf3CezpRI5lsTtbUSLo-zQGsCVcucpoAaIisfrxld9civzD4qYpGLDKJX0oPSTIbxoeuSYGXjBcZb03XItCxdYu4UU_kye32Uf/s400/trnka+shots+%25285%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/06401398690125983204noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4700602687372596934.post-17326648041307929942020-05-30T14:00:00.000+02:002020-07-24T14:36:43.736+02:00Il tempo si è fermato<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyQisx27ebyAeT_xPVmGr_65Iyh6loST2lE0wbV3NPr14geWVEkQNZQf0214IQTouc5wTGNUvLTs8xX_85u93QfkIn3BJxhz-tnNfK8Ulra8ZUBUICvh5NuWH0Msp_pqeaFMRhvZCTYhyj/s1600/olmi+1958+%25288%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="501" data-original-width="750" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyQisx27ebyAeT_xPVmGr_65Iyh6loST2lE0wbV3NPr14geWVEkQNZQf0214IQTouc5wTGNUvLTs8xX_85u93QfkIn3BJxhz-tnNfK8Ulra8ZUBUICvh5NuWH0Msp_pqeaFMRhvZCTYhyj/s400/olmi+1958+%25288%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il tempo si è fermato (1959) Regia di
Ermanno Olmi. Scritto da Ermanno Olmi e Carlo Bellero. Fotografia di
Lamberto Caimi. Interpreti: Natale Rossi, Roberto Seveso, Paolo
Quadrubbi. Durata: 100 minuti</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Siamo in montagna, sul cantiere di una
diga; è inverno, c'è neve dappertutto e non si può lavorare. A
controllare i lavori rimangono solo due persone, due operai,
praticamente isolati dal mondo se non fosse per un telefono, una
teleferica e una radio. L'anno è il 1958, la montagna è
sull'Adamello, diga del Venerocolo. Uno dei due operai, due montanari
esperti, ha finito il suo turno e sta tornando a casa; si salutano e
quello che rimane si dispone ad aspettare l'arrivo del turnista
subentrante, il Pedrazzini. Ma c'è una sorpresa: il Pedrazzini non
c'è perché sua moglie ha avuto un bambino, e al suo posto arriva un
ragazzo molto giovane, uno studente lavoratore, uno di città. Questo
film di Ermanno Olmi, che segnerà il suo debutto nel cinema
importante con un lungometraggio, racconta dell'incontro fra il
"vecchio" montanaro e il giovane cittadino: ma è meglio
lasciar parlare lo stesso Olmi, che racconta la nascita del film in
una bella intervista disponibile <a href="https://youtu.be/rmb7ailw1Q4">qui </a>on line:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i>Conversazione con Ermanno Olmi, di
Tatti Sanguineti</i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i>Olmi: (....avevo girato) tanti
documentari, tutti ambientati nel mondo del lavoro, e naturalmente
poi l'interesse si focalizzò soprattutto sulla presenza degli uomini
nelle attività lavorative (...) la scoperta del mondo di queste
valli che erano rimaste isolate, direi da secoli, rispetto ai grandi
centri dove avveniva tutto ciò che si considerava progresso;
improvvisamente in queste valli incominciarono a suonare sirene e a
rombare motori, e arrivarono le attrezzature per costruire questi
monumenti giganteschi, ciclopici, che erano le dighe che sbarravano
l'intera valle (...) Gli abitanti di queste valli si sono sentiti
improvvisamente investire dal progresso, lì dove per secoli non si
era mosso nulla. Quell'umanità conservava in quegli anni un dato
distintivo rispetto all'umanità delle città. Direi che nelle valli
vedevi l'uomo nella sua accezione più alta, l'uomo in rapporto con
la Natura, l'uomo in rapporto con i problemi della sopravvivenza
(...) lì si aveva bisogno solo dell'essenziale. Nelle città del
dopoguerra, a Milano, c'era già il boom economico (...) Volevo
rappresentare l'uomo come era prima che avvenissero tutti questi
grandi cambiamenti (...) mettevo vicino queste due generazioni perché
avvertivo, allora forse inconsapevolmente o non con la consapevolezza
di oggi, che quella era una linea storica di demarcazione: finiva
un'era dell'uomo e ne cominciava una nuova. Direi che addirittura il
mondo industriale, cominciato con il Ballo Excelsior all'inizio del
secolo, non ha segnato così il processo di mutamento storico della
società a venire. Nell'ultimo dopoguerra è finito l'Ottocento ed è
cominciato il Duemila. (...) sento che quella è proprio una data di
nascita, di questo nuovo mondo che oggi vediamo poi esprimersi
attraverso tecnologie di immensa raffinatezza, allora assolutamente
inimmaginabili (...)</i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i>(Conversazione con Ermanno Olmi, a
cura di Tatti Sanguineti, Cineteca di Bologna)</i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUt5weZUbR9_esn0qpmRnm1c548VqtoynnTxI5S-1nDMQfRdlrzgXl2Zhex9uSlUMwsjoJmOoep4SdIfrH4djNFgvKxI-4VTtHS_SFEU2_YhxaAOzw6MMRdljpIKgRNl74WwDuX9U6MfSd/s1600/olmi+1958+%25283%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="505" data-original-width="755" height="267" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUt5weZUbR9_esn0qpmRnm1c548VqtoynnTxI5S-1nDMQfRdlrzgXl2Zhex9uSlUMwsjoJmOoep4SdIfrH4djNFgvKxI-4VTtHS_SFEU2_YhxaAOzw6MMRdljpIKgRNl74WwDuX9U6MfSd/s400/olmi+1958+%25283%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
E' un'intervista molto bella, dura 23
minuti e Olmi continua raccontando il silenzio dopo il fermo del
cantiere, l'enorme quantità di neve, l'immobilità, le figure minime
degli uomini nel cantiere deserto. Un film sulla pausa, dopo i rumori
delle macchine e l'andirivieni dei lavoratori dei mesi precedenti; ed
è nella pausa che emergono le differenze prima non avvertibili.
C'erano tutti i motivi per cui queste due persone non si
conoscessero: d'estate, con il cantiere aperto, non si sarebbero
nemmeno parlati, ma ora i due cominciano a scoprirsi e a
riconoscersi. Olmi dice ancora che "il tratto preciso del film è
che pur nella diversità ci si può intendere" e sottolinea la
presenza di uno studente lavoratore, figura tipica degli anni '50 e
'60: molti figli di operai si sono laureati così, perché altrimenti
non avrebbero potuto pagarsi gli studi. E' molto bello anche il
discorso sulle pellicole cinematografiche e sul montaggio
cinematografico; alla fine Olmi decide di girare in Cinemascope, cioè
nel formato dei kolossal, per dare il giusto risalto al panorama e
alla diga e anche perché all'inizio pensava di fare un documentario,
ma si era accorto che il piccolo formato dei documentari, nelle sale
cinematografiche, veniva penalizzato nella proiezione. Dopo il
Duemila, girando "Cantando dietro i paraventi", Olmi si
dichiarerà entusiasta delle nuove tecnologie e anche questa può
essere una sorpresa per chi non conosce Ermanno Olmi se non
attraverso luoghi comuni e stereotipi nati dalla pigrizia di chi
scrive di cinema con superficialità. Per quanto mi riguarda, trovo
l'analisi di Olmi sul Novecento molto migliore di quelle del tipo "il
secolo breve", che si occupano solo di guerre e di ideologie:
Olmi coglie il momento vero del cambiamento (nei primi anni '60
arrivano anche le materie plastiche e l'elettronica), e indica un
altro cambiamento epocale che sta avvenendo sotto i nostri occhi. Sta
scomparendo il lavoro manuale, sempre meno persone sono in grado di
fare lavori con le proprie mani, e ce ne accorgiamo quando c'è
bisogno di un idraulico o di un muratore; e stanno scomparendo anche
le persone, un lavoratore vale ormai pochissimo in termini economici,
le macchine hanno tolto spazio e lavoro agli umani, e stiamo facendo
di tutto per non vederlo.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrl2iXEsyiVdzVcfp1v5BC3cn4Ix6Azf3QEXFKjdBhrBZOCfUebpwWbuZREQOzx8maG4prNNnhF8zSzmPrn9A2gHJ5-FnSDfeG-g4iL1eE-V0wRGscey6mH8E0v4h8CPAf85vjShCGnOFg/s1600/olmi+1958+%252810%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="509" data-original-width="751" height="270" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrl2iXEsyiVdzVcfp1v5BC3cn4Ix6Azf3QEXFKjdBhrBZOCfUebpwWbuZREQOzx8maG4prNNnhF8zSzmPrn9A2gHJ5-FnSDfeG-g4iL1eE-V0wRGscey6mH8E0v4h8CPAf85vjShCGnOFg/s400/olmi+1958+%252810%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
In anni passati mi ero segnato queste
righe di appunti su "Il tempo si è fermato":</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
- Un Olmi del 1959, un film che avrei
voluto scrivere io. Anche se può apparire ormai datato, è un film
che apre il cuore; bisogna proprio dirlo, Olmi non è un regista come
tanti altri, è un poeta del dettaglio e la sua grandezza va cercata
nei particolari minimi, e nella scelta dei luoghi e degli attori.
Natale Rossi, per esempio, me lo ricorderò, anche perché di persone
così belle e semplici ne ho conosciute anch’io, e mi dispiace che
siano di una razza in via d’estinzione. (maggio 1993)</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span lang="en-GB">- "Il tempo si
è fermato" racconta di neve e solitudine, ma </span>non è
"Shining": è il mondo del lavoro e delle persone buone e
semplici, dei lavoratori; sono le persone che mandano avanti il mondo in cui viviamo, in silenzio, anche con sacrifici personali, mentre gli altri si mettono in vista e non fanno niente, o fanno solo confusione. E' grazie alle persone come Natale Rossi (il "vecchio" del film) se viviamo in un mondo confortevole, ma purtroppo di Natale Rossi ne sono rimasti ormai pochissimi. Visto dopo tanti anni, è sempre molto
bello; sembra a tratti un film di Disney degli anni '50, dove il
cucciolo chiassoso irrompe nella vita dell'uomo maturo, l'uomo
silenzioso, il montanaro paterno e un po' bambino ancora nell'anima,
in soggezione verso il ragazzo "che ha studiato" e che
veste abiti di marca, non fatti in casa. Ricorda un po', quindi,
anche il "Balthasar" di Robert Bresson, dove c'è
l'irruzione della radiolina nel silenzio del tempo di Pan, il rumore
elettronico (qui è un disco di Celentano) che interrompe una quiete
ancestrale, però questo è un film buono con una storia positiva. Mi
sono divertito anche nel vedere Natale Rossi, nell'attesa che arrivi
il Pedrazzini (non arriverà, gli è nato un figlio) giocare
schizzando acqua sulla stufa, come facevo anch'io quando avevamo in
casa una stufa simile (un gesto ritrovato, dimenticato da tempo). Per
un ragazzo di città, sulla neve si va per sciare; per un montanaro
gli sci servono per spostarsi nella neve; ed anche questa è una
differenza notevole, della quale abbiamo dimenticato tutto. Film da
conservare con cura, molto amato, della mia stessa età, girato
sull'Adamello, diga del Venerocolo. (anno 2014)</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwnj9w2EkMG_XP-BZzQWEOXKs_87SRYW0X9JJj2jV4JXdyIplaNZ_F14v3c662HB5lGtCOs9qVNwoSfQ8fuPh4ZbcFiq7T8YZzabThn3FsYHQjKMAqBJoKC2TrQIDcAnVYIY_hyphenhyphenSpQuDg-/s1600/olmi+1958+%252828%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="736" height="271" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwnj9w2EkMG_XP-BZzQWEOXKs_87SRYW0X9JJj2jV4JXdyIplaNZ_F14v3c662HB5lGtCOs9qVNwoSfQ8fuPh4ZbcFiq7T8YZzabThn3FsYHQjKMAqBJoKC2TrQIDcAnVYIY_hyphenhyphenSpQuDg-/s400/olmi+1958+%252828%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiygLgr9XZeAfXIaKwhmfaxxcX710UAAui7uSLbAX0WvNrUiiw9RfDtLRDGiwFUPnJWGY1lmqDtPP1DF9eMPYaAJ-jWfg8Zf_7ALuFk7FcqhbyS4WtrH3T18T4dhW7AzJcJaWBJE2PrElGM/s1600/olmi+1958+%252830%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="504" data-original-width="727" height="276" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiygLgr9XZeAfXIaKwhmfaxxcX710UAAui7uSLbAX0WvNrUiiw9RfDtLRDGiwFUPnJWGY1lmqDtPP1DF9eMPYaAJ-jWfg8Zf_7ALuFk7FcqhbyS4WtrH3T18T4dhW7AzJcJaWBJE2PrElGM/s400/olmi+1958+%252830%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPzb4ky2Ohv3a_T-r8MFAJr0aagR_Fm3nRkAB3GwcXviwHC_0OhmvdEAG0y8DYe-Lk6gAlPaUkvVG_tp63-RQXOs10F5eej1172CyVwpfiBO9AFUd9gDtvURk2gUSZdopdW7svB_K8xyrE/s1600/olmi+1958+%252833%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="516" data-original-width="748" height="275" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPzb4ky2Ohv3a_T-r8MFAJr0aagR_Fm3nRkAB3GwcXviwHC_0OhmvdEAG0y8DYe-Lk6gAlPaUkvVG_tp63-RQXOs10F5eej1172CyVwpfiBO9AFUd9gDtvURk2gUSZdopdW7svB_K8xyrE/s400/olmi+1958+%252833%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/06401398690125983204noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4700602687372596934.post-32579143661982101042020-05-24T17:57:00.001+02:002020-05-24T18:03:09.653+02:00Tre operai<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuR___x2e0XKCq2EE4sRXjDrvmmu1X-ZCa5rWXT08GXoDn5X0q8BTC3Px0kj5gVyUA04Uq4t13kLG7hGfCqcDME9Rcrc9fqpLlIBgTn9-QFmRuTeD9_XRaH51qS5ZZyAJF3Am7NjGzFzUu/s1600/tre+operai+%25285%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="627" data-original-width="918" height="272" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuR___x2e0XKCq2EE4sRXjDrvmmu1X-ZCa5rWXT08GXoDn5X0q8BTC3Px0kj5gVyUA04Uq4t13kLG7hGfCqcDME9Rcrc9fqpLlIBgTn9-QFmRuTeD9_XRaH51qS5ZZyAJF3Am7NjGzFzUu/s400/tre+operai+%25285%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Tre operai (1980) Regia di Francesco
Maselli. Tratto da un romanzo di Carlo Bernari. Scritto da Carlo
Bernari, Francesco Maselli, Enzo Siciliano. Consulenza storica di
Paolo Spriano. Musiche di Giovanna Marini. Interpreti: Stefano
Santospago, Nunzia Greco, Imma Piro, Nello Mascia, Paolo Falace,
Elena Da Venezia, e molti altri. Durata: quattro puntate di un'ora
circa ciascuna</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"Tre operai", romanzo di
Carlo Bernari, diventa un film in quattro puntate per la regia di
Francesco Maselli, trasmesso dalla Rai nel 1980. Il romanzo è del
1934, Carlo Bernari nasce nel 1909 e racconta una storia che inizia a
Napoli nel 1914, con un giovane che viene condotto dal padre a
lavorare in fabbrica, una tintoria di tessuti che è anche
lavanderia, dove le condizioni di lavoro sono pessime (bisolfito,
ipoclorito e acido solforico sono delle brutte compagnie) e dove non
esiste ancora il sindacato, che c'era già nei siderurgici e negli
edili, nei ferrovieri e nei metalmeccanici. E' un ambiente dove
anch'io ho iniziato a lavorare, nel comasco, e dove sono rimasto fino
ai primi anni '80; le condizioni di lavoro erano molto migliori di
quelle che vediamo nel film, e mi verrebbe da scrivere "ovviamente"
ma poi non è così ovvio, questo miglioramento, non lo è affatto.
Il miglioramento delle condizioni di vita, sul posto di lavoro, non è
mai ovvio e non dipende dal passare degli anni: non nasce da solo ma
è stato ottenuto con dure lotte e con rischi notevoli da parte di
chi si è impegnato per farlo cambiare in meglio. Carlo Bernari e
Francesco Maselli ci mostrano come è andata, e io mi segno una frase
detta nella prima puntata: che magari ci vorranno cinquant'anni per
ottenere dei risultati ma non per questo bisogna scoraggiarsi. Io
sono arrivato cinquant'anni dopo queste lotte, e ho visto i
risultati. Non tutto era perfetto neanche negli anni '80 e '90 del
Novecento, ho conosciuto persone che avevano subìto danni derivati
dall'uso dell'idrosolfito e so come vengono prodotti i coloranti
(quasi tutti hanno intermedi cancerogeni, e anche quelli naturali
richiedono trattamenti pericolosi per l'estrazione e per l'uso), ma i
miglioramenti ci sono stati e bisogna ringraziare chi si è impegnato
per ottenerli anche a rischio della propria incolumità personale.
Bisogna ricordare queste persone, soprattutto in questo inizio di
Nuovo Millennio in cui tante di quelle conquiste sono già andate
perdute.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbXwF_MINCduUVulJgApj5mV0ovRH-Z9y5kICE72sjGRRH91fMP8YagMF-Z9NBilz71AIiNQ386zu6MueVak_BGCy7YQc8BNE5y2ixPIW2E19EkfdtjsOHl2j1fYtOVvYNAf-jb6AZzKwL/s1600/tre+operai+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="633" data-original-width="926" height="272" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbXwF_MINCduUVulJgApj5mV0ovRH-Z9y5kICE72sjGRRH91fMP8YagMF-Z9NBilz71AIiNQ386zu6MueVak_BGCy7YQc8BNE5y2ixPIW2E19EkfdtjsOHl2j1fYtOVvYNAf-jb6AZzKwL/s400/tre+operai+%25281%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
C'è molto spazio anche per il privato
dei protagonisti, "Tre operai" è un romanzo e non un
saggio storico; alcune sequenze fecero nascere problemi, perché
davvero spinte per l'epoca (per esempio quello che si direbbe un
ménage à trois, e per due volte) e viene da pensare che oggi
passerebbe tutto inosservato, data la delicatezza con cui viene
trattato il tema e visto tutto quello che passa ogni giorno in tv in
ogni ora del giorno.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il primo contatto del giovane
protagonista con il sindacato è questo: a una riunione, dove sono
presenti dei ferrovieri, espone i suoi problemi e uno dei presenti
gli risponde "devi guardarti allo specchio e dirti che sei un
coglione, perché non devi aspettare che i tuoi problemi li risolva
qualcun altro" e cioè che spetta a lui e ai suoi compagni di
lavoro iniziare la lotta per migliorare le loro condizioni. La stessa
sera si ferma a parlare con un dirigente sindacale che gli spiegherà
con più educazione e comprensione i rudimenti della presa di
coscienza operaia.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Nella lavanderia il giovane,
interpretato da Stefano Santospago, conosce un altro operaio con cui
diventerà amico (Nello Mascia) e la giovane Anna (Nunzia Greco) con
la quale nasce subito un grande affetto. Anna ha una sorella, Maria
(Imma Piro) bella e spregiudicata, che si fa mantenere da un
avvocato; questo è il quartetto dei protagonisti, un 3 + 1 come in
Dumas, di cui seguiamo le vicende fino all'avvento del fascismo -
quindi il finale non può essere in positivo (il libro di Bernari è
del 1934).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il protagonista studia, s'impegna,
tenta la carriera sindacale ma ne verrà respinto con grande
delusione perché gli operai sono spesso nati servi e alcuni sono
anche traditori; verrà arrestato e mandato in guerra (tre anni in
prima linea, 1915-1918) e al ritorno, dopo un'esperienza in Calabria,
verrà coinvolto nell'occupazione delle fabbriche (lo storico Paolo
Spriano è tra i consulenti di Maselli) con finale negativo perché
saranno altri operai a mettere fine all'occupazione aprendo i
cancelli ai carabinieri. Proprio in quei giorni, Anna muore di tbc.
Nel mezzo, c'è anche la nascita dell'ILVA di Taranto, e tante altre
cose.<br />
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"Tre operai" è stato quasi
dimenticato, anche cercando in rete si trova poco; ed è un peccato
perché Bernari è un autore importante e perché Maselli fa
un'ottima regia, molto originale e con tocchi da maestro. "Tre
operai" è importante anche perchè ci mostra cosa c'è dietro
il mondo della moda, dei vestiti e delle scarpe e borsette che
portiamo: le industrie tessili e le concerie sono ai primissimi posti
per l'inquinamento delle acque, ma è un dato di fatto che tendiamo a
rimuovere. Si è soliti pensare al mondo della moda come a qualcosa
di elegante e ovattato, ma dietro c'è questa realtà; in campo
tessile e tintoriale qualcosa si è fatto, con i depuratori
soprattutto, ma le concerie sono ancora altamente e pesantemente
inquinanti. In Italia le concerie sono concentrate in Campania e
nel Veneto, nella zona di Arzignano; molte fabbriche hanno chiuso e
sono state delocalizzate negli ultimi decenni, proprio per non dover
sopportare i costi della depurazione. E' di questi giorni la notizia
che il fiume Sarno, in Campania, era tornato ad avere le acque
limpide durante il "lockdown" della primavera 2020; era il
fiume più inquinato d'Europa, era tornato pulito ma sono bastati
pochi giorni di produzione industriale per farlo tornare morto e
avvelenato. "Tre operai" ha il merito di farci riflettere
su questa realtà: da dove vengono gli oggetti che usiamo, come
vengono prodotti, quale è il loro impatto sull'ambiente?</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Gli attori sono molto bravi e molto ben
condotti dal regista Francesco Maselli. In primo luogo, i tre operai
protagonisti: Stefano Santospago è Teodoro, Nello Mascia è Marco,
Nunzia Greco è Anna. E poi la sorella di Anna, interpretata da Imma
Piro, e molti altri attori tra i quali spiccano Paolo Falace ed Elena
Da Venezia, padre e madre di Teodoro.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
A Paolo Falace, come padre del
protagonista, spettano alcuni dei punti chiave del romanzo e del
film: l'inizio, con la presentazione del figlio ai padroni della
tintoria dove lui è capoturno, e la scena al minuto 40 della prima
puntata, quando spiega al figlio la sua vita e perché è importante
che rimanga anche lui a lavorare in mezzo ai veleni. E' una scena
toccante, un monologo che andrebbe portato nelle scuole, interpretato
in maniera esemplare da Falace.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Le musiche sono di Giovanna Marini,
molto adatte e molto originali, dietro c'è la formazione classica
della Marini, soprattutto Johann Sebastian Bach. Mi segno ancora
l'impianto teatrale, molto bello da vedere nelle scenografie e da
ascoltare nella recitazione. Il film è scritto da Maselli insieme
allo stesso Bernari e ad Enzo Siciliano, con Paolo Spriano come
consulente.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Altri miei appunti presi durante la
visione:
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1) il protagonista si chiama Barrin di
cognome, pronunciato Bàrrin alla napoletana; è un cognome di
origini francesi e più avanti glielo rinfacceranno. E' un dettaglio
autobiografico, perché anche Bernari è uno pseudonimo, il cognome
all'anagrafe è Bernard, di origini francesi. 2) Carlo Bernari visse
fra il 1909 e il 1992, il romanzo viene terminato nel 1934. 3) i
dialoghi sono molto interessanti, anche la storia è ben raccontata:
due battute all'inizio sono molto significative, "nessuno vuole
più stare al suo posto", perché i figli degli operai adesso
vogliono studiare, e "ce ne è voluta per fargli lasciare la
scuola" 4) il giovane quando viene assunto si presenta in
giacca, cravatta e gilet, ma sarà un lavoro duro; in queste sequenze
iniziali dovrebbe avere quindici anni, ma questo bisogna
immaginarselo e comunque non disturba. 5) è una tintoria di tessuti,
anche se poi si parla di lavanderia e del sindacato dei lavandai;
nelle tintorie i tessuti vengono lavati prima di ogni altra
lavorazione, perché escono dalle tessiture impregnati di appretti,
cioè di colle applicate per evitare che il filato si logori durante
la tessitura. 6) a un certo punto arriva un bastimento inglese, ed è
probabile che si tratti di cotone. Il cotone, per tutto l'Ottocento,
significava tratta degli schiavi; e a inizio Novecento non è che le
cose fossero migliorate di molto, nonostante l'abolizione dello
schiavismo. 7) "non si resiste più di nove ore su questa
vasca" dicono a Teodoro nel suo primo giorno di lavoro. Nove
ore: le giornate lavorative che ho conosciuto io erano di otto ore,
ma sono state necessarie lotte dure e molti sacrifici per arrivare a
questo risultato, sempre messo in discussione. Quella vasca contiene
acido solforico, concentrato: è il vetriolo dei film horror. 8)
le sostanze pericolose menzionate nel
film, oltre all'acido solforico, sono ipoclorito, bisolfito, e il
colorante blu di metilene. L'ipoclorito di sodio è la candeggina; il
bisolfito è un forte riducente che serve per decolorare eventuali
sbagli di tintura, mentre l'idrosolfito di sodio è usato nel metodo
per tingere i jeans, i colori indanthren: ha un odore molto pungente,
fortemente irritante, e va usato ad alte temperature. Molti intermedi
per coloranti, quasi tutti, sono cancerogeni: non lo sono i coloranti
finiti, ma gli intermedi sì, e da qualcuno vengono quindi
maneggiati. 9) il vapore, indispensabile in fabbrica: qui siamo nel
1914, vediamo la caldaia con il fuoco acceso, probabilmente
alimentata a carbone. 10) nelle sequenze dedicate al mondo del lavoro
si vede la scuola di Roberto Rossellini, i grandi film documentari
girati da Rossellini negli anni '60 e '70. 11) si può notare anche
l'elaborazione elettronica del colore, tipica dei film di questo
periodo, simile a quella del "Che fare" di Gianni Serra:
erano i primi anni del computer applicato al cinema e alla tv. 12)
si faceva cenno alla bravura tecnica di Francesco Maselli: sono da
ricordare la camminata per Napoli di Teodoro nella prima puntata,
quella analoga di Anna nella terza, e nell'ultima puntata la casa
rotonda vicino al mare e la cinepresa che la percorre in una lunga
sequenza, nelle scene che precedono la morte di Anna. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
In conclusione, anch'io mi sono chiesto
spesso, come il protagonista di "Tre operai", se abbia
davvero senso imparare, conoscere, impegnarsi. La risposta che mi
verrebbe, oggi, è no: che non serve, di lasciar perdere i libri e di
non informarsi, perché troverai sempre qualcuno che è nato servo e
che non vuole cambiamenti, nemmeno in meglio, e magari è qualcuno
che è vicinissimo a te. Ho pensato spesso, e non solo durante la
visione del film, a quella certa destra che prende posizione contro
queste lotte operaie, che giustifica l'ascesa del fascismo con
l'occupazione delle fabbriche, che reputa il sindacato come colpevole
di ogni cosa, e che in definitiva non vuole che gli operai e i
contadini possano studiare, e che non si respirino veleni, e che
nelle acciaierie non capitino incidenti come alla Thyssen di Torino
(già nel Nuovo Millennio, questa), che a Taranto o a Casale
Monferrato non si debba morire di amianto o di polveri e fumi
d'acciaieria - ma questo è un discorso ampio, ed è da discussioni
su questi temi che nasce il mio pessimismo. Una presa di coscienza è
nuovamente necessaria, ma io ormai sono troppo vecchio per
ricominciare, e di delusioni ne ho avute molte. Buona fortuna, ma
dovrete darvi da fare se volete riottenere ciò che avete perso.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
"Tre operai" è visibile, almeno in teoria, su Raiplay. Dico "in teoria" perché Raiplay si blocca di continuo (io abito nella zona di Milano, quindi ben servito dal wifi). A me è andata così: bene con la prima puntata, con la seconda ho dovuto ricominciare da zero per cinque volte (su un'ora...), con la terza puntata ho dovuto rinunciare per due giorni di fila, la terza sera infine è andata. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
Così va su Raiplay, ma nessuno tiene conto delle segnalazioni e delle lamentele, anche on line è difficile trovare risposte al disservizio. Pagato con il canone, oltretutto.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/06401398690125983204noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4700602687372596934.post-84999712612975032292020-05-18T08:10:00.000+02:002020-05-18T08:14:42.289+02:00Faust di Marlowe<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijJnKwL87rRw41_yzxIBZBMpqtpFzopRuuvtYdeBoAmAskXn5wNq1pCx9KtE2uKZD_kO68frYGxdpREOoF5bXDK6zSdrYcFqouMP6AHmiaSVluewEJs78Fu68MaToWI-tT02K1tAwibXfI/s1600/faust+marlowe+%252814%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="733" data-original-width="1221" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijJnKwL87rRw41_yzxIBZBMpqtpFzopRuuvtYdeBoAmAskXn5wNq1pCx9KtE2uKZD_kO68frYGxdpREOoF5bXDK6zSdrYcFqouMP6AHmiaSVluewEJs78Fu68MaToWI-tT02K1tAwibXfI/s400/faust+marlowe+%252814%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il Fausto di Marlowe (1977) Regia di
Leandro Castellani. Tratto dal testo teatrale di Christopher Marlowe.
Traduzione di Rodolfo Wilcock. Musiche di Guido e
Maurizio De Angelis. Interpreti: Tino Buazzelli, Antonio Salines,
Gastone Pescucci, Nino Fuscagni, Sergio Fiorentini, e molti altri che
purtroppo non sono riuscito a recuperare. Durata: due ore circa.</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: #0c343d;">Faust: E com'è che ora sei fuori
dell'inferno?</span></i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: #0c343d;">Mefistofele: Ma questo è l'inferno,
non ne sono fuori.</span></i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: #0c343d;">(minuto 16)</span></i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Non avevo mai letto il Faust di
Marlowe, ed è stata una mia grave dimenticanza: a farmelo incontrare
è stato Tino Buazzelli, grandissimo interprete con Antonio Salines
per un film Rai del 1977, con regia di Leandro Castellani.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Christopher Marlowe (1564-1593) visse
nel periodo elisabettiano, coetaneo di William Shakespeare
(1564-1616); è rimasta famosa la sua morte, a 29 anni, ucciso in
circostanze rimaste ancora oggi ignote. Su Marlowe si è molto
romanzato, soprattutto per la sua influenza su Shakespeare (si veda
il film famoso "Shakespeare in love"), ma io suggerirei di
saltare tutto e di andare direttamente ai suoi testi, soprattutto
questo Faust che abbiamo la fortuna di poter vedere e ascoltare in
un'ottima edizione italiana. Il titolo originale è "The
tragical history of Doctor Faustus", fu pubblicato nel 1604 ma
risale a prima del 1590; è considerato il primo testo teatrale
dedicato al mito di Faust anche se sicuramente la storia circolava
già da tempo, forse da sempre: il mito ancestrale del patto con il
diavolo. In Marlowe non c'è redenzione: Faust rimane dannato. Non
c'è una Margherita a salvarlo, come poi sarà nel "Faust"
di Goethe, ma c'è già l'incontro con Elena di Troia; non ci sono
streghe per il sabba, ma uno spirito buono e uno cattivo a
consigliarlo (un angelo e un diavolo, si potrebbe dire, ma hanno nomi
diversi). C'è anche una satira verso Roma e il cattolicesimo, con le
beffe di Faust al Papa, ma la parte più interessante è sicuramente
nei dialoghi tra Faust e Mefistofele, come quello che ho riportato
all'inizio: l'inferno non è altrove, ma è qui tra noi e basta un
minimo di osservazione per rendersene conto. Non riguarda noi tutti,
per alcuni di noi c'è forse un Purgatorio (stiamo male perché non
ci è concessa la visione di Dio, ma la nostra vita scorre in maniera
serena o accettabile), ma per altri c'è davvero l'inferno in terra,
e non necessariamente in zone diverse del pianeta. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwak6f8GFlwId8ZKmMS2y6HFOmN2jGN1Vc4JASnfoBhQCk0_d-_iykLb3Z8avbRSyahAIXZk_fJlZadSfXMbnSJ-jORbWmc83t2JDoOH23i3lWoUrF6SsHVjLsuJOFn6ms6vxshdLss269/s1600/faust+marlowe+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="733" data-original-width="1241" height="236" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwak6f8GFlwId8ZKmMS2y6HFOmN2jGN1Vc4JASnfoBhQCk0_d-_iykLb3Z8avbRSyahAIXZk_fJlZadSfXMbnSJ-jORbWmc83t2JDoOH23i3lWoUrF6SsHVjLsuJOFn6ms6vxshdLss269/s400/faust+marlowe+%25281%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"Il Fausto di Marlowe",
secondo la traduzione di Rodolfo Wilcock, è un film a basso costo,
ma molto ben fatto innanzitutto per la scelta degli attori, ed è
facile pensare che il progetto sia nato intorno alla presenza di Tino
Buazzelli come protagonista. Buazzelli è al suo penultimo film,
(l'ultimo sarà "Il balordo" tratto da un romanzo di Piero
Chiara) e la sua interpretazione è straordinaria, di quelle da non
perdere. Molto bravo è anche il suo Mefistofele, Antonio Salines, un
attore di teatro ancora in attività che ha recitato in molti film per la tv.
Sergio Fiorentini è Lucifero; Gastone Pescucci, che interpreta
Wagner, assistente di Faust, è un buffo: un clown shakespeariano (si
potrà dire, in Marlowe?) che fa da contraltare alle imprese del suo
padrone, ma in modo molto goffo. Purtroppo non sono in grado di
elencare gli altri interpreti, perché sono stati tagliati i titoli
di coda e non sono riuscito a recuperarne i nomi neanche cercando su
internet.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il regista Leandro Castellani non va
confuso con Renato Castellani, quasi omonimo e realizzatore per la
Rai di altri sceneggiati famosi. Leandro Castellani ha diretto per la
Rai "L'affare Dreyfus", "Le cinque giornate di
Milano", "Don Minzoni", e molto altro ancora; è un
ottimo regista, e meriterebbe maggiore attenzione da parte delle
critica e di chi si occupa di storia del cinema (e della
televisione). Le musiche dei fratelli De Angelis sono molto adatte al
film. Una piacevole sorpresa è scoprire che Elena di Troia, la donna
più bella del mondo, ha la pelle scura: purtroppo non posso
aggiungere il nome dell'interprete, sempre per la pessima abitudine
di tagliare i titoli di coda. Un difetto del film può essere la
sfilata dei protagonisti con la Morte che li guida, ripresa dal
"Settimo sigillo" ma realizzata in maniera un po' goffa;
molto belle invece le maschere e i costumi, alcuni dei quali ispirati
ai mammutones sardi.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Gli esterni sono girati nelle Marche,
posti ben conosciuti dal regista Leandro Castellani che era nativo di
Fano: dal sito marchecinema.cultura.marche.it prendo l'elenco
completo:
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i>- Il film TV, girato a Urbania (PU):
(Chiesa dei Morti, cantine del Palazzo Ducale) nella Cripta di
S.Vincenzo del Furlo (PU), nel Palazzo Brancaleoni di Piobbico (PU) e
sulle sponde del fiume Candigliano, è ispirato ad un classico del
Teatro elisabbettiano: il Faust di Cristopher Marlowe.<br />Lo
sceneggiato è stato programmato in tv, nel marzo del 1977, in due
puntate. </i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i>- Risalendo il corso del Metauro ci
dirigiamo verso Urbania, l’antica Castel Durante. Qui Lattuada nel
1965 con La Mandragola , con l’aiuto della vena dissacrante ed
indimenticabile di Totò, ha reso un omaggio cinematografico alle
mummie conservate nella cripta della Chiesa dei Morti, come del resto
ha fatto anche il regista Castellani che le ha volute come comparse
nel suo “Fausto di Marlowe” del 1977. A poche centinaia di metri
dalla chiesa troviamo il Palazzo Ducale nelle cui segrete Tino
Buazzelli ha fatto rivivere, appunto, il mito di Faust nel già
menzionato film di Castellani. La strada del nostro itinerario ora
s’inerpica, costeggiando per un tratto il Rio Candigliano, verso
Piobbico , sulle tracce delle truppe napoleoniche che nella finzione
cinematografica , presso il “Borghetto” , sconfiggono l’esercito
austriaco in “Rossini! Rossini!” di Monicelli (1991). Osserva
severo dall’alto il Castello di Brancaleone , altro set del film
che ha fatto da sfondo anche alle vicende del “Fausto di Marlowe”
. (...) sosta ad Acqualagna (ennesima location di “Rossini!
Rossini!” e “Qualcosa in cui credere” ) e a San Vincenzo al
Furlo (ambientazione di un episodio del “Fausto di Marlowe” ) da
dove già s’intravedono le imponenti pareti della Gola del Furlo (...)</i>
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sul "Faust di Marlowe" di
Leandro Castellani non ho molto di più da dire, se non il consiglio di non perderne la visione e la speranza
di poter rivedere questo film in condizioni decenti, cioè restaurato
con la cura e l'affetto che meriterebbe. La Rai nasconde spesso le
sue produzioni più importanti, è un atteggiamento che non riesco a
capire ma così va in questo inizio di Millennio; per intanto
ringrazio chi lo ha reso disponibile su youtube.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYQoOY1kQatGsk1N3G7r9PcoIe5-cu3yNBP5Xcp-pcQD44lB0dehSf3C_Pp0dDTxOLRvgd3I2flQ0zVLZZtiWTuEXw8g65SPhB3OBIJplBt0NIQH85m9_R_gR0daLTna7-JhG2TR84Pn_A/s1600/faust+marlowe+%252819%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1238" height="232" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYQoOY1kQatGsk1N3G7r9PcoIe5-cu3yNBP5Xcp-pcQD44lB0dehSf3C_Pp0dDTxOLRvgd3I2flQ0zVLZZtiWTuEXw8g65SPhB3OBIJplBt0NIQH85m9_R_gR0daLTna7-JhG2TR84Pn_A/s400/faust+marlowe+%252819%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: #0c343d;">Faust: Ah, è così. Anche voi
soffrite le torture...</span></i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: #0c343d;">Mefistofele: Più di quanto ne
soffrano le anime umane.</span></i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: #0c343d;">(minuto 27)</span></i></div>
<span style="color: #0c343d;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: #0c343d;">Faust: Ma lui non ti disse di
presentarti a me?</span></i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: #0c343d;">Mefistofele: No, sono accorso per
volontà mia.</span></i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: #0c343d;">(il diavolo arriva da solo quando si
fa del male, non c'è bisogno di invocarlo o di evocarlo)</span></i></div>
<span style="color: #0c343d;">
</span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: #0c343d;">- La corsa è inarrestabile, mio
Mefistofele, che il tempo segue con calma e muto piede; mi accorcia i
giorni e il filo della vita e mi rammenta la scadenza finale. Perciò,
mio buon Mefistofele, ti prego, torniamo subito a Wittenberg.</span></i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: #0c343d;">- Vuoi fare il viaggio a piedi, o a
cavallo?</span></i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: #0c343d;">- Direi, fin dove arriva questo
prato verde e piacevole, a piedi.</span></i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: #0c343d;">(minuto 21 seconda parte)</span></i></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_ryIRFJwTGCXVOJj54-uk71mG891Xa-ED3k5DW76SNXrliip-CQXg8xEMAJr3ZtiQNHYQWWzDCcuSBW2oj4GOLet3VIcGmdOgj2aAGBwhnIXLAoJsNRfk7oJuWPMN3AHl6O2kGKKqiNeT/s1600/faust+marlowe+%252815%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="727" data-original-width="1235" height="235" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_ryIRFJwTGCXVOJj54-uk71mG891Xa-ED3k5DW76SNXrliip-CQXg8xEMAJr3ZtiQNHYQWWzDCcuSBW2oj4GOLet3VIcGmdOgj2aAGBwhnIXLAoJsNRfk7oJuWPMN3AHl6O2kGKKqiNeT/s400/faust+marlowe+%252815%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1K93PwRA8uDXbx3DkIQDLe3G6i5h8L5h3WR7rlESgK8TrUU4RmaL9JTgFwy_UtcYwBcGVUqFcWvkhI3FhDld7mnD7-MBP1V2XDbxMGVGAF_8xReN8Bo-3Vh9iI-axjL7_wcuThG8vq7a0/s1600/faust+marlowe+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="739" data-original-width="1260" height="233" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1K93PwRA8uDXbx3DkIQDLe3G6i5h8L5h3WR7rlESgK8TrUU4RmaL9JTgFwy_UtcYwBcGVUqFcWvkhI3FhDld7mnD7-MBP1V2XDbxMGVGAF_8xReN8Bo-3Vh9iI-axjL7_wcuThG8vq7a0/s400/faust+marlowe+%25282%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUHX1yb4Zm5lCKdXdTFk40b9bVYnb5zoC8ccZMEhEmScLbgyA-JlewrYYnMe3bbhKu3kOuwxU0N29OLGL2DhEtAxxW4jEpv9i2h9rZB-zliZemmbYv21dfoCtj5mYn0a3SOUabIgKEFf82/s1600/faust+marlowe+%25283%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="728" data-original-width="1238" height="235" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUHX1yb4Zm5lCKdXdTFk40b9bVYnb5zoC8ccZMEhEmScLbgyA-JlewrYYnMe3bbhKu3kOuwxU0N29OLGL2DhEtAxxW4jEpv9i2h9rZB-zliZemmbYv21dfoCtj5mYn0a3SOUabIgKEFf82/s400/faust+marlowe+%25283%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbULWMuJo3Ea5AApz_W6psotZ8tA8BhY62_IAoDj7Bm591gYQhAwcmSYbOba1d88Ae47S7do4Hx0EkeDx0Oy0t_ST2Jl1mL0V7jVwgXzTkUq7_mg3SHKNGUiSPmNZx4uF-fKXgWjgDN612/s1600/faust+marlowe+%25284%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="733" data-original-width="1232" height="237" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbULWMuJo3Ea5AApz_W6psotZ8tA8BhY62_IAoDj7Bm591gYQhAwcmSYbOba1d88Ae47S7do4Hx0EkeDx0Oy0t_ST2Jl1mL0V7jVwgXzTkUq7_mg3SHKNGUiSPmNZx4uF-fKXgWjgDN612/s400/faust+marlowe+%25284%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/06401398690125983204noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4700602687372596934.post-12797520041950094572020-05-14T08:26:00.000+02:002020-05-14T08:26:14.182+02:00Roma imago urbis<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKGeSxh6RbPwycZghVyBSf66N7bVQ0LigpEkQpYnnhUkCeJuC1H6LoOam4uy9quAX_xjLJuOPc_GQZ-8HO-DOQuIbhsSNSQZz1zemLTfC25KMd_TA1Y_UkgIpSCTB6grK0b3qkCyjNf5lq/s1600/roma+imago+urbis+%25288%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="856" data-original-width="1204" height="283" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKGeSxh6RbPwycZghVyBSf66N7bVQ0LigpEkQpYnnhUkCeJuC1H6LoOam4uy9quAX_xjLJuOPc_GQZ-8HO-DOQuIbhsSNSQZz1zemLTfC25KMd_TA1Y_UkgIpSCTB6grK0b3qkCyjNf5lq/s400/roma+imago+urbis+%25288%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Roma imago urbis (documentario,
1987-1994). Regia di Luigi Bazzoni. Fotografia di Vittorio Storaro.
Sceneggiatura di Franco Barbaresi. Montaggio di Attilio Vincioni.
Musiche di Ennio Morricone. Produttore esecutivo Giorgio Pezzali.
Consulenza di Giulio Carlo Argan, Carlo Lizzani, Paolo Portoghesi.
Altri consulenti: Marcello Fagiolo, Clotilde D'Amato, Piero Anchisi,
Filippo Coarelli, Paolo Fedeli, Anna Zevi Gallina, Adriano Ossicini,
Carlo Pietrangeli, Salvatore Settis, Anna Mura Sommella, Paolo
Sommella, Voci fuori campo: Pino Colizzi, Luca Ward, Riccardo
Cucciolla. Durata: 15 puntate da 50 minuti ciascuna
</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"Roma imago urbis" è una
lunga e bella serie di documentari, con regia di Luigi Bazzoni e
immagini di Vittorio Storaro. Durano 50 minuti l'uno, il soggetto non
è tanto la città di Roma quanto l'influenza che ha avuto sullo
sviluppo della società come la conosciamo oggi. Si ripercorre la
storia romana e l'influenza che ebbe sul Rinascimento, e che dura
ancora oggi, attraverso immagini e testi, non limitandosi ad autori
classici, come Tito Livio e Virgilio, ma anche con autori come
Stendhal, Goethe, rinascimentali, settecenteschi, fino agli scrittori
del Novecento. Un difetto è che mancano spesso punti di riferimento,
anche nei titoli di coda: si vorrebbe sapere dove sarà quel luogo,
dove trovare quel testo, e sarebbe stato giusto mettere almeno i
titoli dei libri citati. I documentari sono stati girati fra il
1987 e il 1992, l'edizione definitiva è del 1994 ed era destinata a Rai Uno; l'elenco dei
patrocinatori è lungo e corposo, l'Istituto Poligrafico e la Zecca
dello Stato, la Presidenza della Repubblica e quella del Consiglio
dei Ministri, il sindaco di Roma, la Regione Lazio, l'Iri, l'Agip,
l'Unesco, una lista molto lunga che comprende anche le Sovrintendenze
alle Belle Arti (i Musei) e all'Archeologia, e gli Stati esteri (la
Libia, l'Inghilterra, la Siria, l'Egitto, la Spagna, la Francia, la
Grecia, la Turchia, la Jugoslavia...) dove si trovano importanti
vestigia romane o greche.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Di "Roma imago urbis"
esistono dvd e videocassette, ma io sono riuscito a vedere questi
documentari solo grazie a youtube; porto qui i miei appunti, sperando
che siano utili e facendo presente che c'è molto di più, sia da
vedere che da ascoltare. Sempre sul mio piano personale, aggiungo
che è bello vedere finalmente queste immagini senza un presentatore
lì davanti a mulinare le mani e a nascondercele (a impallarle, come
avrebbe detto Vittorio Gassman).<br />
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUTv0w4Xy3EKeWBdafxZOBFDSn5GD_smZvj_nuIJGlh4978pX-z_CD40_hhrAr9jxV1VPCYqZ4RBCVClBbQi5gKWPRjI0QAaT1c1WKZbYPH5WU8r4RSMAj-MyPl-0z7MGP-2jMPPwvSz8N/s1600/roma+imago+urbis+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="853" data-original-width="1223" height="277" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUTv0w4Xy3EKeWBdafxZOBFDSn5GD_smZvj_nuIJGlh4978pX-z_CD40_hhrAr9jxV1VPCYqZ4RBCVClBbQi5gKWPRjI0QAaT1c1WKZbYPH5WU8r4RSMAj-MyPl-0z7MGP-2jMPPwvSz8N/s400/roma+imago+urbis+%25281%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Parte I - Il mito</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Un percorso storico attraverso le
religioni e le divinità greche, romane, etrusche. Si inizia dal
rapporto con la Natura, i fauni e il dio Pan, i centauri e le ninfe,
le driadi, l'acqua, la semina e il raccolto, la fecondità, la
guerra. Si parte da Pompei e si risale nel tempo fino ad arrivare
alla reggia di Caserta e a Bomarzo.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Parte II - L'immortalità</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Si parla delle sepolture e del rapporto
con l'aldilà. E' uno dei documentari più belli della serie, con
molte informazioni. Si comincia dagli Etruschi e si arriva alle
catacombe e al Pantheon, monumento aperto alla luce e dedicato a
tutti gli dei. Si dice anche che il 29 giugno si festeggiano Pietro e
Paolo perché in quella data furono traslati i resti dei due santi,
non perché sia la data del loro martirio; i loro resti furono per
lungo tempo sepolti altrove, tenuti nascosti per il timore che
potessero essere distrutti. Ne traggo due citazioni da Cicerone:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d;">- Se sbaglio a credere immortali le
anime degli uomini, sbaglio volentieri; ma anche se non siamo
destinati all'immortalità è desiderabile che l'uomo a suo tempo si
spenga. La Natura ha per il vivere, come per tutte le cose, una sua
misura. (minuto 25)</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d;">- Ricordati che non tu sei mortale, lo
è il tuo corpo. Sappi che sei un dio, se è un dio che vive, sente,
ricorda, prevede. (minuto 50)</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
E un'iscrizione sepolcrale: <span style="color: #0c343d;">«Sono
fuori. Speranza, fortuna, vi saluto. Non ho più nulla a spartire con
voi, prendetevi gioco di qualcun altro.»</span> (minuto 31)
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJeSG7qNv91DH6kPc_7NonEhR0AWa7RCOOAH4PTG7u30B0kJIp21b3MdjytKAPtrat97qGUppfEWEXIUYv_s88FH3dVI4e2z2RX7kXxj3p_Eib8NySKlsPQxXdVlSettvgNLEpYjhRZMTf/s1600/roma+imago+urbis+%25283%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="850" data-original-width="1232" height="275" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJeSG7qNv91DH6kPc_7NonEhR0AWa7RCOOAH4PTG7u30B0kJIp21b3MdjytKAPtrat97qGUppfEWEXIUYv_s88FH3dVI4e2z2RX7kXxj3p_Eib8NySKlsPQxXdVlSettvgNLEpYjhRZMTf/s400/roma+imago+urbis+%25283%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Parte III - Gli acquedotti</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
E' la più spettacolare, gli acquedotti
e le fontane, il trasporto dell'acqua, con immagini splendide in
esterni da tutta Europa, in Spagna Merida, in Francia il Pont du
Gard, fino alla distruzione di alcuni acquedotti iniziata durante le
invasioni barbariche.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Parte IV - Le mura</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Un altro percorso attraverso la storia
di Roma, da Romolo e Remo (il solco tracciato, inizio delle cinte
murarie) fino a Porta Pia nel 1870 e alla difesa dei partigiani
contro i nazisti nel 1944 a Porta San Paolo. Molto bello e ricco di
informazioni, le Mura Aureliane, le invasioni e il sacco di Roma, i
tempi di Michelangelo e Giordano Bruno con le fortificazioni erette
dai papi, i lanzichenecchi del 1527, e molto altro. Vi si dice anche
che Aureliano prese modello dalle mura di Palmira, che aveva visto
difendersi strenuamente.
</div>
Parte V - I volti<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Una carrellata sugli imperatori romani,
e sul Potere, attraverso gli innumerevoli busti o statue intere che
sono arrivati fino a noi. Si parte da Silla e si arriva a Costantino;
la parte finale è per Canova e per Napoleone.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Parte VI - Le gesta</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Percorre le guerre di Roma, da Romolo e
Remo in poi, attraverso Tito Livio e altri, tramite i monumenti, la
Colonna Traiana, gli archi di trionfo, la statuaria. Il finale è con
le città fortificate del Rinascimento, Machiavelli che deplora i
mercenari, Firenze, Urbino, eccetera. Le ultime immagini sono per
Castel del Monte, né fortezza né palazzo d'abitazione.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Parte VII - La casa</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Parte da Piazza Armerina, passa poi
alle ville pompeiane e non trascura le prime abitazioni, grotte, case
di fortuna o provvisorie. E' un altro percorso storico, che dopo 30'
circa approda ai castelli medievali e ai palazzi rinascimentali
(Mantova, Palazzo Te) che spesso richiamano quelli romani, come il
palazzo di Diocleziano a Spalato. Si fa cenno anche agli abitanti,
attraverso nomi celebri come quello di Messalina. Il finale è tutto
per il Palladio.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJ22I8ariipKa-2Owj65lfHcegrS9kp8Xx0MkTXx1S60Q8e3wSy3wlS1EDFm_p5LGDWiz2RfikYQqwjKHRje6k09CIMgnzD2hP_1zvquxvY7Cx-aQQzOf-PQt3KeK2JjMMyc2-bWxw5QX6/s1600/roma+imago+urbis+%25285%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="892" data-original-width="1181" height="301" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJ22I8ariipKa-2Owj65lfHcegrS9kp8Xx0MkTXx1S60Q8e3wSy3wlS1EDFm_p5LGDWiz2RfikYQqwjKHRje6k09CIMgnzD2hP_1zvquxvY7Cx-aQQzOf-PQt3KeK2JjMMyc2-bWxw5QX6/s400/roma+imago+urbis+%25285%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Parte VIII - Gli dei</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
E' molto ricco di notizie, da rivedere.
Mi segno qualcosa: 1) Giano è divintà locale, non greca o
d'importazione; ha qualche similitudine con l'induista Ganesh, nel
senso che è il dio delle porte, degli inizi, ma è anche legato alla
guerra, perché anche la guerra è un mutamento. Quando si era in
guerra, le porte del tempio di Giano rimanevano aperte. 2)
Esculapio, che riprende il greco Asclepio, è legato ad Apollo ma è
anche sul lato oscuro di Giove; ha il suo tempio nell'Isola Tiberina,
non nelle zone di Apollo ma in quella del Giove oscuro. 3) Fortuna:
chi si rivolge a Fortuna sa che il futuro può essere solo subìto,
perché ci si sta affidando al caso, mentre chi si rivolge a Giove ha
una sua decisione già presa e cerca solo un assenso o un diniego. La
Fortuna ha il suo tempio a Preneste; ci si rivolgeva a Fortuna un po'
come con l'I-Ching, con il lancio dei dadi o tramite sorteggi,
vaticini con piccoli rami, eccetera.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Parte IX - Le opere</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Segue ancora la storia romana ma da un
punto di vista più periferico, un percorso costruito intorno alle
lettere di un personaggio d'invenzione, Gaio Dalmazio che si immagina
come un esule che non può tornare a Roma e che scrive all'amico
Tullio da distanti province dell'Impero, nel corso degli anni,
ricevendo notizie delle invasioni barbariche (lo si immagina nel 400
d.C.) dei saccheggi di Roma, etc. Ho pensato che fosse un personaggio
della Yourcenar, spesso citata, ma nelle Memorie di Adriano è
Adriano stesso a parlare. Altri testi sono di sant'Agostino (sul
teatro, dalle Confessioni).</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Si parte dall'Egittto (le piramidi) poi
la Libia, i Balcani, si arriva a Palmira (dove i morti vengono
sepolti in alto, su colonne rivolte al sole: sembra Calvino) passando
in rassegna teatri, acquedotti, cloache (importantissime, al pari
degli acquedotti), palazzi, etc.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d;">« Nel Pantheon la cupola evoca la
volta celeste, l'oculo è il disco del sole, il cerchio è la
perfezione, la sfera è l'universo. Attraverso geometrie semplici,
princìpi pitagorici e platonici, si esprime l'ordine cosmico di
Roma. »</span> Anche i barbari prenderanno il Pantheon a modello (siamo
subito all'inizio del documentario).
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidw4VtD21Pca6uG0R53OZOsfF-HeHX74O2jn3mrARBEZjdcK7tli2kJ9YtvWVT6mdxp-_ocgYbhLas77jiOelEji-3PTVRdDkBzYJ5915lAODhPwusARSnsh-CplwBH80BALylY22FDk-F/s1600/roma+imago+urbis+%25289%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="863" data-original-width="1202" height="286" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidw4VtD21Pca6uG0R53OZOsfF-HeHX74O2jn3mrARBEZjdcK7tli2kJ9YtvWVT6mdxp-_ocgYbhLas77jiOelEji-3PTVRdDkBzYJ5915lAODhPwusARSnsh-CplwBH80BALylY22FDk-F/s400/roma+imago+urbis+%25289%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Parte X - Natura e mito</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Nella versione disponibile su youtube è
identica alla puntata "Il mito" (n.1) Un errore?
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Parte XI - Lo Stato e il diritto</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Inizia nel 1200 con il ritrovamento dei
Digesta voluti da Giustiniano, a Bisanzio, nel VI secolo d.C. Il
ritrovamento avviene a Bologna, con Irnerio (1060-1130), e dà vita
alla rinascita del Diritto. "Digesta" è una selezione di
testi di diritto, spesso arbitraria ma molto vasta, che ha permesso
di ricostruire il Diritto romano e farne le basi per i nuovi Stati
che stavano sorgendo. Il documentario prosegue con un percorso di
storia romana, che arriva fino a Carlo Magno, al Barbarossa, e altro
ancora.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Parte XII - Gli spettacoli</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Parte da Parma, dove il Teatro Farnese
è visto come punto di passaggio architettonico fra il teatro greco e
ciò che verrà, cioè i teatri rinascimentali e settecenteschi e poi
il teatro come lo intendiamo oggi. Più di metà del documentario è
dedicato ai gladiatori e al "circo": i romani provarono a
importare la cultura greca, ma erano molto più grossolani e il
tentativo fallì. Non piacevano le tragedie greche, così come non
piacevano le gare olimpiche, la corsa, il giavellotto. A Roma piaceva
il pancrazio, pugilato violentissimo, che poi sarebbe diventato la
lotta dei gladiatori, con le armi, contro animali o tra uomini. Si
dice che i gladiatori derivano dai sacrifici umani, che gli Etruschi
avevano abolito passando a un combattimento mortale fra due
prigionieri. Solo Tiberio, fra gli imperatori romani, si oppose
decisamente ai gladiatori, ma senza mai vietarli per timore del
grande seguito popolare. Al minuto 13 si parla delle gare con i
cavalli:<span style="color: #0c343d;"> " Dagli Etruschi, che l'hanno portata a Roma, la corsa
dei carri trae un carattere sacro su cui si innestano significati
cosmici: i 4 cavalli sono le stagioni, i 4 colori delle squadre sono
gli elementi del creato, i 7 giri di pista sono i giorni, le 12
corsie sono i mesi dell'anno e lo zodiaco."</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Dopo 30 minuti (su 50) si passa al
teatro: i romani costruiscono teatri come quelli greci, ma alla gente
la tragedia greca e il teatro dei greci non piacciono, preferiscono
cose più ruspanti e volgari. Hanno successo Plauto e Terenzio, poi
si afferma il mimo, antenato della Commedia dell'Arte, con canovacci
ridotti al minimo, un comico senza maschera intorno a cui ruotano
tutti gli altri attori. Nel mimo recitano anche le donne, subito
tacciate come prostitute. Da questi spettacoli arriva anche Nerone.
Con l'avvento del Cristianesimo le cose cambiano, e nel VI secolo
Giustiniano abolisce il teatro. Si riprenderà nel Rinascimento, sul
modello greco ma con scrittori nuovi e originali. L'immagine di
chiusura è su uno stadio di calcio, il tifo esasperato era già
quello dell'antica Roma, compresa l'idolatria per i colori delle
squadre e per i campioni.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuchL9aaUF_wNwDFcybiDW1Khp6nUdcS2ZfckTU4u0YvJeN7HSuxbpN3Z_zvK6gsmmRinPZWfCrw-5w2vPFPJFopcWzt85nMaUEdH_OrLxnhKkUX-MeVWvBnkBj_DoMHAjR8qR1B7YzFI2/s1600/roma+imago+urbis+%252811%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="841" data-original-width="1190" height="282" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuchL9aaUF_wNwDFcybiDW1Khp6nUdcS2ZfckTU4u0YvJeN7HSuxbpN3Z_zvK6gsmmRinPZWfCrw-5w2vPFPJFopcWzt85nMaUEdH_OrLxnhKkUX-MeVWvBnkBj_DoMHAjR8qR1B7YzFI2/s400/roma+imago+urbis+%252811%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Parte XIII - I colli sacri</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Si parte dalla Grecia, da Atene,
Corinto, Delfi, e si arriva fino ai papi con i colli romani
attraverso citazioni da Stendhal, Goethe, De Brosse, Zola, etc. Di
Stendhal è la pagina che riporto qui sotto, dove parla della chiesa
di San Clemente, "dove il Sancta Sanctorum" è separato dal
resto del tempio quasi come nel rito greco e sotto la quale è
conservato un mitreo: <span style="color: #0c343d;">«... sappiamo ben poco sul
Cristianesimo dei primi secoli perché dal grande san Paolo a oggi la
religione cristiana ha cambiato strada ogni due o tre secoli come i
grandi fiumi che aggirano gli ostacoli lungo il percorso. Si lascia
dunque credere che l'attuale liturgia sia antica, e non rielaborata
dopo il Concilio di Trento; ciò fa comodo a chi ne ricava, citando
san Carlo Borromeo, "morbide carrozze e il godimento del potere"»</span> (al minuto 35)</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Parte XIV - Le vie dell'impero</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Parla delle grandi strade romane,
compreso il Vallo di Adriano; fa ancora cenni sugli acquedotti e
termina con ampio spazio per Palmira e per Petra, per il collegamento
con l'Oriente, Egitto incluso. Molto spettacolare, tutto in esterni.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Parte XV - L'immagine</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Forse la più affascinante, l'immagine
di Roma raccontata da poeti antichi e moderni, con Vittorio Storaro
in gran forma. Si comincia con le sculture in legno di Ceroli (del
'900), passando poi per Roma, Costantinopoli, Efeso. Tra gli altri
testi, ascoltiamo Giovanni Pascoli e la poesia di Kavafis sull'arrivo
dei barbari. Si prosegue con Poussin e i dipinti "romani"
del '700 e '800, John Ruskin e il fascino delle rovine; si passa poi
a una lettera di Raffaello al Papa sulle vestigia romane distrutte o
inglobate. Si continua con le impressioni di Goethe, Stendhal,
Montaigne, e di altri viaggiatori celebri, arrivando a Napoleone, e
al Campidoglio di Washington. Si parla dello scultore americano di
origine norvegese Hendrik Christian Andersen e della sua casa museo a
Roma, si legge un breve testo di Tommaso Campanella, si mostrano
alcuni dipinti dell'inglese Alma-Tadema, sempre in tema di romanità.
Si termina con l'altare della Patria a Roma, il Vittoriano, progettao
dall'architetto Giuseppe Sacconi, davanti al quale viene letto un
momento del Faust di Goethe, il dialogo fra l'impresario e il poeta.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtY1QC0Qhw3apxQwvFVdLDk-0mAd_HGnYk3IXN03jHGe_k_5ct7BUCtWoO4SJlPqC49xwcakl-9dGdEXHlQV5PvpAgkRT8GiWjWOPWOpJgsixbfyiTuiy_-i2zzqYAG5lw2nsDhLGLySqX/s1600/roma+imago+urbis+%25286%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="889" data-original-width="1172" height="302" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtY1QC0Qhw3apxQwvFVdLDk-0mAd_HGnYk3IXN03jHGe_k_5ct7BUCtWoO4SJlPqC49xwcakl-9dGdEXHlQV5PvpAgkRT8GiWjWOPWOpJgsixbfyiTuiy_-i2zzqYAG5lw2nsDhLGLySqX/s400/roma+imago+urbis+%25286%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-wDN8B6wqAoNwfSEUkccfUhzTJL0ozQix0ay2eXvYn10mbHT5vZjueod8xNDp9hZOWIjKn79epXrCPDK7KrMqp4Y4JwtxLpb5KXQO-De3GmC4ZjZYSNzppsZDjNKUGEk9LEV3iH3l5Nyq/s1600/roma+imago+urbis+%252813%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="891" data-original-width="1178" height="302" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-wDN8B6wqAoNwfSEUkccfUhzTJL0ozQix0ay2eXvYn10mbHT5vZjueod8xNDp9hZOWIjKn79epXrCPDK7KrMqp4Y4JwtxLpb5KXQO-De3GmC4ZjZYSNzppsZDjNKUGEk9LEV3iH3l5Nyq/s400/roma+imago+urbis+%252813%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyxTSjpn-v6Lum9_73hUjOkHLxlLk8TwtYQsyFa-dB_dCJfWvtQDowP5voLYkY13FN3RqowlF1iO9RymruaXMTAEeT-8CHgyAGHzffZa93xWNw-JLTOTo4gfUVpcLZLfXyUC6FjibxJF6E/s1600/roma+imago+urbis+%25287%2529+ceroli.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="890" data-original-width="1176" height="302" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyxTSjpn-v6Lum9_73hUjOkHLxlLk8TwtYQsyFa-dB_dCJfWvtQDowP5voLYkY13FN3RqowlF1iO9RymruaXMTAEeT-8CHgyAGHzffZa93xWNw-JLTOTo4gfUVpcLZLfXyUC6FjibxJF6E/s400/roma+imago+urbis+%25287%2529+ceroli.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<em>(i fotogrammi vengono dalle puntate III e XV )</em></div>
<div style="text-align: center;">
<em>(il cavallo alato è di Mario Ceroli)</em></div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/06401398690125983204noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4700602687372596934.post-21324172636845510872020-05-12T08:53:00.002+02:002020-05-12T08:53:54.792+02:00Ho camminato con uno zombie (1943)<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjYYo44a3cACiTVIEsFc9y1oX8FwZnwvEsmMd5OAkU4Dm2Ft9upNJPMZ44cGRXwGcvxKpoP-BaXLZgsXrEQaAvHxpLQ4_biLJhcRkqyZXG3eUOHhI0EdULg_ZOEcIWjMLNnHYb4044xkau/s1600/zombie-1943-%25287%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="666" data-original-width="896" height="296" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjYYo44a3cACiTVIEsFc9y1oX8FwZnwvEsmMd5OAkU4Dm2Ft9upNJPMZ44cGRXwGcvxKpoP-BaXLZgsXrEQaAvHxpLQ4_biLJhcRkqyZXG3eUOHhI0EdULg_ZOEcIWjMLNnHYb4044xkau/s400/zombie-1943-%25287%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
I walked with a zombie (Ho camminato
con uno zombi, 1943) Regia di Jacques Tourneur. Tratto da un romanzo
di Inez Wallace. Sceneggiatura di Curt Siodmak e Ardel Wray
Fotografia di J. Roy Hunt Musiche di Roy Webb Interpreti: Frances
Dee, James Ellison,Tom Conway, Edith Barrett, Christine Gordon,
Teresa Harris, Sir Lancelot, Darby Jones, Jeni Le Gon Durata: 1h10'</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"I walked with a zombie",
film del 1943, è più dramma psicologico che un horror come lo
intendiamo oggi; la regia è di Jacques Tourneur, il suo film
successivo a "Cat people".</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il soggetto è questo: una giovane
infermiera trova un posto di lavoro ben pagato in un ambiente da
favola, esotico; scoprirà che il malato che deve assistere è una
donna giovane che però è come sonnambula, in catalessi, si alza e
cammina ma è come se fosse senza volontà. I medici danno la colpa a
una febbre tropicale che può lesionare anche il cervello, ma siamo
in zona vudù e quindi il sospetto che ci sia sotto qualcosa d'altro
è lecito. Dietro c'è il conflitto fra due fratelli, stessa madre ma
cognomi diversi (la madre era rimasta vedova) entrambi innamorati
della stessa donna che però si è sposata al maggiore dei due
fratelli; questa donna è adesso la malata da assistere. La madre dei
due, medico, è sul posto, e anche se è vedova di un missionario
cristiano è in contatto stretto con i sacerdoti vudu, che ha
iniziato a frequentare per farsi obbedire dai locali che non volevano
seguire le norme igieniche più elementari e poi si è fatta sempre
più coinvolgere.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Gli zombi e il vudu però restano sullo
sfondo, forse settant'anni fa alcune scene potevano fare impressione
ma comunque non ci sono scene davvero terrificanti e prevale il
dramma psicologico. Il film andrebbe visto in lingua originale e dopo
un buon restauro della pellicola, l'edizione che passa in Rai è un
po' disastrata e troppo scura. Nel sonoro originale hanno parte
importante canzoni e ballate qui rese quasi inintellegibili dal
pessimo doppiaggio anni '80: belle le voci dei doppiatori, ma pessimo
il sonoro nel suo complesso, tutto azzerato o appiattito.
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4S9PD9SZ4aA7FU5U6brfw9ju_JQ-99HOtgwHhA_JJUKCQ3akQ6YOu2A_BbMCAG2Q0YiqNfGwiL4NlfQ1dz5u6w4_3yefRMQX4dhEyUHWLcGJjrBwEJus2cmSvNBo9kQ_suRyUcxe9kLbS/s1600/zombie-1943-%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="605" data-original-width="777" height="311" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4S9PD9SZ4aA7FU5U6brfw9ju_JQ-99HOtgwHhA_JJUKCQ3akQ6YOu2A_BbMCAG2Q0YiqNfGwiL4NlfQ1dz5u6w4_3yefRMQX4dhEyUHWLcGJjrBwEJus2cmSvNBo9kQ_suRyUcxe9kLbS/s400/zombie-1943-%25282%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Alcuni dettagli interessanti:
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
1) nel viaggio in nave si parla dei
pesci volanti e della luminescenza del mare; il maggiore dei due
fratelli spiega alla giovane infermiera che i pesci volano per
sfuggire ai predatori, e che la luminescenza è dovuta a organismi in
putrefazione. Ciò che sembra così bello è in realtà legato alla
morte, e questo dialogo riporta alla citazione di John Donne in "Cat
people" (Il bacio della pantera, sempre per la regia di Jacques
Tourneur):</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d;">...
but black sin hath betrayed to endless night </span></div>
<div lang="en-GB" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d;">my
world, both parts, and both parts must die.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d;"><em>(ma il nero peccato ha
tradito ad una notte perpetua </em></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d;"><em>entrambe le parti del mio
mondo, ed entrambe dovranno morire)</em></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #0c343d;">Holy
Sonnets, n.2, da “Divine poems” di John Donne (1572-1631)</span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAEbJETaDyzggQcjWBB-9PmLtrAs2YN-dGml2-e7wrcuXd2-X6Fhr8xs53dRbSO_msH94mjaqglnfPirRAbE85zw46wpC8FCTJr3WC7i1QWI2XG6o64YPuLHJvHOuDJxld5fukDR4YdAxk/s1600/zombie-1943-%25284%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="511" data-original-width="677" height="301" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAEbJETaDyzggQcjWBB-9PmLtrAs2YN-dGml2-e7wrcuXd2-X6Fhr8xs53dRbSO_msH94mjaqglnfPirRAbE85zw46wpC8FCTJr3WC7i1QWI2XG6o64YPuLHJvHOuDJxld5fukDR4YdAxk/s400/zombie-1943-%25284%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
2) nella casa dove abitano i due
fratelli c'è la polena di una nave negriera, un San Sebastiano
trafitto dalle frecce; siamo nella zona di Haiti, dove la tratta
degli schiavi provenienti dall'Africa fu particolarmente feroce.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
3) i locali, discendenti di schiavi,
piangono quando nasce un bambino e fanno festa ai funerali: qui la
vita è solo sofferenza, e c'è il ricordo delle navi negriere e
delle condizioni di quei viaggi. La loro vita è per il resto
normale, povertà e riti vudu a parte.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
4) i testi delle ballate locali
raccontano le storie di due fratelli rivali in amore, e di sortilegi</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
5) la sceneggiatura del film è un
testo che si potrebbe recitare in teatro, senza cambiare una virgola.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1PvUfXmsDJs_nTJTIxR9Jj3yNuuDS8o5wlDu9RGtGpA4dig4jr77QZRgR_OH93i9rXYmdIO3hS90gisyRQ5iUeaLKOdCliFXkD10TfbPsvgkM8jznwBBiqE_on9mdwQKguc_64G9oF8vp/s1600/zombie-1943-%25285%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="699" data-original-width="879" height="317" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1PvUfXmsDJs_nTJTIxR9Jj3yNuuDS8o5wlDu9RGtGpA4dig4jr77QZRgR_OH93i9rXYmdIO3hS90gisyRQ5iUeaLKOdCliFXkD10TfbPsvgkM8jznwBBiqE_on9mdwQKguc_64G9oF8vp/s400/zombie-1943-%25285%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Gli attori: Frances Dee è
l'infermiera, James Ellison e Tom Conway sono i due fratelli, la
madre medico è Edith Barrett, Christine Gordon è la moglie malata.
Più difficile risalire agli attori afroamericani, come era d'uso a
quel tempo la lista degli interpreti non è completa ed è difficile
ricordarsi i nomi dei personaggi.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il soggetto è di Inez Wallace, la
sceneggiatura è di Curt Siodmak e Ardel Wray; il produttore è Val
Lewton, a cui si devono molti film di fantascienza o horror di quel
periodo. Si vede bene la mano del regista Jacques Tourneur, e ci sono
diverse somiglianze con "Cat people" al di là del soggetto
esotico. Il finale è tragico, però rende liberi i due innamorati,
il fratello maggiore ormai vedovo e la giovane infermiera. Sul
soprannaturale rimane solo qualche dubbio, la spiegazione medica è
più che plausibile; molto bravo comunque l'attore che cammina
nell'oscurità a occhi sbarrati, e che è l'unico effetto speciale di
questo film.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTQT8w8OFti0exoYpawxrzcxLtRPIggsOwSr7E97jvS87__FsyipAtoM19Pj0AX6gf7VuiNufkbF4Kp9R7rzVHSXhyphenhyphenGvyCXelgc4e-ygAPBHYtoCh3zuIu2-gQCUk8j2NHtTXMJrmDThlB/s1600/zombie-1943-%25288%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="491" data-original-width="666" height="293" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTQT8w8OFti0exoYpawxrzcxLtRPIggsOwSr7E97jvS87__FsyipAtoM19Pj0AX6gf7VuiNufkbF4Kp9R7rzVHSXhyphenhyphenGvyCXelgc4e-ygAPBHYtoCh3zuIu2-gQCUk8j2NHtTXMJrmDThlB/s400/zombie-1943-%25288%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Gli esperti, soprattutto i medici,
spiegano che dietro agli zombies, quelli veri di Haiti, c'è una
droga o un mix di droghe che spengono la volontà; sottoposti a
quella droga gli esseri umani non hanno più coscienza di se stessi
ma possono comunque lavorare, e come schiavi vengono impiegati. Non
sono un esperto e non posso quindi aggiungere dettagli, ma questo è
ciò che si vede nel film e corrisponde a ciò che si racconta da
sempre sugli zombies, collegati alla religione voodoo (che in realtà
è molto più complessa di come si vede nei film, non è solo magia
nera). Il racconto degli zombies come cadaveri che escono dalla terra
e mangiano carne umana è invece molto recente, e si è diffuso a
partire dagli anni '70, con il film di George Romero; la confusione
nasce probabilmente dalla definizione di "morti viventi"
collegata alla parola zombie. Io c'ero negli anni '70, ero già
appassionato di cinema ma non ho mai voluto guardare i film horror
(Romero mi è bastato e avanzato); ho conosciuto di persona miei
coetanei che facevano uso di droghe pesanti, e purtroppo in molti
casi la definizione di "morti viventi" era molto vicina
alla realtà. Con l'eroina, e con altre droghe simili, diventa
perfino difficile riconoscere un amico, un'amica, una persona che si
conosce. E' una cosa davvero triste, e forse per questo motivo, e per
tanti altri, non ho mai amato il genere horror così come è
diventato dagli anni '70 in su, non capisco cosa ci si possa trovare.
Per queste cose, per impressionarsi o per spaventarsi, basta e avanza
la realtà: provate a leggere la descrizione dei sintomi del virus
Ebola, tanto per dirne una, e vi passerà la voglia di scherzare. O,
magari, le cronache dalla ex Jugoslavia negli anni '90, o dal Ruanda
nel 1994, o anche soltanto da un normale servizio di Pronto Soccorso
in uno dei nostri sabato sera. Forse, bisogna essere molto giovani
per aver voglia di spaventarsi con i film di zombie e di vampiri, con
i serial killer e i morti ammazzati.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3Zb06Xt-plKp_ho4KkoJbbjpTpafi6H5pByMrw6NLAT96Y4A9g6Km-mbh8Ld2qDvXuJjuDw2uN9PJnz7d_RwLlrG4qx4NP1yGBn5GH2xHF2ghjd5k7-xRMaMwtnvoCxjmy7oKU8oXtsw3/s1600/christine-gordon-1943-zombi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="935" data-original-width="648" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3Zb06Xt-plKp_ho4KkoJbbjpTpafi6H5pByMrw6NLAT96Y4A9g6Km-mbh8Ld2qDvXuJjuDw2uN9PJnz7d_RwLlrG4qx4NP1yGBn5GH2xHF2ghjd5k7-xRMaMwtnvoCxjmy7oKU8oXtsw3/s320/christine-gordon-1943-zombi.jpg" width="221" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br />
(le immagini vengono dal sito <a href="http://www.imdb.com/">www.imdb.com</a> )</div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/06401398690125983204noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4700602687372596934.post-42915689273779316262020-05-09T08:30:00.000+02:002020-05-09T08:30:58.360+02:00L'idiota (1941, Gerard Philipe)<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQyxHMFd0cnuMM_8lqRWaNCIUBdhfY0FpFpTSHYoRgcaIfVargA5z9U1z1Aa-jV7bjLp_8aaYyCvMy0qgvKst0_6VhxIpCXbIfIZilHZEYAm3NU6DldicslNkKanJ4wYLz2arsQNqeyOi-/s1600/l%2527idiota+philipe+%252811%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1063" data-original-width="1490" height="285" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQyxHMFd0cnuMM_8lqRWaNCIUBdhfY0FpFpTSHYoRgcaIfVargA5z9U1z1Aa-jV7bjLp_8aaYyCvMy0qgvKst0_6VhxIpCXbIfIZilHZEYAm3NU6DldicslNkKanJ4wYLz2arsQNqeyOi-/s400/l%2527idiota+philipe+%252811%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
L'idiota (1941) Regia di Georges
Lampin. Liberamente ispirato al romanzo di Fiodor Dostoevskij.
Sceneggiatura di Charles Spaak e Georges Raevskij. Fotografia di
Christian Matras. Musiche per il film di Vladimir de Butzow e Maurice
Thiriet, con inserti di Mozart. Interpreti: Gerard Philipe (Myskin),
Lucien Coedel (Rogozin), Edwige Feuilliere (Nastassia), Nathalie
Nattier (Aglaia), Michel André (Gania), Jean Deboucourt (Tostky),
Sylvie (madame Ivolghin), Jeanne Marken (Naria), Maurice Chambreuil
(generale Epancin), Tramel (generale Ivolghin), Elisabeth Hardy
(Sophie), Roland Armontel (l'ivrogne-Lebedev), Mathilde Casadesus
(Adelaide), Marguerite Moreno (Lizaveta Prokofievna), Janine Vienot
(Alexandra). Durata: 1h33'</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
L'idea di un film tratto da "L'idiota"
di Dostoevskij, con un grande interprete come Gerard Philipe nella
parte del principe Myskin, è di quelle che accendono la fantasia e
fanno sperare nel capolavoro. Purtroppo, non è così.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il film inizia con Myskin che arriva a
casa del generale Epancin, saltando tutta la scena iniziale sul
treno, ed è già un errore perché la sequenza iniziale, cioè
l'incontro di Myskin con Rogozin, è fondamentale per capire quello
che succederà, oltre ad essere un capolavoro di scrittura. Viene
cancellato anche il personaggio di Lebedev, ridotto a poco più di un
predicatore ubriaco, quasi un mendicante.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiumKLBsQ5iL8lTYPYhMyFb_zSnFl4QgwI9GVR-yL0lAp02UF0gxQHWI9h1JwEXn8CiXe5E5A-oXra8CXQnC9elz4swzoNYzdux0Eu1NT0NcDQSFdnyh8xYVKSJsp8zZ4_TkgNA7rAXBc_7/s1600/l%2527idiota+philipe+%252819%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="600" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiumKLBsQ5iL8lTYPYhMyFb_zSnFl4QgwI9GVR-yL0lAp02UF0gxQHWI9h1JwEXn8CiXe5E5A-oXra8CXQnC9elz4swzoNYzdux0Eu1NT0NcDQSFdnyh8xYVKSJsp8zZ4_TkgNA7rAXBc_7/s400/l%2527idiota+philipe+%252819%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il Myskin di Gerard Philipe è un bel
giovane con la barbetta bionda, e si presenta davanti al domestico di
casa Epancin non con un fagotto in mano, come nel libro, ma con un
bauletto da viaggio; poco più avanti, a casa di Gavril Ardalionovic,
scopriremo cosa contiene il bauletto: un orologio a cucù. Eh sì,
Myskin viene dalla Svizzera e quindi si è portato un ricordo; il
generale Ivolghin, padre di Gania, lo aiuta ad appenderlo alla
parete. Ancora più avanti, verso il finale, troveremo Rogozin
intento a costruire un castello di carte: Nastassia sta parlando con
Myskin, è una scena cruciale, ma Rogozin evidentemente si annoia e
non sa come passare il tempo. Sono solo due dei dettagli che rendono
deludente "L'idiot" del regista Georges Lampin, girato in
tempi difficili (si era già in guerra) ma sceneggiato da autori
solitamente professionali come Charles Spaak e Georges Raevskij.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiN4_E1ydSeKByYTqf8sxvlU376dlHFDoOEIUvVmP-lQiLdy83-wdACJ6O3I5g2umcikJcv-QCb8QxptZYg0n4q1N_8GsFSBOCjtKus7IzuXUhnHgygU02ZXOm0m5FEwkaSgwz6OY91vuRS/s1600/l%2527idiota+philipe+%25284%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="488" data-original-width="650" height="298" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiN4_E1ydSeKByYTqf8sxvlU376dlHFDoOEIUvVmP-lQiLdy83-wdACJ6O3I5g2umcikJcv-QCb8QxptZYg0n4q1N_8GsFSBOCjtKus7IzuXUhnHgygU02ZXOm0m5FEwkaSgwz6OY91vuRS/s400/l%2527idiota+philipe+%25284%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Molte scelte sbagliate anche tra gli
attori: Lizaveta Prokofievna sembra la nonna di Aglaia, e non sua
madre; Nastassia è una dark lady molto convenzionale, anche se la
Feuilliere è brava. Il Rogozin di Lucien Coedel è un vilain molto
convenzionale, non ha la follia necessaria al personaggio (si vedano
Toshiro Mifune e Gianmaria Volonté, nello stesso ruolo, nei film del
1951 e del 1959), ed è troppo anziano per la parte. Aglaia è una
smorfiosa elegante, anche lei un po' troppo avanti con l'età (i
protagonisti principali de "L'idiota" sono molto giovani,
soprattutto le donne). Rogozin e Myskin sono solo due rivali in
amore, c'è la scena in cui si scambiano le croci ma manca il dipinto
di Holbein (il "Cristo morto") che rende potente il loro
rapporto, quasi uno stesso personaggio diviso in due. Lebedev diventa
un mendicante e predicatore, un ubriaco che importuna Rogozin in
trattoria; e nel complesso è tutto troppo sbrigativo per risultare
credibile, la fratellanza fra i due e la violenza, lo scambio di
croci, la rivalità fra le due donne, tutto finisce per sembrare
convenzionale e "L'idiota" è ridotto a uno dei tanti film
passionali che andavano per la maggiore in quegli anni. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
(qui sotto, l'Aglaia di Nathalie Nattier: l'avevate immaginata così?)
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1kCiH1XQtNo5LL3xxkPHqJf2oakV1QQT3c9bE2c_3N-3UPodm5QCpmuKPXtd5c4ZlEEexM6OV2lgOUUlUGnXUSByJDS0eHZY3CakZ1U4c_DBG3ZAD_7u9J0VRdmJJUK36ZoQuO1etFSTg/s1600/l%2527idiota+philipe+%252816%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1063" data-original-width="1460" height="290" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1kCiH1XQtNo5LL3xxkPHqJf2oakV1QQT3c9bE2c_3N-3UPodm5QCpmuKPXtd5c4ZlEEexM6OV2lgOUUlUGnXUSByJDS0eHZY3CakZ1U4c_DBG3ZAD_7u9J0VRdmJJUK36ZoQuO1etFSTg/s400/l%2527idiota+philipe+%252816%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La musica è firmata da Vladimir de
Butzow e Maurice Thiriet, ma più che altro rimane in memoria Mozart,
con due lunghi estratti: una Sonata per pianoforte eseguita a quattro
mani dalle sorelle Epancin e "Eine kleine Nacht musik"
suonata dall'orchestra nella scena della festa. I costumi sono di
Marcel Escoffier, come poi sarà per lo sceneggiato Rai del 1959.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
In conclusione, è un film che può
ancora piacere, a patto però di non conoscere il libro di
Dostoevskij. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1MpKpx2iifoa0O56IthdbcQAN7wsRiTsVNFA4sc0yK7Gk-BWLhgLR5h6C_qyEL1_NuUydec57S4VbKGSIKG8U_S5RhKKYKqnIxv20NIrLl5cJ8L2H0dw98w0d18n1rsnN8F_26Jb8PhK_/s1600/l%2527idiota+philipe+%252810%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1063" data-original-width="1483" height="286" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1MpKpx2iifoa0O56IthdbcQAN7wsRiTsVNFA4sc0yK7Gk-BWLhgLR5h6C_qyEL1_NuUydec57S4VbKGSIKG8U_S5RhKKYKqnIxv20NIrLl5cJ8L2H0dw98w0d18n1rsnN8F_26Jb8PhK_/s400/l%2527idiota+philipe+%252810%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6k70rkJ1nUkmfggvVJqh1JZXlR2YpQ-9MMiQMjRWqsRsZtsnurwVjj71_6IjqZAZasW3hQ405Zw0FtSnBlDLJ5-VUWiUgo7u3iwcc4Xk6BvfJbHbv0P3xthW4jXpc_-TyJPdjOrd9_BgZ/s1600/l%2527idiota+philipe+%252814%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1063" data-original-width="1554" height="272" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6k70rkJ1nUkmfggvVJqh1JZXlR2YpQ-9MMiQMjRWqsRsZtsnurwVjj71_6IjqZAZasW3hQ405Zw0FtSnBlDLJ5-VUWiUgo7u3iwcc4Xk6BvfJbHbv0P3xthW4jXpc_-TyJPdjOrd9_BgZ/s400/l%2527idiota+philipe+%252814%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-48-OF2shT-mqrrFuifakSla3gguMLul7vok4UHeNarmn5Yox-3wHsMozRmoUJvDhp0OnGI8985RgkaE6ql0xvr1TeohxRzy8iCBiKsBynadBL4mm6neJmzQbeeqevYnkQD8Z-ZWOMqcN/s1600/l%2527idiota+philipe+%252813%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1063" data-original-width="1519" height="278" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-48-OF2shT-mqrrFuifakSla3gguMLul7vok4UHeNarmn5Yox-3wHsMozRmoUJvDhp0OnGI8985RgkaE6ql0xvr1TeohxRzy8iCBiKsBynadBL4mm6neJmzQbeeqevYnkQD8Z-ZWOMqcN/s400/l%2527idiota+philipe+%252813%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/06401398690125983204noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-4700602687372596934.post-717221942160352832020-05-05T08:33:00.000+02:002020-07-24T14:36:57.806+02:00Così è andata - Gente di montagna<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDDFNTYK7GoBssdDYTDQ9ErNeRgZINMMOTSWu3j668WGf1Y5_dxgNlA93QwGUSW6ZZQODQW-hMvcTFdeqdZkMRTj-FpOKwkMD1ObJYpOSU0AdCrMJtwi7hO_LWImJbZA3MgB_2X8G6hz5i/s1600/olmi+1987+%25287%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1063" data-original-width="1442" height="293" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDDFNTYK7GoBssdDYTDQ9ErNeRgZINMMOTSWu3j668WGf1Y5_dxgNlA93QwGUSW6ZZQODQW-hMvcTFdeqdZkMRTj-FpOKwkMD1ObJYpOSU0AdCrMJtwi7hO_LWImJbZA3MgB_2X8G6hz5i/s400/olmi+1987+%25287%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Così è andata - Gente di montagna
(Rai, 1987) Regia di Ermanno Olmi, Toni De Gregorio, Maurizio Ricci.
Fotografia: Fabio Olmi, Maurizio Zaccaro, Fabrizio Borelli. Testi di
Mario Rigoni Stern, Emilio Lussu, Piero Jahier, Filippo Sacchi,
Alberto Fumagalli, Nuto Revelli. Durata: 40' circa</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"Così è andata - Gente di
montagna" è un documentario del 1987, a colori, firmato da
Ermanno Olmi con Toni De Gregorio e Maurizio Ricci. Si parte da
Rigoni Stern e dal suo libro "Il bosco degli urogalli": <em>Un giorno incontrai per la montagna un tale che aveva inciso sul cinturino del cappello questa frase: l’è andà così. Gli chiesi: com’è andata? E lui, guardando lontano e stringendosi nelle spalle rispose: "mah, così è andata.” (Mario Rigoni Stern, Il bosco degli urogalli, Einaudi 1962.)</em>
<br />
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2gtxg4y74E2t9aT4ryLvUfwRO3JGQL8oOnRYqCvjxAU09-zOEVNIPClVoJe9kbeY295ft8byGprqLYhfT6VdDvmyLBH6hW8hnosZq5yg56uO8Xw7FkwNDAKn25uobj9en3d5DhWeUcnhr/s1600/olmi+1987+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1063" data-original-width="1417" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2gtxg4y74E2t9aT4ryLvUfwRO3JGQL8oOnRYqCvjxAU09-zOEVNIPClVoJe9kbeY295ft8byGprqLYhfT6VdDvmyLBH6hW8hnosZq5yg56uO8Xw7FkwNDAKn25uobj9en3d5DhWeUcnhr/s400/olmi+1987+%25281%2529.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"Così è andata" è un documentario realizzato con
immagini di archivio e fotografie alternate a riprese filmate
recenti; il montaggio di questi materiali è eccellente, le musiche
sono ben scelte ed è ottima la scelta dei testi, presi da Mario
Rigoni Stern, Emilio Lussu, Piero Jahier, Filippo Sacchi, Nuto
Revelli. Non ho trovato indicazioni sulla voce che legge i testi
fuori campo, ed è un peccato.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
E' una breve storia della vita in
montagna: per secoli un lungo isolamento, con la gente che vi abitava
quasi ignorata, poi il trauma della prima guerra mondiale, che rese
famosi i nomi di molte località: Pasubio, Ortigara, Adamello, Monte
Grappa. A tratti sembra di vedere uno dei documentari che resero
celebre Werner Herzog, con immagini di Natura, terra, acqua, con
l'organo in sottofondo a rendere tutto lievemente ipnotico.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La guerra è raccontata attraversi
brani di "Un anno sull'altipiano" di Emilio Lussu, un
capolavoro ben noto a chiunque sia andato a scuola (almeno, lo
spero). Segue un lungo estratto da un libro meno noto, di Piero
Jahier, sempre sul tempo di guerra: il soldato Luigi Somacàl,
dapprima deriso, si scopre ottimo tiratore e buon soldato: viene da
pensare al Kubrick di "Full metal jacket", Somacàl come il
soldato Pyle ma senza follia, né in lui né in chi gli sta intorno.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Piero Jahier, da "Con me e con gli
alpini"</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<em>... il soldato Somacàl Luigi da
Castiòn, recluta dell'84, terza categoria, era stato cretino dalla
nascita, e manovale fino alla chiamata. Cretino vuol dire trascurato
da piccolo, denutrito, inselvatichito. Manovale vuol dire servo,
operaio, mestiere sprezzato. Il suo lavoro consiste in nulla essere,
tutto fare: ne porta i segni il corpo presentato alla visita
militare. Somacal ha offerto alla patria un mucchio d'ossa in
posizione da manovale. Sporge in fuori l'osso dell'anca, che aiuta a
camminare sciancati quando si deve equilibrare la secchia della
calcina. Gli ingranaggi dei suoi ginocchi pesanti, gonfi di
noccioline reumatiche, empiono i pantaloni. Il suo busto è una
groppa che aspetta in eterno di ricevere pesi; la testa si rannicchia
fra le spalle come cosa ingombrante perché, a un uomo che porta, la
testa gli dà noia. Le sue mani di corame chiaro stringono sempre il
badile; lo sguardo cerca terra per non inciampare. Questa è la
posizione di manovale in cui Somacal si è presentato. Somacal deve
stare sulla posizione di attenti, invece la posizione di attenti è
la negazione della sua vita. Somacal vorrebbe essere un buon
soldato: prova l'attenti, prova il saluto, ma quando gli par d'esser
riuscito, la mano non resiste più a mantenersi tesa, le ginocchia
cominciano a tremare, e quando il caporale arriva a lui tutto ha
ceduto. E' tornata la posizione da manovale. Somacal in uniforme è
un burattino, e ridono tanto i suoi paesani, cottimisti come lui per
la Germania che era anche allora una macia (?) , ci vuole un carovana
per sopportar la fatica. Somacal gli hanno impedito di imparare
l'operaio perché era un così buon manovale; ora gli impediranno di
imparare il soldato per serbarlo ridicolo. E' vero che Somacal
s'infagotta, che si mette il cappello torto, ma se c'è una giacca
macchiata alla vestizione finirà certo sulla groppa di Somacal
Luigi; e la scarpa del gigante che nessuno ha voluto, e la borraccia
che geme - ma appunto perché si sente un burattino diventare un
soldato a modo è la gloria. C'è speranza. (...)<em>(Piero Jahier, citato da Olmi in
"Gente di montagna")</em></em></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Piero Jahier (1884-1966), alpino dal
1916, sottotenente, alla fine della guerra da antifascista fu
bastonato e imprigionato; in seguito lavorò come ferroviere, e
collaborò a "La Voce" di Prezzolini.</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Segue un brano di Filippo Sacchi, sui
cinque alpini ritrovati sull'Adamello col disgelo; il titolo è "I
cinque alpini", trovati ancora in ordine di marcia: "andarono
alla guerra ma odiando la guerra".</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Filippo Sacchi (1887-1971), giornalista
del Corriere della Sera, dal 1914 inviato in tutto il mondo
(Australia e Nuova Zelanda comprese), firma di punta del Corriere, fu
antifascista e per questo cacciato dal giornale; gli amici lo
aiutarono facendogli pubblicare sotto pseudonimo critiche
cinematografiche, attività che continuò poi anche dopo la caduta
del fascismo; fu direttore di "La Lettura".</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il testo successivo è di Nuto Revelli:
"L'anello forte" sui contadini di montagna . Nuto Revelli
(1919-2004) alpino, fu volontario nell'Armir, partigiano dopo l'8
settembre, autore di libri e inchieste sulla realtà contadina e sul
mondo del lavoro. In queste pagine si parla dello spopolamento della
montagna. Le pagine di Revelli sono abbinate a quelle di Alberto
Fumagalli, da "La casa e il contadino": si parla del cibo
scarso e povero, la polenta, le patate, il burro, niente carne. Le
famiglie erano numerose, sul confine piemontese c'era una forte
emigrazione in Francia (a Barcellonette); anche i bambini e le
bambine (c'è la testimonianza di un'undicenne) venivano "affittati"
per lavorare come pastori, sui pascoli. Le donne e le bambine
vendevano i capelli: c'era un florido commercio e i capelli, per fare
parrucche, erano ben pagati. Si parla poi della musica, del ballo,
delle società mandolinistiche molto diffuse; il ballo era
fondamentale per i fidanzamenti, la vita in montagna era poi molto
dura sia per i mariti che per le mogli.<br />
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Arriva poi la seconda guerra mondiale,
che stavolta si svolge in luoghi lontani: la Russia, l'Albania,
l'Africa, la Grecia... Soprattutto la disfatta dell'Armir porterà
segni profondi tra la gente di montagna. Dopo l'otto settembre del
1943 arriveranno sulle montagne i partigiani, la Resistenza che
porterà alla democrazia e alla Repubblica.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Un documentario da vedere e da far
conoscere, e che è disponibile anche su youtube.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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</div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/06401398690125983204noreply@blogger.com2